da una serie originale:
"IL DEMONE CHE VOLLE ESSERE DIO."
una fanfiction di:

Generi:
Dark - Soprannaturale - Introspettivo
Avviso:
One Shot
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Vi dirò chi sono. Chi sono veramente

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 24/08/2007 20:13:12
 
ABC ABC ABC ABC




Tenebra.

Ritengo che sia offensivo relegarmi in un angolo buio dove la mia presenza potrebbe <i> quasi </i> passare inosservata. Dico quasi perché in quale universo uno come me potrebbe passare veramente inosservato?

Sembra quasi che i raggi mi vogliano sempre tenere stretti, come se non avessero visto una creatura più bella, come se in tutto il firmamento non ci fosse una stella più brillante di me.

E alla fin fine credo che sia davvero così.

Sono bello, sono <i> bellissimo </i>

E voi?
Voi che siete così deboli, così fastidiosamente piccoli, come osate definirmi?

Creatura delle tenebre.
Parto di Satana.
Revenant.
Non - Morto.

Mi dovrei offendere per tutte le leggende che circolano sulla mia specie e che mi dipingono come un mostro che vive solo di notte, un mostro che non ha buon gusto per apprezzare un crocefisso ben intarsiato. Un essere così debole che basta un pizzico d’aglio per tenerlo lontano.
Le vostre superstizioni mi inchiodano nell’anfratto delle grotte, a strisciare insieme ai serpenti di cui pensate sia parente. Nelle putride profondità della terra pensate che sia la mia dimora sebbene io dimori in tutto il mondo, sebbene tutto l’universo possa essere la mia casa, sebbene abbia un appartamento a dir poco delizioso che mi aspetta a New Orleans.

Siete degli stolti, lasciate che ve lo dica.

Lasciate che vi presenti veramente chi sono.
Chi è il vampiro di cui state leggendo.

Non sono né così tetro, né così inelegante, né tantomeno così debole.

No, non sono affatto debole.

Anzi, sono così forte che ormai neanche la luce del giorno può più farmi niente.
Sono così potente che se distendo la mano mi sembra di poter sentire il peso dell’immortalità.

Chiamare vampiro me che sono simile a un Dio!

Definirmi mostro, quando basta il riflesso dei miei occhi, o l’incredibile luce dei miei capelli per far cadere ai miei piedi qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia!

Non che ci sia un vero termine per definire me e i miei simili.
Sempre ammesso che vi siano esseri o creature che siano realmente simili a me.

Ho bevuto dal sangue dei millenni.
E per questo ho capito di essere differente.
Di essere <i> migliore </i>

Non potevo stare con gli umani.

Siete così stolti.
Così deboli..
Così …friabili.

Non potevo stare con voi.
Perché appena mi avvicinavo avvertivo l’odore del vostro sangue, avvertivo il lento pulsare del vostro cuore tranquillo, lo sentivo saltare appena un evento eccitante vi chiamava a sé.
Più mi avvicinavo e più mi vedevo simile ad un giaguaro, ad un predatore.
E non si è mai sentito di un leone che sta insieme alle gazzelle.
E’ qualcosa contro – natura. Qualcosa che supera anche il non essere naturale della mia condizione.

<i>E stare insieme a voi mi fa quasi odiare il mio stato. Mi fa rimpiangere le giornate che passavo accanto al camino, con i cani che dormivano accanto a me, con i miei fratelli che parlavano, con mio padre che borbottava. Mi fa rimpiangere i giorni in cui non sentivo il peso dei millenni sulle mie spalle, in cui potevo guardare avanti senza chiedermi quale altra incredibile creatura sarebbe arrivata a darmi fastidio. Ho letteralmente disprezzato la carne umana, la sua fragilità, la sua incapacità di spiccare il volo, ma i sentimenti umani, a volte, quando me ne sto per conto mio, mi mancano, e se sto troppo con voi, umani, il vuoto sembra farsi più grande.
Sembra aprire le fauci per inghiottirmi. </i>

Perciò mi sono innalzato sopra di voi.
E ho deciso di essere un timore, un incubo, un’ombra che si insinua nella vostra vita.
Per questo ho deciso di essere il vostro assassino.
Mi nutro della vostra magia, quando ne ho voglia.
E non permetto a me stesso di provare rimpianto o risentimento.
Vi considero esseri che sono stati posti su questa terra per il mio divertimento.
Per il realizzarsi di ogni mia più segreta pulsione.

Ma al contempo non potevo essere al pari dei miei simili, di quelli che si chiamano vampiri.
Ho voluto essere piu forte di tutti, ho voluto che non ci fosse nessuno al mondo che potesse essere più forte di me.

<i>Perché dal momento che ho rinunciato alla mia umanità, volevo che ne valesse la pena. Se dovevo essere un demone da scacciare, volevo essere il demone più spaventoso, ma con sembianze d’angelo, per portare i miei nemici nella mia trappola. Se dovevo essere un vampiro, volevo essere una leggenda. Se dovevo veramente essere una creatura sovrannaturale, per il prezzo che ho pagato, volontariamente s’intende, volevo essere un Dio</i>

Questo sono io.
Il demone che volle farsi Dio.



FINE




FINE
 
 
 
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