L'INIZIO
- Capitolo 1° -
Vi è mai capitato di fermarvi a guardare la pioggia che cade? Io si sempre, il suo ricordo mi fa pensare alla pioggia, già…arriva all’improvviso e finisce all’improvviso.
Ci incontrammo qualche mese fa; ero sotto i portici che mi riparavo dalla pioggia, dovevo essere a casa fra qualche minuto perché quella sera avevo un appuntamento importante e non sapevo come arrivarci, la strada era troppa e il tempo che arrivavo ero completamente scola, da buttar via.
La strada era tutta bloccata, non è possibile che ogni volta che incomincia a piovere la gente puntualmente si dimentica come si guida, tutti rallentano e una si forma una coda immensa, non c’era alcuna possibilità di contare su un bus o un taxi, ero rassegnata a stare li, ad aspettare.
-Scusa, hai mica d’accendere?-
Mi voltai e davanti a me mi trovai un ragazzo.
-Si ecco…-
Frugai in quella borsetta troppo piccola per contenere tutta la roba che c’era.
Gli porsi l’accendino e lui si accese la sigaretta, mi guardò e mi sorrise.
-Anche te ad aspettare che passa la pioggia?-
-Si, ma purtroppo non smette…e stasera ho un appuntamento, il cellulare è morto e non posso avvertire…-
-Mi dispiace molto, non so come aiutarti, comunque se vuoi qua con me ho un ombrello possiamo cercare di andare verso casa tua così fai in tempo!-
-Grazie mille!!!non sai che favore che mi fai!!!-
Prese in mano l’ombrello, guardo il cielo come sfida e lo aprì.
-Dai vieni!!-
Lo seguii, cercammo di starci in due sotto a quell’ombrello, anche se qualche goccia mi raggiungeva non importava, l’importante era arrivare a casa non tanto scola.
-Allora come ti chiami?-
-Giada te invece?-
-Io sono Luca piacere-
Mi rivolse un sorriso rassicurante.
-Che lavoro fai?-
-Io faccio la commercialista, te invece?-
-Lavoro, faccio il muratore-
Guardai le sue mani, si non mentiva era la verità, si vedeva che lui lavorava veramente e non dietro ad una scrivania, le sue mani potevano raccontare storie.
Ci raccontammo altre cose, avevamo molte cose in comune, ci piacevano quasi le stesse cose, entrambi ascoltavamo i Linkin Park, e per la strada incominciammo a cantare alcune canzoni, non ci importava nulla della gente, sembrava di essere in quel film di cui non ricordo il nome, dove c’era quel signore che cantava sotto la pioggia in libertà; già ora che ci ripenso mi sentivo libera.
Ma si sa, quando ci si diverte il tempo vola.
-Ecco io abito qua-
-Ah ecco, dai allora ti saluto-
Mi regalò un altro sorriso, mi prese il volto fra le sue mani e mi baciò, nessuno mi aveva mai baciata così in quel modo, mi sorrise per un ultima volta e se ne andò.
Entrai nel portone, rimasi per un po’ immobile a pensare a quel momento e a calmare il mio cuore, sembrava che voleva uscire dal mio petto.
Aperta la porta di casa mi gettai sul divano, mi sfiorai le labbra con le mani, sperando di provare di nuovo quella sensazione ma senza risultati.
Allungai la mano e presi la cornetta del telefono, composi il numero di Marco.
-Pronto Marco?sono Giada, credo che non c dovremmo sentire più…no no tranquillo non è colpa tua…è una mia decisione presa all’improvviso, senti io ora devo andare ciao-
Ciao a tutti spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo, speriamo bene =) un saluto _Mekara_
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