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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: TORNARE ALLA REALTÀ
Genere: Sentimentale, Azione, Drammatico, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: ra89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/07/2007 21:20:56 (ultimo inserimento: 08/12/07)

E se Hogwarts fosse solo un sogno? Potrebbe il tuo peggior nemico essere l'unica tua ancora di salvezza al limite della follia?
 
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TORNARE ALLA REALTÀ
- Capitolo 1° -

-Si sta svegliando- la voce rotta dell’uomo faceva trasparire l’emozione.
-Oh, caro, sono così felice…- le mani giunte a quelle del marito mostravano la pelle di una donna invecchiata troppo in fretta. Le cure che si riservava prima del “fatto” avevano perso la loro importanza ed erano state dimenticate, per lasciare spazio alla preoccupazione e al dolore.
-Tesoro, tesoro… puoi sentirmi? Sono io, la tua mamma. Tesoro, mi riconosci? C’è qui anche tuo padre. Piccola, siamo così contenti di poterti riavere tra di noi, non sai quanto ci sei mancata- piccole gocce salate iniziarono a rigarle il viso, costringendola a sbattere le palpebre contro la sua volontà.
Ora che sua figlia era tornata non voleva lasciarla andare nemmeno un istante, mai più.
La piccola figura distesa sul letto lentamente aprì gli occhi e una luce dolorosa la ferì, ma lei, ostinata e forte, insistette, sopportando il bruciore e abituandosi.
Attorno a lei due persone in piedi, abbracciate e che piangevano.
A poco a poco realizzò e capì chi erano -Mam… mamma, papà… cos… cos’è succ…- un piccolo colpo di tosse l’obbligò a fermarsi.
-Tesoro, non ti sforzare, non serve, noi siamo qua, è c’è tutto il tempo. Ora riposati- parole dolci che ebbero l’effetto di una ninnananna e l’accompagnarono nuovamente nel mondo dei sogni.

-Signori, potete seguirmi?- un medico dall’aria austera entrò nella camera e chiamò i due coniugi.
I tre si fermarono in corridoio, tra il vociare dei pazienti e dei passanti.
-Signori, come avete potuto vedere, la ragazza si è svegliata, ma non si deve affaticare. Durante questi sei anni ha lottato duramente per sopravvivere, e ora ha bisogno di riposo. Abbiamo già fatto tutte le analisi e abbiamo constatato che non ci sono gravi conseguenze a livello fisico. Solitamente dopo un così lungo periodo di, come dire… assenza, i pazienti riportano danni a livello cerebrale e muscolare causati dall’assenza di movimento e di attività psichica, ma quanto pare non è il caso di vostra figlia. Sembra infatti che durante questi sei anni, lei abbia continuato a vivere normalmente, anche se solo a livello di subconscio, come se l’incidente avesse proiettato la mente di vostra figlia al di fuori del suo corpo, facendola vivere esperienze completamente nuove, o almeno questo è quello che crederà lei. In realtà si tratta di una complessa disfunzione cerebrale, una variante della schizofrenia che si è manifestata nei sogni, invece che durante la vita quotidiana. Pertanto nei primi tempi, è possibile che lei faccia riferimento a cose o persone inesistenti, vivi solo nella sua fantasia. Non spaventavi e cercate di farle capire fin da subito ciò che è vero e ciò che non lo è. Se ci sono domande, io verrò a farle visita fra due ore. In caso di urgenza le infermiere sono al vostro servizio. Scusatemi, ma ora mi attendono in sala operatoria- e senza dare il tempo di ribattere, il medico voltò loro le spalle e se andò, scomparendo dietro le pieghe di un camice troppo largo per lui.



-No, non è possibile, non vi credo! Vi state sbagliando. Ditemi dove sono i miei amici, perché non sono qua a vedere come sto e perché non sono nell’infermeria della scuola? Dov’è Madama Chips? Voi non siete reali, voi siete morti! È stato Voldemort con i Mangiamorte, durante un attacco in una città babbana… voi non siete reali, dove sono i miei amici?-
I singhiozzi fecero scuotere il corpo esile della giovane ragazza, ma non poteva fermarli, non prima di sapere cosa stava succedendo.
Seduta sul letto, con le ginocchia al petto, Hermione stringeva a se le lenzuola, come se potessero coprirla e al contempo ripararla dalla realtà che le si stava ponendo di fronte.
Il suo sogno più grande si stava realizzando e lì, di fronte a lei, i suoi genitori vivi e vegeti, ma sapeva che non poteva essere reale e questo la faceva soffrire.
Vide sua madre invecchiata e sciupata. I capelli ingrigiti le ornavano il volto sgraziatamente, ma furono i suoi occhi a colpirla più di tutto.
Erano vuoti, vuoti come lo erano stati i suoi mentre assisteva alla scena della loro morte.
Vide suo padre mettere le mani sulle spalle di sua madre e attirarla verso di se, abbracciandola e facendole affondare il viso nel petto.
Silenziosamente lo ringraziò per aver tolto dalla sua vista quegli occhi che tanto la facevano soffrire.
Anche lui era invecchiato, sembrava stanco. Le spalle ricurve come a portare un peso più grande delle loro capacità e gli occhi simili a quelli di sua madre, ma ancora con una scintilla di vita dentro. Una scintilla di speranza.
-Tesoro, lo so che è difficile, ma è tutto vero, noi siamo veri. C’è stato un incidente e tu sei entrata in coma, sei anni fa. Tutto quello che credi di aver vissuto non è altro che un lungo sogno- mentre stringeva ancora a se la moglie, suo padre l’aveva guardata fissa negli occhi e dicendole quelle semplici parole era riuscito in qualche modo a scalfire quel guscio in cui si era richiusa, facendo crollare tutte le sue certezze.
Hermione abbassò lo sguardo sulle sue mani e le immaginò mentre trafficavano con pozioni e libri di magia.
All’improvviso si rese conto che era tutto vero. I suoi genitori erano vivi e lei era li con loro.
Rimpiangeva i suoi amici, ma quella non poteva essere la realtà.
Le sembrava impossibile che tutto quello che aveva passato fosse stato solo un sogno: Harry, Ron, Hagrid, persino Grattastinchi, gli erano sembrati così reali e così vicini a lei, ma quella non poteva essere la realtà.
Una scuola di magia, fantasmi come coinquilini, quadri come guardiani dei dormitori, scope volanti, pozioni per far crescere le ossa e draghi da combattimento, contro un incidente, un coma e una patologia scientificamente provata.
Quasi sorrise all’idea di aver preso realmente in considerazione la possibilità di un mondo così.
Anche se qualcosa dentro di lei non le dava pace, decise che quello era il momento di reagire e di mostrarsi forte, per ricompensare i suoi genitori e lenire almeno un poco le ferite che quell’incidente aveva provocato nelle loro vite.




Pareva che fossero passati mesi e mesi da quando si era risvegliata in quel letto d’ospedale, in realtà erano passati solo pochi giorni.
Le sembrava di essere tornata bambina, quando con una decina anni in meno passeggiava mano nella mano con i suoi genitori per le strade di Londra e per i parchi giochi.
Si era scoperta ad ammirare ogni piccolo dettaglio e apprezzarlo come una nuova conquista.
Da piccola si ripeteva sempre ‘Voglio imparare tutto e scoprire tutto. Così da grande sarò la più grande conoscitrice del mondo’ e a nulla erano serviti gli avvisi dei genitori che le ricordavano che era impossibile conoscere tutto ‘Io osserverò tutto e scoprirò tutto. Poi se volete vi insegno anche a voi’. Non era mai riuscita a capire perché tutte le volte che lo diceva loro scoppiavano a ridere.
Un piccolo sorriso si posò sulle sue labbra. Il primo da quando si era svegliata.
I medici avevano detto che poteva essere dimessa.
Nessun problema fisico o psichico, solo qualche controllo settimanale.
Si trovava sull’auto di suo padre, nei sedili posteriori. Davanti a lei i suoi genitori di nuovo felici che si alternavano a raccontarle tutto quello che era successo in quei lunghissimi anni.
Scoprì che Mariah, la sua migliore amica, si era trasferita a Parigi per continuare gli studi e che i loro vicini si erano trasferiti dopo che era nato il loro primo figlio.
-Ma non ti preoccupare, la tua stanza è ancora la stessa, non abbiamo toccato nulla- poi una vena triste si impossessò della voce della donna –Solo i tuoi vestiti… ce ne sono di più. Ogni anno ti abbiamo comprato dei capi nuovi, così, nel caso tu… beh, avresti saputo cosa metterti- una pausa e di nuovo il sorriso apparve sul suo volto –E abbiamo fatto bene, o sbaglio? Così appena torni a casa potrai sfoggiare il bellissimo abito rosa che io e tuo padre ti abbiamo comprato due domeniche fa. Appena lo vedrai te ne innamorerai. Oh, ricordo ancora quando ti abbiamo preso quell’abitino di seta rosa per il matrimonio di zia Sam, ricordi come ti piaceva? Hai detto che da grande avresti comprato solo vestiti rosa. Me ne sono ricordata sai? Per questo tutte le volte che andavo nei negozi ti prendevo anche qualche capo di quel colore. Non me lo sono mai dimenticata-
La signora Granger si sistemò meglio sul sedile e tornò a guardare avanti, soddisfatta di aver avuto l’occasione per dimostrare a sua figlia che durante tutti quegli anni non l’aveva mai dimenticata.
Rosa
Come il suo abito al ballo del Ceppo.
Una fitta la colpì alla tempia sinistra, tanto forte e improvvisa che non riuscì a trattenere un gemito di dolore e la obbligò a piegarsi in avanti e portarsi una mano al capo.
I suoi genitori l’udirono e di getto si voltarono. Mentre suo padre accostava l’auto, sua madre le prese un polso apprensiva e preoccupata –Tesoro, piccola, che c’è? Ehi, rispondi, Hermione… mi senti, cos…-
Ma la voce di sua madre si affievolì alle orecchie di Hermione, lasciando spazio al silenzio e al vuoto più assoluto.
Pochi istanti e poi voci famigliari le inondarono i timpani –Hermione, ehi, tesoro che cos’hai, non ti senti bene? Scommetto che anche ieri sera sei rimasta alzata fino a tardi per studiare. Forse è meglio se ti corichi-
-Harry ha ragione! Dovremmo scaraventare la McGrannitt giù dalla finestra la prossima volta che ci da’ da studiare così tanto… e non provare a difenderla sai! Quando ci si mette è davvero peggio di Piton-
Smarrimento.
Ecco quello che provava Hermione Jane Granger in quel momento.
Si sentì sdraiare su qualcosa di morbido, magari un letto. No, erano decisamente tanti cuscini, grandi e soffici, quelli della stanza di Divinazione. E quelli intorno a lei erano i suoi amici.
Ma com’era possibile? Quindi era sto solo un sogno, lei non aveva mai fatto un incidente e non era mai stata in coma.
Questo significava che i suoi genitori erano realmente morti…
Nuove lacrime sgorgarono dai suoi occhi stanchi e questa volta non fece nulla per trattenersi.
Non si coprì il volto con le mani, non affondò la testa tra le braccia o tra le ginocchia raccolte vicino al petto.
No. Questa volta pianse liberamente, come non aveva fatto nel momento della battaglia e della morte dei suoi genitori. Perché trovarsi lì significava che era tutto vero. Che loro non c’erano più.
Ron cercò di avvicinarsi a lei, di calmarla, ma Harry gli fece segno di lasciarla stare. Aveva bisogno di sfogarsi, di restare da sola nel suo dolore. Loro l’avrebbero aiutata quando sarebbe stata pronta.
Nella stanza calò il silenzio, solo i singhiozzi liberatori della ragazza rimbombavano contro le pareti e morivano tra i tendaggi che coprivano le finestre.
All’improvviso la porticina si aprì con un suono secco e una voce acida annunciò la presenza di un ragazzo –Cosa state complottando? Credete ancora di salvare il mondo? Non vi siete accorti che è troppo tardi?-
Harry si voltò di scatto ed estrasse la bacchetta –Malfoy, vattene!-
-Che c’è Potty, ho interrotto qualcosa di piccante?- il solito ghigno sul volto e la sicurezza tipica degli aristocratici
-Anche se i professori credono alle storielle che gli hai raccontato sul tuo pentimento, io non ti perdonerò mai per quello che stavi per fare. Non darmi l’occasione buona per ammazzarti, o davvero non riuscirei a trattenermi- il bambino sopravvissuto parlò con la rabbia nella voce, ma con il dolore nel cuore, memore della morte del Preside, al quale era particolarmente legato.
-Non mi fai paura. Piuttosto chi è che frigna? È Lenticchia che si è accorto di non avere i soldi per comprasi una caramella o la lurida Mezzosangue che finalmente si è resa conto della sua inutilità?- e così parlando si avvicinò al mucchio di cuscini sul quale Hermione continuava il suo pianto convulso.
-Malfoy, vattene!- gridarono quasi all’unisono Harry e Ron.
Ma il ragazzo rimase immobile nel vedere la ragazza in quello stato.
Per quanto l’odiasse, si era comunque accorto del suo carattere forte e deciso, della sua compostezza e del suo contegno anche nelle situazioni più tragiche. Mai si sarebbe aspettato di vederla ridotta poco più che una semplice ragazza debole e indifesa, incapace di rispondere alle sue provocazioni, ma soprattutto così triste e soffrente.
Per la prima volta nella sua vita fu riluttante a continuare il suo discorso canzonatorio.
Non si seppe spiegare il motivo, ma non riuscì a prendersi gioco di lei dopo averla vista così.
Senza dire niente, voltò i tacchi e si diresse verso l’uscita –Vedete di lasciare libera la stanza entro dieci minuti che mi serve- e se ne andò sbattendo la porta.
Inizialmente interdette, i due amici, decisero poi di aiutare Hermione a tornare nei dormitori.
Lentamente il suo pianto si stava calmando e sapevano che un buon riposo non avrebbe potuto farle altro che bene.



Toc Toc
-Posso entrare? Hermione, sei sveglia? Sono venuto a vedere come stavi-
-Si Hagrid, entra. Non dovevi disturbarti. Sono certa che Harry e Ron avranno esagerato come al solito…-
-Chi sono Harry e Ron, tesoro? Sono io papà. Visto che sei svenuta in macchina, io e la mamma ti abbiamo portata nel letto, così che potessi riposare un po’. Stai meglio ora?-

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come proma cosa vorrei dire che l'ispirazione per questa storia mi è venuta guardando un episodio di Buffy, poi vorrei chiedervi un favore grande grande: siccome sono all'inizio di una nuova storia, non è che potreste dirmi cosa ne pensate, magari correggendomi dove sbadatamente ho scritto delle stupidate? per me è davvero molto importante avere un vostro parere, sia che sia posito o negativo (come sempre evitando insulti gratuiti)... alla prossima e grazie a tutti quelli che leggono e che commenteranno
bacio ila

p.s., so che nel libro il vestito di Hermione è blu, ma ho preferito usare il rosa (anche se è un colore che odio a morte) rifacendomi al film

p.p.s. i personaggi di questa storia non sono di mia proprietà ma della Rowling, si tratta inoltre di personaggi non realmente esistenti (peccato!!!)
 
Continua nel capitolo:


 
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