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- Capitolo 1° -
"Non è terra questa, ma un angolo di cielo"
Ammantata dalla luce dell'eternità,
splendente contro il muro dei secoli,
giaci sul giardino dell'Eden.
Specchiata nei tramonti che si perdono
lungo l'orizzonte del Mito,
Ti perdi nelle voci che profumano di Leggenda,
di storie che parlano di re,
che invocano il nome di Imperatori.
Abbracci un mondo fatto di legioni e gladiatori,
ti dispieghi lungo vicoli poetici che sanno di miracolo.
Ti mostri, furtiva, come angoli di paradiso
dove gli amanti si perdono,
davanti a Piazza Venezia, lungo Via Nazionale,
abbracciati alla bocca della Verità.
Trasudi sincerità nei tuoi angoli bui,
negli anfratti dove la gente non smette mai di idolatrarti.
Come una puttana ti concedi ai loro desideri,
ti accendi, li fai sentire vivi,
e poi chiedi il loro tributo.
Il loro amore, per tutte le ere che ancora
si piegheranno davanti alla tua magnificenza,
Mamma Roma.
Illumini il cielo con la tua splendente presenza,
e l'universo stesso impallidisce davanti
alla tua squisita imperfezione.
Accetti gli stracci, accetti i gioielli,
accetti l'amore, accetti l'indifferenza.
Io ballo al testaccio, seguo le linee del Colosseo,
mi affaccio su Ponte Sisto, e mi perdo
nei sogni e nelle tragiche novelle di Castel Sant'Angelo.
E ogni giorno ti amo, ti sogno, ti venero.
Come un uomo, come un cristallo, come una dea.
Una dea immortale.
Una dea che porta il nome di Roma.
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