IMPOSSIBILE DA DIRE - Capitolo 1° -
Carezza d'autunno vento dulcimero e passi silenziosi nel loro battere rumoroso. S'intrecciava la strada nell'aria arcobaleni di benzina la bugiarda ipocrisia di chi assapora il piacere di mentire e il passo audace, in compagnia della giovane stagione invitava i brividi della notte. Sulla strada le ombre incalzanti come figure irregolari e indistinte, tra lo scoccare dei pensieri e il prolungarsi del cammino. La fugace cortesia negli occhi di chi ascolta, nel silenzio delle sue parole; il cadere di una lacrima persa tra la paura di ricordare. L'amara consapevolezza di capire la verità delle cose. Impossibile da dire. Impossibile da ascoltare. Le foglie secche incartorciate sul pavimento della strada, lo sguardo verso la campagna d'intorno, la grande metropoli illuminata dalle insegne gigantesche rette dal peso della fatica di chi lavora nel suo animo. Impossibile da capire. Impossibile da pensare. Difficile da credere nell'infinita leggerezza di essere cosa è meglio o conviene; camminavano insieme calpestavano le foglie, e gli sguardi abbassati vuoti da ogni parola. Impossibile da dire. Quello che è giusto o ciò che è sbagliato; vola nell'aria il profumo di petali, la dolcezza nascosta di chi assapora la voglia di pensare, odore di garofani freschi nell'intransigenza atmosfera del nulla; il buio cimiteriale ornato dai lampioni che riflettono vetro rotto sulla strada. Si perde l'immagine tra gli specchi deformati e pungenti. Impossibile da immaginare: un auto spezza la leggera monotonia silenziosa e nel tempo risale la parola. Voglia di dolore e inconsapevolezza di camminare; nella campagna solo un albero di banana. E poi ancora l'inconveniente sconfitta, la delusione celata dietro maschere di ferro, in un labirinto di discorsi insensati, frena la rabbia e mantiene le redini di forti emozioni emigranti. Vento dulcimero nell'aria gomme bruciate l'incandescente visione dell'autunno inoltrato; autunno nell'animo autunno nell'amaro di chi odia di chi sa farlo senza rimpianti, e tra le sue paure la mancanza della sua vita stessa lontana dagli occhi, lontana dal cuore. Nell'anima il peso del proprio respiro. Si allontanano i passi, nel buio del cammino, si separano le vie; l'ultimo intrecciarsi di sguardi vuoti fa spazio tra le righe e il calpestare del terriccio umido ai piedi. Impossibile da dire. Difficile da sapere. Cammina sola, triste, e sul viso una lacrima secca e rinfrescata, come castelli di sabbia abbattuti da pioggia cadente sul bagnato, mentre avanza lento il passo silenzioso di chi si sente perso; cammina solo solo ancora una volta da chi sa amare. La finta speranza di un giorno lontano, abbandonando l'attesa trepidante di rincontrare la sua vita. Stanco, cresce il suo riposo nell'anima, tra sfoghi innocenti di una maliziosa e patetica allegria nascosta da occhi comuni; e và. Impossibile da vedere. Impossibile da dire.
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