TUTTO SEMPRE UGUALE
- Capitolo 1° -
Allora, salve a tutti...che vi posso dire...buona lettura...speriamo bene... ^-^
Prefazione
Era una notte fredda e inospitale burrascosa e lugubre, il cielo era nero, la valle celata alla vista da una fitta coltre nebbiosa, che conferiva all’ambiente contorni sinistri, come se il panorama familiare di steppa erbosa avesse lasciato il posto al regno di qualche ignoto, arcano spirito per una notte; nella città vicina le luci erano spente a causa del black out che ormai da ore costringeva la popolazione a restare nelle case immerse nel buio e lasciate senza protezione alcuna. L’unica, pallida fonte di luce erano i fari di un auto in lontananza; sfrecciava nell’oscurità come un lampo nella notte, continuava il suo ignoto viaggio incurante del maltempo e del fiume in piena.
Ad un tratto un’ ombra scura attraversò la strada ormai quasi totalmente sommersa dall’acqua e dai detriti portati dal fiume, poi quella luce, che fino a poco tempo prima aveva illuminato la tetra tenebra, si spense gettando l’ambiente circostante nella più assoluta e agghiacciante oscurità.
Nel silenzio ovattato della nebbia si udirono, in una successione resa ancor più agghiacciante dalle tenebre che la coprivano, l’accelerazione dell’auto, il rombo assordante di un motore da rally sempre più forte, lo stridio cigolante delle ruote in fase di frenata, un urlo, un crash, poi il silenzio ridiscese a cullare nuovamente il sonno degli uccelli e degli alberi.
CAPITOLO
I
In casa Weasley l’atmosfera era tesa: il primo giorno di scuola dopo la morte di Silente si avvicinava sempre più velocemente. Le domande che dentro ognuno si poneva costringevano i presenti ad un opprimente e imbarazzante silenzio: cosa ne sarebbe stato di quella che per loro era come una casa? Aveva senso il tornare in quel luogo profanato, era sicuro rientrarvi dopo quanto era successo? Silente avrebbe davvero voluto che si separassero dalle famiglie in un momento in cui l’unità era così necessaria?
Il flusso dei pensieri venne però interrotto dal gufo Errol che era miracolosamente planato in cucina senza urtare i vetri aperti che, di solito erano i suoi involontari bersagli. Ron, stancamente, andò a afferrare la missiva che non annunciava mittente alcuno, poi, leggendo ad alta voce:
Cari signori Weasley e amici, temo di dover declinare il vostro invito per la fine dell’estate, purtroppo mia zia Winsa è venuta a mancare pochi giorni fa per un incidente, sembra che sia stata investita da un pirata della strada, vi prego di perdonarmi e mi scuso se questa mia missiva vi rattristerà.
P.S. Credo che arriverò più tardi dell’inizio dell’anno. Saluti a Ron e Harry sperando che anche lui si trovi li.
Saluti a tutti
Hermione Granger
La lettera era scritta con una calligrafia disordinata e con mano tremante; come Hermione aveva presunto gettò l’ambiente circostante in un ancor più lugubre silenzio dovuto allo sconforto nell’apprendere che, nonostante quanto avessero potuto, le persone sarebbero venute a mancare per i tragici giochi del fato: la tristezza sembrava non dover mai aver fine, non poter essere sconfitta.
Strano fu quando dal camino fece capolino la figura di un ragazzo dagli spettinati capelli neri che tutti riconobbero come Harry Potter, la sua inconfondibile cicatrice a saetta e i suoi vestiti babbani lo avevano sempre fatto notare in casa Weasley.
Apparve li, immobile, il volto segnato dai recenti traumi, la morte di Sirius e di Silente lo avevano gettato nell’angoscia più totale, tuttavia contemplati gli amici di sempre sorrise, del resto aveva ancora loro.
I componenti della famiglia rincuorati da quella visita e da quell’inaspettato sorriso risposero anche essi e insieme si accinsero a dare il benvenuto al ragazzo.
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