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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: BUTTERFLY WINGS
Genere: Sentimentale, Romantico, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shoujo Ai
Autore: erialin galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/08/2007 15:56:47

Questa è la storia, di Anis venne che abbandonata in fasce, in un villaggio immerso nel bosco.La storia inizia col suo 18esimo compleanno.nn perdetela
 
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- Capitolo 1° -

>Salve a tutti color che hanno deciso di leggere la mia storia.intanto mi presento.. Mi chiamo Erialin e ho 22 anni. Questa storia ho iniziato a scriverla a 19 anni, e anche se volevo finirla verso i 20, e farne un libro tipo Eragon, (Per via di fama si intende),non sono riuscita nel mio intento, causa di studio e altre situazioni successe mella mia vita. Adesso dopo tanto l'ho finalmente ripreso in mano e sono contenta di poterlo pubblicare ( almeno in parte) su manga.it ^^!!! Mi raccomando,mandatemi il vostro parere!!!


In un paese molto lontano viveva una ragazza di diciotto anni molto bella di nome Anis.
Anis era molto alta, quasi un metro e settantotto, la carnagione ambrata, i capelli biondiargentati, gli occhi azzurri come il cielo e le labbra rosse come una rosa, che le dava un’aria nobiliare. Tutta la gente del villaggio le voleva molto bene, poiché la ragazza era stata trovata ancora in fasce, vicino alla fontana del parco e da allora tutti la consideravano come una figlia.
Anis amava molto le persone del villaggio che l’avevano cresciuta con tanto amore. Un giorno decise di inoltrarsi nella foresta, nonostante le avessero detto fin da piccola che era molto pericoloso varcare il limite segnato dalla Grande Quercia, poiché chi vi andava raramente trovava la strada del ritorno. Lei era così attratta da quel luogo misterioso che ignorò gli avvertimenti e partì all’avventura.
Il bosco quel giorno era splendido, i raggi del sole filtravano attraverso i rami e le foglie e appena le toccavano la chioma lunga e morbida le facevano risplendere ogni capello. Anis indossava un grazioso abito regalatole dalle madri del villaggio per il suo compleanno. Il vestito era bianco con il corpetto ricamato, maniche ampie di velo e una morbida gonna in raso bianco che poggiava delicatamente a terra; i suoi capelli erano appena intrecciati con fiori e nastri bianchi. Camminando intonava dolci melodie, e chiunque non la conosceva la scambiava per una ninfa dei boschi.
In breve tempo arrivò alla grande e vecchia quercia che segnava il confine del non ritorno. Al pensiero di scoprire ciò che c’era oltre l’antico albero, la sua paura svanì, e Anis iniziò a addentrarsi sempre di più nella foresta, continuando a cantare dolcemente.
Passeggiando vide luoghi meravigliosi: prati con fiori d’ogni tipo e un grazioso torrente che portava con sé petali verso un lago cristallino. Incantata dalla leggerezza con cui galleggiavano i petali iniziò a seguire il torrente, finche non si accorse di essere arrivata nelle vicinanze di tre grandi alberi con delle strane aperture nel tronco. Avvicinandosi a quegli arbusti scorse l’ingresso ad una grotta, la cui entrata era circondata da fiori bellissimi e ornata con edera e altre piante rampicanti. In tutta la sua vita non aveva mai visto niente del genere e decise di entrare. Man mano che avanzava i raggi del sole diminuivano, la luce delle lucciole aumentava e rendeva tutto simile ad un sogno. Dopo pochi metri notò una flebile luce nascosta da un muro d’edera e scostandola vide una stanza degna di una principessa. C’era un letto a baldacchino creato intrecciando dei rampicanti e adoperando le loro foglie per creare le tende; il materasso era d’erba e le lenzuola erano di freschi e profumati petali variopinti. Accanto al letto vi era una colonnina che teneva una bacinella di pietra riempita con acqua e petali di rosa. Al centro della stanza vi era, sempre d’edera, un tavolino con un tronco d’albero come sedia. Anis era così intenta ad ammirare ciò che c’era nella stanza che non si accorse dell’arrivo del padrone di casa.
- “Chi sei? Chi ti ha dato il permesso di entrare in casa mia”?- disse una voce giovane.
- “Mi scusi, ma non credevo che fosse casa sua. È la prima volta che vengo da queste parti, ed ero rimasta così incantata dal luogo, che sono entrata”- disse Anis mortificata, e voltandosi lentamente, vide il padrone di quella casa fiabesca.
Era un ragazzo di circa diciannove anni con capelli castano chiaro scalati fino al collo, era alto uno e novanta, magro. Indossava un gillette e dei pantaloni alla pescatora di un colore che ricordava l’erba di mattino bagnata dalla rugiada.
Il suo volto era longilineo, ben curato con occhi color smeraldo e una lieve frangia che gli contornava il viso, aveva dei lineamenti così perfetti che non sembrava neanche reale.
Appena Anis si voltò l’ira che provava il ragazzo svanì in un istante e rimase così incantato dalla sua bellezza che, dimenticando il motivo per cui si era arrabbiato, la invitò a sedersi e a raccontarle chi fosse e cosa ci facesse lì, in casa sua. Anis raccontò senza problemi del suo passato, del fatto d’essere orfana, della voglia di vedere ciò che c’era oltre la Grande Quercia e di tutti quei posti fiabeschi che aveva visto durante il suo cammino e, di com’era rimasta affascinata dall’ingresso della caverna.
Il ragazzo ascoltava senza mai staccarle gli occhi di dosso, tutto ciò che lei gli raccontava, ma tutto d’un tratto Anis smise di parlare, e lui notò il volto meravigliato della ragazza che guardava un punto imprecisato della stanza dietro di lui. Il ragazzo si volto e vide due persone molto piccole dotate d’ali ma, al contrario di Anis lui non era sorpreso di quelle strane creature, anzi sembrò essersi ricordato qualcosa di molto importante e rivolgendosi ai due disse:
“ scusate ma avevo scordato la riunione per scoprire chi fosse questa ragazza. Se permettete vorrei rinviare a domani la riunione, e avvisate che oggi avremo un ospite”
“ certamente, daremo ordine di organizzare una festa. Con permesso “ e detto questo uscirono dalla stanza.
Anis era allibita, non capiva cose stesse accadendo, e vedendo la sua espressione il ragazzo le disse:
“ scusa ora ti spiego tutto ma prima puoi dirmi il tuo nome?”
“ Anis” rispose lei
“ allora Anis, il mio nome è Eris e sono il principe delle fate di questo bosco.”
Anis non riusciva a credere alle sue orecchie, Eris era il principe delle fate? Ma come poteva esserlo? Le fate sono solo favole che i genitori raccontano ai loro figli prima di mandarli a letto! Eppure le aveva viste lei stessa! Che stesse sognando? No, era tutto reale, anche se non riusciva ancora a crederci. Eris capì subito cosa stesse pensando Anis dal suo volto perplesso e cercò di rassicurarla
“ tranquilla, non stai sognando! E sarei onorato se ti fermassi ad ammirare il mio regno per un po’ di tempo. Ti chiedo di perdonarmi, anche per aver organizzato un banchetto in tuo onore, senza chiederti se potevi fermarti qui da noi.”
“ non deve scusarsi, anzi è un grande onore per me partecipare a questo banchetto! Non so come ringraziarla”
“ potresti fermarti da noi per un po’ di tempo” le propose il principe
“ ma non vorrei disturbare troppo, inoltre al villaggio saranno tutti preoccupati per me, e non so proprio come tranquillizzarli!” disse Anis tristemente
“ nessun disturbo, e per avvisare la gente del villaggio manderò una lettera nella quale avviserò che sei mia ospite, e che non devono preoccuparsi.”
A quelle parole Anis ritornò serena e accolse di buon grado le proposte del principe.
Dopo poche ore trascorse a chiacchierare, Eris accompagnò Anis lungo il corridoio che aveva percorso all’andata e, appena furono usciti, uno spettacolo favoloso gli si presentò davanti agli occhi. Il prato che aveva visto quando era arrivata, era pieno di addobbi, i fiori erano illuminati dalle lucciole, e formavano un sentiero, che conduceva ad un tavolo apparecchiato per due. Vicino al tavolo vi era un grosso tronco, con una grande apertura nella quale entravano tutte le fate e, ordinatamente, prendevano posto nelle lunghe e piccole tavolate tutte imbandite e pieni di pietanze raffinate.
Anis si sentiva un po’ a disagio in tutto quel lusso, lei che era orfana non aveva mai avuto certi onori, e non sapeva come comportarsi. Eris se ne accorse e, poggiandole una mano sulla spalla, la rassicurò invitandola a sedere. Appena si sedette, Eris chiamò l’attenzione dei suoi sudditi, e iniziò il suo discorso d’apertura ai festeggiamenti:
“ vorrei ringraziare voi tutti di aver partecipato a questo banchetto, e di averlo preparato con così poco preavviso. Vorrei presentarvi l’ospite d’onore di questa festa, si chiama Anis ed oggi è il suo diciottesimo compleanno. Lei sarà nostra ospite per un po’ di tempo, spero che il nostro regno le piaccia e vorrei che voi l’aiutaste a comprendere a pieno la bellezza di questa foresta.”
Anis si sentiva molto imbarazzata per quel discorso, e per tutti quegli applausi, che non riusciva ad alzare il suo sguardo da terra.
Eris la convinse a non badare a certe cose, e dopo aver cenato, la invitò a danzare.
Anis non sapeva cosa dite, anche perché lei non aveva mai ballato prima d’ora, e dopo averglielo rivelato il ragazzo fece un lieve sorriso dicendole “ non preoccuparti, basta che ti lasci guidare! Non sarà difficile.” E detto questo le prese la mano, la portò immezzo al prato, e immezzo a tutte quelle creature magiche, accompagnati da una dolce e lieve melodia, aprirono le danze. Nonappena iniziarono a ballare, il suo cuore iniziò a battere velocemente, così forte che sembrava volesse uscirle dal petto. Intanto tutte le fate iniziarono a danzare attorno a loro, creando l’atmosfera più romantica e fantastica che si possa immaginare.
Eris era davvero bravo, o almeno così pensava lei, e ondeggiando da una parte all’altra del giardino, con la chioma ancora più argentata del solito, iniziava a desiderare che il tempo si fermasse, li in quel momento.
Dopo molti balli Anis era stanchissima, e chiese al suo accompagnatore dove potesse andare a dormire e lui gentilmente le disse “ non preoccuparti ti accompagnò in camera” fece un cenno a qualcuno avvertendo che si sarebbero congedati e di continuare i festeggiamenti. A quel punto le porse il braccio, e la condusse dentro la grotta dove, appena entrati nella stanza, lei trovò una splendida camicia da notte bianca, morbida come la seta e finemente ricamata in oro e argento. Anis non capiva, quella splendida veste era per lei? E dove avrebbe dormito?
“ ecco, questa veste è il mio regalo per il tuo compleanno, spero che ti piaccia; e per dormire puoi utilizzare il mio letto, io posso dormire anche sul divano” e indicò un divanetto sempre d’edera che non aveva notato quella mattina. Alla vista del divano così piccolo e scomodo disse “ grazie per il regalo, è molto bello e lo accetto volentieri, ma non posso lasciarvi dormire sul divano, potremmo dormire entrambi nel suo letto, visto che è molto grande!” e dopo aver pronunciato queste parole, le sue guance si tinsero di un rosso molto lieve, e anche Eris dopo aver annuito, assunse un colorito rossastro. Dopo essersi cambiati si misero entrambi sotto le coperte, così morbide e profumate che lei si addormentò subito. Eris invece ci mise un po’ di più, poiché dormendo Anis gli si era avvicinato e l’aveva abbracciato. Dopo un attimo di panico anche lui l’abbracciò e si addormentò.

 
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