PREFAZIONE - Capitolo 1° -
I tokio hotel non mi appartengono. Non scrivo questa storia a scopo di lucro. Riferimento a persone o fatti è puramente casuale. detto questo, sperando di aver scritto tutto e bene, incominciamo ^^ Prefazione
Il telefono squillò di nuovo. - Pronto?-fece una voce resa roca dal sonno (e perciò irrimediabilmente sexy) rispondendo. Ancora una volta si maledisse per essere uscito quella sera, aver bevuto e lasciato il cellulare acceso tutta la notte. - Scusa, ma penso, anzi sono sicuro, che tu abbia sbagliato numero- provò a dire. I suoi neuroni non erano ancora attaccati e il sonno gli annebbiava la vista. Per un momento si chiese che ore fossero poiché di solito quando era ora di svegliarsi ci metteva poco a tornar lucido, anche se dopo una sbronza…DIO che mal di testa! Proprio in quel momento però, mentre malediceva nuovamente se stesso per come sceglieva quelle che si portava a letto, entrò l’ultima persona a cui avrebbe voluto far sapere i cazzi suoi: suo fratello. Cercando di ignorare il fratello per non prendersi un colpo appena sveglio rispose alla ragazza all’altra parte dl telefono che durante il suo delirio mattutino continuava a ripetere che “era sicura di non aver sbagliato numero e che, se quello era uno scherzo, non era affatto divertente” - No dico davvero, non so neanche chi sia questo tizio, ma prova a richiamare a quest’ora(in realtà non sapeva che ore fossero, era solo per fare scena) e ti denuncio per molestie!- detto questo terminò la chiamata e scaraventò il malcapitato cellulare dall’altra parte della stanza. - Guarda che è valida anche per te- rivolgendo la stessa minaccia anche al fratello. - Cosa ci fai in camera mia…- guardò l’ora – ALLE 6.30 DEL MATTINO?- urlò sbigottito. Il fratello lo guardò, sbuffò e si diresse verso l’armadio,come era routine ormai, dato che il suo CARO gemellino si dimenticava sempre il giorno in cui ricominciavano a lavorare. Anzi, era così abituato alla cosa, che il giorno prima i bagagli li faceva sia per se che per quel cretino di suo fratello. Praticamente per riflesso condizionato. - Chi era? (ancora) un’altra delle tue “amichette” a cui non basta una volta sola?- gli chiese girandosi di nuovo verso di lui quando ebbe finito di ispezionare l’armadio nel caso avesse dimenticato qualcosa: anche quella era routine. - E a te che te frega?-rispose scocciato dopo aver valutato se dirglielo o no. Quel giorno il risveglio era stato bruttissimo e voleva farla pagare al gemello per come gli si era rivolto. - Allora, mi vuoi dire che diavolo stai facendo nella mia stanza alle 6.30 del mattino?- continuò a blaterare sperando di sviare la conversazione. - Scazzati oggi eh?!- il moro ormai sapeva com’era suo fratello e, in fondo, sapeva perfettamente quale sarebbe stata la risposta. - E me lo chiedi pure? Quella li mi viene a svegliare a notte fonda!- - Veramente sarebbe già mattina- gli fece notare. - Beh, per chi si sveglia a mezzogiorno e va a letto alle 4.30/5.00 è notte fonda! Ma ancora, testa bacata di un gemello stupido, non mi hai detto cosa ci fai qui!- - Senti “carino” non ti stai mica guardando allo specchio- disse in riferimento al “gemello stupido” e “testa bacata” – e poi non credo proprio che ti meriteresti anche solo il mio riflesso!- Il rasta alzò un sopracciglio come a dire “ vanita al 100% Già di prima mattina”. - Ti sei fermato sui dettagli, come al solito, e non rispondi domanda che ti sto ponendo da un quarto d’ora!- disse spazientito, certe volte suo fratello sapeva essere super irritante! - Stavo per arrivarci- anche il moro iniziava scaldarsi, infatti era noto per il suo umore notevolmente mutevole e soprattutto in presenza di suo fratello la pazienza(molto labile anche quella)che accumulava con ore e ore di sedute di bellezza andava semi letteralmente a farsi fottere – sono qui, sottospecie di verme solitario e impotente, perché come tuo solito ti sei dimenticato che oggi si parte!- Il biondo lo guardò come se al posto della sua copia sputata(se togliamo trucco vestiti e tutto il resto) ci fosse una sorta di alieno rivoltante. - Stai scherzando vero?- - No- rispose l’altro con un sorrisetto di trionfo. - Bill!!!- - Tom- disse Bill che grazie a quella scena si era ripreso dall’istinto omicida verso il fratello. - Bill!!!- - Tom- - …- - Tom- - …- - Tom, tutto bene?- domandò il cantante preoccupato. - Partiamo. Oggi.- esclamò il chitarrista con una punta di isterismo, preoccupazione e incredulità nella voce. - Si, partiamo oggi- confermo il moro. - Non ho fatto le valigie!- poi ci ripensò – Mi hai fatto le valigie Bill?- quest’ultimò alzò gli occhi al cielo: - Si, le ho fatte. Ora, mettiti qualcosa decente, ma soprattutto pulito, addosso e vieni di sotto la macchina ci aspetta.- Lo guardò sperando che avesse capito, ma vedendo la faccia ancora imbambolata e assonnata di Tom , scartò quel pensiero: il fratello non recepiva MAI alle 6.30 del mattino, quindi si chinò verso di lui e aggiunse – Hai 15 minuti- e vide il fratello scattare e involarsi in prossimità del bagno.
In macchina intanto Georg e Gustav stavano decidendo cosa avrebbero fatto appena arrivati a destinazione quando entrò Bill. - Ehi, sei riuscito a svegliare tuo fratello?- chiese Georg sghignazzando. - Ho avuto l’aiuto di un’altra di quelle puttanelle che l’ha chiamato con la speranza di essere di nuovo del grande Tom Kaulitz- disse ripensando alla scena con uno sbuffo – sarà qui fra 5 minuti- Gli altri due tirarono un sospiro di rassegnazione. – Non cambierà mai- dissero all’unisono Il loro pensiero comune fu interrotto dall’improvviso urlo spaccatimpani delle fans che si erano accampate fuori da casa Kaulitz per salutare i loro idoli che partivano. Tom era appena uscito dalla casa, ma le urla non erano di disperazione, ma per il panorama che si ritrovarono davanti: difatti Tom si stava mettendo una della sue maglie XXXXL lungo il vialetto. - No. DECISAMENTE non cambierà mai- concluse Bill come se la cosa non fosse stata già abbastanza ovvia.
-Animo ragazzi Dai! Stiamo andando in Italia!- esclamo il sexgott una volta sveglio e seduto in aereo. - Sì Tom ANIMO, noi abbiamo animo. È che tu non hai cervello!- -già iniziamo con le battutine offensive?- chiese il rasta accigliato e finto-offeso Bill di rimando gli sorrise. Tom ricambiò senza capire realmente cosa voleva dire il fratello. Perfino Georg e Gus sorrisero, un po’ amareggiati. Ma tutti e tre (escludiamo in partenza Tom perché non arriva ad afferrare il concetto delle cose se non all’ultimo e, ovviamente, quando è troppo tardi) sapevano che il loro primo concerto in Italia sarebbe stato come ogni primo concerto: ci sarebbero stati risvolti inaspettati e come al solito Tom ci sarebbe stato dentro fino al collo. Ma chi poteva dire se questi risvolti fossero buoni o cattivi? Forse l’esperienza?
Ma questa volta le cose sarebbero andate diversamente. Niente sarebbe stato come al solito. E niente sarebbe andato come da copione.
CONTINUA...
Eccomi di nuovo in carreggiata con una prova da affrontare. so che scrivo male e la mia mente malata farà evolvere questa storia al limite dell'inverosimile, ma se vi piace vi pregherei di farmelo sapere anche per contribire alla mia autostima che adesso è a zero. Accetto commenti belli e brutti, consigli o suggerimenti per come potrebbe evolversi la storia secondo voi. Alla prossima!!!!^^
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