PROLOGO
- Capitolo 1° -
Agli albori del tempo la magia era ancora presente nel mondo: molti avevano le capacità di servirsene e la gente non si stupiva delle loro azioni. All’ombra della caverna delle cascate d’argento, nei pressi del regno di Nastad, sorgeva un piccolo paese: una cittadella abitata da un’antica stirpe di maghi e di streghe incantatrici, che racchiudeva in se l’antico sapere universale.
Non si era alla conoscenza del motivo, ma di anno in anno nascevano sempre meno bambini con il dono della magia e la preoccupazione che il loro sapere svanisse nel nulla iniziò ad impossessare gli anziani che la governavano. La guerra dei due regni, Nastad e Lanif, antichi rivali, sfuriava colpendo tutti i paesi e tutte le città: non si sa come, Silver Town, la città della magia, non ne risentiva; le vivande abbondavano e i giovani potevano invecchiare tra le bellezze della natura magica che dimoravano in quel luogo lontano da tutto. A volte succedeva che qualche adolescente in cerca di avventure se n’andasse dal villaggio per poter affrontare la grande guerra: anche se loro come paese non v’interferivano, gli anziani avevano diretti legami con i regni e spesso offrivano cure e attenzioni ai bisognosi, feriti di guerra. Arrivò un anno in cui tra tutte le nuove nascite solamente due bambine avevano i requisiti per diventare delle incantatrici, e appartenevano alla potente famiglia dei maghi dagli occhi viola. Questa inconsuetudine aggravò il pensiero degli anziani, che allora decisero di fare qualcosa. Una volta adulte, le due donne avrebbero dovuto creare un mondo e racchiudere le conoscenze del loro popolo e della loro stirpe in entità eterne, portando avanti l’antico essere della città, nascosta dagli occhi degli stranieri. Crescendo, le due ragazze svilupparono delle incredibili abilità nelle arti magiche e ben presto superarono tutti gli abitanti più anziani: la loro potenza era immensa. Ormai erano delle donne adulte, e così avrebbero dovuto portare a termine il loro compito. Purtroppo le supposizioni degli anziani si erano rivelate vere: da quell’anno non c’era più stato un solo bambino con la magia dentro di sé. Nelle loro menti si stava insinuando il doloroso pensiero che ben presto di quel loro piccolo mondo magico non sarebbe rimasto neanche il ricordo. Molte donne fuggivano con i soldati feriti accuditi dalla loro benevolenza, e molti uomini sceglievano la strada del guerriero. Coloro che avevano poteri magici erano solo più gli anziani, e ben presto di loro non sarebbe rimasto più nulla. Il grande saggio si presentò alle due donne e spiegò loro la situazione: entrambe erano disposte a fare di tutto per far sì che il loro mondo magico continuasse a vivere. Attraverso un portale magico creato dai poteri delle due, accederono ad un luogo isolato dal resto del mondo da alti monti e da una fitta foresta. Con il loro genio mentale arrivarono a creare un grande giardino magico delimitato da un alto portone, che chiamarono Lost Valley: solamente loro due ne avevano l’accesso; non si poteva correre il rischio che qualcuno venisse al corrente di tutto quello; gli anziani non volevano che il loro sapere venisse espanso fino all’esterno, nei due regni che così avrebbero potuto sfruttare la loro potenza per i fini della vittoria nell’eterna guerra. Dopo lunghi anni di collaborazione le due donne crearono delle entità divine, immortali. Il loro compito era di custodire il giardino e il sapere antico, per l’eternità. Lentamente iniziarono ad insegnare loro tutto ciò che riguardava il loro mondo e tutto ciò che riguardava i profondi segreti dell’arte magica. Ormai le divinità erano numerose: erano otto, ogn’una con un sapere diverso; c’era la Leviana con il sapere dei misteri delle magie d’acqua; Vivin, la fata dell’eterna natura con il sapere delle erbe curative e lenitrici; Ade, dai poteri oscuri, portatori di morte; Le due sorelle Friane, con la conoscenza dell’inverno e degli eterni ghiacci; Croweurl, la bestia dai poteri sacri e saggia nelle magie curatrici; Ihaji, il fedele portatore dei fulmini; poi c’era un’entità sorvegliante, dai poteri delle fiamme, un grande drago rosso: Dragoon. Al di sopra di tutti c’era il grande Dio d’argento, dagli immensi poteri: era un ottimo combattente con grandi poteri magici; era suo il compito di governare quel mondo affiancato dalle due donne, divenute vergini sacerdotesse. Una volta insegnato loro tutto il sapere della cittadella della stirpe dei maghi, le due sacerdotesse morirono di vecchiaia. Il tempo era passato inesorabile e ormai nella cittadella di Silver Town non rimaneva più nessun anziano dai poteri magici. Prima della loro morte le due donne lasciarono detto alla città e alle loro creazioni i loro ultimi segreti: una volta scomparse, sarebbero passati alcuni anni in assenza di magia; il Lost Valley sarebbe dovuto andare avanti con la sola forza spirituale del Dio d’argento grazie al supporto esterno delle famiglie e delle loro offerte. Presto però i loro poteri si sarebbero trasmessi in altre anime, a due future sacerdotesse, che allora si sarebbero dovute recare là, dovendo imparare l’intero sapere dalle divinità e continuare a rianimare la magia non eterna di quel luogo. La cosa sarebbe dovuta andare avanti nei secoli, per sempre, nascosta dalle menti esterne del mondo, con il solo contatto dei sacerdoti e delle sacerdotesse dei culti magici della loro antica città Silver Town.
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