THE TRUTH THAT I REMEMBERED
- Capitolo 1° -
[questa oneshot è presente anche sul forum di Nana, Nana.forumcommunity.net, dove sono iscritta con il nick, Broken Rose, quindi, se passate di lì, niente allarmismi! Sono sempre io ^^ Adesso, non mi resta che augurarvi buona lettura!]
La verità che ricordavo
<<La sua telefonata è...>>
<<E' stata passata al centralino. Certo, ho capito, ho capito.>> Takumi lanciò violentemente il cellulare sul letto della sua stanza. <<Dannazione!>> imprecò, rimanendo a fissare il cielo nero e stellato che s'intravedeva dalla finestra dell'albergo.
A Tokio, le auto sfrecciavano veloci per i labirinti che la popolavano, e i mille semafori lampeggiavano qua e là, sotto i lampioni alti e snelli che tempestavano i marciapiedi ancora gremiti di persone.
Da quell'hotel c'era una visuale perfetta: i grattacieli si stagliavano altissimi, fino quasi a toccare il cielo, e le villette creavano dei buffi quartieri praticamente identici.
Un'atmosfera ovattata... Ecco cos'era Tokio. Un'insieme di luci e schiamazzi.
<<Stai ancora provando a chiamarla?>>
La voce di Ren lo risvegliò dal tepore che lo aveva colto.
Takumi si allontanò dalla finestra, lasciando ricadere alle sue spalle, la tenda ricamata e color magenta.
<<Senti, Ren...>> si accese nevroticamente una sigaretta. <<Tu ne sai qualcosa? Sei stato da Nana in questi giorni, no? Avrete parlato, ti avrà pur detto qualcosa...>>
"Hachi si è finalmente messa con Nobu!"
"Ma come? E con Takumi?"
"Ma figurati se può gestire due ragazzi in una volta, quella lì!"
Ren si fece lanciare il pacchetto.
<<No... Non mi ha detto nulla.>>
E anche lui si accese una sigaretta.
<<Senti, Takumi, ormai è inutile continuare a chiamarla. Te l'aveva detto lei stessa, no?>>
Takumi si girò di scatto, e i suoi occhi gelidi si posarono sull'amico.
Avrebbe voluto urlargli in faccia qualsiasi cosa, e sbatterlo fuori dalla stanza a pugni, se fosse stato necessario. Ma niente. Si limitò a chiedergli di uscire dalla stanza, con un filo di voce.
<<Sono stanco, Ren...>>
E l'amico uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Sospirò, e si guardò attorno, grattandosi la nuca.
E' vero, gli aveva detto di non cercarla più... E allora?
Le parole di una donna non vanno mai prese alla lettera.. Mai. Non è forse così?
Dopotutto, pensò, Nana non era mai sembrata tanto sicura, ad ogni loro incontro... Soprattutto quella volta con Nobu. Sembrava delusa, afflitta... Un'insieme di cose a cui, in quel momento, non aveva fatto caso. Non poteva perdere tempo in certe stupidate, lui. Non in quel momento.
E si ricordò di quando le aveva parlato delle donne che aveva avuto.
"Dopo un po', non volevano più vedermi. Con il lavoro ero sempre via, e loro non ne potevano più... Non ho mai avuto una relazione stabile, in realtà.
Ma lei sembrava l'unica relazione che stava sul serio funzionando.
Nessuna parola costretta, nessun contratto.
Eppure gli sembrava che fossero legati da un sottile filo invisibile.
Bastava una telefonata perché s'incontrassero.
Parlavano.
E facevano l'amore.
E tutto andava bene così.
E allora, che cos'era cambiato?
Takumi andava avanti e indietro per la stanza, facendo svolazzare i lunghi capelli corvini.
<<Dannazione.. dannazione.. Dannazione!!>> esclamò, e tirò un calcio ad un cestino che aveva a fianco al letto.
Rotolò, spargendo per la camera dei fogli di carta arrotolati e le cicche delle sigarette.
Possibile che avesse un altro?
O erano state le sue parole sul fatto che aspettasse un bambino, a farla allontanare?
Possibile che fosse rimasta incinta?
...Scosse la testa, a quel pensiero.
Gelilo averebbe detto. E di certo avrebbe fatto di tutto perché lui si prendesse le sue responsabilità.
E allora? Possibile che avesse davvero un altro?
Che, nel tempo in cui non si erano visti nè sentiti, lei si fosse innamorata di un altro?
Possibile che lo avesse già dimenticato?
Takumi si portò una mano alla testa, fra i capelli che gli ricadevano davanti agli occhi.
Ma soprattutto, perché gli pesava così tanto?
Se fosse stata un'altra, adesso, sarebbe stato sicuramente a letto con un'altra.
E invece? Invece era lì, in una squallida stanza d'albergo, a fare i conti con dei pensieri che non gli erano mai passati per la mente, prima di allora.
Possessività.
Orgoglio.
Gelosia.
Amore.
Cosa provava per lei?
Non s'era mai fermato a pensarci.
Cosa provava per lei?
Si stese sul letto, incrociando le braccia dietro la testa.
Cosa provava?
Guardando il soffitto, in silenzio, chiuse gli occhi.
Nana...
I sentimenti si mischiavano gli uni agli altri, in un vortice che, quasi, lo spaventava.
L'uomo ha paura delle cose che non conosce, e per Takumi era la stessa cosa.
Lui, non aveva mai provato niente di simile per una donna.
Non era mai stato geloso, a quel punto.
Non aveva mai perso la testa, a quel punto.
Non era mai arrivato a tanto.
Eppure, il pensiero che potesse averla un altro, lo faceva impazzire, come lo stesso pensiero di non poterla più avere.
...non voglio cederti a nessuno.
Appena gli impegni sarebbero stati minori, sarebbe andato a trovarla.
Perché per quanto costasse ammetterlo, lui aveva bisogno di lei.
Perché era stata la prima donna che lo aveva aspettato così a lungo.
resta per sempre...
Mia.
fine.
Disclaimers: I personaggi utilizzati non mi appartengono: sono nati dalla mano dell'amata sensei Yazawa.
Inoltre, le frasi scritte in corsivo sono tratte da dei dialoghi presenti nel manga.
Ovviamente i personaggi sono tutti maggiorenni e i fatti narrati non sono avvenuti nella realtà.
Grazie,
Ishi.
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E' stupenda , complimentoni!!!!!! ^ ^