torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: OCEAN'S MEMORIES
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shoujo Ai
Autore: lady-zero galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/10/2007 20:16:20 (ultimo inserimento: 06/01/08)

Mizuki, scrittrice che ha perso l'ispirazione; Mnemosine, ragazza che ha perduto la voce...lo scenario dell'icontro: il mare.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
MIZUKI
- Capitolo 1° -

La mia famiglia è molto ricca, fin da piccola ho sempre avuto tutto ciò che volevo: giocattoli, coccole, dolciumi e attenzioni.
Ho sempre avuto un certo talento per la scrittura e mi affascinava l'enorme libreria che scorgevo nello studio di papà quando ci passavo davanti. La mamma mi aveva proibito di entrarci perchè lì dentro ci potevano andare solo i clienti di papà che era un giudice.
La mamma era un angelo, buona e gentile, sempre pronta a donarmi sorrisi e abbracci, tutti mi dicevano che le assomigliavo tantissimo; gli stessi capelli castani ondulati che al sole risplendevano di mille riflessi dorati, gli stessi occhi verdi profondi e luminosi che guardavano oltre l'aspetto fisico della gente.
Essere ricchi e potenti, però, implicava anche avere certi obblighi, come diceva sempre mio padre: essere generosi, caritatevoli, aver fatto ottimi studi, ma soprattutto se eri una donna dovevi avere un marito fedele e degno della tua mano.
I miei genitori avevano già messo gli occhi su un giovane timido e impacciato, la prima volta che lo vidi compatii la ragazza che sarebbe diventata la sua fidanzata: quel ragazzo non riusciva a mettere insieme una frase dis enso compiuto per l'imbarazzo, arrossiva ogni volta che prendeva la tazza del thè per bere, la timidezza gli procurava un'insicurezza tale che la mano gli tremava quando mia madre gli porgeva il piatto di biscotti per servirsi, inoltre a ogni movimento urtava tavoli, mobili e poltrone.
Povera infelice, pensavo. Nel giro di cinque minuti capii che quell'infelice ragazza destinata a diventare sua moglie...ero io.
Durante il nostro "primo appuntamento" gli ponevo continue domande, come avrebbe fatto una qualsiasi bambina di 8 anni curiosa a un ragazzo di 15, ma lui rispondeva con monosillabi o cenni del capo arrossendo continuamente. Ciononostante mi dimostrai gentile e paziente tanto che i miei futuri suoceri dissero di essere soddisfatti di me.
Quella sera quando mia madre venne a rimboccarmi le coperte le dissi chiaro e tondo che non lo volevo come marito; lei mi guardò stralunata e mi disse che era mio dovere sposarlo e che papà sarebbe rimasto molto deluso.
In cuor mio giurai che non avrei mai fatto qualcosa che volevo: potete chiamarlo 'periodo di ribellione' che tocca tutti i bambini almeno una volta nella vita, come il 'periodo del perchè'.
Iniziai a far tardi all'ora dei pasti, a saltare le lezioni per passare lunghe ore sotto gli alberi a scrivere...insomma tutte quelle cose che sapevo avrebbero infastidito enormemente mio padre, mamma si divertiva nel vedere le sue scenate quando mi scopriva.
Naturalmente davanti al mio fidazato e i suoi genitori mi dimostravo degna di essere la sua compagna di vita: sedevo con la schiena ben diritta, sorridevo, partecipavo alle conversazioni, servivo il thè, accompagnavo il mio futuro marito in giro per il parco; durante le nostre passeggiate parlavamo poco, ma quando lo facevamo i nostri discorsi riguardavano la cultura, l'arte e la letteratura e scoprendomi così esperta su scrittori e poeti, trovò il coraggio di chiedermi se mi interessassi dis crittura o amassi leggere.
Emozionata, gli risposi che scrivevo, che avevos cribachciato fin da piccola e che sarei stata molto felice se avesse voluto leggere qualcosa di mio; poi gli domandai quali fossero i suoi hobby invece: mi invitò così a vedere la sua preziosissima collezione di statuine raffiguranti tartarughe, io annuì poco convinta. Lui sdegnava le mie passioni, io sdegnavo le sue.
Questo accadde esattamente 10 anni dopo il nostro fidanzamento, io avevo 18 anni e lui 25: non eravamo ancora sposati perchè lui non aveva il coraggio di fare la proposta. Ma i nostri genitori stavano perdendo la pazienza.
Un pomeriggio li trovai tutti e quattro nell'ufficio di papà chini sul tavolo, dopo aver firmato un foglio si strinsero le mani reciprocamente: pochi giorni dopo mi ritrovai seduta in una boutique con mia madre e mia suocera a scegliere l'abito da sposa.
Avevano firmato la mia condanna.
Nel periodo antecedente al matrimonio progettai la mia fuga, dopo molte ricerche trovai una bella casetta di mattoni in riva la mare (mia madre mi aveva trasmesso l'amore per l'oceano) dove mi sarei trasferita da sola il girono del mio matrimonio.
Fino alla data prestabilita dai miei genitori mi comportai come al solito per non destare sospetti, l'unica cosa che mi dispiaceva perdere era l'abito nuziale: era il più bel vestito che avessi mai visto, era tutto di seta, aveva lo scollo a barchetta e le maniche a palloncino, un corpino aderente terminante con una puntasul davanti e due fili di perle in fondo fasciava il mio busto, la gonna era ampia sostenuta da cerchi e arricciata in vita, dietro un pannello di tulle gonfiava il retro dell'abito, come una nobildonna di fine '800, e scendeva diritto fino a terra con un po' di strascico.
Il velo me lo avrebbe prestato mia suocera, un pezzo d'epoca che avevano indossato le donne della sua famiglia, lung fino alla vita era bortado tutto di pizzo.
Sì, l'unica cosa che mi avrebbe impedito di disertare la celebrazione era l'abito. Non sarei rimasta per i miei genitori o per i miei suoceri, ne tanto meno per mio marito: quel ragazzo non aveva pensieri proprio perchè quando gli chiesi cosa pensasse di questa faccenda, se non preferisse sposare una donna che amava, lui mi rispose che se suo padre riteneva fosse una cosa buona, allora anche lui pensava fosse giusto.
Finalmente arrivò la data tanto attesa, mentre mia madre mia cconciava i capelli, io ero tesissima, non certo per la cerimonia o per il mio 'sì', ma per la fuga.
Come avrei fatto? Cosa avrebbero pensato i miei suoceri? E mio marito? Mio padre sis arebbe arrabbiato? Certo, conoscendolo. E mia madre? La donna che mi aveva donato la vita, i sorrisi più luminosi della mia infanzia, i sogni che mi avevano accompagnata durante le mie notti di bambina, coeli che mi aveva dato tutto...come avrebbe reagito vedendo la sua bambina così cambiata?
Mia amdre si chinò su di me, mi baciò la fronte e dopo aver appoggiato la sua sulla mia mi disse che era felice di essere lì, aveva sognato quel momento per tutta la vita e sperava filasse tutto bene.
Chinai il capo sul bracciolo della sedia e piansi. Mia madre e mia suocera si preoccuparono, ma non potevo dire la ragione delle mie lacrime.
Dopo quelle parole, come potevo scappare? Ripetendomi quella domanda e stringendo il mio bouquet di calle candide avanzavo verso l'altare, mio padre a braccetto alla mia destra.
Tenevo il capo chino mentre il prete diceva la messa, stringevo la mano al mio compagno e los entivo tremare come una foglia; alzai los guardo sull'altare, il reverendo che teneva le braccia alzate (parlava, ma non lo sentivo), poi il magnifico crocifisso barocco intarsiato d'oro, il mio sguardo incrociò quello del Cristo sofferente che con quegli occhi sembrava chiedermi cosa stavo per fare.
Il prete mi chiese se volessi prendere quel ragazzo che a malapena conoscevo come sposo per amarlo e onorarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, nella buona e nella cattiva sorte finchè la morte non ci avrebbe separato.
Lo guardai. Forse anche lui aveva capito che non volevo...Scossi la testanel silenzio, mi girai verso mio marito, lo baciai sulla guancia e scesi i pochi gradini per fermarmi davanti ai miei genitori.
-Mi dispaice mamma. Perdonami papà.
Le ultime parole ai miei genitori e corsi via tra lo stupore generale. Fuori la chiesa c'era ad aspettare la macchina delgi sposi, l'autista si meravigliò nel vedermi lì, da sola per di più; salii sulla Rolls Royce color panna con un mazzo di roselline bianche e felci sul cofano.
Gli dissi l'indirizzo della mia nuova casa e lui partì; mi voltai verso la chiesa: mio marito guardava sconsolato la macchian, papà si scusava con mio suocero, sua moglie scuoteva il capo (per il velo, non certo per me), gli invitati parlottavano tra di loro per una tale sciagura.
Mia madre...sono certa di averle visto delle lacrime rigarle le guance.

Così ebbe inizio la mia vita in libertà, per molti mesi ho cercato di non dare nell'occhio, trascorrevo le giornate passeggiando in riva la mare o ascoltando musica jazz in casa. E' stata un po' dura, ma alla fine ce l'ho fatta. Con un po' di fortuna ho trovato un'aggancio in una casa editrice che ha poi pubblicato i miei manoscritti: il primo fu una raccolta di racconti sul mare che dedicai a mia madre. Misi anche un post-scrittum nella dedica in cui le dicevo di non odiarmi...speravo forse che si rendesse conto che la sua bimba stava diventando un'adulta, uno splendido gabbiano.
Contrariamente a ogni mia previsione, il libro ebbe un successo esorbitante che mi spinse a scriverne altri: passavano da amica ad amica, da fidanzato a fidanzata, da madre a figlia, da padre a figlio, nipote, cugino...chiunque leggeva il mio libro! Mi guadagnai inoltre il nome di 'autrice del mare'. Ero al settimo cielo.
Ultimamente, però, ho perso la mia ispirazione, non riesco più a scrivere...
Spero che il mare mi dia di nuovo ciò che mi aveva donato e che ora si è ripreso...

Mizuki Aoyama
 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
Rif.Capitolo: 3
didichan
02/06/09 11:41
è davvero bella e scrivi benissimo!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 3
bey - Voto:
27/10/08 17:15
continuala voglio sapere come va a finire e poi complimenti scrivi davvero bene!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: