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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA ALBA...
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: mangaka91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/09/2007 22:45:39

Scritta di getto in un momento in cui mi sentivo particolarmente ispirata... una mescolanza di pensieri, sentimenti, emozioni in un'ora magica
 
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- Capitolo 1° -

Tegole rossiccie, antenne. Le cime verdi degli alberi che fanno sporadicamente capolino tra il labitinto dei tetti. Persiane chiuse, case addormentate.
E soprattutto silenzio.
Strade deserte, negozi chiusi, uffici ancora vuoti. Niente calca, niente persone impegnate che non hanno il tempo di guardarsi attorno, niente bambini chiassosi, niente studenti sonnolenti e assorbiti dalle cuffie dell'Mp3, dagli occhi spenti che non vedono davvero.

Le mie mani afferrano la ringhiera metallica, arruginita, un po' scrostata, anche. Inspiro a pieni polmoni. Aria fresca, frizzante, che pizzica il naso e fa starnutire.

E guardo. Guardo il dedalo di vie che si dinapano tra gli edifici, scegliendone una a caso, seguendo la sua serpeggiante linea grigia, sempre più in là, sempre più lontano, oltre il grigio, oltre l'asfalto, oltre le fabbriche della periferia...

Fino all'orizzonte.

Ecco. In questo momento non c'è niente di più che possa volere.
Il mondo è mio. È qui, nei miei occhi. Non può più sfuggirmi, non può rifugiarsi dietro a un palazzo, nascondersi tra la folla, perdersi nelle ciminiere fuori città. È qui. È mio.

Il mio respiro diventa un tutt'uno col vento, i miei occhi assumono il colore del cielo, l'azzurro pallido e indefinito delle prime ore del giorno, quando l'alba in punta di piedi muove i suoi primi passi.

Ed ecco, mi sciolgo nell'aria, senza più peso, forma, colore... mi disperdo per le vie della città semideserta, captando suoni, immagini, attimi di vita vera.
L'aroma del pane appena sfornato, caldo e fragrante sul bancone del fornai, la melodia dolce e malinconica di un pianoforte nella quale un ragazzo sfoga tutta la sua solitudine, le bolle di sapone di un bambino malato che escono da una finestra dell'ospedale...

Ma poi un rumore, un'auto che si mette in moto, un portone che sbatte ed ecco che tutto finisce: i marciapiedi cominciano a riempirsi di persone, le strade a popolarsi di macchine. Chiacchiere, motori, claxson che suonano; pensieri, parole, vite che si incrociano e si separano.

La città si sveglia, un nuovo giorno ha origine.

Sospiro, ed eccomi di nuovo qua, davanti alla ringhiera scrostata che le mie mani non hanno mai smesso di stringere, sulla terrazza del condominio disseminata di giochi e roba vecchia, tra le file di panni messi ad asciugare al vento e al sole, che ormai è più forte e più alto.

È tempo di tornare.

Le mie mani abbandonano la presa, ricadendo inerti lungo i fianchi, e vanno invece ad afferrare lo zainetto che giace ai miei piedi. Mi dirigo alla piccola porta di metallo e la apro con un sonoro e familiare cigolio.

Non ancora.

Mi volto e assaporo un ultimo intenso attimo, i capelli in balia del vento, gli occhi chiusi per percepire ogni sensazione, ogni rimanenza dell'emozione di prima.

Arrivederci alla prossima alba...

 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
ily90 - Voto: 19/08/08 19:58
Breve ma stupenda!! BRAVA!
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