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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Ginban kaleidoscope (Ginban Kareidosukōpu)
Titolo Fanfic: ARE YOU AN ANGEL?
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: rori-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/08/2007 19:40:12

-è la prima volta che posso vederti in volto..- Tazusa cercò di accarezzargli la guancia, ma la mano gli attraversò il viso. -sei un Angelo?-
 
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ARE YOU AN ANGEL?
- Capitolo 1° -

salve a tutti ^^
ecco la mia prima fanfic di una serie bellissima ma non molto conosciuta.. vabbè, non disperate, credo che tutto sia chiaro siccome ho spiegato la sostanza dell'intero anime nella ficXD per favore, anche se non lo conoscete leggetelo, potreste scoprire che è molto interessante ^ò^/ i commenti sono molto graditi, grazie di tutto ^^

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Due anime in un solo cuore, pronte ad affrontare tutto per restare insieme.
Ricordava quel giorno come se fossero passati pochi istanti, quel giorno che aveva cambiato la sua vita. Quell’errore, quel singolo sbaglio che pensava fosse fatale per la sua carriera di pattinatrice, e invece si era ritrovata a essere scelta come rappresentante del Giappone ed era arrivata quarta alle Olimpiadi.. Tutto considerato, era un bel traguardo.. Ma non era questo che le importava, non era questo che rendeva quell’errore di esattamente cento giorni prima così.. importante. Ricordava perfettamente ogni attimo, ogni passo, quel salto finale che l’aveva portata al fallimento. E nello stesso momento, nell’istante in cui aveva sentito il freddo ghiaccio sul suo corpo, steso, immobile a terra, un aereo si era schiantato, provocando la morte di un canadese.
-Peet..- Tazusa lo chiamò. Sakurano Tazusa, sedici anni, con capelli blu e occhi castani. La ragazza da dieci billioni di dollari la chiamavano. Si era ritrovata, cento giorni prima, posseduta da uno spirito canadese. E quello stesso giorno si sarebbero separati.
-dimmi, Tazusa..-
Sentì la sua voce calda e un po’ più triste del solito echeggiare nella sua testa e percepì una certa stanchezza.
-quando credi che sarà ora?- la sua voce tremò un po’, turbata. Avevano passato insieme mille momenti, lui la aveva spesso aiutata nei compiti di inglese, ma soprattutto senza di lui non ci sarebbe arrivata lì, in quella fredda pista di Torino, dove ancora milioni di persone cercavano di stringere la mano alla vincitrice e il suo povero coach si trovava a dover dare giustificazioni ai reporter per la medaglia che non avevano vinto.
-tra poco.. dovrò andarmene..- rispose Peet, percependo la tristezza nella sua voce, incapace di tirarla su, di conferirle qualche speranza.
-allora dobbiamo sbrigarci.. -disse lei, con voce ferma, anche se un po’ incerta, insicura.. Prese a correre, cercando di sfuggire a i mille giornalisti che cercavano un commento.
-ehy, Tazusa! Dove stiamo andando?- la voce del fantasma canadese dentro di lei era stupita. Avrebbe lasciato molto scompiglio andando via.
-non preoccuparti. Ti dico solo una cosa: non permetterò che ti portino via!-
Peet sospirò. Com’è testarda, non si tradisce mai.. Ma non c’è più tempo per noi, non ne è rimasto.. -Tazusa..-
-Peet!- la ragazza si fermò, come se volesse guardarlo negli occhi, ma il suo interlocutore si trovava dentro di lei e non c’era modo di vedere il suo viso. -questi sono gli ultimi minuti che ci sono rimasti.. E non pensare che li sprecherò stando seduta senza fare niente a guardare come vai via!- strinse gli occhi, come per fermare le lacrime. Ma non ci riuscì, una fredda goccia le accarezzò la guancia, e lei potè sognare che fosse il dolce dito di Peet.
-non cambi mai, Tazusa..- disse lui, dopo un attimo di silenzio, con un piccolo dolce sorriso invisibile agli occhi della gente.
Lei sorrise un po’, poi, decisa, si tolse i pattini e li mise nello zaino.
Poco dopo era fuori, e i pattini di nuovo ai suoi piedi. Ma non si trovava più in un caldo edificio senza tetto, con tante persone intorno.. Ma era da sola, anzi, erano da soli, Tazusa e Peet, due anime in un solo corpo, decisi a non separarsi mai. Si trovavano davanti ad un lago ghiacciato.
-eccola.. La pista della nostra ultima performance..-
Dagli occhi di Tazusa, Peet potè vedere gli alberi spogli che contornavano la pista, pochi petali rossi che sfioravano delicatamente la gelida superficie dell’acqua ghiacciata del lago. E quel cielo rosso lasciato da un sole che timidamente spariva dietro i monti rosa rendeva il tutto ancor più malinconico.
-è stupendo..- riuscì solo a dire lo spirito.
-trovi?- disse lei, sorridendo, senza distaccare gli occhi dal paesaggio. - l’ho pensato anch’io quando lo visto dall’aereo.. Ma ora, al tramonto, è ancora più bello..-
Alzò gli occhi al cielo. -dobbiamo sbrigarci..- e si lanciò sulla pista, sfrecciando veloce, con un salto cambiò abilmente verso e proseguì all’indietro.
Peet rise piano.
-cos’era quella risata?- chiese Tazusa alzando un sopracciglio ed eseguendo una piroetta.
-ho capito cosa vuoi fare..- disse lui sorridendo compiaciuto. -vuoi cercare di rifare la performance che ci ha uniti, ma alla perfezione, così speri che mi lascino con te.. Giusto?-
-sì, hai indovinato!- e sfrecciò avanti, ed eseguì perfettamente tutti i passi della prima volta.
-ecco.. Adesso il salto finale..- dissero insieme Peet e Tazusa, decisi a non sbagliare, e saltarono in alto, su, e sembrava che stessero volando, ed erano felici, sereni, uniti per sempre, due Angeli che volteggiavano nel cielo spensierati, sicuri che niente potesse separarli. E poi scesero di nuovo, per toccare terra, delicatamente. Ma qualcosa va storto, ancora un errore, lo stesso della prima volta, il freddo ghiaccio sulla pelle e poi.. Buio.
*
Era distesa per terra, con gli occhi chiusi, priva di sensi. Aveva sbagliato di nuovo. Di nuovo, quello stesso errore, quel salto che non era mai riuscita a completare. Pensava di farcela con Peet, ma invece.. Aprì gli occhi, come allarmata. -Peet!- lo chiamò a gran voce. Se lo sentiva, non era più dentro di lei, non sentiva la sua presenza. Ma voleva sperare. -Peet! Peet! Rispondimi, dove sei?-
-sono qui..-
Tazusa restò immobilizzata, con gli occhi avanti a sé, puntati nel cielo, senza accorgersi che aveva perso il suo colore rosso per diventare di un insolito bianco-luce. La sua voce.. L’aveva sentita, ma non proveniva da dentro di lei. Girò la testa. E sorrise.
-è la prima volta che posso vederti in volto..- Tazusa cercò di accarezzargli la guancia, ma la mano gli attraversò il viso. -sei un Angelo?-
Era lì, disteso accanto a lei, ma per uno strano motivo, non sembrava felice. Anzi, dagli occhi azzurri uscì una lacrima che scivolò velocemente giù. -perché sei venuta con me?-
I suoi capelli erano biondi come l’oro, a caschetto, e gli occhi celesti erano tristi, più tristi che mai.
Ma lei gli sorrideva, aveva un sorriso dolce e sereno, stava cambiando, da egoista ‘faccia di pietra’ era diventata gentile e sempre sorridente. È proprio vero che l’amore ti cambia dentro, la maggior parte delle volte in meglio. -non devi avere paura, Peet.. È come volevamo, siamo rimasti insieme..-
-tu non capisci!- disse lui quasi in un grido, un lamento. -io sono morto di nuovo, ma la cosa peggiore è che.. Tu sei morta con me..-
E allora se ne accorse. Si accorse che la superficie sotto di lei non era fredda, non era ghiaccio, ma erano calde nuvole. Si accorse dello strano colore del cielo, dove splendevano luna e sole insieme, illuminando tutto di bianco. Si accorse di non poter accarezzare né Peet.. né se stessa.
-noi.. siamo morti?..- chiese cercando di unire le proprie mani, invano.
Peet abbassò la testa. -sì..-
Silenzio.
Tazusa alzò gli occhi al cielo bianco. -morire.. Allora è questo che si prova..-
-eh?- Peet la guardò, il viso bagnato di lacrime, senza capire. Lei girò lo sguardo verso di lui, gli sorrise. -sono felice, Peet..-
La guardava sempre più stupito. Felice? Come può essere felice sapendo di essere morta? -Tazusa.. Questa è stata una punizione datati dal cielo.. Non capisci? Hai cercato di ostacolare il fato! Evidentemente non era destino che stessimo insieme..- abbassò la testa, si asciugò le lacrime ma non riusciva a fermarle.
-ti sbagli, Peet..- cercò di prendergli le mani, e forse fu perché lui le alzò con lei, forse fu l’amore forte, riuscì a prenderle. -noi ci siamo riusciti! Siamo insieme, come volevamo.. È questo l’importante, è questo che mi rende felice..-
-no, Tazusa..- replicò lui. -tu sei morta! Sei morta per colpa mia.. Dovevi rimanere in vita! Il tuo destino non era morire!- e pianse ancora, rumorosamente.
Tazusa gli si avvicinò di più, gli sfiorò le labbra e sorrise. -destino.. Che cos’è? Il destino ce lo costruiamo da soli.. E io ho scelto di condividerlo con te, di avere lo stesso tuo destino!-
Condividere lo stesso destino.. Come quando condividevamo lo stesso corpo! Tra le lacrime spuntò un sorriso. -spero solo che tu riesca a mantenere questa felicità per sempre..-
-Questo è sicuro!- disse sorridendo anche lei. -finchè staremo insieme, nessuno potrà più permettersi di chiamarmi faccia di pietra!-
Due anime in un solo cuore, pronte ad affrontare tutto per restare insieme. Per dimostrare che l’amore vince sempre, anche contro la morte.

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allora? vi è piaciuto? *-* ditemi come sono andata e grazie ancora! baci!
 
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