L'ABBRACCIO - Capitolo 1° -
Ecco il primo capitolo che non volevo nemmeno postare. Quindi,dopo aver preso questa importante decisione spero che vi piaccia e che commentiate in tanti perchè mi farebbe molto piacere. Vi lascio e...Buona Lettura (spero..).
Gustav era tranquillamente stravaccato sul divano a guardare la televisione: in realtà faceva solo finta, infatti pensava a quello che gli era accaduto quello stesso pomeriggio, appena qualche ora prima durante le prove del concerto che sarebbe avvenuto da li a qualche ora. Il filo dei suoi pensieri fu rotto però dalla loro causa; un ragazzo moro, di quasi 15 cm più alto di lui entrò con il suo solito sorriso smagliante stampato in faccia. "Ciao Gusty, cosa fai?" chiese il ragazzo sedendosi accanto al ricciolino senza accorgersi che un dolce colorito rosso si era fatto strada sulle guance dell'ultimo. "Ehm, nulla...guardo un po' di televisione" rispose a disagio Gustav che pensava che Bill era l'unico che aveva il privilegio di chiamarlo Gusty, soprannome che odiava ma che nella bocca di Bill aveva sempre un suono così simpatico, così dolce. "Posso stare qua? Non ti do fastidio?" chiese il porco spino sperando che il biondo lo avrebbe lasciato li con lui, dopotutto si sentiva al sicuro con lui, e se anche questo era strano non ci fece caso, dopotutto erano amici da secoli e lui lo aveva sempre aiutato quando era nei guai: con Tom, con Georg, con tutto il mondo; Gustav, in ogni occasione, c'era sempre, anche adesso che Bill si sentiva triste, anzi, soprattutto adesso che si sentiva così aveva bisogno del sostegno che solo Gusty gli sapeva dare. Nemmeno Tom riusciva a farlo sentire felice in due parole come era solito fare il dolce Gusty. "Con chi hai litigato stavolta?" chiese sorridendo il biondino girandosi verso il viso angelico del ragazzo che aveva davanti: si era accorto subito che c'era qualcosa che non va. "Con Tom...adesso ho davvero paura che non mi parlerà più..."disse sconsolato il poverino a cui il sorriso gli si era spento in un batter d'occhio per lasciare il posto all'incredibile tristessa che regnava nel suo cuore non appena litigava con qualcuno, fosse questo anche il suo gemello o il suo peggio nemico. Purtroppo adesso era proprio il gemello che lo rendeva così triste e il povero Gustav, sapendo benissimo che il piccolo Bill era attaccatissimo al fratello, usò la sua arte nel consolare le persone meglio delle altre volte e il sorriso che adorava così tanto tornò dal suo propietario in poche frasi. "Uffa...perchè sei sempre così gentile con me? Mi aiuti sempre, sei un angelo insomma..." disse il moro che, preso da un'improvvisa voglia, strinse il dolce Gusty in un abbraccio, o meglio, in uno dei rari abbracci che di solito erano sempre per il fratellino. Intanto al povero abbracciato era quasi venuto un infarto: il SUO angelo lo stava ringraziando e abbracciando, era un sogno che si stava avverando, ma non sarebbe durato a lungo come avrebbe desiderato, lo sapeva, così si limitò a sorridere e a rispondere un timido -perchè ti voglio bene- a Bill: Sapeva perfettamente che non era solo un ti voglio bene. Era un Ti Amo che cresceva giorno per giorno, cresceva ogni secondo che vedeva Bill ridere, sorridere o piangere: era un Ti amo che cresceva solamente sapendo che Bill esisteva per essere il suo angelo. Simili pensieri giravano nella testa di Bill che, dal canto suo, non avrebbe lasciato Gustav se non su sua esplicita richiesta scritta, firmata e controfirmata. Come avrebbe reagito il suo Gusty sapendo che quello che provava per lui andava ben oltre quello che un ragazzo dovrebbe provare per un amico? Come spiegargli che quando stava con lui era in Paradiso? Come spiegargli che avrebbe voluto che quel momento di intimità durasse per sempre? Come spiegargli che per un bacio sarebbe volentieri andato all'Inferno? Era così preso dai suoi pensieri che non si accorse che il biondo versava poche lacrime amare sapendo che mai avrebbe potuto avere Bill suo, sarebbe appartenuto ad un'altra e nulla avrebbe potuto impedirlo.
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