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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: JADE
Genere: Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Autore: jena galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/03/2003 18:24:35 (ultimo inserimento: 08/05/03)

ehm... nuovi personaggi e luoghi inesplorati della terra di mezzo. chiedo perdono ai fans più seri ^^; non uccidetemi!
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Capitolo 1
Jade era marziale e bellissima. Alta circa 1.80, sovrastava le donne di Gondor e anche qualche uomo, in verità. Nonostante la sua bellezza, il corpo statuario, i lunghissimi capelli color ambra che le scendevano fino alle ginocchia, raccolti in una severissima e stretta treccia, raramente gli uomini la corteggiavano. Sarà stata la sua espressione gelida e calcolatrice, ma dava l’impressione di essere stata scolpita nel marmo dal più audace degli scultori. Jade non era umana. Ma nessuno sapeva che cosa fosse. Nemmeno lei. Mordor aveva rincominciato a vomitare orchetti e altre aberranti creature, e questa volta erano stati coinvolti anche i popoli più a sud della terra di Mezzo, che con la guerra dell’anello non avevano voluto aver nulla a che fare.
L’ Haradwait, le terre meridionali. Terre desertiche e selvagge, così diverse dai paesaggi che aveva incontrato durante il suo lungo viaggio. Jade era il capitano delle guardie e dell’esercito del suo re, Grudal dei Bianchi. L’aveva trovata quando era solo una bambina (o almeno così credeva) sola, nel deserto, e si era preso cura di lei come una figlia, anzi, come un figlio. Grudal aveva subito intuito che quella bambina di soli 4 anni non era umana, come avrebbe potuto sopravvivere nel deserto se lo fosse? L’aveva vista uccidere per nutrirsi ed era più forte e più veloce di chiunque avesse mai visto prima. Trent’anni erano passati da quel giorno, e Jade di quel periodo non ricordava altro che quelle forti braccia che la tenevano al caldo di notte e la profonda risata del suo maestro, suo padre, il suo re. Grudal aveva vent’anni allora. Si sposò, ebbe due figli maschi, ma fece in modo che non nascessero attriti tra la figlia addottata, trattandola sempre con severità, come un’allieva, e decidendo subito che lei sarebbe stata il suo soldato perfetto, il prolungamento del suo braccio, abile assassina e nobile guerriera. I due figli avrebbero governato alla sua morte, non lei. Questo Pensava Jade mentre oltrepassava le porte di Gondor, compiacendosene. Odiavo la politica e non aveva diplomazia, essendo anche pressoché incapace di mentire. Perchè il suo signore aveva deciso di mandare lei al consiglio dei Popoli? Avrebbe sicuramente combinato qualche grosso guaio questo è certo. Aveva indosso l’alta uniforme, una strettissima tuta di pelle nera dal collo alto che le lasciava scoperto solo il capo, coprendole anche le mani, protetta da un corpetto di cuoio. Portava una grossa spada, a due mani, legata dietro la schiena, e avanzava lentamente sul suo destriero, uno stallone enorme, nero come la notte, che si diceva che staccasse le teste dei malcapitati che avevano intenzione di infastidirlo. Non portava mantello.
Jade sembrava un grosso gatto scostante, e tutta Minas Thirit la vide, inorridendo. Erano passati solo 10 anni dalla guerra dell’anello. La compagnia dell’anello eh? Beh se dopo solo 10 anni Sauron si fa sentire di nuovo, dovevano proprio essere un branco di incapaci. Gia si immaginava il consiglio, vecchi, bolsi e fiacchi che discutevano se dare o no l’aiuto che chiedeva. Ma che le importava a loro della sua gente? Erano i sudditi di Grudal, e delle terre del sud che ora morivano, non era certo affar loro.
Chissa com’era questo Aragorn.
Si spinse fino alle porte del palazzo, e scese da cavallo.
<<Chi sei? Come osi spingerti a quest’ora tarda fin qui?>> La guardia era piu piccola di Jade di una buona quindicina di centimetri.
<<Sono il capitano dell’esercito di Grudal dei bianchi, delle terre selvagge a sud. Sono qui per il consiglio.>>
<<Sei una donna>>
<<Questo lo vedo da me.>>
Jade tese la lettera di presentazione alla guardia, che stupita confabulò con i suoi compagni.
<<d’accordo passa. Ma devo lasciare qui armi e cavalli.>>
<<Ah-ah. E dimmi Tappo, me la dogli tu la spada?>>
Eomer, signore di Rohan, era alle spalle di Jade. Non capiva che diavolo stava succedendo. <<guardia c’è qualche problema?>> tuonò dalle spalle di Jade, che si voltò lentamente. <<Signore di Rohan, il capo dell’esercito do Grudal non vuole cedermi le sue armi.>> Eomer squadrò la donna da testa a piedi, stupito. Capo di un’esercito? Era una donna, d’accordo, ma oltre a quello aveva i polsi e le braccia sottili, le gambe lunghe da gazzella. Era molto alta, ma non sembrava forgiata o minimamente toccata dalle fatiche o dalle intemperie.
<<mpf. D’accordo, ma bada a trattarla bene.>>detto questo Jade si sfilò il fodero della spada, con grande disappunto. <<Anche il pugnale, capitano>> Disse Eomer con fare sarcastico indicando il pugnale che teneva legato alla gamba. <<Mpf>>.
La donna cedette a un garzone le briglie di Rex, il suo destriero, Raccomandandogli di non fargli avvicinare nessuno per nessun motivo, che aveva già mangiato a sufficienza. Detto questo si incamminò dando le spalle ad Eomer che era pur sempre il signore delle terre del Mark, e si aspettava un trattamento da re. <<Ehi tu. Non hai sentito? Sono il signore di Rohan>> Jade si voltò spazientita. C’era una lunga scalinata da percorrere per arrivare al palazzo del re, stava facendo buio, e lei non vedeva l’ora di farla finita con quella farsa. Le veniva la nausea a pensare tutte le persone che doveva incontrare, a cui doveva dare spiegazioni, e al tempo che le facevano perdere..<< Non sono sorda, vostra altezza. >>
<<allora devo considerarlo come pubblico atto di scortesia?>>
<<Considerare cosa?>> Jade non capiva.
<<Non vi siete inchinata.>>
Jade alzò gli occhi al cielo e mimò un profondo inchino. <<Perdonatemi, ma fino ad ora, agli altri re che incontravo, tagliavo le membra. Non mi sono mai piegata davanti a nessun signore al di fuori del mio. Temo di non conoscere l’etichetta.>> Non c’era affatto scortesia o sarcasmo nella sua voce, solo semplice constatazione. Detto questo si girò e incominciò a percorrere la lunga scalinata in silenzio. Nessuno la blocco all’entrata, e vide l’ingresso gremito di numerose persone, re, signori con i propri scudieri. Eomer era proprio dietro di lei.
Entrò Aragorn, con la sua bellissima sposa Arwen, che lasciò letteralmente a bocca aperta Jade. Aveva visto solo due elfi fino ad allora, e anche se erano molto belli, non erano minimamente paragonabili ad Arwen. La gioia le stava attorno come un’aura bellissima… gli occhi le billavano di una luce intensa. Era felice, ed innamorata. Era forse per questo che era così bella? C’erano altri elfi. Che strani esseri! E anche dei nani, che lei non aveva mai visto. E quelli piccoli agili e con i piedi pelosi dovevano essere Hobbit. Ed era stato un’hobbit a salvare la terra di mezzo? Da non credere.
La voce di Araghorn si levò sopra il brusio: <<Amici di tutta la terra di mezzo, vi prego di ascoltarmi. Sta per iniziare il consiglio, su fatti privati e gravi, e quindi vi prego di far uscire servi e scudieri e sedervi ai posti.>>
Jade guardò alle proprie spalle e vide dei piccoli troni in pietra. Presto vi furono solo i rappresentanti dei paesi e la gente incominciò a notarla. Vide gli sguardi curiosi che si soffermavano sul suo corpo, sui suoi capelli, e soprattutto sugli occhi, fatti come quelli si un gatto. Gialli, dorati. Con la pupilla a fessura. Finche erano fuori, nel crepuscolo, Eomer non lo aveva notato. Jade si sedette a disagio. Odiava la gente.
<<Bene amici. A noi si sono aggiunte anche popolazioni nuove, di cui non conosco usanze e rappresentanti. Quindi vi prego di alzarsi e dire il vostro nome e titolo.>>
Jade notò che conosceva solo uno dei rappresentanti. Era uno di quei schifosi che vivevano nelle paludi, che avevano coraggio di chiamarsi popolo! Loro che vivevano nel fango. Un Jinen! Che schifo! Mentre tutti sciorinavano i loro nomi, Jade osservò meglio Aragorn. Nonostante dovesse essere ormai sulla cinquantina era molto forte.
Doveva essere un buon re. <<Sono Legolas principe di bosco Atro. Sono qui perché qualcuno ha rapito mio fratello e la mia promessa sposa. E non so più cosa fare per trovarli. Ho bisogno del vostro aiuto.>> Jade sussultò a quelle parole. Ecco, dunque è questo Legolas. Era stanco, preoccupazione traspariva dal suo volto, ma un fuoco gli ardeva dentro. Tutte le altre dichiarazioni erano semplici lagnanze. Acquedotti, orchetti, bande di Mannari selvaggi. Quando tocco a Jade, tutti gli occhi erano puntati su di lei. Aveva il cuore che batteva a mille. Si alzò in piedi: <<Sono il capo dell’esercito di Grudal il bianco, dell’ Haradwait,le terre selvagge a sud, sire. Sono qui perché la nostra città verte in condizioni pessime. Gli Orchi hanno ucciso i nostri guaritori, e nuove malattie hanno fatto scempio dei bambini e dei vecchi. L’acque non è piu buona, credo>> non era minacciosa quanto avrebbe voluto.
Si levarono brusii. <<ma è una donna ..>> <<no un mostro…>> Legolas la guardava, tranquillo, con un piccolo moto di interesse. In realtà da quando l’aveva vista non riusciva a togliergli gli occhi di dosso… il suo corpo reagiva in modo strano… chissa che profumo aveva quella strana donna?
Aragorn :<< capisco. Ma durante la guerra dell’anello, voi pur avendo uomini e macchine non avete mosso un dito per aiutarci. Anzi, mi ricordo di Grudal. Rise dei nostri morti. Che cosa volete?>> aveva un tono malinconico.
<<Abbiamo sentito che Gli elfi hanno piante e conoscenze che ci possono aiutare. Ce le devono insegnare>>
Legolas rise : <<sei molto arrogante, ragazza! Sono qui per rappresentare il mio popolo rimasto sulla terra ferma, tutti gli elfi rimasti e parlo a nome loro. Perché DOBBIAMO fare qualcosa?>>
Jade prese un respiro forte, e sorrise: <<Perché ho rapito io vostro fratello e la vostra promessa sposa.>> Brusii. Legolas ci mise un po’ a recepire. Il suo volto era deformato dalla rabbia e dal dolore <<tu…hai rapito Mìriel e Hador… tu? Razza di mostro che cosa gli hai fatto? >> Il biondo principe le saltò addosso, come un pantera, tentando di strangolarla. Jade non se lo sarebbe mai aspettato. Presto li divisero. Aragorn era furioso. <<Che cosa avete intenzione di fare?>> Jade era ancora a terra. <<nulla. Se ci aiuterete, ve li renderemo sani e salvi. Vogliamo che un medico dei vostri venga nelle nostre terre, e valuti chi può venire a Bosco Atro per studiare. Così rivedrete i vostri cari.>> l’ultima frase era suonata sprezzante. Legolas era trattenuto da tre guardie. Ansimava ed era paonazzo dalla rabbia. <<Ascolta, mostro. Anche se loro stanno bene, io ti ammazzerò con le mie mani. Hai capito?>>
Jade era abituata alle minacce di quel tipo. <<D’accordo, ma prima devo riferire che avete accettato la nostra offerta e portarvi da loro, se no li ammazzano.>> Jade scrollò le spalle. Tutti erano allibiti e silenziosi. Non era mai, mai successo nulla di simile in tutta la terra di mezzo. Rapire degli elfi. Minacciarli. Assurdo. Quel Grudal doveva proprio essere un uomo privo di scrupoli. Aragorn rifletteva da solo nella sua stanza da letto. Era stanco , e preoccupato. Legolas era il suo compagno, il suo migliore amico. aveva sofferto molto per la perdita del fratello e della promessa. Tutti pensavano che fossero morti, precipitati in qualche crepaccio. Addirittura che fossero scappati insieme. Ma Legolas no. E aveva avuto ragione. Il capitano. Che strano…essere? Donna? Come definirla? Sembrava lava vulcanica fatta “umana” . Arwen detestava vedere il suo sposo così preoccupato, ma non sapeva proprio come migliorargli l’umore. <<Estel… vedrai…>>
<<vedere cosa Arwen? Anche se ..e… torneranno sani e salvi, ciò che è successo è grave. La terra di mezzo stà crollando. E non è colpa di Mordor.Molti si ribellano e diventano briganti nei boschi. Le strade non sono più sicure. E ora arriva questo…mostro, rappresentante di un popolo che non ho mai visto, perennemente nascosti nel deserto… che prima ancora di chiedere il nostro aiuto si para le spalle rapendo i cari del mio più grande amico… del mio compagno…riuscendo quasi a spezzargli il cuore. Ti rendi conto? È follia pura.>> detto questo Aragorn si sdraiò sul letto e cadde in sonno tormentato. Arwen era preoccupata. Non voleva che Aragorn partisse. Stette sdraiata tutta la notte accanto al suo sposo pregando i Valar che non succeda nulla.
Jade intanto era nella sua “stanza” che sembrava molto una cella. C’erano guardie ovunque. Anche lì, aveva terrorizzato tutti. Sdraiata sul giaciglio ripensava a quando aveva rapito i due elfi. Come erano belli! Non ne aveva mai visto uno prima. Com’era leggera e remissiva Mìriel tanto era stato forte e coraggioso Hador. Non era il caso di rivelarlo ma i due, nei sei mesi di “prigionia” erano stati trattati al meglio, come due principi, e nulla di sgradevole era stato portato alla loro vista più del necessario. Jade era stata posta di guardia alla giovane promessa di Legolas, doveva seguirla ovunque senza disturbarla. Detestava quell’ incarico, ma alla fine prese in simpatia quel gioiello fatto donna e parlarono molto. Mìriel gli racconto vita e miracoli del principe Legolas, per il quale aveva una cotta spaventosa, di come sarebbe venuto a salvarla sul suo bianco destriero. Da come la guardava si vedeva benissimo che Hador ,fratello minore del principe, che era stato incaricato di proteggerla durante la consueta passeggiata pomeridiana, la amasse. Quel malaugurato giorno, Mìriel aveva desiderato uscire dai confini del bosco Atro, per vedere i fiori sulle rive del Anduin… dove da giorni Jade attendeva con un manipolo di soldati scelti… un’imboscata da manuale. Non fecero il minimo rumore, nessuno li vide.
Fecero un gran scalpore nella città di pietra. Nessuno aveva visto niente di piu bello. Grudal aveva subito tranquillizzato i prigionieri, e aveva subito raccolto la loro fiducia. Tutti, malauguratamente o no si fidano di Grudal, del fascino che emana. Era molto alto, come gli elfi, ma tutto il suo popolo era alto e agile. Aveva però i capelli bianchi fin dalla nascita che gli ricadevano sulle spalle. Gli occhi, color del ghiaccio erano dolci e crudeli allo stesso tempo, e la sua voce era dolce e profondo. Credevi a tutto quello che diceva, vero o no che fosse.
Stava ormai albeggiando quando qualcuno busso alla porta.
<<Sì?>> Jade non dormiva quasi mai.
<<Il re desidera parlarvi. Vi attendiamo per condurvi nella sala del trono>>
Jade uscì di colpo spaventando le due guardie. Si sentiva nuda senza la sua spada, o almeno il suo pugnale!
Aragorn era seduto sul trono. Alla sua destra, Legolas era in piedi. Nessuno aveva dormito. Il rappresentante dei Jinen, un popolo che viveva nelle paludi adiacenti al deserto dove vivevano I Bianchi, era in un angolo che le sorrideva lascivo. Che popolo disgustoso! Aveva sperato da tempo di averli sterminati tutti…. e invece..
<<Non possiamo trattarti da pari, per la nostra legge sei una criminale. Dovremmo ucciderti.>>tuonò Aragorn << Ma se lo facciamo, perderemmo i nostri cari. Inoltre, Plato, il gentile rappresentante dei Jinen, è stato così gentile da informarci sui massacri che tu stessa hai compiuto sul suo popolo e su quelli vicini, e sulla crudeltà di cui vi siete macchiata, voi e il popolo di che qui rappresentate.>> non era il caso di replicare raccontando che i Jinen rapivano i bambini dei Bianchi per farne schiavi di piacere. Non era il momento, non le avrebbero creduto.<< Sire, state parlando con la persona sbagliata. Io ricevo ordini, e li eseguo. Sono stata mandata qui per riferire ciò che succede, e per condurvi alla città di Pietra.>>
Aragorn era furioso, Legolas era accecato, distrutto dall’odio. Cercarono di contenersi. >Ieri sera, dopo le rivelazioni, abbiamo sciolto il consiglio e mandato un messaggero a bosco atro. Stà arrivando con un gruppo di Guaritori e soldati. Saranno qui tra quattro giorni, cavalcando a galoppo senza femarsi mai. Disposizioni per il viaggio?>>
Jade si senti sollevata. Anche se la odiavano, quando vedranno come è ridotta la nostra gente non potranno fare a meno di aiutarci. Lo diceva sempre anche quel fiore dolce che era Mìriel. <<Partendo da Minas Thirit, percorreremo a cavallo la via di Hadar finchè c’è . Dopo di che dovrete fidarvi di me, perché non esistono mappe o carte di quei luoghi.>>
Aragorn si alzo avvicinandosi a Jade. <<E’ successo qualcos’altro stanotte. Qualcos’altro che mi fa desiderare la tua morte. Il tuo “cavallo” se così si può chiamare, ha staccato a morsi la testa dello scudiero che lo aveva in custodia.>>
Jade non potè fare a meno di ridere. <<avevo dato disposizioni precise, era stato avvisato. Nessuno può avvicinarsi a Rex.>> il disprezzo con cui i presenti la fissavano era incalcolabile.<<oh beh, insomma. Non conosco l’etichetta di corte, e non mi interessa conoscerla. Mi hanno ordinato di fare una cosa e la eseguo. Non mi interessa. Mi spiace di avervi ferito, e mi spiace per lo scudiero, anche se è stato uno sciocco. Immagino che avrete provato a sopprimere Rex, ma che non siete neanche riusciti ad avvicinarvi a lui. Tra quattro giorni, all’arrivo dei guaritori, partiremo. Niente soldati, però. Se voi, sire, volete accompagnarci, sarete il benvenuto. Non ho altro da riferire, se non che la principessa Mìriel mi ha chiesto di portarvi questo.>> Con questo, si frugò nel taschino ed estrasse una ciocca di capelli lunghissima ed intrecciata finemente, biondo-oro. Jade la porse a Legolas. <<Tu…infame…se le hai torto un capello…>>Legolas non vedeva l’ora di fargliela pagare…
<<la ciocca se l’è torta da sola, principe. E non sforzatevi con gli insulti, me ne sono stati rivolti talmente tanti i numero e tipo che non mi fanno più effetto.>>
Aragorn era allibito. Quella donna era arrivata, lì, aveva confessato di aver rapito due innocenti, il suo cavallo che lei amava tanto ne aveva ucciso un altro, e non aveva paura, rabbia niente di niente.<<Rimarrai confinata nei tuoi alloggi. Questo anche per la tua sicurezza. Non sei molto popolare, e rischi il linciaggio.>> Detto questo Aragorn la congedo con un gesto e la fece rinchiudere negli “alloggi”.


 
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