INGENUITÀ PURA
- Capitolo 1° -
INGENUITà PURA
C’è stato un periodo della mia vita in cui, pensando troppo al mistero della morte, difficilmente percepivo le cose essenziali della vita. Crescevo corazzata dalla presenza costante della mia famiglia, le sole persone cui facessi affidamento e nel mio bel mondo fatato. Per molto, forse troppo, tempo.
Non percepivo la realtà delle cose, il loro valore ed era totalmente fuori dalla mia portata il solo pensiero che toccasse a me smuovere le cose, ma questo è un discorso che vale per il campo sentimentale. Per quanto riguarda gli amici non sempre mi lasciavo incastrare dalle leggi del gruppo, tant’è vero che alle medie non riuscii a integrarmi con la classe, ma solo con alcuni di loro, un po’ per timidezza, un po’ perché ero troppo “povera”, credo. Ma non ne sono del tutto convinta adesso, forse ero io ad avere più pregiudizi di loro. All’inizio, poi, ho sempre conquistato tutti per la mia piccolezza che ha sempre suscitato una buona dose di tenerezza, ma poi finiva tutto lì. La verità è che forse non mi importava così tanto come può importarmi adesso.
Ho un ricordo di me molto più libera con gli altri. Sarà proprio per quella corazza di cui mi circondavo. Non mi importava del mondo reale. Volevo sognare. Soltanto quello.
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