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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: KNIGHTS
Genere: Horror, Azione, Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: yuna2284 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/10/2007 17:55:40

E’ un’antica lotta, quella tra Bene e Male. Una lotta che dura dalla notte dei tempi, senza un vincitore, né un vinto.
 
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SETE DI CONOSCENZA - PRIMA PARTE
- Capitolo 1° -

Sete di conoscenza (parte prima)

- Capitolo 1 -







E’ un’antica lotta, quella tra Bene e Male.

Una lotta che dura dalla notte dei tempi, senza un vincitore, né un vinto.

Entrambe le fazioni sono forti, ma nessuna prevarica sull’altra…e…

E tutto si gioca sulla Terra ma, soprattutto, sui suoi abitanti.

Gli Esseri Umani sono il campo di battaglia fra Bene e Male.

Gli Esseri Umani sono il campo di battaglia dei Cavalieri.

Ogni mille anni nasce un Cavaliere

In entrambe le fazioni…

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di essere coinvolta in questa guerra.

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di conoscerli entrambi.

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di innamorarmi di uno di loro.

Io ho avuto la fortuna, e la sfortuna, di innamorarmi del Cavaliere del Bene.









* * * * *









Gli occhiali erano di traverso sul viso, mentre alcune ciocche castane erano sfuggite alla coda; la donna guardò con terrore la creatura che, minacciosa, si avvicinava a lei…tentò di gridare, ma non un suono uscì dalla sua bocca. L’essere si avvicinò maggiormente, e prese la donna fra i suoi tentacoli, iniziando a succhiare l’energia vitale e la conoscenza di questa.

Alla fine, mentre della donna non rimaneva che un misero involucro di pelle, la creatura cambiò aspetto e, quando la trasformazione si completò, guardò con un sorriso sadico la pelle che, lentamente, si stava polverizzando.









* * * * *









Il sole entrava timidamente nella stanza, mentre il vento scostava leggero e delicato la tenda bianca. La camera era immersa nella pace più assoluta: i muri bianchi riflettevano la luce, mentre l’armadio e il cassettone rimandavano l’ombra sul pavimento; il letto, buttato casualmente nel centro della stanza, era un aggroviglio di coperte, dove una testa di capelli mori faceva contrasto con la coltre bianca.

La porta aperta della camera, dava un piccolo squarcio della cucina, pulita e in ordine dove, un’altra porta, immetteva nel bagno.

Le coperte si mossero, mentre una mano candida e delicata usciva dall’aggroviglio. Lentamente la ragazza uscì dal suo nascondiglio, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. I capelli rossi, spettinati, erano tagliati in un corto caschetto sfilato, che arrivava appena sopra le spalle, mentre gli occhi ambrati, dal taglio orientale, si guardavano intorno assonnati.

Piano piano la ragazza si svegliò e scese dal letto, appoggiando i piedi nudi sul pavimento freddo; uscì dalla camera e si diresse verso il bagno, dove aprì il rubinetto dell’acqua e si sciacquò il viso, prima di infilarsi sotto la doccia.

Una volta lavata, tornò nella camera e prese dall’armadio i vestiti che avrebbe indossato per quel giorno: un vestito di lino bianco, con lo scollo piatto e un giubbotto di jeans. Indossò tutto e prese, da sotto il letto, un paio di sandali raso terra; agguantò il borsone a tracolla, uscendo dalla camera, ritornando nella cucina.

Una piccola cucina componibile occupava una parete, con davanti un tavolino e quattro sedie; dall’altra parte della stanza un divano e un mobile formavano l’angolo salotto. Accanto al divano, appoggiata per terra, c’era una gabbia.

Billie si inchinò, aprendo lo sportellino e prendendo la piccola coniglietta grigia in mano, che la salutò leccando le dita che aveva a portata di muso.

_ Buongiorno Cloe_ la salutò, lasciandola libera di scorrazzare per terra, mentre lei si metteva a trafficare fra i fornelli.

La coniglietta balzò fino alle caviglie della padrona e le leccò, facendo sentire la sua presenza. Billie sorrise e, guardando in basso, informò la coniglietta dei suoi piani: _ Oggi vado a vedere se trovo qualche lavoro…ormai abbiamo quasi finito i soldi…_

La ragazza fece velocemente colazione, poi rimise la coniglietta nella gabbia e uscì di casa.

_ Billie!_ gridò una voce maschile, alle spalle della ragazza.

La ragazza si voltò, e vide arrancare verso di lei un ometto basso, con una grossa camicia rossa hawaiana e pantaloni kaki; magro come un chiodo, e con la pelle vizza.

_ Signor Miles…buongiorno…_ lo salutò Billie, sistemandosi la borsa sulla spalla.

_ Billie, sei in ritardo con il pagamento dell’affitto…di nuovo…_

Billie si morse un labbro, nervosa: _ Lo so, signor Miles…però…vede non mi hanno ancora pagato per l’ultimo lavoro…aspetti fino alla prossima settimana…_

_ E’ la stessa cosa che mi hai detto la settimana scorsa!_ dichiarò il signor Miles, guardando sospettoso la ragazza, e incrociando le braccia.

Billie indietreggiò di un passo, in modo da raggiungere i pochi gradini che la separavano dall’uscita; indietreggiò ancora fino a quando non raggiunse il primo: _ Stia tranquillo, la pagherò!_ e così dicendo corse via, ignorando gli urli e gli schiamazzi del signor Miles.









* * * * *









Il lungo soprabito bianco si muoveva leggero ad ogni passo del giovane uomo, che camminava deciso per le vie della città; il volto era teso, in un’espressione severa; i capelli neri erano tagliati corti, modellati con del gel; mentre gli occhi scuri guardavano fissi davanti a loro, incuranti di tutto ciò che li circondava.

L’uomo ignorava anche le persone, non accorgendosi delle occhiatine che alcune ragazze gli lanciavano, o degli sguardi deplorevoli di alcuni anziani signori. Continuava a camminare verso la sua meta.

Alla fine entrò in un locale dall’aria poco raccomandabile; il barista, appena lo vide, gli fece un cenno con la testa, indicandogli una porta. L’uomo annuì con il capo e seguì la direzione, entrando in una piccola stanzetta dove una bambina, dai lunghi boccoli biondi e il vestito a balze bordeaux, lo stava aspettando.

L’arredamento della stanza era minimale: un piccolo mobiletto a due ante, un tavolino con due poltrone e un piccolo camino; la bambina si sedette su una delle poltrone e invitò l’uomo a fare altrettanto.

L’uomo prese dalla tasca del soprabito una pietra nera e la depose sul tavolo, mentre la bambina allungava la manina rosa e la prendeva in mano, esaminandola come se fosse un oggetto prezioso.

_ Hai fatto un ottimo lavoro, Emanuel…_ dichiarò la bambina, riposando la pietra sul tavolo: _ Era un demone ostico…_

Emanuel non si mosse, fissando la bambina con i suoi occhi neri: _ Hai altri incarichi, Voce?_

Voce guardò il giovane uomo con i suoi occhi azzurri, poi si voltò, guardando fisso davanti a sé: _ Un nuovo nemico ha colpito ieri notte…_

Emanuel strinse i braccioli della poltrona, mentre Voce continuava a parlare: _ Sua è la sete di conoscenza, e con questa, purtroppo, intrappola ogni essere umano…_

_ Il suo nome?_ domandò Emanuel.

_ Si chiama Baal…_ mormorò Voce, guardando il giovane uomo: _ E’ la tua missione, Cavaliere. Distruggi Baal, e salva questo mondo_

Emanuel annuì, rialzandosi e uscendo dalla stanza, sotto lo sguardo preoccupato di Voce.









* * * * *









Billie guardò l’insegna del negozio: Libreria Stars; e poi riguardò l’annuncio di lavoro. Alla fine, prendendo coraggio, entrò nella libreria: l’odore di chiuso e di carta le aggredì le narici, mentre si dirigeva verso il bancone.

Una donna di una quarantina d’anni era intenta a catalogare alcuni libri: Billie la osservò. Portava i capelli castani stretti in una severa coda, mentre gli occhiali dalla montatura quadrata le davano un’aria da maestra; indossava una camicetta bianca, che accentuava l’aria professionale.

_ Salve…_ mormorò timidamente Billie, avvicinandosi ancora di più al bancone.

La donna alzò lo sguardo e lo fissò in quello di Billie: _ Posso esserle utile?_

Billie sorrise: _ Ho letto che state cercando una nuova commessa…_ spiegò, mostrandole l’annuncio sul giornale.

La donna fissò l’annuncio e poi la ragazza: _ Hai già fatto questo tipo di lavoro?_

_ Beh…non in una libreria, però sono stata commessa in un negozio di musica…quindi so come si usa il registratore di cassa…e comunque sono veloce ad imparare…_

La donna sorrise convinta: _ Come ti chiami?_

_ Billie Grent…_

_ Billie…_ la donna soppesò il nome: _ …davvero un bel nome…_

Billie si portò indietro una ciocca: _ Grazie…_

_ Va bene, Billie…sei assunta…_

Billie si illuminò di gioia: _ Davvero?_

_ Certo!_ sorrise la donna: _ Io mi chiamo Sandy Saxton_

_ Non la deluderò!_ dichiarò convinta Billie, mentre Sachiko si voltava: _ Vedrà…e poi sono sempre ansiosa di imparare cose nuove…_

All’ultima affermazione della ragazza, un brillio rosso passò fra le iridi di Sandy, così velocemente che, quando si rivoltò verso Billie, gli occhi erano tornati del solito colore castano.









* * * * *









Emanuel camminava tranquillo per la strada: aveva sostituito il suo soprabito bianco con un più comodo giubbotto di jeans, sotto il quale indossava un dolcevita bianco e un paio di jeans. Al polso svettava un orologio d’acciaio e, al medio destro, un grosso anello con una pietra nera. Al suo fianco camminava tranquillo un grosso cane bianco.

_ Voce ti ha detto dove troveremo questo Baal?_ domandò il cane, guardando il Cavaliere.

Emanuel guardò l’anello: nella pietra piccole nubi si addensavano e si separavano, mentre un piccolo puntino luminoso continuava a brillare: _ L’anello ci dirà dove trovarlo…_

_ Ti fidi troppo di quell’aggeggio_ lo riprese il cane.

_ Zanna…_

_ …ma finora ha sempre funzionato!_ si affrettò a dire Zanna, abbassando la coda.

Emanuel guardò nuovamente l’anello: _ Di qua…_ indicò, attraversando la strada e andando sul lato opposto, continuando a camminare con passo veloce.

Zanna lo seguì in silenzio fino a quando non lo vide fermarsi davanti ad un negozio: _ Vuoi far compere?_ domandò, guardando l’umano e poi la vetrina.

_ E’ qui_ rispose semplicemente Emanuel, fissando lo sguardo sull’insegna: Libreria Stars.




 
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