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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: .::INNO AL SOLDATO MORTO::.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: fea91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 11/10/2007 21:56:03

Aprile 1945, Germania Est. L'armata rossa avanza, le forze del Terzo Reich sono ormai allo sbaraglio: tutti i sogni di gloria si infrangono come vetro
 
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/INNO AL SOLDATO MORTO/
- Capitolo 1° -

Aprile 1945, Germani Est. L'armata rossa avanza, le forze del Reich sono allo sbaraglio. Nella disperazione di un sogno che si sgretola davanti agli occhi di chi l'ha creato, la Hitlerjunge, formata da ragazzini di 17,16,15 anni, viene mandata come ultima risorsa al fronte, strenua difesa della libertà del puro Popolo Ariano. Hans, posto davanti a quella che è la realtà della guerra e della morte, scriverà una lettera, un'ultima lettera alla madre. Una lettera d'addio, di un soldato che ancora respira ma che dentro sa di essere già morto. [Qui è riportata unicamente della lettera in sè, che questa introduzione serve a contestualizzare. Ispirata dalla tristissima canzone dei My Chemical Romance, "Mama". Sebbene in definitiva io abbia deciso di creare almeno un accenno di trama alla spalle, la lettera può anche essere letta come era in origine, cioè al di fuori della storia. Il lamento di soldato senza volto e senza nome, incarnazione stessa della violenza e del dolore della guerra, di ogni guerra. A prescindere dai motivi per cui è stata dichiarata e dalla parte in cui ci si ritrova.] Se la leggete, lasciate un commento per favore, sia positivo che negativo. Mi interessa molto sapere cosa ne pensate. Grazie!







"Inno al soldato morto"
[ispirato dalla canzone "Mama" dei My Chemical Romance]




Aprile 1945, Germania Est

Cara mamma,
oggi non sono ancora morto. Ti scrivo questa lettera, sapendo che non la riceverai mai, e intanto spero che tu stia bene...
Che, come me, anche tu per oggi sia ancora viva.
Domani si vedrà, vero mamma? In ogni caso, il sole sorgerà anche senza di noi.
So che vorresti farmi mille domande, ma sai anche che sarebbe inutile, come sono state inutili le tue lacrime quando sono partito...e lo saranno quando tornerò.
Quindi ti prego, in ogni caso non piangere...sai che l'ho sempre odiato, vederti piangere.
Non servono lacrime per noi...siamo già perduti. Non è più questione di vita o di morte, siamo condannati in ogni caso. Forse la Morte sarebbe la compagna migliore ormai; delle due, la pena più veloce e indolore.
Spero che un giorno venga a prendermi mamma, bella e misericordiosa come solo Lei sa essere, un giorno di questi...magari domani, chi lo sa? Per oggi non sono ancora morto.
Sai mamma, la nostra è una doppia condanna...siamo perduti, ma troppo vigliacchi per staccarci da una vita che non ha più senso. Forse perchè in fondo lo sappiamo, lo sappiamo bene cosa ci aspetta dopo: andremo tutti all'inferno, mamma.
Quindi andiamo avanti trascinado il nostro fardello, sperando che un giorno sia la Morte ad avere il coraggio di venire da noi...di prenderci alle spalle, senza rumore, senza darci nemmeno il tempo di capire.
Sarebbe bello, non trovi mamma?
Sai, penso che avrei dovuto essere un figlio migliore...ricordo ancora le tue parole, quando me ne sono andato.
Dicevi che non ero uno dei tuoi figli. Dicevi: "Se te ne vai, non tornare da me mio tesoro ". E' giusto.
Avevi ragione mamma, come sempre...ora capisco.
Ma non incolparmi, non volermene te ne prego...ho solo lasciato che il fuoco venisse da me e mi bruciasse.
Ha fatto male, mamma, ma era così bella la fiamma. Così viva.
Voi ci fate e ci sopravvivete. E' giusto.
Ci date la vita e poi ci vedete gettarla alle fiamme.
Scusa mamma, avrei dovuto essere un bambino più obbediente.
Ma alla fine, siamo tutti così pieni di menzogne.
Ti dicono di spiccare il volo e intanto preparano una cassa della tua misura. Non è divertente, mamma?
Però non rideresti sai, se sapessi cosa ho fatto...potresti versare lacrime e lacrime mamma, ma io odio vederti piangere. Quindi, se vuoi fare qualcosa per me, cantami una canzone...una di quelle che cantano le madri ai loro bambini, una di quelle che tu non mi hai mai cantato...
E non avercela con me, mamma.
Siamo tutti condannati dopotutto, e stiamo già cadendo lentamente attraverso il fuoco, dietro i nostri compagni che ci hanno preceduto.
Stringendo sempre la nostra pistola nel pugno.
E nel domani, noi risorgeremo, tutti noi figli bruciati dalle armi e dalla guerra, rinasceremo dalle nostre ceneri come dei dannati, per bruciare ancora, e ancora.
Non finirà mai mamma, questa gioventù bruciata.
Perciò non ci resta che sollevare in alto il nostro boccale e brindare al domani che non avremo. E tu non piangere mamma, e non fare domande...so che non ne farai.
Canta una canzone per questo tuo figlio bruciato, chissà che laggiù all'inferno non mi arrivi la tua voce tra le urla dei dannati.
Mi sarebbe di conforto.

Un bacio,
Hans

 
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