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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fullmetal Alchemist
Titolo Fanfic: PICCOLO FUOCO
Genere: Sentimentale, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: aduah galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/07/2007 02:14:45 (ultimo inserimento: 20/08/07)

Come se la caverebbe Ed alle prese con un Roy diverso dal solito eppure identico a sempre?
 
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... È LEI TAISA?
- Capitolo 1° -

Le idee che mi saltano in mente in questi giorni sono troppe!
Però mi sono decisa, oggi pubblico questa, che sarà una storia di 5 capitoli (lo so già) e qua davvero che ho volato con la fantasia XDXDXD
Buona lettura!




Capitolo 1: … è lei Taisa?
-Come sarebbe a dire che devo partire con lei per una missione?-
-Quello che hai appena detto! C’è un Alchimista, nella città di Pendral, al sud, che usa l’alchimia in modo illegale…-
-E che cosa fa? Trasmuta l’oro?-
-Anche, ma soprattutto trasforma gli oggetti… senza rispettare il principio dello scambio equo, il che ha indotta a pensare…-
-CHE ABBIA UNA PIETRA FILOSOFALE!-
-Ho un prototipo, può esistere anche questa ipotesi-
Finito il colloquio, Mustang trafficò con alcune carte, e diede una di esse al giovane Elric.
-Questa ti sarà utile nel caso della scomparsa del tuo orologio d’argento: la città di Pendral è famosa per via dei molti ladri che vi passano-
Ed storse il naso.
-Che bella notizia…-
Ore 11.30 a.m., il treno Central City-South City parte dal binario numero 7.
A bordo stanziano civili, impiegati e due alchimisti di Stato: Edward Elric, l’alchimista d’Acciaio, e Roy Mustang, l’alchimista di Fuoco.

Per tutto il tragitto, i due non si parlarono; ognuno aveva le sue buone ragioni: chi per rispetto (non si interrompe la gente che legge) e chi per non avere grane, perché se uno dei due apriva bocca si sarebbe fatto notare, e nessuno doveva sapere della loro missione.
Per questo i due viaggiavano in borghese.
Ed non aveva rinunciato alla sua treccia (non lo avrebbe mai fatto) ma aveva cambiato abbigliamento sotto comando del Colonnello.
Indossava una maglia bianca a maniche lunghe con sopra un’altra a maniche corte rossa, comprendente un cappuccio; jeans blu scoloriti con risvolto in fondo e delle scarpe nere. Si era anche messo un guanto di gomma alla destra, in modo da coprire l’auto-mail e non far sospettare nulla.
Roy aveva scelto un abbigliamento più semplice: maglia nera a maniche lunghe attillata, cintura bianca con jeans grigi e scarpe classiche nere. Dal collo pendeva un piccolo ciondolo d’argento e sul naso aveva posto degli occhiali da vista.
Ed avrebbe voluto fare una battuta a quella scelta, ma il Taisa lo aveva zittito prima che potesse fiatare.

Dopo sei interminabili ore di viaggio, il treno arrivò alla meta: South City. Da lì avrebbero dovuto prendere una carrozza che li avrebbe condotti fino a Pendral: la linea ferroviaria non era ancora passata per quel territorio.
-Allora, ti ricordi i nostri ruoli?- domandò Mustang al suo sottoposto.
-Certo! Io mi chiamo Daniel, vengo da Central e sono un suo studente- rispose Ed scocciato.
-Il mio nome?-
-Thomas, e prima che me lo chieda lo so, lei è il mio insegnante di Alchimia-
-Rilassati Dany, vedrai che sarà una bella gita!- e apparve il suo sorrisetto beffardo.
Francamente Ed non sapeva se era meglio la maestra Izumi come insegnante, o quel bastardo di un Taisa, che di sicuro avrebbe approfittato della copertura per fargliene di tutti i colori.
Però erano in missione, e tutti sapevano che Mustang queste cose le prendeva molto sul serio… ma tanto una battuta di pessimo gusto ci sarebbe cascata comunque!
La carrozza arrivò in perfetto orario e i due salirono accomodandosi negli angoli interni, uno opposto all’altro.
La messinscena cominciò da lì.
Ed domandava con finto interesse e finta ignoranza informazioni sull’alchimia, e roi si divertiva a rispondere, aggiungendo ogni tanto un bel “ma come? sei proprio una frana!” o frasi del genere! Lo aveva detto Fullmetal che si sarebbe divertito!
Ci misero poco a cascare sulla questione principale.
-E come mai stiamo andando a Pendral?-
-Perché là so che abita un bravissimo alchimista di nome Fredrich Klause, e penso che sarà una bella esperienza per te conoscerlo, Dany-
Il cocchiere udì il nome e incuriosito chiese:
-State cercando il signor Klause?-
Il piano stava funzionando.
-Sì, lei lo conosce?- chiese interessato Roy
-Si da il caso che sia un mio caro amico! Se le cose stanno così, vi porterò direttamente davanti a casa sua-
-Grazie buon uomo, ma non è necessaria tanta premura-
-Ma che! Per me è un piacere!-

Il tragitto non era stato dei migliori, per fortuna che il cocchiere era simpatico, sennò sarebbe stata l’ora peggiore per Edward.
Scesero e salutarono l’uomo, che li aveva lasciati nel centro città di fronte a un grande edificio fatto di mattoni a vista, dal quale si aprivano ampie finestre, fatta eccezione per i piani alti: l’ultima parte dell’abitazione non aveva aperture.

Roy bussò alla porta, e da essa uscì un uomo basso, grassoccio e pelato, con sotto il naso un paio di vistosi baffi marroni.

-Desiderate?- chiese
-salve, sono il professor Thomas Hellis, e lui è Daniel, un mio studente. Volevamo parlare col signor Klause, il celebre alchimista della città, se possibile-
-Sono io Fredrich Klause, piacere di conoscervi-
L’uomo strinse la mano hai due alchimisti, dopodiché invitò Roy ad entrare nella sua dimora; quando Ed provò a varcare la soglia, fu fermato dal padrone di casa.
-Mi dispiace ragazzo, ma devo discutere in privato col tuo professore. Sai com’è non rivelo i miei segreti a chiunque, e quindi vorrei mettermi d’accordo con lui prima, mi capisci?-
Guardando al di là dell’uomo, il Fullmetal intravide il superiore fargli cenno di accontentare l’uomo, se la sarebbe cavata da solo.
-Va bene, vi aspetterò qua fuori-
-Che bravo ragazzo! Aspettaci qua piccolino-
Se foste stati lì in quel momento, avreste potuto scorgere la faccia di Roy assumere un’espressione sgomenta, prima di essere coperta dalla porta chiusa.
Ed cercò di calmarsi in tutti i modi.

Non dobbiamo dare dell’occhio, non dobbiamo farci riconoscere, controllati Edward Elric, contegno!


Seduto sul marciapiede di fronte alla casa, Ed restò sconcertato dalla tranquillità che regnava in quella strada, nonostante l’ampiezza della cittadina.
Credeva che in qualsiasi città la vita fosse un po’ più caotica… invece regnava un silenzio degno del paradiso. Forse dipendeva dal fatto che i ladri ormai erano di casa.
Come si dice, mai idre gatto se non l’ hai nel sacco.
Ad un certo punto si sentirono vari rumori come di vetri infranti e oggetti massicci che cadevano in terra, provenivano dall’edificio in cui era Roy!
Uno schiocco di dita.
La forte luce invase il terzo piano, ma venne sopraffatta da un lampo rosso.

Infine, il silenzio tornò a regnare.

Senza pensarci due volte, Ed irruppe nell’abitazione, iniziando a salire di fretta le scale, per raggiungere il terzo piano. La visione fu agghiacciante.
La stanza era completamente distrutta, e nessuno vi era all’interno.
D’un tratto una voce echeggiò.
-Non mi catturerete mai, alchimisti bastardi!-
-DOV’E’ IL COLONNELLO?-
Nessuna risposta.
Preso dalla paura e dalla disperazione, Ed cominciò a rovistare fra le rovine della stanza: sotto i mobili bruciati, dietro i tavoli… ma niente, Roy sembrava scomparso.
Acciaio stava per farsi prendere dal panico, quando vide che sotto delle tende buttate a terra qualcosa si muoveva.

Aveva fatto bene a raggiungere i suoi due superiori, peccato che non riuscisse a trovarli da nessuna parte…
Havoc aveva deciso, di sua iniziativa, di andare ad aiutare Ed e Roy nella cattura dell’alchimista ricercato. Ma da quando aveva messo piede in città, non aveva ancora incontrato nessuno.
“Forse hanno già concluso la missione” si disse, e decise di tornare alla stazione di South e fare rotta verso casa.
Arrivato alla stazione, una bella sorpresa: Ed, appoggiato al muro, scrutava le ruote del treno che aveva d’avanti, con abbastanza interesse.
-Ehi, Ed!-
Havoc attirò la sua attenzione.
-Buongiorno Sottotenente, cosa ci fa lei qua?-
-Ero venuto per darvi una mano, ma a quanto pare avete già fatto!-
-Veramente, non abbiamo portato nulla a compimento, però abbiamo… ho deciso che sia meglio rientrare-
-E per quale motivo? Ma soprattutto dov’è Roy?-
Ed fece cenno al maggiore di guardare alla sua destra, dove stanziava la porta del bagno degli uomini.
Havoc non riusciva a capire in nesso con la sua precedente domanda, ma lo capì presto.
La porta si aprì.
Da essa uscì un bambino di 5 o 6 anni, con indosso gli abiti (su misura) che indossava il Colonnello all’andata.
-E… questo chi è?-
-Havoc… lui è il Taisa, Mustang-
Jean guardò sconcertato il ragazzino: sì, in effetti poteva ricordare Mustang, ma non riusciva a capire perché avesse quell’aspetto.
-… è lei Taisa?-




Ovviamente spero vi sia piaciuta come inizio, è una gran cazzata, lo so, ma con l’afa che c’è oggi in camera mia è il meglio che mi è saltato fuori…
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Baci Kissosi
ADUAH! >v<

 
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