CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -
- Secondo voi c’è vita dopo la morte? – aveva chiesto Choji ai suoi due compagni di squadra una sera, mentre tutti e tre stavano guardando il cielo stellato.
Shikamaru si voltò stupito per quell’ improvvisa domanda.
Ino sembrò pensarci su.
- Secondo me si. –
Choji si voltò verso il moro attendendo una risposta.
- Bhò! – rispose col suo solito tono – Non sono mai morto, non so dirti! – rispose sarcasticamente.
- Magari noi tre staremo insieme anche dopo la morte. – ipotizzò Ino
- Uff, figurati! E vi dovrei sopportare anche dopo morto? – le rispose Shikamaru
La bionda rise.
- Diventeremo dei fantasmi e andremo in giro a spaventare la gente! – esclamò ridendo.
Poi tornò a guardare il cielo.
- Però è bello pensarla così, almeno quando uno di noi morirà gli altri vivranno sereni nella speranza di rincontrarsi dopo la morte. Chi sarà il primo a morire? -
- Io. – rispose subito Shikamaru come se nulla fosse.
Agli sguardi dei due amici il moro sorrise
- E Ino morirà il giorno dopo di me. Tu Choji sarai l’ultimo. – spiegò.
- Perché siamo nati a un giorno di distanza? Ma se è così allo Choji sarebbe il primo a morire, non l’ultimo… -
- Non so, ho l’impressione che sarà il più longevo tra noi. – concluse Shikamaru mettendosi le mani dietro la testa e tornando a guardare le stelle.
- Io invece penso che moriremo lo stesso giorno, tutti e tre. Magari in una missione, così saremo ricordati come eroi! Sarebbe bello! –affermo invece Ino.
- Morire in missione… il massimo della vita! – commentò ancora il moro rendendosi subito conto che dire che morire è il massimo della vita era una frase un po’ ambigua.
- Qualunque cosa accada…. Credo che le nostre anime si rincontreranno. Noi siamo legati da un filo indissolubile! – concluse Ino con aria sognante.
- Magari ci reincarneremo… e saremo ancora in squadra assieme! -
Ci fu un lungo silenzio. Chissà come mai avevano cominciato a parlare di cose così tristi, in modo così naturale, proprio i un momento così romantico e sereno.
- Ma secondo voi… dopo la morte si potrà mangiare? – chiese infine incerto Choji.
Gli altri due risero divertiti dalla serietà con cui il loro amico aveva fatto quella domanda.
10 anni dopo.
Tre giovani donne. Sakura, Hinata e Tenten.
Tenevano per mano tre bambini, uno ciascuno.
Sakura un morettino dall’aria annoiata. Sakura proprio non capiva da chi avesse preso quell’espressione. Da lei no di certo. Ma nemmeno da Lee!
Hinata teneva a freno l’entusiasmo di una bambolina bionda dai grandi occhi azzurri.
Di certo aveva preso da Naruto, ma quella tendenza a comandare gli altri due e la passione per i fiori le ricordava tanto una sua cara amica.
Infine Tenten che teneva d’occhio con lo guardo un bimbo pacioccone stranamente attirato dalle farfalle.
Le tre donne osservavano tre lapidi.
Quelle di Choji, Ino e Shikamaru.
Morti in missione.
Shikamaru il giorno stesso, Ino il giorno dopo.
Choji era rimasto in coma poco più di settimana, prima di seguire i suoi due amici.
Uscirono dal cimitero mentre i tre bambini, che ancora non capivano bene la solennità del posto, giocavano a rincorrersi sul prato.
Sorrisero.
Non erano affatto tristi per la perdita, e i tre amici non mancavano a nessuno.
Il piccolo Hero corse a piangere da Tenten lamentandosi degli scherzi della pestifera Ayame mentre il piccolo Haru si lamentava del casino.
Le tre donne si scambiarono uno sguardo di intesa.
Non erano tristi perché Ino, Shikamaru e Choji erano tornati ed erano lì, davanti ai loro occhi…
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