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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TO EFFACE ONESELF - ECLISSARSI -
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: mika-nakashima galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/07/2007 04:05:58

Ciao a tutti, ringrazio chi per curiosità è entrato/a in questa fan fiction inventata.
 
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SOBBALZO
- Capitolo 1° -

Ancora pioggia sulle strade di Old Tower, l’estate è sempre stata così in questa triste e desolata cittadina, non c’era secondo o minuto per far apparire un raggio di sole, la gente girava con ombrelli per tutto il resto del tempo, c’è chi andava a sedersi al parco con il cane o chi aspettava seduto fuori dal bar un amico, senza mai fare caso al tempo, come se tutto fosse una cosa abituale.
Ma sotto la pioggia c’è anche chi correva senza ripararsi mai, Ivy, una ragazzina di 17 anni, stava tornando a casa dai nonni dopo il corso di grafica e come sempre perse l’autobus, come tutte le sue amiche non aveva pensieri per la testa, il sorriso sempre evidente anche quando non lo dimostrava lo si percepiva, gl’occhi luminosi di colore ambrato sempre fissi davanti a se senza mai distogliere lo sguardo, i suoi capelli ormai inzuppati le si attaccavano al viso e sulle spalle, passo veloce tra una pozzanghera ed un’altra, era agile e longilinea, non era la perfezione, ma aveva comunque un bel corpo. Le persone che se la vedevano arrivare contro, riuscivano a spostarsi in tempo per farla passare, per poi voltarsi e guardandola andare via con espressione sconcertata o di sgomento.
Il traffico non è mai stato intenso in un posto come questo, specialmente nei mesi della pioggia, i semafori spenti a luce gialla lampeggiante, le insegne luminose stradali oscurate, nessuno di nessuno che osava lanciarsi sotto al diluvio, visti dall’alto, gli esseri umani sembravano tutte piccole formiche, liberi di andarsene dove volevano, come Ivy, che passava a gran velocità davanti ai negozi del corso, per poi svoltare sulla strada che l’avrebbe portata dritta dritta per casa.
Uno scatto a destra ed uno a sinistra per evitare i pali della luce od i bidoni della spazzatura, lo zaino a tracolla che teneva come l’oro, l’unico regalo di sua madre prima di andarsene, salto dal marciapiede, respiro in crescendo sempre più pesante, cellulare stretto nella mano e di botta TRRR TRRR, una piccola vibrazione, sempre in corsa guardò chi fosse, ma con la pioggia non riusciva a leggere sul display perché bagnato, nel cielo un rumore cupo, basso, probabilmente un aereo di linea pronto ad atterrare nell’aereoporto non poco lontano da li, Ivy si fermò di colpo, provò a chiamare il numero, ma non sentì praticamente nulla con quel frastuono che le rimbombava nelle orecchie, all’improvviso, una massa nera in velocità, due luci su di lei, il viso paralizzato in quell’attimo di secondo, uno scontro senza eguali con un furgone che le offuscò la mente.
Il corpo a terra, senza respiro, i fari su di lei, accasciata con un braccio sul fianco e l’altro sulla testa, la borsa ripiegata su se stessa vicino alla nuca, il cellulare, ancora intatto poco lontano da lei, la divisa scolastica di colore azzurro celeste prese il colore d’asfalto, di sporco.

 
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