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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TACHI E KODACHI - CAPITOLO TERZO
Genere: Sentimentale, Azione, Avventura, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: CrossOver, OOC
Autore: sojiro galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/07/2007 18:25:35

Soujiro, il nono maestro della scuola Tenken, è costretto dalla situazione a mostrare tutta la sua abilità con la spada.....
 
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IN CITTÀ: SCONTRO AL RISTORANTE DI KOROMO-DONO
- Capitolo 1° -

Il sole è a metà del suo cammino quotidiano. La calura estiva rende la strada polverosa e il respiro affannato. Il rumore quasi ritmico provocato da un paio di sandali sul sentiero disturba un quintetto di allodole, che si allontanano in volo, cantando.
Soujiro e Momo sono in città ormai da un’ora. Stanno cercando qualche ristorante o chiosco dove pranzare. Ma sembra che la “carenza di fondi” possa essere un problema.
In particolare il ronin accusa il digiuno inaspettato. Momo nota che egli cammina, ma non c’è con la testa. Avanza per inerzia, ma il suo sguardo è assente.
Mezz’ora prima Soujiro ha dato una spallata a un samurai che per poco non lo uccide per vendicare l’offesa. Il guerriero ha però visto Momo in una delle sue “crisi di follia” e ha avuto pietà.
Venti minuti prima ha dato una spallata a una guardia del corpo di un capo yakuza….per poco non viene ucciso per vendetta. Il gojimbo però vedendo Momo in una delle sue “crisi di follia” decide di dimenticare l’accaduto.
Un quarto d’ora prima ha dato una spallata a un ufficiale della polizia che è intenzionato
ad arrestare Soujiro. Il capitano però vedendo Momo in una delle sue “crisi di follia” lo risparmia.
Momo decide di entrare nel ristorante più vicino, per caro che sia. Momo si è stufato di salvare Soujiro dalla galera o dalla morte……ma un dubbio lo perseguita….come farà a pagare? “Ogni cosa a suo tempo…ora mangiamo”dice, mentre spinge il ronin delirante dalla fame dentro a un locale.
Appena entrato già Momo vorrebbe uscire. Il locale semplice, ma pulito è famoso in città per i suoi bassi prezzi. Questo però non aiuta i nostri eroi, che comunque non hanno un soldo. Inoltre ciò attira bande di malviventi….e la clientela per bene non intende più frequentare il ristorante.
Come al solito, la stanza è quasi vuota: solo sul fondo a destra vi è un tavolo sul quale vi sono portate fumanti di carne e pesce grigliato. Seduti al tavolo stanno una quindicina di uomini…brutta gente. Si abbuffano come maiali. A capotavola sta un ragazzone bruno: deve essere il capo. Ha qualche anno in più di Momo e Soujiro. E’ ben vestito…non è un bandito qualunque…è probabilmente il figlio di un capo yakuza.
Tutti i malviventi sono ben armati. Mangiano e schiamazzano. Ma ecco che dalla cucina arriva una cameriera a portare un’altra portata di pesce. Lei vede Soujiro e Momo all’ingresso e fa loro segno di accomodarsi. I due si siedono nell’angolo a sinistra della grande sala, dalla parte opposta rispetto al festino della yakuza.
I due si accorgono subito che la cameriera è una ragazza veramente bella. Ha più o meno la loro età, forse qualche anno di più. E’ vestita di un semplice kimono rosso a fiori. L’obi si intreccia dietro la schiena in un grande fiocco. I capelli castano chiari (quasi biondi) sono raccolti sul capo con un nastro colorato. La pelle molto chiara fa risaltare i bellissimi e grandi occhi azzurri della ragazza. Lei sembra però agitata.
Soujiro lo fanotare a Momo. Ma voltando lo sguardo verso di lui, nota che è letteralmente incantato dalla ragazza. I suoi commenti al fisico quasi statuario della giovane cameriera sono poco fini …dunque non i riporto.
Dopo aver servito la yakuza, lei si avvicina ai nostri”
“Sia ringraziato il cielo, dovete aiutarmi!”bisbiglia mentre finge di prendere le ordinazioni.
“Siamo venuti a mangiare….non per attaccare briga” afferma piuttosto freddo Soujiro.
“Il mio nome è Koromo Fujita. Questo locale è di mia proprietà da quando mio padre è morto tre mesi fa” una lacrima gli riga il volto. Tirando su col naso, la asciuga con un dito: “Da quattro settimane bande della yakuza locale vengono qui a mangiare e ad allontanare la gente per bene. Da quattro settimane il nostro bilancio è in rosso, quegli stronzi si rifiutano di pagare! Ho venduto la casa per poter mandare avanti l’attività. Quello seduto a capotavola” si riferisce al ragazzo che Soujiro ha identificato come il figlio di un pezzo grosso della mafia “ha detto che mi ucciderà se vendo o chiudo il negozio. Ciò non ha molto senso, come criminale forse gli converrebbe comprare il locale. Ma quello si diverte a rovinarmi la vita. E ‘ la sua vendetta…perché io alla morte di mio padre mi sono rifiutata di diventare la sua donna….Quello vuole distruggermi!”.Detto questo, si riasciuga le lacrime e riprende un po’ di autocontrollo.
“Vi chiedo per favore…vi supplico.. cacciateli dal mio ristorante!”
Soujiro non risponde subito…una volta eliminata quella banda, bhè…ne sarebbe arrivata un’altra….Koromo-dono non otterrà niente con la loro morte!
Perché non chiede aiuto al magistrato locale?...ah capito…forse è proprio lui il boss della zona. Soujiro sta per rispondere che desidera solo il piatto del giorno…ma ….qualcuno lo anticipa..
“Siamo felici di aiutarti, Koromo!” dice un po’ in imbarazzo Momo.
Koromo è contentissima e non si trattiene: si inginocchia e abbraccia Momo (che è seduto per terra, al tavolo). Il giovane arrossisce…anche lui è contento! “Grazie, grazie! Voi mi ridate la vita!”
Detto questo si alza, si ricompone e ritorna in cucina.
“Tu non ti rendi conto di quello che fai!” gli dice arrabbiato Soujiro “quindici contro due? Tu sei completamente fuori di testa. Dopo lo scontro inoltre il locale rimarrebbe devastato! E cosa farà Koromo-dono dopo?”
Momo è ancora imbambolato, ma risponde: “Sei riuscito a sconfiggere quei tre ronin grossi due volte te! Ti ho visto combattere. Chi ti vede ti sottovaluta, ma in realtà sei abile con la spada. Non è impossibile che tu esca vivo da questa situazione!”. La sua espressione è seria e questo stupisce l’incredulo Soujiro che ribatte: ”Ah bhè…questo cambia tutto, è una gran consolazione. Sarò pure abile, ma non invincibile…” e continua in questo senso, ma ormai non è più ascoltato.
Con terrore del ronin, Momo si è alzato e sta dicendo: “Ehi bastardi! Sì…dico a voi laggiù…siete senza cuore…opprimere così la povera Koromo..bastardi! Ora questo ronin vi manderà all’alto mondo, così pagherete il male che avete fatto!”. Comincia quindi a sputare contro il bandito che gli è più vicino. Quindi riprende “Soujiro-san (indica il giovane che è rimasto pietrificato) vi ucciderà tutti, figli di puttana!”.
Il silenzio è caduto nella sala. I malviventi si guardano stupiti di tanto coraggio. Soujiro, mentre si alza in piedi, maledice il compagno per tanta stupidità. Momo è l’unico che sorride. Tranquillamente si volta, raggiunge Soujiro, gli stringe la mano ridendo in falsetto. Dunque….
Corre velocissimo verso l’entrata e fugge via dal locale!
Il ronin è fuori di sé! Prima lo mette nei pasticci e poi scappa?..ah ma se fosse uscito vivo di lì…gliele avrebbe suonate…ah maledetto quel giorno in cui ha incontrato quel pazzo.
Perché non scappa anche lui? E’ un’idea, ma non può lasciare sola Koromo-dono. Quei bastardi se la sarebbero presa con lei.
No…deve combattere e dare il meglio di sé. M a quindici avversari sono davvero tanti, forse troppi. Non ne aveva mai affrontati tanti insieme (lui ha sempre evitato i locali del genere e i gruppi di samurai, per evitare di dover combattere per l’onore…va bè)…Dovrà inventarsi qualcosa.
Ma non ha tempo per pensare Soujiro. Subito gli ritornano alla mente le parole del suo maestro. “Non pensare mentre combatti o sei perduto. Muoviti con naturalezza. Quando mente e corpo sono una cosa sola, senza pensare riesci a parare e ad attaccare con successo. Lascia che la verità dentro di te ( in questo caso l’arte della spada) si esprima liberamente, senza che il ragionamento la chiuda come in una gabbia..”
I quindici avversari si alzano in piedi, ridendo dell’affronto di Momo e della sua fuga. Si dispongono a semicerchio davanti al ronin che non ha ancora sguainato la katana.
“E’ buona educazione presentarsi prima di un duello!” sorride Soujiro.
“Il mio nome è Gorobei Matayama, figlio del magistrato locale! Passerai dei guai per questo lo sai?”
E’ come pensava il magistrato è il capomafia…ma questo in fin dei conti ora ha poca importanza…
“Il mio nome è Soujiro Tenken, nono maestro della scuola Tenken!”
Koromo dalla cucina sente i loro discorsi. Ha avuto fortuna: addirittura un sensei la aiuterà! Strano però..il ragazzo è molto giovane…sarà all’altezza? Lo spera, altrimenti verrà uccisa o costretta a fare la prostituta in qualche casa di piacere…
Un’altra risata. I quindici spadaccini non hanno preso seriamente Soujiro.

Se vogliamo essere pignoli, in realtà sono tredici i guerrieri (o meglio banditi) che Soujiro si appresta ad affrontare. Ancora seduto al suo posto sta Gorobei Matayama che sorride: finalmente un duello romperà la sua routine quotidiana…vedere schizzare un po’ di sangue a un mafioso fa sempre piacere in fondo…e poi…altrimenti quella giornata sarebbe stato di una noia mortale….
Accanto a lui, in piedi sta quella che è probabilmente la sua guardia del corpo, il suo yojimbo. E’ un ragazzo di medi altezza, dai lunghi capelli neri raccolti dietro in una coda, alta sul capo. Il suo Kimono è molto simile a quello di Momo. Sul collo risalta una grossa collana di perle verdi (sicuramente finte). Ai piedi ha dei semplici sandali di paglia.
Quando Momo ha inveito contro di loro, questo guerriero ha cominciato ad accarezzare dolcemente con le dita l’elsa della sua spada. Questo gesto, notato immediatamente da Soujiro, indica come un’impazienza da parte del ronin di versare sangue. Una così evidente brama di uccidere, in giapponese sakki, non è indice di un guerriero di alto livello. E invece tipica degli assassini da quattro soldi, dei rissaioli da strada e della gente povera in rivolta. Detto questo, il sakki è proprio anche di molti samurai, soprattutto di basso rango: sempre pronti a estrarre la spada per ogni gesto altrui (reale o immaginario, se non totalmente inventato) considerato da questi altezzosi spadaccini un’offesa al loro onore.
Entrambe le parti sono ferme. Qualunque gesto, anche l’avanzare di un solo passo, è fatto con estrema lentezza. Una gesto affrettato potrebbe infatti essere interpretato dall’avversario come un attacco e provocare quindi una reazione violenta. Con la spada c’è poco da scherzare: un errore ed è finita …. Per sempre….non c’è una seconda possibilità. La posta in gioco è alta…
Soujiro chiude gli occhi, si concentra, raccogliendo tutte le proprie energie…..
Apre gli occhi. Ora è pronto…pronto a morire! Ecco che si aprono le danze: Soujiro avanza velocissimo verso l’avversario davanti a lui. Quest’ultimo vede solo un bagliore di luce davanti a lui….poi un dolore alla gola ed ecco che come una fontana la carotide del disgraziato urlante si apre…sprizza sangue ovunque, insozzando il pavimento del locale, i compagni vicini a lui e lo stesso Soujiro che si sta battendo come una tigre.
Attacca, para e contrattacca a una velocità impensabile per dei poveri briganti abituati solo alle risse la notte o a qualche omicidio di tanto in tanto.
Ora con un rapido affondo infilza il costato di un altro malvivente che urla, impazzito per il dolore.
(Noi moderni (e forse questa è una delle conquiste dell’occidente) vediamo il sangue in tv, nei videogame…ne sentiamo parlare, ma sono pochi quelli che hanno visto con i propri una persona aperta. Solo tagliarsi le dita con un coltello mentre si prepara la cena è piuttosto doloroso. Ma per noi è semplicemente inconcepibile il dolore che si può provare per una ferita di spada…..Nemmeno l’orrore dietro ad esso possiamo immaginare….)
Estrae il ferro dal corpo e mozza la testa ad un nuovo aggressore. Il suo abito è ormai itriso di sangue.
Un ragazzone dai capelli lunghi lo attacca con un potente fendente dall’alto. Ma Soujiro è già uscito dalla sua linea di offesa e si trova accanto a lui. Lo infilza all’altezza del basso intestino. Quindi spinge la lama verso l’alto fino alle ultime costole della cassa toracica, tagliando tutti gli organi interni del ventre…..
Sfila la lama arrossata e getta l’uomo in fin di vita a terra. L’ennesimo avversario si avvicina di corsa con la spada nel fodero. Arrivato alla distanza sufficiente la estrae con forza. Ha però mancato il bersaglio. A Soujiro è stato sufficiente arretrare di un passo per evitare il fendente. Dopo una tecnica di iaijutsu (l’arte di estrarre la spada) si rimane scoperti, se non si è abili e accorti a correggere immediatamente l’errore. Il ronin, sferrato un potente pugno in pieno viso all’assalitore, lo finisce con un colpo di spada.
Intanto dalla cucina, Koromo guarda la scena stupefatta. Certo, di sangue ne aveva visto scorrere. La prima volta fu quando la mafia fece sgozzare suo fratello davanti ai suoi occhi di bambina….lacrime copiose gli rigano il viso a quel nefasto ricordo. Assiste impotente a quella estrema violenza…forse insensata…
Soujiro ha appena ucciso lo scagnozzo che dieci anni prima aveva fatto fuori il suo amato fratello maggiore. Quanto aveva sognato la sua morte? Quanto l’aveva desiderata?.....Ma ora che quel desiderio di vendetta si era realizzato…si rendeva conto ciò non le dava alcun conforto…Non prova quel piacere che aveva sempre immaginato….solo orrore!
Sì, ha deciso. Quando tutto questo sarà finito lei fuggirà dalla città, da quest’inferno in terra!
Soujiro rinfodera la spada: il più del lavoro è terminato. Tutti e tredici gli aggressori giacciono a terra morti o agonizzanti. Il pavimento del locale è coperto di sangue e bisogna fare attenzione a non scivolare.
Gorobei Fujita non crede ai suoi occhi: in meno di cinque minuti ha visto i suoi migliori scagnozzi cadere uno dopo l’altro, falciati da un ragazzetto magrolino. E’ ancora seduto, ma ora trema vistosamente…non ride più davanti alla possibile sua morte! Si guarda in giro spaventato, non sa che fare!
Diversa è la reazione della sua guardia del corpo: si è alzata in piedi e sorridendo si avvicina tranquillamente a Soujiro. Il ronin comprende che l’avversario mezzo pazzo, sicuramente un sadico omicida a giudicare da come fissa i corpi dei suoi compagni stesi a terra. Sarà un assassino, forse il migliore a disposizione di Fujita-san….ma d’altronde…Soujiro…non è forse anche lui un assassino?
E’ però sfinito: sono tre giorni che non tocca cibo! E in più quell’inatteso combattimento…La fatica però di uno scontro la senti solo quando ti fermi...e ora la sente eccome il ronin che è deciso a chiudere il duello in una o due tecniche. O sarà lui a essere finito per spossatezza.
E’ coperto di sangue, ma per la maggior parte non è il suo. Ha solo una ferita alla spalla sinistra, ma non sembra grave.
Ma non ha il tempo di studiare l’avversario: Soujiro sa che presto sarebbero arrivati i rinforzi! Polizia e mafia insieme sono un osso duro.
Un balletto in due a questo giro, la musica….sempre la stessa: con una nuova estrazione iai (che ha sempre come obbiettivo la gola) attacca l’avversario. Questo però arretrando di appena un metro evade la tecnica e contrattacca con un veloce fendente dall’alto approfittando della posizione scoperta di Soujiro. Ma egli lo anticipa: avanza sul suo lato sinistro e contemporaneamente colpisce il fianco avversario con il fodero in ferro della sua katana. Il dolore del colpo ricevuto ferma un momento l’azione avversaria, un momento che è un errore…..Non ci si possono permettere errori!
Soujiro gli provoca una profondo taglio nel ventre: sangue e intestini fuoriescono raccapriccianti.
La guardia del corpo cade a terra morente.
Koromo intanto è uscita dalla cucina e si affianca a Soujiro, attenta a non pestare cadaveri o pezzi di questi.
Gorobei Fujita è paralizzato dal terrore. Anche il suo guerriero più forte è caduto sotto i colpi del non maestro della scuola Tenken….
Ecco che però si avverte un gran trambusto provenire da fuori.
Gorobei si distende e sorride: “Non dovevi sfidarmi! Mio padre e i suoi uomini stanno arrivando. Tenken-san, sei sfottuto!”.
Soujiro prende per mano Koromo e si dirige verso l’entrata.
“No, c’è una porta sul retro!”afferma lei.
I due corrono in cucina. Soujiro apre la porticina e fa per uscire, ma vede che Koromo si è fermata.
“Non c’è tempo!” afferma.
Lei però non gli da retta. Ha preso un’otre di sakè che si trovava nell’angolo della piccola cucina e ora ne versa il contenuto sul pavimento. Dal piano cottura getta a terra un tizzone ardente. Presto il locale si trasforma in un rogo. Ora la cameriera e il ronin fuggono. Corrono, per non essere presi dalla polizia e dalla yakuza. Ma sono stanchi e gli inseguitori sono troppi…..


Mi scuso col lettore se a volte uso termini un po' specifici delle arti marziali ( che io pratico da circa due anni).... spero comunque che il testo risulti chiaro
altrimenti....mea culpa!
Scusate....questo capitolo è venuto un po' lungo...ma mi dispiaceva spezzarlo in due...
 
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