torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Cavalieri dello Zodiaco, I (Saint Seiya)
Titolo Fanfic: PRIESTESS
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, AU
Autore: huyu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/08/2007 11:17:47

Si ambienta anni e anni dopo la serie originale; vedremo protagoniste una giovane ragazza, che ripercorre gli anni della sua vita.............
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
PRIESTESS
- Capitolo 1° -

Eccomi di nuovo qui a scassare le scatole!XD
Questa storia è nata da un mio Background per una scheda su un Forum di Saint Seiya e mi pareva una cosa carina postarla!^^
Bando alle ciance, vi lascio alla lettura!^^

Dolore, sentiva tanto dolore rinchiuse nel suo animo, ma non riusciva ad estraniarlo, a sfogarlo con tutta se stessa per star meglio e si chiedeva, perché? Perché non riusciva a buttar fuori tutto quel male che aveva dentro? Adesso era diventata una Saint di Athena, non avrebbe più dovuto soffrire così, poiché era stata perdonata, la Divina Athena, aveva graziato la sua povera anima dannata e…….. e sporca! Sporca di tutto ciò che le era successo che le aveva segnato la vita in maniera indelebile; l’unico spiraglio di luce era stato il suo maestro e il suo piccolo Gin, il suo lupacchiotto, che ormai era cresciuto molto.
Un sospiro uscì dalle sue labbra, alzandosi a sedere; le coperte, scivolarono via dalla parte superiore del suo corpo, adagiandosi con leggerezza sul suo ventre, mettendo in mostra la parte superiore del suo corpo nudo, coperto solo dai lunghi e setosi fili argentei che erano i capelli.
Portò le sue gambe al petto, abbracciandole con le esili braccia, che nascondevano una forza impensabile per una ragazzina di diciotto anni dal fisico così minuto, ma ben proporzionato e forse, un poco troppo prosperoso sul seno; poggiò la sua fronte sulle ginocchia, chiudendo i suoi gelidi occhi, perdendosi nel mare di immagini e sensazioni che solo i ricordi potevano dare.

//Flash Back//
Nella sua mente una casa, una casa in stile antico, che ricordava molto le abitazioni dei nobili dell’Epoca Sengoku, seduta nel corridoio esterno, con indosso dei vestiti pesanti, vi stava una bambina dagli espressivi occhi azzurri, che sorrideva incantata nel guardare la candida neve che cadeva, perdendosi in chissà quali fantasie, quando una voce la chiamò alla realtà.
Voce:”Sorellina, che cosa stai guardando?”
La bimba voltò il suo dolce visino verso la sua destra, incontrando occhi del suo stesso colore, che la fecero sorridere gioiosa.
Huyu:”Sto guardando la neve fratellone! E’ bellissima mi piace tanto!”
Rise allegramente, facendo nascere un sorriso sul viso del ragazzino che le sedette accanto a gambe incrociate a rimirare anche lui quello splendido panorama in completo silenzio, quando, un’altra voce, questa volta femminile, li riscosse dal loro torpore.
Voce:”Finalmente ti ho trovato Sora! Ti ho cercato da per tutto!”
Apparve una bambina, uguale precisa identica al ragazzino seduto accanto alla bimba, che guardava lui con gli azzurri occhi che mandavano lampi.
Sora:”E dai Sizuku, non scocciare! Non mi va di studiare, sono appena iniziate le vacanze!”
Risposta errata! Così avrebbe fatto arrabbiare ancora di più la gemella, che di fatti, stava per esplodere.
Huyu:”Sorellina, guarda la neve con noi, dai, per favore!”
La guardò con gli occhioni supplichevoli e l’altra, con un sospiro, annuì solamente sedendosi accanto alla sorellina, ad osservare la neve che cadeva lenta e placida.
Una serata come tante se ne erano vista e come tante si sarebbero viste in futuro, se non fosse stato per il fatto che, esattamente sette mesi dopo, quei teneri occhi d’infante, avrebbero perso tutto.

Era una mite giornata di Luglio, una giornata come tante per coloro che vivevano nell’Hokkaidō, la regione più a Nord del Giappone; era nata a Sapporo, la città più importante dell’isola, ma viveva a Wakkanai, una cittadella che dava sul mare, molto vicino alla Russia, ove il tempo era mite per via dell’escursione termica data proprio dal Mar del Giappone.
Lei e i fratelli, erano ormai a casa da scuola per le vacanze estive, che passavano a giocare nel cortile di casa con i loro amici o anche da soli, aspettando la sera, che non tardò ad arrivare, portando con se la rovina.
I genitori erano appena tornati, quella sera toccava al padre cucinare, cosicché, la madre seduta in salotto con i figli, ne approfitto per continuare il racconto che aveva lasciato a metà la sera prima; stava raccontando ai suoi figli la storia di Orfeo e Euridice; vi stare chiedendo perché una donna giapponese sta raccontando un mito greco ai suoi figli? La risposta è molto semplice; la donna, non era di origine orientale, ma occidentale; proveniva da Athene la capitale della Grecia e aveva incontrato il loro papà per puro caso. L’amore è ceco, lo si sa, e i due avevano deciso di vivere insieme e quindi, lei, si era trasferita in Giappone, dove vivevano tutt’ora tranquilli.
La serata passò tranquilla e stavano per andare a letto, quando, degli uomini, fecero irruzione in casa, armati di fucile, che puntarono addosso alla donna.
Soldato:”Donna, tu devi morire!”
Sparò, ma i proiettili, rimbalzarono contro qualcosa di invisibile all’occhio umano, ma non a quello della bimba che sgranò i suoi occhioni pieni di lacrime, nel vedere quella strana patina d’orata.
Sora:”Mamma!”
Donna:”Sto bene! Andate via voi!”
Annuirono e presero a scappar via, ma un colpo, raggiunse il padre al cuore, trapassandoglielo, schizzando sangue sul tatami e sulla carta di riso dello shoji, lasciando i ragazzini e la donna sgomenti. Huyu, riuscendo a liberarsi della presa della sorella, un poco barcollante, si avvicinò al cadavere del padre, posandogli le piccole mani sulla schiena, prendendo a scuoterlo.
Altre lacrime le offuscavano la vista, mentre le piccole e candide mani, le si sporcavano di cinabro sangue.
Un altro colpo vibrò nell’aria e la bambina, voltando il capo, si ritrovò uno schizzo di caldo sangue sul viso e il corpo della sorella che si accasciava a terra privo di vita.
Sbarrò gli occhi terrorizzata, sembrava una piccola bambolina di porcellana senza più vita, troppo sconvolta per riuscire a pensare o dire qualcosa.
Donna:”Sora! Portala via!”
Il ragazzino annuì perentorio, sollevando la sorellina da terra, ma anche lui venne colpi, venne colpito alla schiena, all’altezza del cuore, ove il proiettile si era fermato, segando comunque l’ora del ragazzino, che, sputò sangue, cadendo a terra, sobbarcando con il suo peso il piccolo corpicino della sorella, che non disse ne fece nulla, ormai le arrivavano suoni ovattati, come anche le grida di dolore e disperazione della madre, quando poi, cesso tutto, non più un rumore si sentiva per la casa e la piccola, coperta ancora di sangue, chiuse gli occhi, per risvegliarsi parecchie settimane dopo all’ospedale ed essere spedita poi in un orfanotrofio, ove veniva picchiata e maltrattata, solo per il fatto che non riusciva a parlare e per il suo sguardo, così vuoto e vacuo che metteva i brividi ai più grandi.
Passò in quel luogo due mesi, due mesi che per un bambino normale sarebbe stato l’inferno, ma non per lei, che l’inferno l’aveva vissuto in prima persona, strappandole la sua infanzia e macchiando la sua purezza e ingenuità, come se niente fosse.
Arrivò l’assistente sociale, che aveva comunicato alla direttrice dell’orfanotrofio, che i parenti della madre, che vivevano in Grecia, avevano richiesto immediatamente il trasferimento della piccola nel loro stato e da lì, iniziò il suo viaggio per la terra della madre.
Arrivata, venne portata dal fratello minore della madre, che cercava in ogni maniera di scalfire la corazza della bimba, ma ella era irascibile e cattiva, non lasciava trasparire alcuno spiraglio di debolezza o altro, ancora troppo sconvolta per aprirsi, ma ben presto, ciò sarebbe accaduto.

Era da ,ormai un mese che viveva in quella casa e, una notte, il fratello della madre la sentì lamentarsi nel sonno; cauto e silenzioso, si avviò nella stanza della bambina che si alzò di botto, guardandosi attorno smarrita, puntando la sua attenzione sullo zio, al quale corse incontro, abbracciandogli una gamba per poi essere abbraccia con la testa contro il petto, piangendo e urlando tutto il suo dolore e la sua frustrazione, fino ad addormentarsi pesantemente, finalmente serena.
Da quella sera in poi, la vita passo serena e la ragazzina, riuscì in parte, a recuperare un po’ delle sue emozioni e suo zio, le propose di diventare un cavaliere; la bimba ne rimase affascinata, credeva fossero solo delle leggende che le raccontava sua madre e da lì, iniziò il suo addestramento base alla lotta e al minimale risveglio del cosmo, ma non diventò Saint di Athena, no, il suo anime era troppo oscuro e ferito per pensare solo di asservire la giustizia; decise invece di andare da Lucifero, diventando una sua Seima Tenshi, sotto addestramento di uno stesso Gold Saint, rimanendo sotto la guida del signore degli inferi pagano per un po’ di tempo, non abbastanza per trovare ciò che cercava, ma abbastanza per disubbidirgli e finire nella Bocca dell’Ade, ove incontrò il suo attuale maestro che separò la se stessa odierna, dalla Seima Tenshi reincarnata che viveva in lei, iniziandola a Silver Saint di Athena e poi a Gold Saint di Tauros.
//Flash Back//

Un sospiro usci da quelle carnose labbra, ritornando al presente; era passato così tanto tempo da quegli avvenimenti, che a lei, però, non sembrava trascorso neanche un giorno.
Voltò il suo sguardo verso la finestra, ove l’argentea luna, inondava di luce il paesaggio e la sua stanza stessa; ormai tutto era cambiato, lei era cambiata! Non era più la Gold Saint di Tauros adesso, ma bensì quella di Gemelli. Un’unica persona, per due entità, quali la mente e la forza, due cose, che andavano in perfetto accordo come anche in disaccordo, creando un individuo dalla mente oscura e contorta, tanta che veniva quasi faticoso capire cosa passasse per quella mente calcolatrice e impulsiva allo stesso tempo.

E' venuta così, non vi è nulla da dire!XD
Spero vi piaccia e commentate!^^
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: