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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Tokyo Mew Mew
Titolo Fanfic: YUREII NO AI
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC, AU
Autore: elion93 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/08/2007 16:45:00

eresie! ho scritto una non yaoi e pure su un anime che odio *_* cosa nn ti fanno fare i contest...
 
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- Capitolo 1° -

YUUREI  NO AI
 
Camminando per strada capita di sentire cose che pensavi di non poter più conoscere: l’odore forte del tabacco di un sigaro vicino al vecchio bar, le pieghe ribelli della gonna di una divisa scolastica, l’odore quasi fastidioso dei fiori della fioraia dell’angolo che espone solo ora la sua nuova composizione di iris appena recisi, appena uccisi.
E anche quando pensi che nessuno ti regalerà mai quei fiori li osservi sognando il giorno in cui potrai accarezzare quel debole stelo osservando il volto dormiente della persona che ti li ha regalati con un sorrisetto imbarazzato e malizioso al tempo stesso.
Sarà con le stesse mani con cui ai toccato quei fiori tanto delicati che sfiorerai quel volto non più giovane con il quale hai co

A quel tempo, seppur con malcelata tristezza, speravo che un giorno avrei concluso quella strana canzone che è la vita con un accordo piano e con una sottile melodia di violini che mi avrebbe accompagnata verso la fine dei miei giorni pensando con nostalgia ai tempi del caffé mew mew e alle facce ormai familiari delle mie amiche, avevo diciassette anni all’epoca in cui Guish si mise con me e diciotto quando disse di amarmi.
Pensavo che lo avrei sposato e che la mia canzone sarebbe finita con le sue dita tra le mie e le sue braccia leggere sui miei fianchi in un abbraccio infinito, antico e nuovo.
A diciotto anni scoprii che l’amore è più grande di ogni cosa e che nulla è sicuro, non hai certezze ed è inutile basarti su ciò che leggi in un giornale, ciò che gli altri ti spacciano per “regole” nell’amore diventano solo parole vuote e prive di significato prodotte al solo scopo di dar sicurezza a coloro che hanno bisogno di certezze nella vita.
A diciotto anni mi innamorai di un’ombra, una unica immagine riflessa dalla mia mente sotto forma di un suono, del più dolce arpeggio della mia canzone: “Mark”
 
 
Ero nata in un angolo relativamente tranquillo di una città caotica come solo Tokyo sa essere con la maledizione di un nome come Strawberry a seguirmi fedelmente.
Iniziai a lavorare relativamente presto in un caffé pasticceria insieme a delle mie amiche per due ragazzi poco più grandi di noi; non avevo mai brillato per intelligenza ma ero sempre stata lodata per una certa sensibilità nei confronti delle persone.
Con i miei genitori avevo un rapporto quantomeno idilliaco ed ero circondata da amici, avevo una vita tranquilla e serena.
Il giorno in cui tutto cambiò pioveva e stavo lavorando quando Pam, una delle mie amiche mi chiese di andare a prendere la farina nel deposito.
Nonostante la mia tanto decantata sensibilità sbuffai con accidia dirigendomi con passo poco scattante, o suino come avrebbe detto Paddy, verso il deposito.
Il deposito non era altro che uno stanzone distante pochi metri dal locale nel quale tutte le scorte erano minuziosamente tenute.
Non so perché ma quel posto mi aveva sempre fatto paura, forse perché essendo sopra una collina da li potevi intravedere il vasto cimitero che vi sorgeva accanto, oppure per la debole luce che faticava sempre ad accendersi quasi fosse stata più pigra di me.
Fatto sta che, nemmeno a farlo apposta, proprio a me si fulminava sempre la luce e mi ritrovavo nel buio di quella stanza circondata solo da inanimati sacchi di ingredienti.
Credo di non aver mai amato tanto la poca luce del mio cellulare.
Uscii goffamente dal deposito con un sacco di farina in un braccio e l’ombrello nell’altra mano, una mano gentile afferrò il sacco poco prima che cadesse rovinosamente nell’erba bagnata del prato che divideva il deposito dal caffé e senza neppure rendermene conto mi persi negli occhi di quel ragazzo che dolcemente arcuò le proprie lebbre in quello che tuttora ricordo come il più bel sorriso che abbia mai visto nella mia vita.
Non era tanto la bellezza per il suo fisico scolpito accarezzato leggero dalle lacrime della pioggia quanto l’aria spaesata che vigeva nei suoi occhi mentre accompagnandomi dopo solo un mio flebile ringraziamento mi lasciava all’entrata del bar quasi come se una sua qualche certezza fosse d’improvviso crollata.
Aprii con fatica la porta con il sacco di farina sulle braccia e mi girai con la scusa dell’educazione per potermi perdere ancora una volta in quegli occhi ma voltandomi vidi solo la poca luce solare riflettersi nelle gocce di pioggia.
Mi resi conto che c’era qualcosa che non andava nel mio rapporto con Guish mente camminandogli accanto cercavo sempre di ritrovare quegli occhi spaesati nei suoi senza mai riuscirci.
Ne parlai alle mie amiche del caffé ma tutte loro dissero che a tutti può capitare di perdere la testa per un ragazzo che non conosci, che non necessariamente questo doveva impedirmi di stare con il mio ragazzo ma tutto questo mi stonava incredibilmente e per quanto mi sforzassi nei mie pensieri resta sempre lui e lui soltanto!
Passai mesi in uno stato di costante trepidazione sperando di rivedere anche di sfuggita quello sguardo fino a che quasi quattro mesi dopo lo rividi andando al lavoro che fissava il caffé con quella espressione tanto bella e dolce e il mio cuore mancò un battito, la prima sincope della mia melodia!
Non saprei descrivere cosa successe dopo: mani, sudore, baci! Io avevo imparato ad amare come una donna e lo avevo fatto con una persona di cui non conoscevo neppure il nome!
A quel giorno ne seguirono altri, altri incontri, altre passioni e forse per la mia sensibilità che iniziavo ad odiare lasciai Guish guadagnandomi il suo odio dal momento che non accennai mai a lui di Mark ne tanto meno del fatto che avevo fatto con lui la cosa che per mesi Guish aveva chiesto di fare con me: amarlo con tutta me stessa.
Perfino le ragazze del caffé non presero in simpatia questo Mark che era arrivato all’improvviso a sconvolgere in parte anche le loro vite.
La prima a capire la grandezza degli eventi fu la senpai Pam che forse per esperienza  per una sua attitudine a capire le cose comprese da subito che per me Mark non era una cotta.
Lo so che a diciotto anni non puoi comprendere realmente dinamiche come il vero amore o i problemi che ci sono nella vita però come ho detto prima le regole in amore diventano parole vuote.
Fu così che la sera del mio diciannovesimo compleanno stesi nel letto di quella strana e vuota casa che aveva visto il nostro amore crescere io proposi a Mark di fuggire, di scappare insieme, lontano da genitori oppressivi, amiche troppo vicine per poter sopportare di vederle soffrire per te, perché io lo sapevo che avrei sofferto, e per l’egoistico desiderio di scappare da tutto e da tutto…e dal passato, ma questo me lo tenni per me.
Non so come ma lui sembrò capire ciò che io volevo dire con le mie parole e mi abbracciò quasi facendomi male e facendo una cosa che allora non compresi: pianse, pianse a lungo e mi abbracciava asciugando le sue lacrime sul mio petto e trasmettendomi per la prima volta un vago sentore di ciò che nascondeva dietro a quel silenzio e a quelle parole non dette in quei mesi di rapporto e dicendo solo una cosa sensata tra i singhiozzi:- non sarebbe dovuto succedere tutto questo…io ti amo così tanto!-
Inizialmente pensai di aver detto qualcosa di sbagliato a causa della mia ingenuità ma poi mi resi piano piano conto che c’era qualcosa di molto più grande dietro di queste lacrime.
Per mesi interi, anni ora che ci penso, non rividi più Mark.
Di nuovo arrivò il periodo delle piogge e altre volte andai al deposito sognando di vederlo come la prima volta ma la speranza si affievolisce fino a diventare solo una translucida ed insensata illusione che si perdeva nelle lacrime davanti alla finestra coperta di luce di un sole che non scalda abbastanza e nell’imbarazzo mentre cercavo amore in altre persone illudendole e mentendo a me stessa che cercavo ancora con insistenza quegli occhi, quella pelle, quell’odore ed anche se necessario quelle lacrime.
Ero ormai sposata quando lo rividi, proprio li fuori da quell’ormai diroccato deposito e lui se ne stava li con la stessa espressione senza essere invecchiato neppure di un giorno da quando lo avevo visto.
Era ricomparso forte ai miei occhi ma il mio tatto e i miei altri sensi non si poterono giovare della sua presenza  dato che con ostinata stoltezza le mie gambe non mossero un passo verso quella visione per me così irreale.
Fu lui a raggiungermi e mi accorsi con sgomento che non era solo una mia impressione il fatto che lui non fosse invecchiato: i suoi tratti puerili, lo sguardo perso da ragazzo e persino il fisico da adolescente, era tutto ancora li come lo avevo lasciato, per quanto razionalmente sapessi quanto tutto questo era impossibile non potei fare a meno volermi riperdere in quel mare di sensi che solo lui mi aveva dato e prendendo in giro un’ultima definitiva volta l’uomo che avevo sposato.
A ventisette anni, quattro mesi e dodici giorni presi un treno per l’Hokkaido con un ragazzo che otto anni prima avevo amato con tutto il mio cuore e che non era invecchiato di un giorno, non parlammo, a pensarci ora non ci eravamo neppure salutati, era tutto accaduto quasi meccanicamente.
Furono i giorni più dolci della mia vita, la serie di arpeggi acuti e veloci della mia melodia .
Tornai da mio marito a Tokyo dopo essermi svegliata sola nella mia stanza di albergo e dopo tre mesi e dieci giorni fui internata nel reparto di psichiatria: in ventisette anni sette mesi e ventidue giorni nessuno aveva capito che ero pazza!
Ma Mark è esistito…quello non era un allucinazione vero?
 
 
-Allora come stai?- chiese un ragazzo di diciotto anni alla sua ragazza che se ne stava mollemente adagiata su un letto in preda un una brutta influenza.
Sbadigliando lei mugolò qualcosa che somigliava ad un “meglio grazie”.
Il ragazzo ridacchiò dandole un leggero bacio sulla fronte.
- sai amore mio che un ragazzo di nome Mark è morto quarantadue anni fa davanti al locale dove lavoravi?- disse lui dopo poco.
Lei sorrise stanca:-Mark come te?- lui annuì mesto e sorridendo triste aggiunse: -lui ti amava così tanto che per tutto questo tempo non ha potuto fare altro che seguirti e amarti davvero, ha provato a starti lontano ma proprio non ce la fatta!- e detto questo le bacio leggero le labbra.
-lo so…-disse solo lei carezzando l’aria di fronte a se –ti amo anche io!- disse lei prima di lasciarsi accomodarsi meglio nei cuscini del letto.
-ma tanto ora staremo insieme per sempre- disse dopo un poco vedendo l’immagine del ragazzo sparire e lasciandosi abbandonare a un sonno ristoratore ed eterno.
 
Cinque giorni dopo nella zona sud di Tokyo vicino ad un grande cimitero quattro donne sulla sessantina si incontrarono al funerale di una loro amica.
-sapete io credo che lei non fosse pazza!- disse la più giovane che poteva ancora vantare qualche originale ciuffo biondo; le altre sorrisero in segno di assenso guardando la croce di legno che temporaneamente le era stata assegnata.
-non è buffo: il ragazzo seppellito qui accanto è morto quarantadue anni fa! Non è strano che siano seppelliti accanto?? – chiese candidamente una di loro che aveva due sottili trecce a legarle i capelli lunghi e degli enormi occhiali a coprirle parzialmente il viso.
una di loro tirò fuori un fazzoletto di seta mentre lasciavano che le risposte alle loro varie domande si perdessero nell’aria e disse memore di fatti accaduti molti anni prima: -questo fazzoletto te lo puoi anche tenere ora!- 
l’unica di loro a non aver ancora parlato sorrise alla lapide e disse piano:- non pensavo che si amassero così tanto!-
nonostante questa affermazione avesse suscitato la curiosità delle altre non furono pronunciate altre parole e piano piano ognuna di loro si appresto a concludere come più ritenne opportuna la sua melodia e i loro accordi prima che tutto finisse. 

**ç**§**ò**+**la fin**ç**§**ò**+**

oddio non avrei mai pensato di fare una cosa del genere...
nonè neppure un po' shonen ai ç_ç vabbè capita a tutti di fare degli errori nella vita...povera piccola elion!
comunque per chiunque sia interessaato a mostrarmi il proprio rancore o la propria pietà commentate ç_ç vi prego non avete idea di che tristezza sia non essere cagate di striscio!

 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
surf-chan - Voto: 22/02/09 16:44
stupenda. e hai un eccellente modo di scrivere! :)
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