ADDIO
- Capitolo 1° -
“dai ti prego, stai al gioco”
“va bene”
eccola, un’altra donna per te amico mio.
Un’altra che piangerà per te e che si strapperà i capelli solo perché non ti ha tra le sue braccia.
Ed io?
Io sono lo strumento di conquista…
Rebecca ancora non l’ha capito che non vi è alcuna speranza .
Non hai bisogno di lei, vero?
tu hai un’altra nei tuoi pensieri.
La medesima fanciulla che ora siede accanto a te su quel lenzuolo rosso morbido sull’erba.
Con quell’aria innocente ed allegra, che sorride alla vita spensierata.
Intanto, su questa distesa di prato chiaro e sano, la biondina finge di dirigermi delle attenzione pur di avere i tuoi lucenti occhi ametista sui suoi.
Ti ammiro amico mio.
Vorrei essere proprio come te, avere tutto ciò che hai tu.
Ma purtroppo ciò non è possibile.
Perché io non sono altro che la tua ombra.
La tua brutta copia.
Non sarò mai te.
Le voci che un tempo mi chiamavano ‘Yugi’, oggi hanno imparato ad identificarmi come ‘l’altro Yugi’.
Una persona che non sarà mai ciò che vuoi e che è destinata a soffrire per questo.
Io non sono te, Yugi.
Non sono altro che un’ex anima errante che ti volteggia intorno vivendo la tua vita come propria.
Ma questo non sono io e tu lo sai.
In fondo io non sono nessuno più del nulla.
Niente di quello che ho mi appartiene: la casa in cui vivo, le persone che mi chiamano ‘amico’.
Tu sei fortunato Yugi. Hai amici che ti proteggono e ragazze che ti vogliono.
A me invece non rimane nient’altro che questa sofferenza.
Perché non sono te? Perché?
“ehi, ma….stai piangendo?!”
“non è niente”
sciocco, ho fatto scivolare una lacrima lungo la mia guancia imperfetta.
Sotto gli occhiali lucidi, lo sguardo da falco di Rebecca ha notato il tutto.
Mi dispiace davvero per lei, che non potrà averti.
Penso che meriti almeno una parte di te.
Occhi giovani e chiari, tenere lentiggini sul muso grazioso ed elegante.
Innocente e mai toccata ora attende solo che le tue mani possano esplorare il suo corpo blando.
Forza, Yugi. Fallo. Voltati verso di noi che attendiamo solo uno sguardo.
Ti giri. Mi fai l’occhiolino.
Hai frainteso amico. Lei non è qui per me.
Gioca con i miei capelli, accarezza il mio corpo solamente per colui che ama, non per la sua fotocopia in negativo.
Tu non hai idea di cosa voglia dire vivere essendo la tua ombra.
Avere sempre qualcuno di decisamente migliore.
Vorrei che solo per una volta tu potessi provare quello che sento io ogni santo giorno.
Che ti renda conto che io oramai non ho più una vita mia.
Sono stufo, Yugi.
Non ce la faccio più.
Sono stanco di piangere sotto la doccia, di piangere appena la luce della nostra stanza si spegne di sera, di piangere in generale.
Voglio smetterla di soffrire intorno al tuo essere.
Solo perché non sono te.
Mi sento così debole, così incompleto.
Come un errore del cielo.
Mi manca l’aria, mi manca il respiro. Mi manca la forza per andare avanti.
Sono debole.
Solo perché non sono te.
“ehi dove stai andando?”
“a fare una passeggiata vicino al dirupo”
“ok, tra poco ti raggiungiamo”
non è necessario che Tea si preoccupi, vero Yugi?
Che stia pure vicino a te, mentre il vento vi canta una canzone d’amore.
Godetevi la brezza leggera, scambiatevi teneri baci sotto gli alberi in fiore.
Non seguitemi nella mia ultima corsa.
Non fatelo.
Tu hai tutto amico, tutto quello che vorrei avere.
Il sole non ha paura di accarezzare la tua pelle di mattina.
Il cielo ti saluta con un nuovo giorno.
Mentre la luce illumina la tua vita a me non rimane nullo oltre che l’ombra che mi crea il tuo corpo.
Così me ne sto qui, rannicchiato in un angolo da solo, aspettando uno spiraglio di luce che non arriva mai.
Camminando, accarezzo i cespugli verdi che mi circondano. Saluta questo magnifica terra che non ha più spazio per me.
Davanti a me ora il vuoto che mi separa dall’acqua marina.
A me dinnanzi una distesa d’azzurro tra cielo e mare.
Sono sull’orlo della terra, al limite del dirupo.
Yugi, se tu ora potessi vedermi che cosa diresti?
Che sono un pazzo. Che non so quello che sto facendo.
Purtroppo ho ben chiara la mia decisione.
Non sono nulla. Vivo nell’oscurità delle tue tenebre.
Non sono te Yugi, e non lo sarò mai.
Vale la pena di vivere?
“Yami!”
ciao Yugi. Eccoti qui finalmente.
Guardami negli occhi. Che cosa vedi?
Riesci almeno a scorgere le mie lacrime? O il sole batte troppo forte per te?
“Yami che stai facendo?!”
“allontanati da li!”
è venuta anche Tea. Ti avevo detto di non portarla. Non volevo mi vedesse così.
“smettila di scherzare! Vieni qui!”
scherzare? Perché dovrei scherzare. Non mi ricordo di averlo mai fatto.
La ragazza continua ad urlarmi qualcosa con le lacrime agli occhi, ma non no ne più le orecchie per ascoltare, ne le labbra per parlare.
Ho solo i miei occhi affogati che ti guardano, Yugi.
Tu non urli più, non mi dici più niente. Sai che non servirà a nulla.
Mi fissi in silenzio.
Hai capito vero?
Abbassi lo sguardo. Una nuvola oscura il sole.
Sei nell’ombra ora, Yugi. Come ci si sente?
Apro le braccia, le mie ali. Forse riuscirò a volare.
Sembra che io stia attendendo l’abbraccio di qualcosa. Forse della morte, oppure della vita stessa.
Per una volta forse brillerò anch’io nella mia penombra.
Addio Yugi….
Vivi anche per me, per come non sono stato in grado di fare.
Chiudo gli occhi.
“addio” mi sussurri piangente
“addio”
Per un attimo ho pensato veramente di poter prendere il volo.
Ora, da sotto questo mare vedo il disco solare. Mi fissa e per la prima volta risplendo, ma nessuno mi vedrà mai.
Lo so Yugi, sono debole.
Ora lasciami solo brillare solitario dove vi è solo ombra.
Sarò io la luce.
vale la pena di vivere?
Vale la pena di vivere volendo morire? Di essere un ombra tra la luce?
La risposta è NO…
Solo perché io non sono te, Yugi.
E non lo sarò mai…
NOTA DELL’AUTRICE:
anche questa one-shot è fatta. Che ne dite?
Lasciatemi una recensione e datemi conoscenza delle vostre impressioni.
Baci baci
Ogm1992
|
|
