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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ..:: DARK INSIDE ::..
Genere: Sentimentale, Dark, Introspettivo
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: What if? (E se...), Lemon, Shounen Ai
Autore: leorin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/09/2007 19:30:08 (ultimo inserimento: 29/10/07)

- Si... Vieni con me, JoJo... Diventa mia.
 
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NOLI MEA TANGERE
- Capitolo 1° -

° Tutti i personaggi di questa storia sono adulti e maggiorenni, e ogni riferimento a fatti, persone o luoghi è puramente casuale °

Cap. 1 ..:: Noli Mea Tangere ::..

Mh. Ero stufa di essere una mortale. E’ terribilmente noioso. Non si fa niente, si è deboli e dipendenti. Si dipende dal sole, quando si è mortali...
Avevo appena finito di leggere una storia sui vampiri... Esatto, una di quelle solite storie di mostri, che parlano dei Signori delle Ombre... Le solite storie inventate. I vampiri non esistono... E il pensiero mi dava una certa tristezza, se devo essere sincera.
Il suono simile ad un campanello mi rimise alla realtà.. Odiavo quel suono, quello di quando un tuo contatto msn ti ha scritto... Mi piaceva chiacchierare su msn, certo, però non ero in vena in quel momento.. Volevo dormire.. e basta.
E: “Hola”
I: “Ciao”
E: “Come va?”
I: “Ho sonno..”
I: “E voglio il morso di un vampiro”
E: “?”
E: “pe..perchè?”
I: “Sono stufa di essere mortale..”
E: “Lo sai che non esistono, si?”
Cominciavo a stufarmi... Certo che sapevo che non esistono, non ero mica scema...
I: “Questo non cambia che voglio un morso”
E: “Bè, se vuoi ti mordo io.. Anche se non credo sia la stessa cosa....”
Sbuffai annoiata... No.. Non era affatto la stessa cosa.
I: “Scusami, devo andare... Ho una commissione da fare”
Liquidai così la conversazione e non rischiai più: staccai msn, spensi il pc... Volevo restare da sola. Addormentarmi, e che so.. magari anche sognare di essere una Signora delle Ombre... La padrona della Notte... Mi misi sotto le coperte, sospirando.
La notte passò in fretta. Troppo in fretta. Tempo di addormentarmi e già mi dovevo alzare per riprendere il giorno. Quella fottutissima sveglia già mi richiamava all’ordine e le lancette segnavano le 5:45... ‘Le sei meno un quarto... Ma chi me lo fa fare?’ Mi alzai molto lentamente, mangiai, mi lavai, mi vestii... tutto come al solito, la squallidissima monotonia. Il tran tran di tutti i giorni. Salutai il gatto che ancora poltriva sul letto... fortunato lui.
La strada era ancora buia, come se fosse notte fonda, e l’aria era fresca, fredda, in verità. Mi strinsi nel cappotto. E mi accorsi di essermi di nuovo vestita interamente di nero... Mai un tocco di allegria. E la gente mi guardava strana, quando passavo, gli uomini si giravano e le donne mi guardavano con quella loro aria di sufficienza.. E io me la ridevo sotto i baffi, divertita.. Mi vestivo in quel modo solo per fare dispetto a loro. Quella mattina, però, avevo una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse guardando... fissando, studiando da capo a piedi.. sensazione sgradevole, invero, ma guardandomi attorno non vidi nessuno, così l’attribuì all’orario indecente e al freddo pungente del mattino. Da li, tutta la giornata passò come al solito. Scuola, lavoro, palestra, e poi finalmente a casa. Cena scarsa, piatti sporchi lasciati nel lavandino. Come al solito. Nulla di nuovo. Maledizione.
E quella monotonia di certo non aiutava ad essere di buon umore.. Lui mi mancava, terribilmente. Ci eravamo lasciati da circa due mesi, più o meno.. Era strana come situazione: ci eravamo lasciati di comune accordo, ma io ancora soffrivo per la sua mancanza e lo volevo a fianco a me, mentre lui si era già trovato un’altra ragazza dimenticandomi. Ma cosa potevo fare? Per quanto soffrissi, le cose non sarebbero cambiate con lui, ormai mi dovevo dare per vinta. Misi a scaldare una tazza di te all’arancia, cosa che non facevo mai di solito.. a me non piace il te.. e davanti al pc passai un paio d’ore nel completo silenzio. Neanche la gatta faceva rumore, e di questo non nego che le fossi grata.
Notte agitata, quella. Mi svegliai molte volte, feci sogni di tutti i tipi.. E non erano nemmeno sogni granché piacevoli.. Apatici, non belli ma nemmeno brutti. Alla quarta volta ci rinuncia, alzandomi e andando a farmi un caffè. L’orologio del forno segnava le quattro e venti di sabato mattina e faceva un freddo micidiale.. ‘Com’è possibile che a settembre si geli come a gennaio?’ Ero quasi indispettita di ciò.. Se c’è una cosa che non sopporto è patire il freddo. Tornai in camera, con la mia bella tazza di caffè fumante in mano, avvolta nella vestaglia di lana. Chiusi la porta per non far entrare la gatta e quando mi voltai, per poco non mi cadde la tazza. Lo vidi li, in piedi, una figura nera, contro la luce lunare che filtrava dalle tapparelle. Davanti a me, immobile, che mi guardava. Mi sorprendo perfino che non mi fossi messa a gridare...
-Chi diavolo sei?- Panico. Al giorno d’oggi si leggono i più efferati crimini sui giornali... e la situazione non aiutava a ragionare. Ma poi che c’era da ragionare? Uno sconosciuto vestito di nero se ne stava davanti alla mia finestra, dentro camera mia a fissarmi immobile... Che diavolo c’era da ragionare?
-Vattene, o chiamo la polizia!- Bella battuta.. mai saputo il numero della polizia in vita mia, e il telefono era sulla scrivania, a fianco a lui.
La figura se ne stava in silenzio, immobile, fredda come una statua. E mi guardava, sentivo i suoi occhi su di me, nonostante fosse buio e non ne vedessi i tratti del volto. Mi appoggiai alla porta, cominciando a preoccuparmi sul serio.
-Come hai fatto ad entrare? Chi sei, si può sapere?- ecco che cominciavo ad irritarmi...
-Ma quante domande... – La sua voce mi gelò il sangue nelle vene. Era calda e morbida... Sembrava provenire dal profondo, una voce maschile particolarmente melodiosa...
-Chi.. chi sei?- ripetei, con meno convinzione. Quella voce mi aveva messo a disagio, nonostante avesse pronunciato solo tre parole.
-Lo vuoi davvero sapere?- Mi costrinsi a rimanere lucida e ben ferma nella mia posizione.. Bella voce o no, rimaneva il fatto che fosse uno sconosciuto in casa mia.
-Certo che lo voglio sapere!- Dissi quasi arrabbiata. Se era uno scherzo non era divertente.
La figura fece un passo in avanti, avvicinandosi e facendomi indietreggiare ulteriormente contro la porta. Non vedevo la sua faccia, ma chissà perché ero pronta a giurare che stesse sorridendo.. un ghigno, più che un sorriso.
-Io sono qui per te, JoJo...- sentii le gambe farsi molli... come diavolo faceva a conoscere il mio nome??
-Perché?
-Perché tu mi hai chiamato.
-Chi sei?- Mi sentivo quasi stupida a ripetere mille volte la stessa domanda..
L’uomo si avvicinò di un altro passo, e io mi schiacciai di più contro la porta chiusa. Aprirla e tentare di scappare sarebbe stato inutile.. e poi non potevo. Non volevo. Quella voce....
-Per ora chiamami Ian....- ormai era a metà stanza.. non che fosse lunghissima, ma ora come ora mi sembrava chilometrica...
Rimasi in silenzio, osservando la figura, ascoltandone la voce, la mente completamente vuota.. Mi sembrava di essere in una di quelle storielle di vampiri che si leggono su internet. Sentii un tocco gelido sulla guancia. Era giunto davanti a me, infine, e con un dito mi accarezzava il volto. Rabbrividii.. com’era possibile che ad una voce così calda e morbida appartenesse una mano così fredda? Mi risvegliai come da un sogno, scostandomi dalla porta e dal suo tocco, andando ad accendere la luce sulla scrivania vicino al pc. La lampada si accese subito, illuminando di poco la stanza di una luce giallognola.
Ero da sola nella mia stanza, espressione sconvolta, la tazza di caffè ancora in mano. La luce della lampada proiettava ombre e contorni sui muri e sugli oggetti, ma c’ero solo io.. nessuna figura, nessun uomo dalla voce ipnotica e dal tocco freddo.
Mi ci vollero qualcosa come due giorni per convincermi che fosse stato solo un sogno.. Un’immagina creata dalla mia mente nel dormiveglia... E in quei due giorni pensai quasi esclusivamente a lui, Ian, uomo senza volto dalla voce d’angelo. E passò un’altra settimana di monotona routine. Solo, ora nella mia testa c’era qualcosa di più: paura, nel ricordarlo, e desiderio di rivederlo... Ne ero attratta e spaventata nello stesso tempo. Proprio come in un film, o in un libro.
Di nuovo, sabato sera arrivò con una lentezza impressionante. Ormai mi ero convinta quasi del tutto.. D’altronde non potevo fare altrimenti.. Non ne avevo parlato con nessuno. Nemmeno con la mia migliore amica... Non mi avrebbe mia creduto, oppure mi avrebbe dato della scema per non aver urlato a squarciagola e chiamato la polizia all’istante.
Spensi la luce, infilandomi sotto le coperte. Questa volta avevo lasciato entrare il gatto.. In un qualche modo mi faceva sentire più sicura. Due carezze veloci e poggiai la testa sul cuscino, aspettando a chiudere gli occhi... Il solito pensiero in testa, mi evitava di prendere sonno... Li chiusi dopo qualche minuto. Contrariamente a quello che credevo, non mi ci volle molto per addormentarmi, coccolata dal caldo delle coperte e del gatto che intanto ronfava già da un po’.
Lentamente, dalla finestra cominciò ad arrivare un’aria fredda, salire dal pavimento e insinuarsi sotto le coperte, facendomi rabbrividire. Aprii gli occhi, e lo rividi, di nuovo davanti alla finestra, di nuovo immobile, di nuovo mi guardava.. Mi alzai a sedere di botto, svegliando anche il gatto che indispettito e nervoso scese dal letto, miagolando rimproveri. Ma non me ne curai. Tutta la mia attenzione era rivolta alla figura davanti a me, e al freddo che emanava.
-Ian..
-Te ne ricordi, allora...- Come riuscire a dimenticarlo...
Lo guardai aggrottando le sopracciglia. Volevo urlargli di andarsene, ma una parte di me lo voleva, voleva che rimanesse li, fermo...
-Si può sapere che diavolo vuoi da me? Come sei entrato?- alzai le lenzuola a coprirmi meglio, quel freddo assurdo non era normale, lo sapevo e ne avevo paura.
-Sei coraggiosa, JoJo.. Non hai urlato, ne hai chiamato aiuto...- Non lo vedevo, ma sapevo che stava sorridendo. Di nuovo.
-Non mi sarebbe servito a niente.- Vidi la sua figura in contro luce annuire nel buio della stanza, davanti alla finestra. Si avvicinò al letto, sedendovisi sul lato, davanti a me. In quella posizione finalmente riuscivo a vederlo: la fioca luce che filtrava dalle tapparelle gli illuminavano il volto, per metà, mostrandolo in tutta la sua bellezza... Com’era ovvio. In tutte le storie, il protagonista è bellissimo... e cominciavo a credere di essere davvero finita in un racconto.
Aveva capelli neri, lisci, alcuni ciuffi gli ricadevano sul viso. I lineamenti erano delicati, fini, la carnagione molto chiara, forse resa ulteriormente tale dalla luce azzurrina dalla finestra.. Ma quello che mi sorprese ancora di più erano gli occhi. Due magnifici occhi azzurri, talmente chiari da sembrare fatti di cristallo... mi squadravano, apparentemente benevoli, ma mi mettevano in soggezione. Mi sentivo a disagio..
-Hai paura?- quella voce non ero riuscita a dimenticarla... Pareva un ragazzo sulla ventina, a guardarlo, ma la voce era quella di un uomo adulto, calda, profonda, morbida.. affascinante.
-Dovrei?
Si alzò dal letto, aprendo la finestra e alzando le tapparelle. Ne entrò un’aria fredda, gelida. Rabbrividii e gli occhi mi diventarono lucidi... Si voltò e mi tese una mano.
-Vieni...
Rimasi dubbiosa per qualche istante.. Se quell’uomo era solo frutto della ima immaginazione, mi sarei svegliata appena uscita, svegliata dall’aria fredda della notte... E se invece fosse stato reale...
Scostai le coperte, alzandomi e andandogli incontro. Appoggiai la mia mano alla sua, sentendola di nuovo gelida... morbida, al tocco, ma fredda... dannatamente fredda. Uscimmo sul balcone. Indicò la luna sopra di noi con l’indice dell’altra mano, e non appena alzai il capo per vederla, mi abbracciò, stringendomi a se, per poi coprirmi gli occhi con una mano. Caddi nel buio più completo, facendomi prendere anche dal panico.. Stavo congelando, il contatto con il suo corpo mi fece rabbrividire.. era come essere abbracciata da una fredda statua di marmo... Un corpo senza vita, senza calore... Sentii il pavimento del terrazzo mancarmi da sotto i piedi, e la sua stretta si fece più salda. Aria fredda mi scompigliava i capelli e il viaggio non fu piacevole. Quando finalmente toccai terra, e lui mi liberò gli occhi, vidi due enormi ali nere sparire lentamente da dietro la sua schiena, e il suo viso che mi guardava angelico... Neanche volendo, non potei dire niente. Ormai mi ero convinta di star sognando.. un sogno molto realistico, certo, ma comunque un sogno. Cose simili, nella realtà non sono possibili... Mi guardai intorno, finalmente, constatando non senza stupore di essere su un tetto. Ma quasi me l’aspettavo... nei racconti di vampiri succedono sempre cose così..
-Dove siamo?
-In una via della tua città... – mi rivolse un sorriso quasi infantile, un’espressione dolce, ma nello stesso tempo ironica. Lo odiavo per questo, ma nello stesso tempo ne ero affascinata.
-Voglio mostrarti una cosa- il suo volto si fece di nuovo severo, mentre in pochi passi raggiunse il parapetto. Indicò in basso, nella strada, e mi fece segno di avvicinarmi. Mi abbracciai, per non sentire troppo il freddo.. Si gelava e per di più ero in pigiama a piedi scalzi.. Mi affacciai di poco, soffrendo lievemente di vertigini, guardando il punto indicatomi da Ian... Sotto di noi, solo una coppia, appoggiati contro il muro, in rapporti intimi... Guardai Ian.
-Eh bè?-
Lui alzò un dito, portandolo davanti alle labbra, facendomi segno di rimanere in silenzio. Così feci, e mi affacciai di nuovo.

La ragazza era bellissima. Il suo viso era pallido e diafano, dai lineamenti delicati.. Un fisico asciutto, dalla pelle morbida e dalle curve sinuose. Lui, invece, era si un bel ragazzo, ma la sua figura era trascurata, scialba.. Lui le teneva i polsi contro il muro e i loro visi erano a pochi centimetri di distanza...
-Morirei per una bella ragazza...
Gli occhi grigio-verdi di lei assunsero un’espressione sorniona, maliziosa.
-Moriresti?
Mise una mano attorno al suo collo, le labbra morbide e rosate si avvicinarono a quelle di lui, premendosi in un bacio lungo e passionale che in breve divenne un susseguirsi di gemiti, sospiri e piccoli morsi sulle labbra... Il ragazzo la sentiva sempre più presa, e decise di lasciarla fare... La spinse di più contro il muro, prendendole una gamba, e premendo il suo petto a quello a di lei, sentendone il seno morbido e prosperoso. E lei non faceva che continuare a baciarlo, quasi famelica, come se lo stesse assaggiando.. Lentamente si spostò dalle labbra, seguendo il profilo del mento e arrivando al collo... I baci continuavano, sembrava non si stancasse mai, come se non avesse mai bisogno di riprendere fiato. E crescevano, diventavano più profondi, più insistenti.. Lui di certo non si lamentava.. anzi, sentiva il suo corpo rispondere impaziente, chiedere sempre di più, alzarsi di temperatura e irrigidirsi. La voleva, e questo ormai non sarebbe riuscito più a fermarlo. Sentiva i brividi ad ogni bacio, ad ogni tocco di quella ragazza, fino a quando un’altra sensazione lo invase, facendolo quasi urlare.. Un dolore incredibile, ma anche un piacere infinito, una sensazione di calore indescrivibile, ma anche un freddo pungente partire dal collo, dalle labbra di lei... E lentamente si sentì svuotare, si sentì sempre più debole, le gambe cominciavano a cedere, fino a fargli perdere le forze, accasciandosi a terra, in ginocchio... Portò una mano al collo, sentendo un liquidi caldo macchiargli i vestiti.
-T.. Tu dannata... Che.. che cosa mi hai fatto?- gocce fredde di sudore gli imperlavano la fronte, mentre la guardava, in preda a mille emozioni. Paura, angoscia, dolore.. ma anche piacere, attrazione, eccitazione...
-Niente di speciale.. ti ho solo accontentato... Non sei contento? – Aveva un’espressione sadica sul volto, mentre lo guardava dall’alto in basso e del sangue le bagnava ancora le labbra.
Il ragazzo poteva sentire i battiti del cuore rallentare, farsi meno sicuri, mentre respirava a fatica.
-Ti ho solo liberato dei vincoli mortali... Anzi... Dovresti ringraziarmi...- il tono di voce di lei era quasi innocente, come se fosse un discorso normale. Si piegò su di lui, andando a leccargli un po’ di sangue che aveva macchiato il viso.
-.. Scampare al proprio destino è impossibile per ogni creatura... Invece di lottare per sopravvivere, che tanto è inutile.. Dovresti lasciarti morire, rassegnandoti.- Il tocco della sua lingua sulla faccia era caldo, ma il suo fiato e il suo corpo erano freddi come ghiaccio... Tutta quella situazione, le sue parole, i suoi gesti e le sensazioni che ancora provava a causa del morso, rendevano il suo corpo in preda a un fremito, mentre si lasciava andare ulteriormente, perdendo le forze con una velocità impressionante. Ormai era steso sul marciapiede, in quella viuzza buia e nascosta al resto della strada.
-La notte... è il dominio dei mostri... – le sue ultime parole, mentre il ragazzo moriva a poco a poco.

Guardai attonita la scena. In silenzio, vidi alla fine la ragazza andarsene, leccandosi le labbra, lui lasciato li, da solo, per terra. In una pozza di sangue. Volevo gridare, sentivo un’angoscia incredibile partire dal fondo dello stomaco raggiungere la gola e fermarsi alle labbra che non volevano saperne di liberare la voce. Indietreggiai terrorizzata, gli occhi spalancati ancora fissi sul parapetto, ricordando la figura del ragazzo, morto. Spostai lo sguardo su Ian, che mi guardava serio, con espressione severa. Il mio respiro era irregolare, accelerato e dovevo avere un’espressione davvero terrorizzata, perché lui mi si avvicinò.
- E’ questa la realtà. E’ questo ciò che succede una volta che il sole è calato e la Notte diventa padrona.- feci un passo indietro. Un altro, per evitare di toccarlo. Avevo paura e neanche più il freddo mi faceva effetto.
- Non siete i soli a questo mondo. Voi mortali credete di essere gli unici.. ma non sapete che in realtà, non siete altro che il nostro cibo.. le nostre prede. Il nostro gioco.. - Nemmeno la voce calda e morbida di Ian, mi evitarono di accasciarmi a terra, gli occhi lucidi, spaventata a morte dalle sue parole, dalla scena appena vista. Lui mi si avvicinò, accucciandosi vicino a me. Mise i gomiti sulle ginocchia, e mi guardò con rinnovata dolcezza.
- Io ti conosco, Giorgia. Ti seguo da anni, ormai. Ti osservo, fin da quando eri bambina, fino a quando hai cominciato ad essere grande... pochi giorni fa.. tu mi hai chiamato, ricordi?- mi sorrideva, una mano fredda mi accarezzò la guancia, per poi voltare il mio viso verso il suo. Avevo gli occhi lucidi, e ricordo perfettamente che il suo sguardo mi rapì, mi fece sentire i brividi nello stomaco, ricordo la sensazione di impotenza davanti a quegli occhi...
- Hai detto di essere stufa di essere normale.. Hai espresso il desiderio di essere immortale. E io sono venuto, da te.. per prenderti.- si avvicinò di qualche millimetro, e io indietreggiai di tanto.. Ero spaventata, avevo paura.. ed era lui a farmi paura, era da lui che volevo scappare.. Ma una parte di me lo voleva. Voleva essere toccata, abbracciata di nuovo, consolata. Mi sentivo vuota, nuda a quello sguardo di ghiaccio, e le lacrime cominciarono a scendere silenziose, bagnandomi le guance fino alla sua mano.
-a.. a prendermi..? –ripetei quasi incantata. Avevo la mente sgombra da qualunque pensiero, solo sentivo il bisogno di lui.
Annuì, riprendendo a sorridermi.
- Si... Vieni con me, JoJo... Diventa mia.



Ehm.. e il primo capitolo è finito.. Voi direte "Evviva!", sempre se siate riusciti ad arrivare fin qui senza morire di noia.. ^^'
E' la mia prima storia, e si vede, ma vi sarei grata se la commentaste.. Maledizioni e imprecazioni, se prorpio non riuscite a farne a meno, sono anche accette.. ^^'
E se può consolarvi.. Si, ho intenzione di farla andare avanti, anche se non la leggerà nessuno, ecco! XD


 
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VOTO: (4 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
Rif.Capitolo: 6
berry91 - Voto:
02/08/09 15:50
a me piace da matti^^spero di sentire il continuo
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Rif.Capitolo: 6
crash-franklin - Voto:
11/11/08 15:08
bella cagata...
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Rif.Capitolo: 6
engels - Voto:
04/10/08 15:30
la storia ha un che di atraente ti prego concludila non vedo l' ora di leggere la fine
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sweetland - Voto: 27/09/08 07:08
a me e' piaciuta molto.La trama e'originale ed attirante.Molto coinvolgente l'abbraccio tra Ian e Jojo.Questo Lucas mi intriga .sviluppalo come personaggio.ho visto che non hai terminat la storia , mi auguro che laggendo questo ti stimoli un po. l'immaginazione
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