- Capitolo 1° -
Osservare il cuore di Roma alle prime luci dell'alba, attraverso i vetri dell'autobus.
Osservare le persone, tanta gente diversa che non si conosce tra di loro, estranei che nonostante ciò hanno cose in comune, camminano sotto lo stesso cielo, respirano la stessa aria ma soprattutto camminano sopra le stesse strade, che spesso sembrano non finire mai, spesso dove ne finisce una ne inizia un'altra.
Avvolte si ha bisogno di staccare per un pò la spina.
Stanchi di vivere quella situazione, stanchi di ripetere ogni giorno piccole frazioni di tempo gia vissute, stanchi, semplicemente stanchi. Perchè quando sembra che tutto sia uguale, ripetitivo ogni istante sembra un peso.
Si prende l'auto dove si incontrano tante persone, ci si siede e un poco malinconici si osserva dal vetro avvolte appannato dai tanti respiri, lo scorrere della vita.
L'occhio cade lì, su quelle strisce bianche, che percorrono le strade, quelle strisce che hanno visto tanto, e che se solo potessero avrebbero tanto da raccontare, tante storie diverse, tutte con un inizio, ma tutte incomplete, ancora da scrivere. Tante persone vi ci sono camminate e tante ve ne cammineranno, inconsapevoli che forse con quei compagni condivideranno una piccola parte del futuro.
(Quindi trattate il prossimo come vorreste essere trattati voi).
Vite intrecciate che seguono un piano a noi sconosciuto, che spesso e volentieri scambiamo per casualità.
Malinconia dovuta al pensiero di essere soli, si può essere circondati da tante persone ma la solitudine è lì, dentro di te che riaffiora nei momenti di tristezza. Magari sono tutti amici ma non vivono quello che vivi tu, alla fin fine sei tu, solo tu che combatti la tua battaglia.
Tratti di strada che percorri ogni giorno, ma a cui non fai caso, e che percorrendole a piedi le scopri per la prima volta, anche se da te viste spesso.
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