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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'INCUBO DEL DEMONE
Genere: Fantasy, Dark, Poesia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: mithrill galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/08/2007 07:09:02

Il terrore mai provato di un demone e i suoi pensieri prima della fine nella luce.
 
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- Capitolo 1° -

L'incubo del demone


Oh, oltre la luce che mondo fantastico c'era,
sempre nuovo il mondo da distuggere
e ogni pena o martirio erano il più dolce dei momenti
mentre lacrime e sangue cadevano sulla Terra
vergine fanciulla indifesa...

Può ora la notte essere tanto imperfetta,
quando prima era la più dolce delle amanti?
Dei suoi segreti non uno non mi apparteneva,
ed ora lei li tiene stretti tra le sue stelle
come per salvarli da un massacro...
Perchè il silenzio assomiglia più ad un orrendo annuncio
che alla canzone che accompagnava la nostra salita sulla Terra?

Comincio a sentire la paura cavalcare su ali altrettanto sfuggenti,
non riesco a respirare, il buio mi sta schiacciando...
Perchè mi fai questo, fratello?
E sento ancora, lacrime pesanti come il piombo cadere da occhi
accecati dal candore della luna e la nostalgia
di qualcosa che non ho desiderato
e di cui mai farò parte, nemmeno volendo...

No! Quel candore oltre l'est mi sta chiamando.
Cosa mai mi salverà dall'alba ora...?
Stenderà la mano e come un'inondazione
spledore e luce mi spazzeranno da ciò che è stato creato.

Sento qualcosa di peggio ora, qualcosa che batte nel petto...
e prima che il disgusto si faccia strada tra i serrati ranghi della mia anima
sento che il peccato che l'ha corrosa schiaccia come un macigno
Il respiro mi è negato, e le mie colpe sembrano trovare la pena
mille volte più dolorosa di quella impostami dal principe delle tenebre
Perchè non mi salva? La mia fedeltà a chi è stata volta, allora?
Qualcuno mi strappi questa cosa che gli uomini chiamano cuore...

E invece a me vengono strappate le ali, mai state lontanamente belle
come quelle di un angelo, come quelli che in segreto amavamo.
I tempi in cui li spiavamo nell'ombra... in cui desideravamo le loro belle forme,
le loro voci di cristallo, e quando brucianti rimanevamo lì per ere intere
e persiguitavamo i figli e le figlie di Gaia non potendo avere quelli del Cielo.
Li desideravamo e allo stesso tempo li odiavamo, perchè loro non avevano
un'anima dannata, ma solo luce, troppa per i nostri occhi stanchi...

Così questo è un addio...
è buffo doverne formulare uno
quando ormai si è abituati a sopravvivere a tutto...
Un addio rivolto a chi?

A Gaia tanto fargile, e ignara, mantre dorme i suoi sogni ...
Agli angeli dai capelli color del grano e gli occhi di felce...
Alla notte che silenziosa distoglierà lo sguardo...
Alla luna che forse tenderà la mano pallida a mascherare una fugace lacrima...
Alle stelle che canteranno uno struggente poema...
Al buio che serrerà il suo mantello lontano da qui...

Al Principe che dal suo trono si limiterà a guardare...
Al silenzio che vicino a me aspetterà la fine...
Ai figli e figlie della Terra che tolto il mio patiranno il tormento afflitto da loro stessi...
Al sangue che non scorre più in me da tanto di quel tempo...
Al mondo perchè si ricordi che un tempo anch'io ne facevo parte...
Al cuore, quasi mi dispiace di averlo disprezzato...

Va bene, se è così, se tutti siete pronti a dirmi addio
allora non vedo perchè rimanere...
Quella luce oltre l'oriente mi chiama ancora...
chiama il nero di ciò che sono, un nero che sento diventar bianco...

Non l'avrei mai detto...
Ma non c'è più paura o dolore
E' presto per sorridere?
Per ringraziare delle catenne spezzate?

La vedo quasi, una mano bianca tesa, pura luce
ed a stento scorgo il viso di chi mi induce a seguirlo
vedo solo gli occhi, occhi verdi come le felci coperte di rugiada
blu come le acque del calmo oceano
rossi come il fuoco del tramorto nel cielo rosa chiaro
oro come il riflesso del sole su di una spada

E forse, ma sarà immaginazione, vi è anche un sorriso
so che mi eclisserò davanti a tale splendore
e la disperazione di questa coscienza mi fa esitare
non togliermi l'immortalità, ti supplico, non togliermi il piacere di guardare le stelle
non togliermi il canto del vento che tra i baratri e le gole soffia
non togliermi il desiderio per quell'angelo che di me ignora l'esistenza

E' troppo chiedere di piangere un ultima volta
nel guardare Gaia avvolta nel sonno?
Nel sognare i suoi campi verdi e le sue acque turchesi?
E' troppo tardi per pentirsi di averla fatta piangere e sanguinare?

 
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