torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: AMORE IMMORTALE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Slash
Autore: slanif galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/03/2003 17:13:49

fanfic yaoi. è un seguito del tlotr.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
...
- Capitolo 1° -

Non vi è scopo di lucro e i personaggi di Enedhil che ho usato, li ho potuti usare solo grazie al suo consenso, quindi nessuna truffa o roba simile! ^^!


Amore Immortale

Sara

Le immense distese di Rohan, dimora dei Signori dei Cavalli, si presentando davanti ai miei occhi come uno degli spettacoli più belli di tutta la Terra di Mezzo. Ma non sono qui per guardare le distese che molte volte mi si sono presentate dinanzi agli occhi, sono qui per vedere la persona che amo e ho intenzione di farlo al più presto. Sono mesi che non lo vedo e nei quali ho sentito enormemente la sua mancanza… Perché aspettare tanti mesi? Direte voi… Be, perché purtroppo io ho un Regno a cui badare dopo la morte di mio Padre e lui è nella mia stessa situazione. Eomer, suo Padre, è morto molto prima del mio… Quindi difficilmente possiamo allontanarci dai nostri Regni. Lui ha anche una moglie e un figlio a cui badare, non è come me… Sì, sono sposato, ma non ho eredi, per ora… E vorrei tanto non averli perché questo significa giacere in un letto con una persona che non sia Lui. Lui non sa cosa si prova sapendo la persona che ami a letto con qualcun altro, ma lo saprà presto, ahimè! Vorrei tanto che Lui non provasse la sofferenza che ho provato io quella notte, ma deve accadere… I Consiglieri si fanno sempre più insistenti e non posso dargli torto. Diversi anni sono passati da quando ho legato la mia vita a Faerwyn. Posso capirli, perché il Regno di Gondor necessita di un erede… Ma come io capisco loro, loro non capiscono me…
Senza rendermene conto sono giunto dinanzi al grande portone delle mura della città. Sento una guardia, appena mi riconosce, urlare di aprire i cancelli. Quando il suo ordine viene eseguito sprono il mio cavallo a muoversi verso l’interno del villaggio. Salgo la lunga salita e, appena davanti ai gradini, scendo da cavallo lasciando l’animale a uno scudiero.
Salgo lentamente gli scalini e arrivo davanti al portone dove trovo diverse guardie ad accogliermi: “Ben arrivato, Sire Eldarion…” mi salutano inchinandosi.
“Grazie, miei Signori…” rispondo facendo un sorriso e un gesto di assenso col capo. Ma non mi fermo a parlare con loro. C’è un’altra persona con cui desidero parlare.
Le porte mi vengono aperte e subito mi trovo nella Sala del Trono. Vuota. Una Sala del Trono vuota! Ma io dico! Elfwine, dove diavolo sei?
“Eldarion!” sento alle mie spalle una voce dolce e melodiosa chiamarmi. Di scatto mi volto e vedo l’Uomo più bello che sia mai esistito, tanto che la sua bellezza potrebbe essere paragonata a quella degli Elfi, corrermi in contro con un sorriso vivace dipinto sul volto. Mi volto completamente verso di lui e apro le braccia che subito dopo stringono il suo corpo snello e magro, ma che non perde la sua mascolinità, coperto dalla tunica leggera “Eldarion, che bello vederti! Non mi aspettavo la tua visita!” mi dice a bassa voce carezzandomi una guancia dolcemente.
“Ti spiace che io sia venuto?” chiedo godendomi quel tocco leggero.
“Al contrario…” commenta lui dandomi un bacio leggero, a fior di labbra. Con la coda dell’occhio vedo i soldati distogliere gli sguardi trovando molto più interessanti la colonne, meglio così! Noi non abbiamo mai detto niente della nostra relazione a nessuno, però Elfwine è molto impulsivo quando deve dimostrarmi amore e quindi, chi prima chi dopo, le persone fidate sanno tutti di noi. Anche sua moglie e il suo bambino lo sanno. Bambino… Ha già dieci anni, è un piccolo giovanotto!
Elfwine si stacca da me e mi sorride dolcemente puntandomi addosso i suoi meravigliosi occhi blu.
“Elfwine!” sentendosi chiamare il mio amore si volta e vediamo Palanedhiel, sua moglie, correrci in contro “O, Eldarion, ci sei anche tu, sono felice di vederti. Spero tu stia bene” mi dice, cortese come sempre.
“Sì, Palanedhiel, sto bene, grazie. E vedo che anche tu te la cavi bene…” commento ricevendo in risposta un dolce sorriso della donna “E Eomer II, come sta?” chiedo ancora, parlando di loro figlio. Elfwine ha dato a suo figlio il nome di suo Padre visto quanto era legato all’uomo.
“O, è vivace e combina guai come al solito!” ride la donna dai lunghi capelli castani legati in una morbida treccia.
“Bene!” commento puntando i miei occhi in quelli verdi della donna. E, come si suol dire, parli del Diavolo e spuntando le corna: infatti sentiamo la risata vivace e sbarazzina del bambino provenire dal giardino. Ci dirigiamo all’ingresso, sotto l’enorme porticato che da sul villaggio e prima di poter dire o fare qualsiasi cosa sento una butta sulle gambe e il mio sedere che sbatte per terra come un sacco di patate. Apro gli occhi che precedentemente avevo chiuso e vedo il mio assalitore. Un paio di enormi occhi del colore della madre terra sono puntati sul mio viso con sguardo dispiaciuto, un piccolo nasino a patatina arricciato in una smorfia di scusa come le fine labbra rosa.
“Eomer, invece di rimanere impalato, alzati da Eldarion in fretta e chiedigli scusa!” lo rimprovera Elfwine. Subito il bambino esegue il volere del Padre e, dopo essersi alzato in piedi di scatto e essersi messo a busto eretto, mi dice con la voce fanciullesca dei bambini: “Scusami, Eldarion, sono sempre il solito sbadato. Non guardo mai dove vado!” e si inchina. Io gli scompiglio affettuosamente i capelli castano chiaro, come quelli del Re Eomer I…: “Non ti preoccupare… Non è successo niente; solo, quando corri, guarda sempre avanti. Non sempre vai a sbattere contro il morbido… Pensa se al mio posto ci fosse stata una colonna! A quest’ora avresti un enorme bernoccolo sulla fronte e staresti frignando come una femminuccia…!” lo prendo in giro e subito lui si infiamma, proprio come avrebbe fatto suo Padre.
“Io non piango come una bambina! Sono un uomo!” sbotta arrabbiato perché punto sul vivo. Io sbotto a ridere insieme alla mia metà e a sua moglie.
“Hai ragione!” rido prendendolo in braccio “Tu sei un ometto!!”
“Certo!” dice convinto. Quanto è tenero questo bambino… Lo adoro…
Mentre continuo a parlare con Eomer sento un paio di occhi meravigliosi puntati su di me. Mi volto e vedo lo sguardo pieno d’amore che Elfwine mi rivolge accompagnato dal suo sorriso dolcissimo. Subito ricambio il suo sorriso e mi perdo nella contemplazione di quei meravigliosi occhi…

La sera è giunta come succede da secoli e io contemplo le stelle seduto sul davanzale della mia finestra. Sono talmente tanto concentrato nella contemplazione delle stelle che nemmeno mi accorgo dell’arrivo di Elfwine nella stanza fino a quando me lo sento addosso: “Amore…” mi chiama. Volto lo sguardo verso di lui che continua a parlare: “Grazie per quello che hai fatto oggi…!”. Non capisco. Cosa ho fatto di tanto speciale da meritarmi la sua gratitudine? “Per quello che hai fatto con Eomer… Non so se tutti lo avrebbero fatto…”
“Cosa, amore mio?” chiedo accarezzandogli il viso diafano e sfiorando i capelli biondi.
“Scherzarci, abbracciarlo, giocarci…” fa una pausa “Scherzare, abbracciare e giocare col figlio del proprio compagno avuto da un’altra persona…” dice sfiorandomi con baci leggeri le palpebre.
“Amo quel bambino…” ammetto “E poi, se non amassi lui, che è una parte di te, automaticamente non amerei completamente te. Con questo non ti sto dicendo che lo amo forzatamente, mi è riuscito naturale amare quel bambino… Come quando hai cominciato a entrare tu nel mio cuore… E’ stato lo stesso. Devo ammettere che all’inizio non volevo neanche vederlo… Mi sembrava come se fosse il frutto della tua costretta infedeltà… Ma poi ho capito che era una sciocchezza…”
“Io non ti ho mai tradito!” dice lui.
“Lo so, amore… Ora lo so…” dico stringendolo più forte a me. Lui subito si rilassa nel mio abbraccio e cominciamo a baciarci…

La mattina dopo mi tocca l’ingrato compito di alzare dal letto Elfwine… Cosa ardua, conoscendolo…
“Elfwine… Amore, alzati…” lo chiamo piano sfiorandogli le labbra sull’orecchio.
“Lasciamo dormire…”. Appunto!
“Elfwine… Non abbiamo tempo… Va bene che stanotte ti ho tenuto sveglio parecchio, ma vuoi alzarti? Avanti, amore…!” lo imploro.
“Colpa tua se dormo…” commenta rannicchiandosi ancora di più sotto le coperte.
“Okay, è colpa mia, ma ora alzati… Forza!” e tiro giù le coperte. Lui si arriccia su se stesso mugugnando il suo disappunto e mentre lui protesta io posso godermi lo spettacolo del suo corpo nudo e bianco come la neve. Accidenti, i miei istinti primordiali si stanno svegliando e non devono: siamo in ritardo per la colazione e lui deve svolgere i suoi doveri di Sovrano di Rohan!
“Alzati, Elfwine!” gli rimbotto e lui apre un occhio con disappunto mentre piano prende la vestaglia e se la mette addosso: “Guarda che potevi rimanere senza… A me non dava fastidio!” rido.
“Maiale…” commenta.
“Non mi sembra che stanotte ti desse fastidio!” rispondo.
“No, infatti…” dice lui togliendo i capelli dalla vestaglia che glieli tiene racchiusi tra la sua schiena e il tessuto dell’indumento. Sorrido.
“Non è da te fare un’affermazione simile, timido come sei…” lo abbraccio da dietro baciandolo piano sulle spalle.
“Dopo quello che abbiamo condiviso mi sembra sciocco essere timidi, non credi?” chiede appoggiando la testa sulla mia spalla e rilassandola gettandola all’indietro e dandomi l’accesso al suo collo…
“Sì, credo che tu abbia ragione…” sorrido ributtandolo sul letto. I miei istinti non dovevano svegliarsi perché eravamo in ritardo e perché lui doveva fare il Re? Scusate… Mi ero bevuto il cervello…

Nel tardo pomeriggio mi ritrovo a sellare il mio cavallo per tornare a Gondor. Purtroppo la mia permanenza qui è già finita… Oggi è giunto un messaggero. Il messaggio che mi ha portato era della mia consorte: diceva che dovevo tornare assolutamente a Gondor per risolvere dei problemi sorti improvvisamente tra i Consiglieri. Uff… E io che volevo restare il più tempo possibile… Non ho fatto in tempo ad arrivare che già me ne devo andare…
“Dove vai?” mi chiede Elfwine, entrando nelle stalle.
“Devo tornare a Gondor… Sono sorti dei problemi e si richiede la mia presenza…”
“Allora era per te il messaggero giunto oggi…” mi dice con sguardo triste. Mi avvicino e lo abbraccio venendo subito ricambiato.
“Avrei desiderato rimanere più a lungo, amore… Ma non è possibile…” mi scuso prendendogli il volto tra le mani.
“Lo so… Come so che non devi sottrarti ai tuoi compiti, quindi vai…” fa una pausa chiudendo gli occhi e sospirando “Ma torna presto… Tra qualche mese sarò io a venire da te… Promesso…” mi dice.
“Non vedo l’ora che questi mesi passino in fretta per godere ancora una volta del tuo sorriso…” rispondo staccandomi dopo aver depositato un bacio sulle sue labbra e salgo a cavallo. Mi aggiusto il mantello e sprono il mio cavallo a partire. Sto per uscire dalle stalle quando sento al SUA voce chiamarmi: “Eldarion!”. Fermo il cavallo e mi volto. “Eldarion… Ti amo…” mi sussurra fissandomi negli occhi. Sorrido mentre rispondo: “Anch’io…” e parto per ritornare nel mio modo fatto di bugie e sofferenza…
Ma non tutto il mio mondo è così… C’è anche il mondo dove siamo Noi…

**FINE**

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: