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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nana
Titolo Fanfic: ESTATE
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: khiay86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/07/2007 01:28:05

Un viaggio più lungo di un sogno
 
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- Capitolo 1° -

La sera, ritornando a casa terminate la solita passeggiata solitaria, faccio attenzione a non calpestare le lumache che con il buio, piano piano, escono allo scoperto in cerca di chissà che cosa. A volte mi chino a guardarle, con un po' di difficoltà visto il mio enorme pancione, e mi sento un po' come loro: in balìa della notte e di chi avrebbe potuto o meno fare attenzione alla loro esistenza.
Mio marito è una via di mezzo poco consolatoria, oserei dire che si diverte semplicemente con la scarpa a danneggiarmi un po' o a farmi rotolare così da sentirmi spaesata, ma in fondo a me sta bene così.
Il bambino forse non è suo e lui l'ha accettato, o almeno così sembra. A volte mi chiedo se mio figlio nascesse con due occhi che non gli appartengono cosa potrebbe succedere e mi vergogno a pensare che forse la prima cosa che farei sarebbe correre da Lui a dirglielo: "è tuo. cresciamolo assieme e sarà perfetto." Forse userei Nana come alibi "Lei lo vorrebbe così tanto, vorrebbe vedere noi tre, uniti", forse mi darei della sciocca bambina viziata che si è ritrovata in una situazione più grande di lei. Lui è fidanzato e forse rovinerei tutto.
Forse non avrei rimorsi e forse l'unica cosa che mi chiederei sarebbe se mai ha baciato lei come bacia me, anziché se è felice, se era ciò che avrebbe mai desiderato per sé.
Se lui non rinunciasse alla sua vita per quella di suo figlio penserei che non mi ha mai amata, dimostrato anche dal fatto che non ha preso le redini in mano della situazione anche a costo di lavorare presso la pensione dei suoi genitori per restare uniti. Potrei odiarlo, almeno per un po'. Potrei giustificarmi e dire che ho fatto la scelta migliore, sulla quale non devo avere dubbi.
È estate e le cicale friniscono.
Mi chiedo a chi voglio darla a bere, dall'appartamento 707 le cicale nemmeno si udivano ma erano lì sotto, in riva al fiume ed era una sciocca certezza sulla quale a volte mi aggrappavo.
Le cicale del nostro fiume, quello dei fuochi d'artificio, quello che ha abbagliato me e Nana dalla prima volta che abbiamo messo piede nella cucina dell'immobile.
Ho creduto di amare molti uomini e ora, con un bimbo nella pancia, nemmeno so se ne ho amato anche solamente uno. Ho pianto per ognuno di essi e mi chiedo quanto quelle lacrime fossero rivolte a loro e quante a me.
Ho continuato a coccolarmi e viziarmi, riempiendomi di momenti ed emozioni da incorniciare senza tregua per non dover pensare di aver buttato via nessun attimo che sarebbe potuto essere essenziale; eppure ora mi chiedo se di attimi davvero essenziali ce ne sono stati davvero.
Credo che Nana, Yasu, Shin, Nobu e tutti gli altri a cominciare dalla mia famiglia, credano che di tutto ciò non mi renda conto. Che non mi renda conto che con un vestito diverso non sono un'altra persona, che se ho un nuovo amore non sono una persona migliore.
Lo so.
Lo so.
Lo so.

Vorrei esserlo e non ci riesco, ci provo e cado all'indietro. Peggioro, sbaglio, fuggo, sbaglio, piango, fuggo.
Mi chiedo quando ho perso il guscio, come quelle lumache. Quando ho deciso di mia spontanea volontà di essere pronta a subire ogni cosa, ogni cattiveria pur di potermi dire da sola che non sono io ad essere sbagliata e forse trovare un po' di pace.
La stanza 707 per un po' è stato il mio guscio ed io ho deciso di sacrificarlo per qualcosa che non sa strapparmi un sorriso.
Appoggio la mano sulla pancia e sento un rumore, un movimento piccolissimo e credo che sia la mia creatura che mi sta chiamando "Mamma" ed è la cosa più bella del mondo.
Ed è l'unica cosa della quale dovrei gioire sempre, in ogni istante, sebbene ancora una volta è semplice egoismo il mio voler essere tutto per quella magia che porto dentro, quando, anche se solo per un istante, di certo avrò pensato che mi ha rovesciato la vita.
Scusami bebè. Sei la cosa più bella che potesse capitarmi.
Scusami bebè. Le mie lacrime, i miei sorrisi, le mie cornici, i miei momenti, i miei vestiti saranno solo per te.
Scusami bebè, non odiarmi.
Non odiare chi ti ha messo al mondo in modo stupido e sconsiderato, perché non sarà lo stesso modo in cui vorrò crescerti.
Scusami se ti creerò problemi, perché già lo sai quanto sono pasticciona, e forse un po' prenderai da me.
Scusami bebè se guardando i tuoi lineamenti vorrò scorgere delle somiglianze inesistenti col padre che avrei voluto per te.
Sono sempre stata una casinista, eppure sto attenta a non calpestare le lumache e l'egoismo non sta nell'evitarlo per non sporcarmi le scarpe nuove, ma ancor peggio, nel non voler essere lasciata sola anche da loro.
Eppure tu mi basti, mi completi, crei la nostra dimensione dove non esiste papà, ma solo io e te.
Se sarai una splendida femminuccia ti racconterò ogni cosa e attraverso te capirò ogni errore che ora mi è oscuro, per pregarti di non fare lo stesso e di essere una persona migliore.
Se sarai un maschietto forte ti dirò di non innamorarti mai di una donna come me, perché per quanto ti potrò amare come madre, sono una donna volubile e sciocca che crede di poter cambiare il mondo a pennellate di colore.
Non ti parlerò di valori come amicizia e amore, aspetterò che li vivrai sulla tua pelle così potrai raccontarmeli e forse potrò capirli come non sono stata in grado di fare nella mia vita.
Ho buttato ogni cosa al vento.
Sono una madre dal primo giorno che ho saputo che eri lì, le mio ventre. Da quel momento ho cercato di capire cosa aveva potuto significare per mia madre il fatto che abbandonassi casa e mi fossi trasferita in una città troppo grande per stare accanto ad un ragazzo troppo giovane... Eppure lo so, lei nemmeno per un istante ha pensato "mi hai delusa" e io non lo penserò di te.
Ora riposa, ascolta le cicale e chinati con me a vedere le lumache, a volte immagino che tu le spii dall'ombelico ed alzo un po' la maglietta così non trovi il buio quando ti affacci.
Respira quest'estate, e non credere nemmeno per un istante che ci sia cosa più bella che accarezzarti e sentirti parte di me.
"Sai Nana, gli errori che ho commesso e le delusioni che ho ricevuto non si cancellano semplicemente ricoprendoli di tinta. Per questo continuo ad evocare il tuo nome, anche se è molto doloroso. Continuerò ad invocarlo finchè non otterrò una risposta"
Ho smesso di invocarlo da un po', ed ora farfuglio il tuo che nemmeno so ancora quale sarà, piccolo.
Tu non sei la tinta che coprirà gli errori, sarai molto di più, sarai la cosa più corretta che abbia mai fatto.

Sogni d'oro mio piccolo angelo.
 
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