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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: L`ESTATE DELLA FIORITURA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mevil galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/03/2003 10:41:32 (ultimo inserimento: 16/05/03)

scusate il ritardo, mi si era rotto il pc!! ;p
 
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PARTE SECONDA
- Capitolo 1° -

Eravamo rimasti con Ron che dopo aver ricevuto in regalo da Fred e George il vestito da cerimonia, fa uno strano sogno in cui si trova alla festa del Ceppo e tutti i suoi compagni ammirano il suo vestito. La prima parte finisce quindi con Hermione e Ron che ballano, buon seguito!

Ron balzò seduto sul letto. La sua faccia era ancora tutta rossa. Che strani sogni, che faceva! In quel momento nella camera, dove vi era una debolissima luce, vide precipitare una pallina sovraeccitata nella sua stanza. Ron ovviamente sapeva che non poteva trattarsi che del suo gufo Leo. Cosa ci faceva li? Accese una candela al suo fianco, poi reperì il gufo, che si era incastrato nell’armadio e tenendolo per un’ala lo buttò sul materasso, più morto che vivo.
<Tu guarda che seccatore che sei! Cosa vuoi adesso? Sei in cerca di cibo?>
Poi notò una lettera legata alla zampetta dell’animale. Posta per lui? Non ricordava di aver mandato Leo a consegnare qualche lettera…non aspettò oltre e srotolò la pergamena.

Ciao Ginny cara,
ho appena letto la tua lettera, ti ringrazio per l’invito, Ron mi ha giusto avvertito qualche giorno fa, spero di venire, ma come tu sai adesso ho molte cose da fare! Non sembra, ma per occuparmi di lui ho sempre la giornata piena! Però sono molto felice, auguro anche a te di provare una sensazione simile un giorno! Si chiama Red, spero proprio di fartelo conoscere, è così carino!
Bene, allora tra pochi giorni dovrei tornare, vi manderò un gufo così potremmo accordarci!

P.S. Dimenticavo! Lo sai che rosso proprio come Ron? Però lui è molto più bello di tuo fratello, vedrai!

Un grande abbraccio,
Hermione

Ron non poteva credere ai suoi occhi…avvertì una forte fitta al cuore ed accartocciò la lettera nella mano. Cercò di mantenere la lucidità, ma dentro di se quelle frasi rimbombavano come spari di cannoni. Hermione era fidanzata.
Lanciò la lettera con furia, poi a tastoni cercò qualcos’altro da lanciare per sfogare la rabbia, Leo riuscì giusto in tempo a fuggire la sua presa svolazzando giù dal letto, poi fuori dal davanzale.
Ron afferrò però un altro cartoccio, lanciò anche quello, e vide si trattava della vecchia lettera che aveva lanciato sul suo letto il giorno prima…
Tutte le conclusioni a cui era arrivato parvero crollare davanti ai suoi occhi. Era stato uno stupido, avrebbe fatto bene a mandarle quella lettera, come aveva potuto cascarci così. Il dolore gli annebbiava la vista.
Si rimise alla scrivania e riprese a scrivere furiosamente

Cara Hermione,
non è certo indispensabile la tua presenza, qui! Ci divertiamo benissimo anche senza di te, anzi, sarò sincero, si sta anche meglio! Per cui se hai così tanto da fare rimani pure dove sei, nessuno qui sentirà la tua mancanza!
Salutami anche il tuo Red, immagino che bella coppia sarete insieme! E perdonami se non sono bello quanto lui, sono proprio curioso di conoscere i gusti di vossignoria, sarà un altro scimmione come il tuo Vicky!
Addio

Ron chiuse la lettera bruscamente e più veloce che poté la legò alla zampa di Leo, ordinandogli di partire immediatamente. Leo, impaurito, spiccò il volo senza farselo ripetere due volte, allontanandosi con la sua solita andatura incoerente e sovraeccitata.
Ron chiuse ancora furente la finestra, poi scese a fare colazione.

Quel giorno fu piuttosto insopportabile. Ron rispondeva male in continuazione e a chiunque, Ginny, Fred e George credevano di non reggerlo proprio più, e non sapevano più cosa avrebbero potuto fare…
La tensione raggiunse il suo culmine dopo pranzo, quando Ginny gli si avvicinò chiedendogli se avesse visto arrivare Leo quella mattina. Doveva consegnarle della posta ma ancora non aveva fatto ritorno.
<Non è qui.>
<Che strano, sei sicuro di non averlo visto? Insomma, stamattina lui…>
<Ho detto che non c’è! E’ andato a consegnare una lettera per me!> rispose Ron alterato, ma Ginny non gli fece caso. Se Ron aveva mandato Leo a consegnare una lettera evidentemente il gufo doveva essere tornato con la risposta di Hermione per lei.
<Allora è tornato! La lettera! Con se aveva una lettera per me, tu non ->
<Ho detto che non c’è, non ho nessuna maledettissima lettera per te! E adesso lasciami in pace!> urlò ammutolendo Ginny e lasciando di stucco i gemelli, seduti nell’altro lato della camera.
Ginny diventò tutta rossa, ma poi, mentre i suoi occhi si inumidivano si fece forza e continuò:
<Ron! La lettera, Ron! L’aveva Leo, e tu lo sai! Perché te la prendi con me? Cosa ti ho fatto?>
<Non mi frega niente di quella stupidissima lettera! Così la prossima volta imparerai a non prendere il mio gufo!>
<Sei cattivo, Ron! Sai bene che nessuno di noi ha un gufo! Solo tu hai la fortuna di avere Leo, perché sei così egoista? Eppure dovresti sapere bene cosa significa desiderare qualcosa che non si può avere!>
<Beh…-disse Ron evidentemente in imbarazzo- potevi usare Errol!>
<Non ti riconosco più, Ron! Non ti accorgi di come stai cambiando?>
<E’ vero Ron!> Intervenne Fred in aiuto della sorella <Non credere di essere l’unico ad avere dei problemi, se stai attraversando un momento difficile potresti provare a parlarne, e se non vuoi fa come ti pare, ma per lo meno non scaricare la tua rabbia su noi altri!>
Ron sentì di sprofondare ancora di più.
<Io sto benissimo, e anche se fosse cosa potete capirne, voi!> disse tutto rosso, girando i tacchi e dirigendosi in camera sua.
Forse se non fosse stato così male si sarebbe fermato a riflettere sulle parole di Fred e Ginny, avrebbe capito che dicevano la verità. Ma in quel momento la rabbia era accecante, e aveva la sensazione che tutto ciò che esistesse si trovasse lì per il solo scopo di fargli del male.
La stanza era molto calda. Il soffitto di legno era particolarmente silenzioso, adesso. Fino a poche ore prima il fantasma di casa Weasley, che viveva giusto sopra la camera di Ron, aveva fatto una confusione indescrivibile, tanto che Ron credeva di uscirne pazzo, ma per fortuna poi si era calmato. Ron era sdraiato sul suo letto, immobile come una statua, la sua mente era finalmente sgombra da tutto, ora fissava il vuoto silenzioso.
La porta si aprì un poco, sulla soglia la sorella lo guardava con lo sguardo dispiaciuto. Ron si limitò a guardarla, non aveva la forza di fare altro.
<Ecco, io…volevo chiederti scusa per quello che ti ho detto oggi…insomma, so che stai passando un periodaccio, e capisco se non ti va di parlarne, vorrei solo che tu sapessi che noi tutti ci preoccupiamo per te…> poi Ginny guardò in basso.
<La lettera…so che la hai tu. Se non sei più arrabbiato con me posso averla?>
Ron volse lo sguardo al muro. La lettera. In effetti quella lettera era di Ginny, e era suo diritto riaverla in dietro, ma non poteva. Se glie l’avesse data lei avrebbe capito che… no… non poteva dargliela… sicuramente avrebbe cercato di farlo rappacificare con Hermione, e lui non voleva più vederla, non voleva più rivolgerle la parola, al solo pensiero la rabbia si diffondeva dentro le sue vene come veleno. Ron sentì una stretta al cuore vedendo il visino abbattuto della sorella, che rassegnata chiuse la porta dopo aver sussurrato un “ciao” impercettibile.
Leo fece il suo ritorno giusto qualche minuto dopo. Era sera inoltrata, Ron aveva fame, non aveva cenato e aveva intenzione di scendere in cucina a mangiucchiare qualcosa, ma la vista della lettera gli bloccò subito l’appetito. Per buoni dieci minuti fu indeciso se gettare subito la lettera di Hermione nel fuoco del camino in modo che non ne rimanesse che cenere, ma la curiosità fu più forte ed infine decise di aprirla.

Perché dici questo?
Cosa ti è preso Ron, non è da te comportarti così! Sono rimasta molto male della tua lettera, spero tu abbia una buona giustificazione, credo proprio che mi dovrai delle scuse! E comunque se non mi volevi a casa tua bastava che non mi invitassi piuttosto che uscirsene ora con delle scenate. Prova a crescere, piuttosto!

Quel poco di rabbia che era rimasta ancora in corpo di Ron saltò fuori. I suoi occhi tremanti scorrevano le righe increduli.
<Crescere? Mi chiede di crescere?! Mi dispiace ma credo proprio che non muoverò un dito per far pace con sua signoria! L’idea non mi sfiora minimamente!>
Il cinguettio di Leo lo interruppe. Ron lo guardò avanzare tentennante verso di lui. Vedendo di aver attirato la sua attenzione il gufo esplose in un canto di gioia, si alzò in volo e andò a capitombolare proprio davanti a lui. Rialzatosi in piedi prese ad agitare le alucce come per ricordare al padrone che si stava dimenticando del ringraziamento per aver svolto il suo lavoro senza incidenti.
Ron per un attimo ebbe voglia di coprirlo col grosso cappello della sua squadra di Quidditch preferita, ma poi cambiò idea.
Basta cattivo umore. I suoi fratelli avevano ragione, del resto perché mai doveva stare tanto male per aver litigato con Hermione? Si era rivelata come era in verità, crudele ed egoista! Prese Leo e lo portò giù in cucina, dandogli in premio un bel biscotto.

In realtà Ron sapeva che non era così, ma doveva convincersene, altrimenti il dolore sarebbe diventato insostenibile. Era più dura di quanto credeva, senza avere qualcuno affianco con cui distrarsi. Avrebbe fatto bene a chiamare Harry; decise che la mattina dopo gli avrebbe scritto.
E così fece, il giorno dopo si svegliò di buon ora, scrisse due righe e mandò Errol a consegnare la lettera ad Harry, nella quale lo invitava la settimana dopo, poi scese con un mezzo sorriso in faccia e buonumore, e dopo colazione andò addirittura a fare due scambi a Quidditch con i fratelli, compiaciuti dell’allegria che Ron manifestava quella mattina.

La risposta di Harry non tardò ad arrivare, il giorno dopo, ma insieme alla buona novella, si presentò anche la faccia nera di Ginny.
Ginny dal giorno del litigio con Ron non aveva più rivolto la parola al fratello eccetto pochi casi essendo convinta che lui fosse ancora arrabbiato con lei, e sapendo in cuor suo che Ron teneva nascosta da qualche parte la lettera di Hermione che per non so quale motivo aveva deciso di non consegnarle.
La ragazzina scese le scale energicamente e raggiunse i fratelli nel soggiorno, dove Ron sfidava Fred a scacchi mentre George osservava la partita. I tre alla sua vista si bloccarono e la fissarono ammutoliti.
<Così adesso hai preso a maltrattare anche Hermione! Bell’amico che sei! L’avevo invitata a venire a casa nostra, ma ora dice che non vuol più venire perché tu non la vuoi qui! Penso proprio che ti dovresti scusare con lei visto che ancora non l’hai fatto!>
<Per piacere Ginny, non sono affari tuoi!> disse Ron rivolgendo lo sguardo alla scacchiera.
<Invece sono affari miei eccome! Devi chiederle scusa, altrimenti non verrà!>
<Non ne ho voglia…>
<Ron! Perché devi essere sempre così egoista? Me l’ha detto che hai letto la mia lettera, lo so bene! Quello potevo anche accettarlo, il torto era nei miei confronti, ma stavolta non posso proprio! Hermione è una mia amica, non ti puoi permettere di trattarla male! Se proprio vuoi chiudere i rapporti fai quel che ti pare, ma chiedile scusa di quello che le hai detto, o giuro che in vita mia non ti rivolgerò mai più la parola!>
Ron ebbe un fremito incrociando lo sguardo risoluto di Ginny. Sentiva di aver torto ma non poteva neanche accettare di chiedere scusa ad Hermione, aveva giurato a se stesso che non le avrebbe più rivolto parola! Ma forse non avrebbe dovuto parlarle bastava scriverle due righe…
Così fece, più tardi si diresse nella sua camera e prese penna e pergamena:

Ciao.
Ti chiedo scusa per quello che ti ho detto, spero tu voglia accettare l’invito di mia sorella, ci tiene molto.

Impiegò un’eternità a trovare delle parole che potessero funzionare e nel frattempo non gli facessero mancar fede alle proprie intenzioni, ma alla fine fu soddisfatto e legò la lettera alla zampa di Leo.

<Mamma, domani arriva Hermione!> disse Ginny durante la colazione.
Erano passati quattro giorni da quando Ron le aveva scritto, e non aveva ricevuto risposta, ma evidentemente Ginny si era data da fare parecchio.
Ron smise di mangiare guardandola con gli occhi spalancati.
<Ho già preparato il letto in camera mia, rimarrà per tutta la fine delle vacanze!> disse ricambiando Ron dell’attenzione, come se volesse rispondere al suo sguardo con quelle parole. Dal giorno in cui Ron aveva scritto la lettera ad Hermione, Ginny sembrava aver messo da parte i rancori, anche se ogni tanto gli faceva pesare il fatto che ancora non le aveva restituito la sua lettera, che non sapeva per quale motivo aveva nascosto da qualche parte.
<E Harry? Quando arriverà, Ron?> chiese Molly Weasley, mentre si affaccendava in cucina con il pane tostato.
<Tra tre giorni…> rispose Ron guardando la sorella, che di conseguenza arrossì.
<Magnifico! Allora faremmo bene a preparare anche la camera per lui! Ci penserò io domani mattina!>


Spero a qualcuno sia piaciuta, sinceramente non avevo intenzione di continuare a pubblicarla perchè non mi era arrivato alcun commento e pensavo nn interessasse a nessuno, ma poi silverwings mi ha scritto e così mi ha fatto cambiare idea!^___^
Ciao!!
 
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