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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: WHISKY
Genere: Commedia, Kid-fic (per bambini)
Rating: Per Tutte le età
Autore: mfederica galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/02/2003 19:38:07 (ultimo inserimento: 15/06/03)

è un racconto molto triste sulla vita di questo cane, a cui capiterà di tutto e di più, è lungo molti capitoli(questo è solo il primo)ma merita!!!
 
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°___°
- Capitolo 1° -

Sono stato portato via dalla mia vera madre quando ero troppo piccolo e a stento riesco a ricordare il suo muso. Eravamo in otto io e i miei fratelli: quelli erano tempi felici. Quando però compii i tre mesi degli uomini strapparono me e gli altri dalla nostra vera madre, portandoci a forza in un luogo angusto, buio, ma caldo, molto caldo. Eravamo in una cella di vetro, la segatura ci stava tutto intorno e due ciotole di freddo ferro contenevano dei croccantini maleodoranti destinati a noi. Sopra la nostra testa una lampada molto vicina c teneva al caldo, ma io lo stesso cercavo la vicinanza dei miei fratelli che mi ricordava lontanamente la calda pelliccia della mamma. Fuori dalla nostra specie di gabbia si trovavano tante altre celle di vetro, con tanti altri malcapitati come noi. Molte persone giravano tra le gabbie studiandoci, guardandoci e, se i loro giudizi erano positivi, la stessa persona crudele che ci aveva portato di forza fino a lì ci tirava fuori vendendoci per strani pezzi di carta di vario colore e forma alle persone che ci giudicavano. All’inizio io e i miei fratelli rimanemmo uniti x poi essere portati via uno a uno da varie persone. Le nostre vite presero strade diverse: vidi i miei fratelli andarsene via, uno ad uno, con guaiti di tristezza e, allo stesso tempo, di felicità per le coccole dategli dagli umani. Alla fine della settimana rimanemmo in due nella gabbia, ma forse era giunta la mia ora. Una famiglia venne da noi mi scrutarono e, quando mi indicarono, l’addetto si avvicinò e mi tirò fuori scambiandomi con i pezzi di carta rettangolari colorati di quella famiglia. Un bambino mi prese in braccio tutto contento e iniziò a coccolarmi. In quel momento provai due sentimenti contrastanti tra loro: la felicità x quelle nuove coccole, ma anche la tristezza di dover lasciare il mio fratellino là da solo che rappresentava l’unica cosa che mi ricordava ancora la mamma. Sperai per lui un buon futuro: era il massimo che potevo fare in quelle condizioni. Il bambino mi portò fuori dal tendone dove erano schierate tutte le celle di vetro. Uscendo fui abbagliato da una luce fortissima, ancora più della lampada che avevo nella mia cella. Il bambino mi fece salire sulla sua macchina e mi accoccolai di fianco al mio nuovo padroncino sul sedile posteriore. Nei discorsi tra il mio padroncino e i suoi genitori sentii che parlavano entusiasti di me. Arrivati a casa mi fecero entrare e mi mostrarono dove avrei vissuto da lì in avanti.
Ero il ben arrivato.
Una cuccia morbida e accogliente era stata posizionata nella stanza del mio padroncino e di fianco notai anche una ciotola rossa con scritto sopra Whisky: che cosa voleva significare?io avrei avuto il privilegio di dormire in quella cuccia blu e gialla molto morbida?presto scoprii che effettivamente era così. Ringraziai il cielo per quella benedizione, ma il pensiero della mamma e dei miei fratellini non voleva proprio abbandonarmi. La sera mangiai del pollo prelibato e fui coccolato a dismisura da tutta la famiglia. Arrivò la notte, ero stanco dopo quella giornata piena di novità, e mi misi a cuccia, sempre coccolato dal mio padroncino.
Fantastico.
Ma ben presto tutti andarono a letto e, anche se ero in camera con il mio padroncino, la stanza mi sembrava buia. Mi assalì una solitudine paurosa. Non riuscivo a chiudere occhio e cominciai a piangere, come non avevo mai fatto, neanche quando mi avevano portato via dalla mamma. Allora si accese una luce dalla stanza a fianco, mi notarono e mi coccolarono x farmi calmare, ma poi non mi rimisero nella cuccia. Che succedeva? Il padroncino mi fece dormire di fianco a lui, nel suo letto, tutta la notte. Il giorno dopo mi svegliai tranquillo, il pensiero della mamma non era più vivo come quella notte, si era attenuato e mi sentivo bene. Era una calda mattina di Giugno e il padroncino (scoprii che si chiamava Matteo) mi mise il guinzaglio e mi portò a fare una passeggiata per il vicinato. Ero entusiasta di fare un giro in quel mondo nuovo tenutomi nascosto dal vecchio padrone che non ci faceva mai uscire da quella gabbia di vetro.
Quanto avrei voluto ci fosse stata anche la mamma o almeno i miei fratelli.
Chissà in quel momento dov’erano?e cosa facevano?Questo pensiero non mi abbandonava proprio mai. Il padroncino mi aveva ormai presentato a tutti i bambini del quartiere, ero sempre ammirato e coccolato. I giorni in questa estate trascorsero sereni e felici e tutti i giorni ero ricoperto di attenzioni. Mi sembrava di essere in un posto che non si addicesse a me e mi sembrava un sogno.
Poi partirono per le vacanze lasciandomi dalla loro vicina di casa, una donna sincera ed affidabile. In quel mese di Agosto cocente mi mancarono parecchio, soprattutto Matteo, ma l’emozione di rivederli a Settembre fu molto forte, quasi indescrivibile. Fui contento quando capii che non mi avevano lasciato lì x sempre! Tutto andava a gonfie vele, ogni giorno stavo con Matteo e stavo bene.
Io lo andavo a prendere a scuola con Marina, sua mamma. All’uscita ero il privilegiato anche per i suoi compagni di scuola: si può dire che ero la loro MASCOTTE. Passò un anno liscio e sereno nella mia famiglia. Arrivò Giugno, la fine della scuola x Matteo finalmente! Sarei potuto stare, da ora in poi, tutto il giorno con lui! Ero contento e, a quanto pare, provava lo stesso anche lui.

 
Continua nel capitolo:


 
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