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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall
Titolo Fanfic: VEGETA, PER ME
Genere: Sentimentale, Romantico, Autobiografico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: kleyra galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/09/2007 02:14:37

bulma racconta sotto forma di lettera cosa per lei rappresenta vegeta e come si sia innamorata (è la mia prima fanfic, siate buoni con i commenti *_*)
 
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- Capitolo 1° -

VEGETA, PER ME

Me ne innamorai, penso, la prima volta che lo vidi… o meglio… la prima volta che lo vidi da vicino… forse, però, in quel momento non me ne resi conto… su Namecc, con tutte quelle esplosioni che facevano vibrare la terra, ma soprattutto con la paura di essere scoperta e uccisa da un momento all’altro… non avevo proprio il tempo di rendermene conto. Quell’incrocio di sguardi, così fugace, è stato fatale.
Vi chiederete perché proprio ora, a distanza di tempo, io vi stia scrivendo queste cose. Il fatto è - e me ne rendo conto in prima persona - che tutti vi siete sempre domandati come avessi mai fatto ad innamorarmi di un cinico e sanguinario come Vegeta. Ora, a distanza di anni, vi posso rispondere, perché posso ragionare a mente lucida e fredda di quello che è accaduto anni fa.
Forse io sola sapevo leggere oltre quella scorza dura, o semplicemente, grazie alla clemenza di Goku, che lo aveva risparmiato dopo lo scontro sulla terra, anche lui, in cuor suo, stava cominciando a conoscere un nuovo lato di sé stesso. Ebbene è di questo lato del suo carattere che mi sono innamorata; ma non solo… anche del suo non voler mostrare le sue debolezze, del suo voler essere forte a tutti i costi, del voler mascherare l’affetto con l’indifferenza.
Anche io all’inizio ne ero spaventata, proprio come tutti gli altri, ed è per questo, molto probabilmente, che su Namecc, durante quel breve incontro, non ero riuscita a comprendere quanto quell’attimo sarebbe stato importante in futuro. Ma finito l’incontro con Freezer e ristabiliti l’ordine e la pace nell’universo, nel vederlo solitario, senza più uno scopo, se non quello di primeggiare con Goku, mi fece tenerezza. Ci volle molto tempo prima che i miei sentimenti per lui divenissero amore… all’inizio era paura, poi compassione, ma è proprio per questi sentimenti che alla fine arrivammo ad amarci.
Lo accolsi in casa mia… ovviamente per i miei genitori non c’erano problemi, erano, e sono tutt’ora, persone semplici e gioviali, non c’era motivo per loro di opporsi. Mia mamma prese subito Vegeta in simpatia… ma d’altro canto mia madre è fatta così… Vedevo, però, negli occhi del fiero principe dei Sayan un’espressione diversa, un’espressione che sul suo volto appariva quasi ridicola: l’imbarazzo. Ebbene sì, lui, fiero e invincibile, davanti alle attenzioni di mia madre e mie, mostrava, o per essere più corretti, cercava di non mostrare, un grande imbarazzo. Sinceramente non so dirvi se era imbarazzo per le eccessive attenzioni, quelle stesse attenzioni che egli non aveva mai ricevuto in un passato pieno di odio e violenza, oppure era dovuto al fatto che provasse vergogna nel farsi aiutare da dei terrestri per riuscire a sopravvivere… ma forse era un po’ per entrambe le cose.
Comunque si adattò subito, imparò anche a non arrossire in presenza di mia madre e a declinare le sue innumerevoli attenzioni, dovute - ci tengo a precisare, onde evitare possibili incomprensioni - a un eccessivo senso dell’ospitalità di mia mamma.
Passare tutte le giornate assieme era diventato divertente; la cosa che mi divertiva, e mi diverte tutt’ora, son sincera, è stuzzicarlo. E’ adorabile vederlo arrabbiato o offeso… ma su questo forse è meglio sorvolare…
Averlo in casa aveva spezzato l’assillante monotonia delle mura domestiche. L’unica cosa della vecchia vita che non mi piaceva e che continuava a tormentarmi era il continuo litigare con Yamcha. Ebbene sì, stavo ancora con lui in quel periodo… ma avevamo cominciato a frequentarci sempre meno e a litigare sempre di più… voleva, anzi pretendeva, che Vegeta se ne andasse da casa mia… A questo punto avevo solo due scelte possibili: cacciare di casa Vegeta, con il quale mi trovavo bene, e che, suo malgrado, sapeva farmi sorridere e mi rallegrava le giornata (nonostante il suo perenne broncio) oppure lasciare Yamcha. La scelta che ho fatto quel giorno penso sia chiara a tutti ormai, e Trunks ne è l’esempio vivente. Non voglio dire, che dopo aver lasciato Yamcha, da un giorno all’altro mi innamorai subito di Vegeta o mi buttai subito tra le sue braccia, quello no… però cominciavo a capire come sarebbe stato triste se un giorno Vegeta se ne fosse andato… Il solo pensiero di non vederlo più girare per casa mi riempiva di tristezza. Tutto di lui ormai era diventato adorabile, perfino vederlo uscire matido di sudore dalla stanza degli allenamenti oppure vederlo sbraitare in attesa della cena.
Nel frattempo i suoi atteggiamenti nei miei confronti erano cambiati profondamente. Anche se non lo ammetterebbe mai davanti a nessuno e neanche sotto tortura, era diventato gentile con me. Di tanto in tanto a colazione mi sorrideva, o almeno incrinava le labbra in quello che io vedevo essere un sorriso… una specie di sorriso in codice, diciamo… Quando non si allenava, veniva a trovarmi nel mio laboratorio e, mentre lavoravo, si sedeva su una sedia e passava ore a guardarmi lavorare, senza mai dire una parola, senza farmi fretta per finire prima un lavoro. Se avevo bisogno di un favore e di un aiuto per qualcosa, era sempre disponibile, nonostante brontolasse un po’ prima di acconsentire. Ma anche quel suo brontolare era così adorabile… Un giorno, sinceramente non ne conosco il motivo, ma ricordo quel momento con estrema tenerezza, tornò a casa con una torta al cioccolato, con una decorazione che diceva “AUGURI”: subito rimasi perplessa, dal momento che non c’era nulla da festeggiare. Detto fra noi, penso avesse preso l’idea da una telenovela vista tra un allenamento e un altro, e si fosse recato in pasticceria per comprare qualcosa, e, una volta lì, avesse preso la prima cosa che aveva adocchiato in vetrina. Però era stato un gesto così carino… e mai me lo sarei aspettato da parte sua… Penso che quello fu il momento in cui mi resi davvero conto di essere innamorata, in cui iniziai ad essere consapevole che per me lui era di più di una persona che viveva in casa mia, o anche più di un amico. Dagli occhi mi scesero in quel momento due lacrime, che corsero lungo gli zigomi, per finire il loro corso proprio sulla torta. Vegeta, con estrema ingenuità, rispose una cosa tipo: “Ma che fai! Così la rovini…”. E allora io sorrisi e mi asciugai le lacrime, mi avvicinai a lui, guardandolo negli occhi. I nostri sguardi si incrociarono e in quel momento, con il solo sguardo, cercai di comunicargli come per me quel gesto, quel momento e quell’uomo che era lui, erano importanti. I suoi risposero. Cercò goffamente di accarezzarmi la guancia, ma era evidente che il gesto per lui non era molto naturale, quindi gli presi la mano e la strinsi nella mia e la porta a sfiorare la mia guancia. Eravamo innamorati: io di lui e lui di me. Sembravamo due bambini, non due adulti. Un’espressione simile non l’ho più rivista sul volto di Vegeta: era un misto di gioia, commozione e… amore.
Spero che ora abbiate capito cosa è stato Vegeta per me, cosa mi ha spinto a donare il mio cuore a lui e a nessun’altro.
Già immagino la faccia di Vegeta, se mai dovesse leggere una lettera del genere: si imbroncerebbe, corrugando la fronte, incrocerebbe le braccia e si volterebbe di schiena, commentando cinicamente come io sia debole e quante menzogne sia stata in grado di inventare. Mi viene da sorridere a pensare a questo…
Comunque con questa lettera, cari Trunks e Bra, voglio insegnarvi quanto sia bello l’amore e quanto questo debba nascere spontaneamente senza nessun tipo di forzatura. Quando incontrerete la persona giusta per voi, la persona che amerete per sempre, lo capirete da un solo sguardo: il primo.
Un abbraccio,
Bulma

 
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