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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Tokyo Mew Mew
Titolo Fanfic: LA BAMBOLA SI E' ROTTA
Genere: Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: l3nor3-k galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/09/2007 12:18:28

[...]SE LUI AVESSE AMATO ME...ORA SAREBBE ANCORA VIVO![...] -Perdonami..-
 
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LA BAMBOLA SI E' ROTTA
- Capitolo 1° -

Il corpo di Kisshu era gelido. Ancor più pallido di quanto già non fosse: cadaverico.
Ormai non era altro che quello: un cadavere. Era morto per salvare me, era andato contro tutto e tutti, contro colui che doveva servire, contro la sua gente e questo solo per salvare me.
Io, che avevo rifiutato il suo amore, i suoi sentimenti, trattandolo come un essere ignobile, come un oggetto inutile: talvolta l’avevo anche sfruttato, come la mia bambola personale. Avevo giocato con lui per cercare di sfogare ciò che tenevo dentro. Avevo usufruito di lui prendendolo in giro, senza curarmi della sofferenza che gli provocavo. Possibile che me ne accorgessi solo ora che non avrei più potuto dirglielo? Avrei vissuto per sempre con il rimorso di non avergli potuto chiedere perdono? Mi sentivo veramente uno schifo.
Non avevo fatto altro che usare il mio giocattolo, approfittandone del suo amore. Lui sapeva perfettamente che lo stavo solo usando, sapeva che il mio amore non era per lui, che immaginavo fossero le mani di un altro a sfiorare ogni singola parte del mio corpo, ogni volta che gli chiedevo di fare l’amore. Davvero ti andava bene tutto questo, Kisshu? Accettavi silenziosamente di accontentare le mie richieste, soffrendo come un cane, rinunciando alla tua felicità per donare a me un po’ di conforto nei momenti difficili. Riuscivi a consolarti semplicemente pensando che almeno così mi avresti fatta sentire meglio, insinuandoti dentro di me. E quando ti urlavo di farmi del male, perché non desideravo altro che questo per sfogare ira, paura, tristezza e ogni sentimento che provavo, tu mi fissavi con una dolcezza mista a malinconia, carezzavi appena il mio viso e facevi un cenno negativo. Una notte, dopo averlo fatto, sdraiata sul mio letto l’avevo addirittura sentito piangere. Ma non avevo fatto nulla. Ero rimasta impassibile difronte alla sua sofferenza.
E anche se sapevi che ti consideravo come meno di niente, tu continuavi a viziarmi ed amarmi, come fossi stata un oggetto prezioso, perché ero questo per te, vero?
E ora ecco dove l’aveva portato questo amore folle e disperato: alla morte. Una morte inutile.
Lenta e dolorosa. E fino all’ultimo, aveva continuato ad amarmi. In agonia, stretto a me, mi aveva sussurrato che era contento di andarsene tra le mie braccia e per un attimo mi era sembrato di vederlo realmente felice, quando avevo sentito i miei occhi inumidirsi e avevo pianto per lui. “Piangi per me, Micetta?” aveva detto, mentre il suo cuore stava lentamente smettendo di battere. Era così piccolo, indifeso… E con quel sorriso amaro dipinto sulle labbra, aveva tentato di baciarmi e di pronunciarmi per un ultima volta quelle parole che avevo sempre ignorato “ Ti amo…”. Ma la voce gli si era fermata in gola, il respiro era stato mozzato. La morte l’aveva falciato prima di dirmi ancora una volta quanto mi amava. Se n’era andato, morto senza poter coronare almeno il suo ultimo desiderio. E neanche in quell’occasione ero stata tanto magnanima da accontentarlo. Mi ero limitata a restare immobile e a piangere. Se fosse riuscito a sfiorarmi le labbra, non avrei rifiutato, l’avrei accolto in silenzio. Pensavo realmente che concedendogli solo questo se ne sarebbe andato felice? Non ero neanche riuscita a ricambiare, almeno per una volta, non ero riuscita a sdebitarmi con un semplice gesto per tutto ciò che aveva fatto, neanche alla fine, quando sapevo che non avrei avuto una seconda occasione. E solo dopo che il suo cuore aveva smesso di battere e lui aveva esaurito il suo ultimo respiro, mi ero resa conto che in fondo…Anche io lo amavo ed ero stata una stupida a rifiutare per tutto quel tempo il suo amore. Ero stata egoista, menefreghista. Avevo desiderato ciò che già avevo senza rendermene conto. Pensavo di aver trovato il vero amore in Aoyama, senza rendermi conto che fosse solo la stupida cotta di una ragazzina viziata. Insensibile e capricciosa. Non ero stata altro che questo.
E ora Kisshu era morto e non avrei più potuto dirgli tutto ciò che pensavo. Avrei potuto urlarlo al suo corpo esanime, al mondo intero, ma lui non mi avrebbe sentito…lui non mi avrebbe più sorriso, consolata, abbracciata. Non avrei sentito mai più la sua voce calda e roca sussurrarmi parole dolci, ne tanto meno avrei più percepito il calore del suo corpo sul mio, o le sue labbra sfiorare le mie.
E non appena me ne ero resa conto avevo strillato, sfogando la mia rabbia ed il mio dolore e stringendo ancora a me il suo corpo gelido. E solo quando avevo smesso di urlare per riprendere fiato, avevo alzato gli occhi e…Avevo visto Minto.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
kitty95 - Voto: 16/12/08 21:37
Ho letto questa ff solo adesso, dopo taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaantissimo tempo da quando è stata postata, e forse il mio commento sarà scritto invano... Però devo comunque esprimermi: la trovo terribilmente triste....... Ma mi piace un sacco! =) è scritta in modo impeccabile..! X3 shishi molto brava!!!!!!!!!
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