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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: VIAGGIO VERSO IL MESSICO
Genere: Horror, Azione, Avventura, Drammatico, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: lively769 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/07/2007 22:49:22


 
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VERSO IL MECHICO
- Capitolo 1° -

Questo racconto l'ho sentito in una notte di halloween al campeggio,tra amici e amiche...l'ho trovata ora tra i file del mio computer...dite la vostra,io,quella notte,non ho dormito!^^

Viaggio verso il Messico
Era una notte buia e silenziosa. Jake e Emily stavano viaggiando verso il Messico su un vecchio camper malandato. Da lì a due giorni sarebbero andati a vedere il più grande concerto mai visto e
per il quale avevano fatto mille sacrifici, ed ora finalmente si stavano dirigendo verso la meta tanto agognata, insieme.
Il cielo a quell’ ora di notte era di un blu scuro intenso e la stretta strada di montagna che costeggiava un bosco era deserta. Jake stava guidando lentamente per non svegliare Emily, che dormiva profondamente sul sedile alla sua destra. A Jake bastava guardarle quel suo viso leggermente aguzzo dalla pelle vellutata per provare un immenso senso di pace. Ad ogni curva il corpo di lei si muoveva quasi impercettibilmente, visto solo dallo sguardo attento di lui, e fu questo
a distogliere la sua vista dalla spia rossa del carburante che lampeggiava.
Dopo neanche un quarto d’ ora il camper si fermò, impotente, sul ciglio della foresta.
Preoccupato Jake scese e si guardò intorno: il cartello indicava la stazione di servizio a più di tre miglia di distanza. Nessuna auto passò nell’arco di dieci minuti e così si dovette rassegnare all’ idea di passare la notte lì. Con cautela scosse leggermente Emily. Lei si mosse e, dopo aver aperto gli occhi si sedette dritta sul sedile.
- Jake, che succede? – chiese sbadigliando.
- Nulla, abbiamo solo finito la benzina, passeremo la notte qui in attesa che faccia giorno e che
passi qualcuno che mi dia uno strappo fino alla prossima stazione di servizio. – disse lui sorridendole.
- Va bene. Preparo il letto, allora. – disse Emily ora completamente sveglia.
Con l’ aiuto di lui aprì il piccolo letto sul retro del camper e sistemò le lenzuola. Lentamente Jake si sistemò sopra al letto, invitando anche lei a dormire sulle coperte.
- Jake, io non ho sonno, e tu? – chiese lei dopo essersi seduta accanto a lui sul morbido materasso.
Jake la guardò sorridendo con aria interrogativa e si alzò, accese la radio a basso volume e si risistemò accanto a lei, iniziando a sfiorarle il viso con la mano.
- Credi che ci divertiremo al concerto? – chiese Emily a bassa voce, lasciandosi coccolare dalla
mano di lui che ora le accarezzava i capelli.
- Certo. E’ da più di un mese che aspettiamo questo momento. Perché me lo chiedi? – chiese lui.
La mano di lei sfiorò la sua.
- Non so… Non sono molto frequentate queste strade, mia madre non voleva quasi che ci venissi. Mi sembra tutto così irreale… Non avrei mai immaginato di riuscire a fare questo viaggio con te. –
disse.
- Ci divertiremo, vedrai. – le sussurrò lievemente lui, per poi avvicinarsi alle sue labbra. Emily lentamente gli sfiorò la guancia chiudendo gli occhi e baciandolo delicatamente stando abbracciata a lui. Jake sorrise guardandole gli occhi chiusi e le mise una mano sulla spalla, conducendola lievemente verso il suo petto, dove Emily si appoggiò rilassandosi. Jake la guardò, pensando alla delicatezza che emanava e placidamente chiuse a sua volta gli occhi.
Dopo poco tempo un fruscio all’ esterno del camper lo svegliò, costringendolo ad alzarsi.
- Cosa fai? – chiese aprendo di nuovo gli occhi Emily, irritata dall’ interruzione di quel sogno.
- Ho sentito qualcosa qui fuori, magari si è fermato qualcuno che ha del carburante. Vado a vedere, tu aspettami qui. – disse lui.
- Aspetta: ho paura a stare qui da sola. – disse Emily alzandosi a sua volta. Jake la guardò e sorrise.
- Va bene, facciamo un segnale, d’ accordo? Ora tu ti chiudi dentro a chiave e quando torno batto
tre colpi sulla porta, così tu sai che sono io. – le disse avviandosi verso la porta.
Lei annuì e con lo sguardo seguì lui che aprì la piccola porta del camper e scese. Immediatamente corse a chiudere a chiave la porta, per poi tornare sul letto.
L’ aria all’ esterno era fresca e si era alzato un leggero venticello. Jake camminò verso la strada aggirando il camper. Si soffermò un istante a guardare, ma non vedendo nessuna auto. Rassegnato si voltò e fece per tornare verso il camper, quando avvertì un fruscio tra i cespugli. Lentamente si incamminò verso gli alberi che con le loro folte chiome schiacciavano il tetto del camper e oscura_
vano il cielo. Il frusciò tornò a ripetersi, questa volta proveniente da un’ altra direzione. Jake agitato raccolse a terra un bastone e si inoltrò ancora di più nella foresta, seguendo il continuo fruscio per un breve tratto. Fermatosi indeciso se tornare indietro intorno a lui si fece tutto improvvisamente calmo.
I grilli avevano smesso di frinire e il gufo che poco prima tubava solitario su un ramo si era zittito.
Tremante e nervoso, Jake si girò di scatto, avvertendo un inatteso moto di paura e vide le luci del camper. Deciso a ritornare fece un passo avanti, bloccandosi poi di colpo, sentendo uno scricchiolio dietro di sé. Preso da un terrore improvviso si girò di scatto, per poi lanciare un urlo mentre qualco_
sa di pesante e dal fiato caldo gli piombava addosso facendolo cadere a terra e senza dargli il tempo di rendersi conto di quanto gli stava succedendo.
Nel camper Emily si stava spazzolando i capelli, noncurante di Jake, quando udì un sibilo proveniente dall’ esterno. Allarmata si alzò.
- Jake? – chiamò piano.
In quel momento si udirono tre colpi alla porta. Emily sorrise e fece per aprirla, ma si bloccò sentendo un ringhio sommesso provenire da vicino alla finestra. Lentamente si allontanò di qualche passo, proprio quando improvvisamente la porta prese a sbatacchiare, colpita con forza dall’ ester_
no.
Con un piccolo urlo Emily corse alla finestrella. Fuori tutto era buio e si dovette avvicinare di più al vetro per vedere meglio, quando qualcosa di grosso e forte si buttò su di essa incrinando il vetro.
Con un urlo Emily si allontanò dalla finestra giusto in tempo per evitare la raffica di vetri che si sprigionò quando questa cadde distrutta. Spaventata cadde a terra, sentendo provenire dall’ ester_
no lunghi colpi contro la carrozzeria. La luce si spense e di colpo tutto fu calmo.
- Jake…? – chiese di nuovo con un fil di voce.
In quel momento all’ esterno echeggiò un urlo disumano, seguito da un nuovo possente colpo.
Emily colpì la testa contro il tavolino e cadde a terra priva di sensi con un leggero rivolo di sangue sulla fronte.
Il mattino seguente un ‘ auto della polizia era parcheggiata di fronte al camper. Un agente scese lentamente lasciando solo il collega che chiamava la centrale.
Agitato bussò piano alla porta semi distrutta. Dall’ interno non si udì alcun movimento.
- C’ è nessuno? – chiese l’ uomo.
Emily fu scossa da quella voce e indolenzita si alzò.
- Chi è…? – chiese sospettosa.
- Polizia, signorina. E’ sola all’ interno, vero? – chiese l’ uomo a voce alta.
- Si… - disse in tutta risposta lei.
- Esca per favore. -
Emily aprì lentamente la porta e socchiuse gli occhi, investita dalla luce mattutina. L’ uomo la squadrò da cima a fondo.
- Mi segua, signorina e non si volti. – disse.
- Io ero qui con il mio ragazzo… dovrebbe essere qui vicino, era uscito per un rumore e credeva che fosse arrivata un’ auto… eravamo senza benzina… Qualcosa ci ha attaccati, forse un animale… - disse Emily portandosi tremante una mano alla testa.
- Non si preoccupi, scenda e, mi raccomando, non si volti. – le disse l’ uomo porgendole una mano.
- Dov’ è Jake? E’ lì? – chiese lei.
- Non abbia paura, venga. – disse di nuovo l’ agente.
Emily titubante scese i tre gradini e lentamente raggiunse l’ uomo.
- Bene, ora mi segua. Non si volti… - disse questi.
Emily fece qualche passo avanti.
- Non si volti… - continuò l’ agente, ma, sospettosa di quel comportamento si girò e spalancò gli occhi.
Il corpo straziato abbandonato su un ramo dell’ albero basso accanto al camper, il sangue che gocciolava a terra, lo sguardo perso nel vuoto e la bocca semi aperta; il petto graffiato e lacerato..
Con un urlo agghiacciante guardò il suo ragazzo assassinato e cadde a terra svenuta, ai suoi piedi.

 
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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
sangochan94 15/06/08 20:19
Ma perchè mi sono messa a leggere un racconto horror? Perchè?!
Adesso se non dormirò mi avrai sulla coscienza... XD

Comunque è molto bella, ben scritta, e soprattutto terrificante...
Conto di leggerne altre!
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