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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL SENTIERO DEI SOGNI
Genere: Sentimentale, Romantico, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: kyaelys galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/08/2007 11:43:04 (ultimo inserimento: 25/10/07)

[...] Scossa da qualche impalpabile presenza aprì gli occhi, di un castano chiaro striato di verde, e rabbrividì al di sotto delle coperte. [...]
 
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QUELLO CHE MI TRASCINÒ FUORI DALLA NOIA
- Capitolo 1° -

Questa fanfic non è esattamente come le solite che scrivo io(generalmente fantasy) ma è invece una storia sulla vita di una ragazza alla ricerca della sua strada e di qualcuno che la sappia davvero amare.
Buona lettura (e fatemi sapere che ne pensate ^^)
Kisu Kyaelys

Prologo

Il sole era ormai tramontato da qualche ora e una sottile brezza invadeva, timida e silenziosa, una stanza a piano terra di una casa di campagna, accarezzando dolcemente il volto di una giovane addormentata, persa forse in un mondo tutto suo di sogni popolati da draghi e creature fantastiche, da eroi e cavalieri; sognava anche un uomo che la sapesse amare, forse, ancora scossa dalle sue due uniche esperienze con un uomo, andate purtroppo male.
Scossa da qualche impalpabile presenza aprì gli occhi, di un castano chiaro striato di verde, e rabbrividì al di sotto delle coperte. “Mi sono addormentata di nuovo con la finestra aperta, che disastro...” mugugnò mentre si trascinava e col braccio si protendeva per chiuderla “...e poi mi lamento che ho sempre mal di gola, anche...” si tirò le coperte fin sopra il mento e cercò di riprendere sonno, e pochi istanti dopo nuove immagini irreali tornarono a farle visita nel sonno.

Quello che mi trascinò fuori dalla noia

“Delilah! Buongiorno!” Anthony le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi mielosi che a lei davano il voltastomaco, e per l’ennesima volta si chiese se il suo destino era davvero cosi squallido.
Un lavoro senza aspettative accanto ad un tizio improbabile, noioso e spesso fin troppo stressante; ma dopotutto la suo vita non poteva dirsi decisa a soli 20 anni!
Piuttosto demoralizzata si diresse in bagno, un sudicio stanzino con una turca, un lavandino ammaccato e uno specchio alla parete che probabilmente non veniva pulito dai tempi della seconda guerra mondiale, e fissò il suo riflesso; questa era lei, Delilah. Una ragazza di media statura, con folti capelli disordinati di una castano scuro, in alcuni punti quasi sbiadito; si sistemò il collo della maglietta nera che indossava e si rigirò un attimo, non era ne troppo magra, ne troppo grassa, era una ragazza normale, che fin troppo spesso finiva per chiedersi che aveva fatto per meritarsi un’esistenza cosi ordinaria.
Ma come al solito non trovò risposta.
Come sempre la giornata trascorse pigra, coi soliti lavori noiosi, e quando finalmente giunse l’ora dell’uscita Delilah si alzò senza troppo entusiasmo, salutando tutti con la netta impressione che appena lei se ne fosse andata tutti avrebbero iniziato a sparlare di lei, e quasi se ne compiacque mentre si sistemava un po’ meglio il collarino borchiato e girava le chiavi per avviare l’auto.
Mentre stava per riporre l’auto nel garage di casa sua, sobbalzò sentendo il cellulare vibrare nella sua tasca.
Un nome lampeggiava sullo schermo “Alex” strano, era da mesi che non lo sentiva, quel suo vecchio compagno di scuola.
“Pronto...?” disse esitante “Alex?”
“Delilah!” una voce calda dall’accento leggermente meridionale la accolse “da quanto tempo! Come stai?”
La ragazza era confusa “Bene...credo...” mugugnò.
“Di poche parole come sempre, sento!” sorrise lui “senti volevo chiederti...stasera io e la mia nuova band suoniamo in un locale giù al porto (perchè la nostra eroina vive in una città di mare n.d.Kya) e pensavo che magari ti faceva piacere venire a sentirci...dopotutto il genere è il tuo! Sempre che i tuoi gusti non siano cambiati...”
Delilah rise, un po meno a disagio “no no i miei gusti sono sempre quelli! Allora a che ora e dove?”
“Suoniamo alle 22.30 dopo un altro gruppo death metal, al DarkTime! Allora ti aspetto! A stasera bella, ciao!”
“ Ciao, alex! A dopo.”

 
Continua nel capitolo:


 
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