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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: 3,2,1...MAKE SOME NOISE!
Genere: Sentimentale, Romantico, Avventura, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: laverde galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 12/10/2007 12:38:53

la guerra continua, e i nostri protagonisti continuano la loro vita, tra solitudine, dolore e ricerca della felicità. perchè tutti la meritano.
 
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CHAPTER ONE: A DEATH LEAF
- Capitolo 1° -

mmm la mia prima long-fic su Naruto... spero possa sembrarvi interessante.
accetto commenti! XD



CHAPTER ONE: A DEATH LIEF

Konoha è sempre stato un villaggio meraviglioso. Grande, immerso nel verde, ridente anche nelle più tetre giornate di pioggia. Popolato da centinaia e centinaia di persone, tra ninja e civili, e animato da un continuo viavai di turisti e viaggiatori. Un posto dove ognuno, in fondo, sognerebbe di crescere ed invecchiare.
Hinata Hyuuga amava Konoha... dal profondo del cuore. Era la sua terra, le sue radici, il suo sangue. Era, per lei, il posto più stupendo del mondo.
Ma ora, non era così facile continuare a ritenerlo tale.
Camminava veloce, Hinata, per la strada principale di Konoha, sotto una pioggerellina sottile e pungente, che bagnava di tristezza le case deserte, i monumenti abbandonati e vandalizzati, la spazzatura che ormai nessuno aveva premura di raccogliere e che giaceva ai bordi delle piazze e delle strade. La sua Konoha era gravemente malata, e ogni giorno rischiava di morire.
Lanciò uno sguardo amareggiato a quella che una volta era un'abitazione, e che ora era ridotta ad uno scheletro, bruciato e ridotto in pezzi. Dentro i suoi confini si potevano scorgere i rimasugli di quelli che una volta erano un tavolo e quattro sedie. Era la casa di una famiglia che lei conosceva solo di vista, ma che nonostante questo gli mancava tantissimo.
“Tutta colpa di questa maledetta guerra!” pensò con rabbia, accelerando il passo per distogliere quanto prima lo sguardo da quella visione sconfortante.
Non aveva tempo di perdersi in ricordi malinconici: doveva essere operativa.
Nonostante ormai fosse una jonin affermata, non riusciva a scacciare un alone di paura che la stuzzicava di continuo, proprio lì, dietro il collo... freddo e costante.
La squadra esploratrice di Suna era passata per il villaggio solo pochi giorni prima, avvisando le autorità di un probabile, imminente attacco da parte di Oto, e quindi probabilmente anche di Orochimaru ed i suoi ceffi.
Solo il nome di Orochimaru la faceva tremare, ma strinse i denti: doveva essere forte, per il suo villaggio, per quel poco che ne rimaneva ma che era sempre lì, pulsante, nella rada vegetazione che si ostinava a spuntare nei punti più impensabili, e negli occhi duri dei suoi compagni.
Anche i suoi, grandi e bianchi, lo erano. Impossibile non avere una vena di durezza nello sguardo, coi tempo che corrono. Ma era quello che li spingeva a continuare in questa guerra.
Finalmente Hinata arrivò a destinazione: la porta est di Konoha, dove avrebbe sostenuto il prossimo turno di guardia del confine. Salì la stretta scala a chiocciola che portava alla sommità della torretta di controllo, e si affiancò ad altri due jonin.
-Detsuke, va pure, ti do io il cambio.-
-Hyuuga? Ma tu non dovevi andare alla porta nord?-
-Si lo so, ma non ti preoccupare, ho preso accordi io. Và tranquillo e riposa.-
Questi se ne andò in fretta, lasciando che Hinata prendesse il suo posto contro il basso parapetto della torre.
Lei si mise subito vicino al compagno, violentemente scompigliata dal vento furioso e dalla fastidiosa pioggia, ma riuscì a tirargli fuori un caldo sorriso.
-Buonasera Kiba-kun-
Kiba sorrise felice, scoprendo i canini appuntiti. Dettaglio che poteva spiazzare ed intimorire, ma che ad Hinata suscitava una tenerezza infinita.
-Hinata, che bello vederti!-
Era quello, per Kiba Inuzuka, probabilmente il momento più felice della giornata. Aveva fame, un freddo assassino e sentiva le ossa scricchiolare per le ore passate esposto all'acqua, ma era bastato l'arrivo di Hinata, quasi un'epifania, a scaldarlo e sfamarlo come nient'altro avrebbe potuto.
-Da quanto sei qui?-
-Quasi cinque ore... mi sento uno straccetto schifoso-
-Lo vedo... Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere mettere qualcosa di caldo in pancia- disse la ragazza, porgendogli una ciotolina di metallo sigillata, che Kiba aprì febbrilmente, scoprendoci dentro del profumatissimo yakusoba.
-Hinatuccia, Hinatuccia mia!!!- esultò il ragazzo, rosso in viso e con lo stomaco che ululava.
E non solo lui ululava: alle sue spalle apparve come una montagna bianca il suo Akamaru, che fino ad allora aveva pisolato qualche metro più in là ma che ora era ben felice di riunirsi alla compagnia.
Dopo aver consumato il tempo record l'inaspettata merenda, Kiba si voltò verso Hinata
-Come mai hai fatto a cambio con il jonin della porta nord?-
-Volevo venire qui... Come ben sai, la situazione è nera, e il clima di gran tristezza... Ho intenzione, giacchè potrei morire anche domani, di passare più tempo possibile con le persone a cui voglio bene.-
-Che bel pensiero Hina... ma non dire più che potresti morire domani, o mi butto giù dal parapetto!-
-Ma è la verità... Godiamoci ogni momento che possiamo passare insieme, perchè purtroppo potrebbe anche essere l'ultimo...-
Dopo questo non disse più niente: si limitò ad appoggiarsi accanto a lui sul parapetto, spalla contro spalla, scrutando con attenzione l'orizzonte e sperando di non veder nessun nemico farsi strada tra i poveri alberi di quella che un tempo era una magnifica foresta.
Kiba invece non riusciva a guardare avanti a sé: quella presenza al suo fianco lo distraeva. I suoi sensi sovrasviluppati erano in visibilio, e il freddo bagnato di solo pochi minuti prima era completamente svanito.
Anche per lui Hinata era una buona compagnia... anzi, la migliore che potesse sognare. Ogni istante passato con lei era ben speso, e ringraziava il cielo per quel particolare momento. Purtroppo, negli ultimi tempi, i momenti come quello scarseggiavano.
Il suo incubo peggiore si era avverato: Naruto Uzumaki sembrava ricambiare la sua Hinata. Lei, nonostante gli anni passassero, non aveva ancora distolto il proprio interesse dal ninja biondo, che ora si era svegliato dal torpore che avvolgeva quel suo cervello di gallina, e si era messo a frequentarla.
Certo capiva che era periodo di guerra, tutto era instabile e bla bla e pertanto, chi poteva rifugiarsi a trovare un po' di conforto e distrazione nell'amore, non esitava a farlo. Ma diavolo, perchè, perchè lui si sentiva così triste? La felicità di Naruto ed Hinata faceva sembrare il villaggio di Kiba ancor più tetro ed invivibile.
E si che lui si era anche illuso... Poco prima che Hinata cominciasse a frequentare Naruto, l'Inuzuka aveva avuto l'impressione che la ragazza iniziasse ad avvicinarglisi di più, sembrava provare qualcosa di nuovo... Però quest'evoluzione fu troncata sul nascere: l'amore dell'infanzia della ragazza di era fatto vivo e lei ci si era fiondata senza pensarci due volte. Comprensibile, ripeto.

Se solo Kiba avesse saputo cosa passava per la testa di Hinata in quel momento... Qualcosa che mai si sarebbe aspettato.
Era felice. Felicissima. Non avrebbe mosso un passo da quella posizione nemmeno se gli si fosse parato davanti in quel momento Orochimaru in persona circondato da mille serpenti.
Tuttavia, questa sua felicità la faceva sentire in colpa... Pensava a Naruto.
Pensava, ora che stava con lui, si aver realizzato il suo sogno. Naruto, il ragazzo che da anni ammirava in silenzio, da un angolino scuro, era suo. Almeno così appariva la situazione.
Ma, nonostante la realizzazione di questo intimo sogno, non era soddisfatta. Era come se si fosse rotto un incantesimo. Oltre al fatto che Naruto era tendenzialmente molto immaturo, Hinata aveva la fastidiosa sensazione che lui non avesse ancora accantonato del tutto Sakura Haruno, anche se quelle volte (pochissime) in cui Hinata condivideva col ragazzo le sue incertezze, lui giurava di non avere occhi che per lei, e che Sakura l'aveva dimenticata.
Insomma, sentiva che quello non era il posto che faceva per lei... Il cammino verso la felicità aveva rivelato una strada alternativa, migliore, ma buia e misteriosa.
Inoltre, Naruto aveva, un paio di volte, cercato di approfondire la loro relazione su un piano più fisico, ma lei ogni volta si era sentita soffocare e tirata indietro quasi subito. Sentiva, davvero, che non era questa la felicità che sognava.
Nell'attesa, nel dubbio, si era ritrovata moltissime volte a cercare rifugio del pensiero o, ancor meglio, nella compagnia di Kiba, suo migliore amico da... da... bè, da praticamente una vita. Ormai in Hinata si era radicato il sottile pensiero che lui, solo lui, sapeva tranquillizzarla e farla sentire serena... non metterla mai, per nessun motivo, sotto pressione. Lei era una ragazza fragile e delicata e Kiba, nonostante fosse forte, impulsivo ed irruento, sapeva sempre usare un tocco leggero con lei, nelle parole e nei gesti. E lei amava rifugiarsi in questo piccolo anfratto di paradiso.

 
Continua nel capitolo:


 
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