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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA RAGAZZA DEL MARE
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: labyrinth84 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/09/2007 15:51:30

Karen non è una ragazza come tutte le altre, Karen non sa molte cose e ne sa tante altre. A dir la verità, Karen non è umana. E' una sirena.
 
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DOPO LA TEMPESTA
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti, sono Labyrinth e questa è la mia primissima storia. Ho deciso di ambientare la storia nella mia città natale, in modo da saper come far muovere i personaggi. Spero proprio che vi piaccia.
Baci
Labyrinth




Dopo la tempesta
- Capitolo 1 -



Il destino ha molta
più fantasia di noi

(Biagio Antonacci)





Lo sguardo ceruleo vagò sulla spiaggia: la tempesta della notte precedente aveva ammucchiato alghe sulla battigia, portato via gli ombrelloni e ammassato la sabbia contro gli scogli.
Arturo si tolse il berretto blu, con il logo del bagno, e si passò una mano sulla fronte sudata: ce ne sarebbe voluta a rimettere tutto a posto. Un sospiro gli sfuggì dalle labbra: mai, in quel periodo dell’estate, avevano avuto una simile tempesta. Beh, a pensarci bene, nemmeno d’inverno.
Quello era un luogo benedetto per quanto riguardava il clima, si concesse Arturo, guardando il mare.
La sua cittadina, Cecina, sorgeva sul litorale toscano, lungo l’Aurelia, ed era coperta alle spalle dalle colline, che la riparavano dal freddo e dai temporali; mentre davanti aveva il mare, che mitigava le temperature, sia in estate che in inverno. Era un posto tranquillo, con la fama di luogo di balneazione e una storia che risaliva ai romani e agli etruschi.
Arturo si rimise il berretto, mentre un formicolio lo colse alla nuca, quel formicolio che si sente quando si viene fissati intensamente; si voltò, in tempo per vedere qualcosa guizzare nella piscina alle sue spalle. Rimase sbigottito, mentre si decideva a risalire sul patio e guardare nella piscina, ricoperta d’alghe e tronchi. Guardò attentamente nell’acqua, cercando di notare qualcosa, ma niente si muoveva. Se l’era forse immaginato? Eppure la sensazione di venire fissato rimaneva, mentre muoveva un passo lontano dalla piscina, diretto verso l’entrata del bar.
Il refrigerio dell’aria condizionata lo accolse appena entrò nel locale, cercò con gli occhi la moglie, che trafficava al di là del bancone.
Nonostante avesse passato la sessantina, Rosa, rimaneva una donna dalla bellezza piena. Le curve morbide, erano accentuate dalla maglietta rossa e dai pantaloni neri; i capelli striati di grigio, erano raccolti in una coda e gli occhi nocciola, erano fissi sul lavoro che stava facendo.
Arturo si avvicinò al bancone e vi si appoggiò stancamente: si tolse il berretto, e si passò una mano sulla fronte e sul capo abbronzato, dove la calvizie aveva preso il sopravvento.
_ Come è la situazione?_ domandò Rosa, rimanendo concentrata sul suo lavoro di pulizia.
_ Eh…_ mormorò Arturo, rimandando uno sguardo verso la spiaggia: _ …ci sarà da faticare. Spero solo che Mauro mi mandi qualcuno dei suoi ragazzi…da solo non ce la farò mai._
Rosa alzò gli occhi e li fissò in quelli del marito: l’età iniziava a farsi sentire, lo poteva vedere nello sguardo azzurro di Arturo.
Avevano aperto il bagno “La Perla” una quarantina d’anni prima; era stato uno dei primi bagni di Marina, e avevano mandato avanti la baracca da soli, mentre l’età avanzava e il lavoro diventava sempre più faticoso. Non avevano avuto figli e, per questo, sapevano bene che il giorno in cui avessero deciso di andare in pensione, avrebbero dovuto chiudere lo stabilimento; perciò Arturo rimandava sempre: era affezionato alla Perla, e gli sarebbe morto il cuore, il giorno in cui avrebbe chiuso.
Se solo avessero avuto un figlio a cui lasciare l’attività di famiglia…quello era un cruccio per Rosa: non era riuscita a dare un figlio all’uomo che amava, non era riuscita a diventare madre.
_...alcune porte delle cabine sono state sradicate dai cardini…_ continuò Arturo, inconsapevole dei pensieri della moglie.
Rosa annuì con il capo, continuando a pulire il bancone, mentre Arturo continuava a elencare i danni: _...vabbè, sentirò Mauro se mi può mandare Cristiano e qualcun altro…e ci servirebbe anche Emanuele per quelle porte, lui è falegname in fondo…_
Il rumore di un tonfo nell’acqua, attirò lo sguardo dei due coniugi verso la piscina: _ Ma c’è qualcosa in acqua?_ domandò Rosa, uscendo da dietro il bancone e avvicinandosi alla porta che dava sul patio.
Arturo la raggiunse: _ Ma…non te lo so dire…anche prima mi è sembrato di vederci qualcosa…_
Entrambi uscirono sul patio, e si avvicinarono al bordo della piscina, scrutando l’acqua resa scura dalle alghe e da tutto ciò che la tempesta ci aveva portato: il sole si rifletteva sull’acqua, rendendola luminosa e dorata. Un movimento nell’acqua, e squame che rifletterono i raggi del sole, spaventarono Rosa, che cacciò un urlo, aggrappandosi al marito, e allontanandosi dal bordo.
_ C’è qualcosa…_ disse con la voce tremante di paura: _ Qualcosa di grosso…_
_ Sarà un pesce…_ ipotizzò Arturo, grattandosi il capo e chinandosi a esaminare la superficie dell’acqua.
Stava per mettere una mano nell’acqua sporca, quando il telefono dello stabilimento squillò e lo distrasse: _ Vado a rispondere_ disse alla moglie, mentre si rialzava e spariva all’interno dell’edificio.
Rosa lo seguì con lo sguardo, rimanendo da sola, vicino alla piscina; continuava a guardare apprensiva verso la porta in cui era sparito il marito, poteva sentirlo parlare e, captando alcune parole e alcuni nomi, capì immediatamente che stava parlando con il suo amico Mauro.
Un rumore dell’acqua la fece sobbalzare, mentre la consapevolezza d’essere fissata si radicò in lei. Lo sentiva, sentiva la pelle accapponarsi, ma non aveva il coraggio di voltarsi: l’essere che era nella piscina, qualunque cosa fosse, era uscito dall’acqua e la stava fissando.
Rosa deglutì e, lentamente, si voltò verso la piscina.
Lì, immersa fino alla pancia, c’era una ragazza. Aveva lunghi capelli neri dai riflessi violacei, occhi freddi e grigi, labbra rosa. La pelle era candida e, a quanto sembrava, era anche vellutata. Il seno era coperto da uno strano bikini a forma di conchiglia, mentre alcuni bracciali di corallo, le ornavano le braccia. La ragazza la fissava curiosa, muovendo leggermente la testa a sinistra e a destra. Rosa si rilassò e si voltò completamente verso la giovane, e fu allora che la vide.
Una lunga coda da pesce. La giovane nella piscina, al posto delle gambe, aveva una lunga coda viola.






Continua capitolo 2…




Allora, fa schifo?
Ok, lo so che è un po’ cortino, ma è solo il primo capitolo, quindi spero che siate un po’ indulgenti con la mia mente malata, e che continuerete a seguirmi.
Io intanto attendo vostri commenti!
Mi raccomando…Commentate!Commentate!Commentate!^^
A presto il capitolo 2!



 
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