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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: CRASY
Genere: Horror, Drammatico, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: darkaeris galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/08/2007 20:40:44 (ultimo inserimento: 22/08/07)

A Grande richiesta la Versione horror di Black Angel
 
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GIORNO PRIMO&GIORNO SECONDO
- Capitolo 1° -

Ecco qui, come chiesto da molti la seconda Versione di Black Angel, che comunque non ho terminato, mi avete chiesto di farla Horror perchè secondo voi ci stava bene? come volte, il rischio è vostroXD

Giorno Primo


Sono qui nella mia Stanza e fisso il soffitto, mi sento così stanca.
Non riesco a capire a cosa sia dovuta questa mia Stanchezza, eppure ho dormito come al solito, ho mangiato a sufficienza e oggi non ho fatto eccessivi sforzi, eppure…eppure sono stanca.

Un sospiro emetto, e mi porto a sedere carezzando con la mancina le lenzuola fresche, è estate, fuori fa davvero caldo ma nella mia stanza si sta davvero bene. Non capisco il perché di questa sensazione, non capisco il perché di questa opprimente forza esterna che quasi mi schiaccia.
Un nodo alla gola, sento il corpo soffocarmi, deglutisco ma questa sensazione non m’abbandona, è come se mi stessero stritolando il cuore. Non capisco cosa sia.
Può darsi che mi stia ammalando, chissà, influenza o cose così, eppure questa sensazione non si avvicina ai soliti malesseri fisici, non lo so, non mi sembra solo fisico, ma sarà un impressione.

Mi porto in piedi e avanzo verso la cucina superando il corridoietto, in casa non c’è nessuno, meglio così almeno non sento litigare quegli idioti dei miei genitori. Sempre a litigare sempre, mi chiedo perché non divorzino. Ma litigano per le minime stronzate, non e posso davvero più, ma dopotutto che ci devo fare io? Sono semplicemente la ragazzina di casa che sta in silenzio nella sua camera, mentre il fratello se può tranquillamente uscire per i fatti suoi.
Scuoto il capo, quasi a voler scacciare quei pensieri dalla testa, m’avvicino al frigorifero e lo apro, esaminandone l’interno con minuziosa cura, concentrando i miei pensieri li. Sbuffo appena prendendo il latte nel cartone, mezzo litro più che sufficiente. Chiudo il frigo e mi siedo aprendo il latte e prendo a berlo, grandi sorsi, solo un paio di respiri e lo finisco, poggio malamente il cartone del latte sul tavolo, una smorfia, Dio ora ho il vomito, come al solito.
Non riesco nemmeno a bere il latte in questo periodo, ho iniziato con il rigurgitare il cibo ed ora anche i liquidi, che palle, si decisamente mi sto ammalando. Mi alzo di scatto e mi precipito al Lavabo dei piatti, rigurgito tutto il latte senza far rumore, senza versi, una delle cose che mi piace di me e che Vomito silenziosamente, insomma, sono discreta. Ho un sapore acidognolo in bocca e la sensazione di Nausea non vuole abbandonarmi, butto il cartone del latte ora mai vuoto nel pattume, quasi schifata.

Non ho voglia di accendere il computer, non ho voglia di sentire nessuno, guardo la mia Play2 e scrollo le spalle, non ho voglia nemmeno di giocarci, uscire magari, però quando c’era ombra, il sole mi fa star male, ne sono allergica, che sfigata che sono, pure allergica al sole. E con chi esco?
Uhm…bhe con nessuno, non ho nessuno con cui uscire quindi mi farò un giro per conto mio, almeno così mi compro le sigarette.

Mi siedo sul divano e fisso lo schermo nero della televisione, posso vedere la mia piccola sagoma riflessa, una smorfia, mi da fastidio vedermi riflessa, non posso sopportare di vedermi, non mi piace, ma ho sempre odiato anche farmi filmare e fotografare, penso sia normale, non so perché ma è così, mha.
Ecco che il battito cardiaco accelera, il respiro mi si fa ansante, un attacco d’ansia, è il terzo in due ore, ma che palle! Chiudo gli occhi, una smorfia sul viso, devo calmarmi perché se no rigurgito di nuovo, alzo un poco il capo poggiandomi completamente allo schienale della poltrona, ecco così va meglio, mi sto calmando.
Mi guardo attorno, osservo il taglierino che uso per i lavori di Fumettistica, schiocca la lingua sul palato e mi siedo, prendo il taglierino, osservo la perfetta ed affilata lama, lucida e ben tenuta, ci tengo io alle mie cose, sono perfettina. Lascio che la lama carezzi appena la mia pelle chiara, forse d’un colorito troppo pallido, mi fa l’aria di essere malaticcia. Affondo lentamente la lama sino a che la carne non viene separata a forza, chiudo gli occhi, mi fa male si, eppure è un dolore ricercato, fa male si eppure vedere uscire del sangue mi rilassa, non sento più quell’angoscia e quel senso di soffocamento, sorrido, ora sto un pochetto meglio. E’ come una valvola di sfogo, con l’uscire del sangue è come se uscisse un poco di pressione….


Giorno Secondo


Apro gli occhi, ancora una volta, fisso il bianco soffitto, sospiro semplicemente, quel candido muro. Il mio corpo immobile, non sembra quasi rispondere più ai miei comandi, una smorfia mi attraversa il viso, mi sento così pesante, mi sento così stanca.
Un colpo di tosse che mi fa vibrare la cassa toracica, un’altra smorfia, si non sono proprio in forma, sto male, maledizione a sta influenza. Decido di prendere in pugno il mio corpo, stringo i denti e mi isso a sedere, sono sudata, mi passo la mancina tra i morbidi capelli, mio grande ed unico orgoglio, li tengo bene, mi piacciono i miei capelli, castano scuro con qualche riflesso rossiccio. Mi guardo attorno, la mia camera nella penombra, poca luce filtra dalla finestra per via delle pesanti tende color notte. Sbuffo ancora portandomi a far scivolare giù dal letto i piedi, tocco il freddo pavimento con essi, mi guardo attorno.
Mi isso in piedi mugugnando appena, il corpo mi pare così pesante, mi sento come stordita, strano, non ho mica bevuto ieri. Esco dalla mia stanza, ancora quell’opprimente sensazione al cuore, sembra quasi me lo stiano stritolando. Guardo se i miei sono ancora in casa, in sala non c’è nessuno, allora vado a vedere alla loro camera, c’è mio padre che dorme ancora.
Ma che ore sono?


Ah, le otto del mattino, si in effetti è abbastanza presto visto che siamo in estate. Fessurizzo i miei occhi castano nocciola, non mi va di vederlo, sono riuscita a non vederlo per giorni e mi tocca vederlo ora. Il mio corpo viene scosso da un brivido, la pressione, sento quasi qualcosa espandersi dentro di me, una smorfia sul mio viso, che fastidio, maledizione che fastidio…
Lentamente sul mio viso si apre un ghigno, non so nemmeno io il perché, però sento una strana euforia nel corpo che ora rabbrividisce nuovamente. Forse so come stare bene, si forse ora lo so, se facendo uscire il mio sangue mi sono sentita bene significa che mi devo scaricare si, quindi se faccio uscire il sangue di qualcun altro sarebbe come se io stessa mi scaricassi andando di logica, si certamente, non può che essere così.
Mi avvio in cucina e apro il cassetto sotto il tavolo, il set di coltelli, li esamino, ne voglio uno bello, grande ma non troppo, insomma speciale, ne prendo in mano uno e lo esamino, no non mi piacciono, questi non mi piacciono e poi sono sporchi, chissà quanti batteri, se faccio uscire il sangue poi si insinuano e non è sfogarsi per bene, no sarebbe uno sfogarsi sporco.
Ecco allora che vado ad aprire una credenza, si da qualche parte qui dovrebbe esserci il set nuovo, quello da macellaio, sogghigno mio s’allarga, credo di avere una strana espressione, sento la mia pelle tirata, non credo si sia mai tesa così nel viso, eppure non posso smettere di sorridere, sono felice davvero felice ora.

Ecco un coltello che fa per me, il manico di legno rivestito di cuoio ruvido nero, con i fermi d’acciaio, lucida la lama e perfetta, nessuna scalfittura, linda, mi ci posso specchiare, la lama che dal manico parte allungata per poi assottigliarsi sino ad una misera e affilata punta. Tutto ciò è eccitante. La mia immagine si rispecchia perfettamente, non è distorta no, la lama è così pura che ne rende limpido il riflesso. Mi vedo, vedo il mio viso piegato in una distorta espressione di puro sadismo, non mi da fastidio vedermi ora, no anzi mi piace davvero questa mia espressione, i miei occhi brillano per l’eccitazione del momento.
Ritorno verso la camera da letto dei miei genitori, nella destra tengo perfettamente impugnato il manico del coltello, ecco dunque che entro, mio padre dorme ancora. Ciondolo il capo a destra e sinistra, lasciando che i capelli mi accarezzino dolcemente viso e spalle, è così piacevole, un momento di pura eccitazione, non eccitazione sessuale, non quel sporco piacere fisico, no. Questo è un piacere che prende dentro, che si espande in ogni capillare, in ogni piccola parte del corpo avvolgendo organi ed anima. La mia lingua guizza all’esterno, accarezzando come velluto il labbro inferiore, sembro quasi una serpe che saggia l’aria, m’avvicino alla parte ove mio padre russa come un maiale. E’ sporco, ferendolo con una lama tanto perfetta lo purificherò, si perché essa è pulita mentre lui è sporco. Lascio che il coltello sfiori appena la pelle sua, sposto le coperte, facendo si che il busto sia scoperto, non mi preoccupo di svegliarlo, nulla può fermarmi perché io devo far uscire il sangue, so che devo farlo, lo devo farlo per scaricarmi. Poggio la punta della lama sul suo ventre, per quanto sia possibile i miei occhi si dilatano ulteriormente, affondo la lama girandola e strattonando, uno squarcio, sento mio padre sussultare e svegliarsi di colpo, mi sposto estraendo la lama dalle sue viscere. Guizza il sangue sporcandomi, sento calde gocce sul mio viso. Il coltello completamente sporco, sangue sulla mia mano, urla mia padre portandosi le mani al ventre, copioso sangue ricade sul letto.
I suoi occhi sono sbarrati, sembra non capacitarsi di quanto accaduto, si guarda il ventre, tenendosi le mani a questi come se volesse trattenersi le viscere, rido, rido e rido ancora. Mi sembro isterica da sola, ma quella sensazione di benessere è così forte che non posso farne a meno. Sento che tutta la mia tensione ed il mio malessere si sta scaricando, proprio come avevo previsto,si è così, è proprio come avevo pensato.

Inizia a strisciare mio Padre, cercando di allontanarsi da me, che mi tema? Eppure io l’ho purificato, dovrebbe essere contento! Sta perdendo molto sangue, i suoi gemiti sono strozzati, credo abbia paura, ma non è che ne sia sicura, bho non lo so. Fatto sta che ora c’è davvero tanto sangue in giro, saltello sul posto, come una bambina che freme vedendo il suo giocattolo che funziona. Lentamente rallenta, il suo respiro ansante si spegne, è mezzo giù dal letto, le braccia ed il viso a terra, non si muovono, mentre bacino e gambe sono sul letto, il sangue si riversa sul pavimento, credo ci sia un poco di stomaco che esce, in fondo gli ho squarciato il ventre, che cosa simpatica!!
Il suo respiro lentamente si ferma, il suo sguardo vuoto, sorrido dolcemente ora andando da lui e inginocchiandomi di fianco, non si muove più, deve essere stanco…ed io ora sto così bene, gli poso la mancina sul capo mentre la destra continua a tenere saldo il coltello.

<<Tranquillo papà…riposati pure, tranquillo, sei stato bravo>>



Ecco qui il primo capitolo, ovviamente continua, commentate miraccomando^^
 
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