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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: IL TANGO
Genere: Romantico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, AU, Shounen Ai
Autore: cdm galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/07/2007 19:46:32

Poi un a stanza. Un letto. E due amanti. Il tango continua
 
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IL TANGO
- Capitolo 1° -

Titolo:Il Tango
Conteggio Parole:765
Note: storia shonen-ai, cioè storia omosessuale, quindi se non apprezzate il genere vi prego di non leggerla. Au, one shot e probabilmente OOC.
Disclaimer: I personaggi non sono miei ma di Masashi Kishimoto


In posizione!

I bacini che si sfiorano.
I petti che si toccano.
La mia mano che concatena la tua, speculare, e l’accompagna verso il nostro destino.
L’altra ti stringe per non farti scappare via.
I nostri nasi che si baciano, creando l’invidia alle labbra sottili.

Pronti!

I nostri sguardi s’incrociano come la prima volta, una delle tante in questa vita.
L’oro raffinato con il nero petrolio, entrambi preziosi, entrambi inutili.
Il tuo profumo mi da alla testa, mi strugge l’anima e mi suscita la violenza.
Cosa che tu sei abituato a provocare, ma mai a subire.
Ora, godrai la mia rabbia, ma il tuo corpo non ne mostrerà i segni.

Via!

Un passo in avanti per me; uno indietro per te.
La nostra vita separata dalle decisioni prese, dai sogni forvianti.
Un passo in più nell’oscurità per te; un passo nella luce per me; un passo che continua a separarci.
Guarda assieme a me al futuro che mai ci sfiorerà.
Senti il calore costante che ci provochiamo e che mai potrà diventare fuoco?

Un, due, tre

I violini e le chitarre strusciandosi con archetti di legno e plettri di plastica, danno il tempo alla lotta. Mancano i suoni di tacchi femminei, le gonne che si sollevano e mostrano il mondo proibito, i seni che si coprono un po’ per finto pudore. I capelli che s’intrecciano, lunghi entrambi, opposti nel colore che seguono il vento che crea quella folle danza, nata dalla necessità di patire un po’ di più quell’amore insano.

Orochimaru.

Tu lo sai che sei il veleno più dolce che abbia mai assaggiato?
Ora ti conduco in questo ballo che odora di sesso, o sei tu, col tuo profumo?
Chi me lo fa fare di rimanere legato a te?
Lo so, domanda stupida, so già la tua risposta: un ghigno malefico e la tua vanità.
Sei la più bella e pericolosa delle piante carnivore.

Jiraiya.

Stupido. Pervertito. Sono l’eros in forma umana.
Sono l’essere più debole che si fa sedurre da quel figlio di Penia e Poros.
Però Eros non sei bello e dannato come colui che sto facendo girare tra le mie mani.
Quanti corpi si sono strusciati su di me, non mi ricordo più il numero.
Sono l’aria che è stata intrappolata nei polmoni cancerogeni del serpente.

Leggendari Sennin.

Da quanto ci conosciamo? Forse sarebbe meglio chiedere quanto non ci conosciamo.
In questi anni ci siamo insultati, odiati, baciati, amati.
Siamo cambiati, da bambini a cinquantenni, ma solo nell’aspetto.
Non so cosa abbiamo fatto o cosa stiamo facendo, se è giusto o sbagliato.
Io conosco la maledizione d’Afrodite che mi ha lanciato per aver amato troppo Eros.

Ballano.

Continuiamo? Questa lotta estrema di passi e movimenti?
Ti farò male, perché ne ho bisogno.
Ma non ora, continuiamo a fare sesso, anche se non ti sto possedendo, letteralmente.
Dopo quando il nostro corpo si fermerà perché la musica non c’è più e saremo soli.
Ti farò male e vedrò la tua espressione nella sua reale forma.

Il Tango.

Dove scappi? Ti riacciuffo e ti faccio strusciare sul mio corpo, perché sei mio.
Lo sai bene che questo ballo rappresenta la pura gelosia.
Una gamba piegata lentamente l’altra che scivola sul pavimento, le tue braccia sul mio collo.
Non vorrei mai morire per mano tua. Alzati! Su che ti faccio girare attorno alla stanza!
Egoisti, vanitosi, pazzi, vecchi amanti, guardateci siamo noi.

Per.

Su distenditi per terra che ti seguo, su innalzati in cielo che ti seguo, ma ora guido io.
Ti voglio.
Appoggio le labbra sulle tue, senza dolcezza, senza passione, solo per farti cedere.
Seguimi come un cane obbediente, su serpe non farmi faticare.
Ti farò male e lo sai, ma ora mi baci con prepotenza, ma io non sono ciò che vuoi.

Decretare.

La gente non c’è più.
La musica diventa aria, senza far vibrare i timpani delle nostre orecchie.
T’allontani da me un ultima volta, però non ti riprendo.
T’osservo sei bellissimo, ma non sei mio, vero?
M’osservi e mi domandi finalmente ciò che ti ha tormentato in quest’ultimo ballo.

La Fine.

Non c’è la musica, non c’è nessuno ormai, il tempo è passato anche per loro due, per quel tango, per quell’attimo di passione. Due sussurri che si alternano. Due sguardi che cambiano l’espressioni. La sofferenza di entrambi. L’impassibilità di uno. Il dolore dell’altro. La scelta della fine. L’allontanarsi di uno. L’immobilità dell’altro. Non c’è gioia. La schiena che diventa più piccola man mano che il ricordo scompare. Questo è l’addio, di decenni segreti incontri e avvenimenti.

E.

Poi una stanza.
Un letto.
E due amanti.
Il tango continua.

 
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