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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Kingdom Hearts
Titolo Fanfic: BLOW YOUR MIND
Genere: Sentimentale, Comico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, Yaoi
Autore: yachiru galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/07/2007 19:31:48 (ultimo inserimento: 08/10/07)

Chi lo ha detto che gli anni delle superiori sono un gioco da ragazzi? Sicuramente non uno studente delle superiori, potete starne certi.
 
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CHAP 01
- Capitolo 1° -

Primo giorno di scuola: guardando in alto, potete scorgere il pittoresco cielo azzurro, sgombro di nuvole, che si fonde perfettamente col paesaggio circostante. Ad allietarvi, il cinguettio degli uccellini che, a prescindere dall’ora, decidono che sarebbe proprio una bella idea mettersi a canticchiare per rallegrare la gente.
Tutto perfetto, no?
Ecco, qui crolla l’idillio: no. Sto correndo all’impazzata per evitare l’espulsione da scuola al primo giorno, cercando contemporaneamente di acquistare velocità e non investire i primini che, avvertiti dalle mie urla, si fanno da parte sconvolti. Se questo è ciò che si intende con “tutto perfetto”.
Mi illumino nel vedere il cancello della scuola: mi ci infilo ed entro nell’edificio, percorrendo l’atrio a velocità supersonica e svoltando a destra, nel tentativo di raggiungere il mio armadietto, mentre vagonate di insulti mentali si rivolgono a mio fratello: perché, mi domando, l’unico giorno in cui non sono costretto a subire le sue paturnie sul vestiario è anche l’unico giorno in cui la mia sveglia decide di suonare con un’ora di ritardo?
I miei pensieri svaniscono ben presto quando, sia lodato il cielo, vedo il mio armadietto e mi ci fiondo a braccia protese: mia salvezza, quanto ti adoro! Questo è il momento giusto per lasciarmi il mio spazio personale mentre annaspo e, a testa china, riprendo fiato, ricominciando a respirare a pieni polmoni: mai più una corsa simile, mai più.
Troppo impegnato a pensare a quanto possa essere gratificante e piacevole respirare, ignoro l’aprirsi dell’armadietto di fianco al mio, finché una voce perplessa non mi riporta alla realtà.
« Demyx? »
Alzo la testa quel tanto che basta per riconoscere il proprietario della voce: capelli dagli improbabili riflessi lavanda, anche se lui si rifiuta categoricamente di ammettere il fatto che siano color lavanda, e occhi, nonostante uno dei due sia perennemente coperto dai capelli e sarebbe più appropriato dire occhio, blu. Zexion.
Stop, fermi tutti un secondo! Ho detto Zexion? Cosa ci fa mister “io-non-faccio-un-ritardo-dal-primo-anno-di-asilo” fuori dalla classe a quest’ora? Perché sta per arrivare l’apocalisse e il mio migliore amico non si è premurato di dirmelo? Oh, mi sento così escluso!
Il suddetto sembra accorgersi della mia espressione dubbiosa-quasi-sconvolta, perché si limita a guardarmi col suo miglior sguardo di sufficienza, per poi tornare a squadrarmi.
« Dem. Sono le sette e diciotto minuti: ora, ti prego, spiegami perché sei già a scuola e perché sembra che tu abbia appena corso la maratona. »
Beh, forse perché ho appena corso la maratona e... No, no. Cos’ha detto prima? Che ore sono? Lo guardo sconvolto.
« COME?! NON E’ POSSIBILE! »
Ecco perché ho scampato la sfilata di moda di mio fratello: era troppo impegnato a manomettermi la sveglia, quel bastardo. Io giuro che lo ammazzo.


Per quanto io sia una persona estremamente calma e razionale, non posso negare il fatto che in questo preciso istante il mio odio per Sora raggiunga livelli inenarrabili: quale parte dell’ aspettami davanti casa alle sette non ha capito?
Perché, per quanto io mi sforzi, non riesco a comprendere per quale motivo mi abbia dato buca, soprattutto tenendo conto del fatto che è stato lui stesso a darmi appuntamento. Vatti a fidare degli amici.
Ora, non vorrei mai inscenare una crisi isterica per colpa sua, ma perché si ostina a mandarmi costantemente sull’orlo di una crisi di nervi? Non ho forse diritto anche io ad avere un sostegno nella vita? Evidentemente no, perché, eccomi qua: primo fottutissimo giorno di scuola, primo fottutissimo anno di liceo e perso nel bel mezzo di un fottutissimo corridoio dopo che un cretino mi ha quasi investito, alle sette e un quarto di mattina. Gran bel modo per cominciare una giornata, davvero.
Comincio a mostrare segni di cedimento mentale quando intravedo lo stesso estintore per la quarta volta in dieci minuti e inizio a bofonchiare oscenità di ogni sorta quando mi si ripresenta davanti una quinta volta.
« Ehi, raggio di sole, la mamma non ti lava mai la bocca col sapone? »
Mi prendo il mio tempo per accertarmi che la simpatica affermazione sia rivolta a me, cosa piuttosto plausibile dato che sono l’unico nel raggio di chilometri che impreca, e mi giro giusto in tempo per trovarmi faccia a faccia, sebbene la mia faccia in realtà arrivi più o meno al livello delle sue spalle, quella che penso sia la reincarnazione umana del maledetto estintore. Che l’abbia offeso?, mi ritrovo a pensare prima di rendermi conto che no, gli estintori non possono avere gambe e braccia e non possono parlarmi. Dio, sto impazzendo.
« Qualche problema? Tappatici le orecchie, col sapone. »
Se avessi del buonsenso, dovrei mettermi a correre, e anche piuttosto veloce. Cosa me lo fa pensare? Il fatto che io abbia scelto il tizio sbagliato a cui rispondere male, dato che ha tutta l’aria di essere un pazzo psicopatico, e il fatto che stia cominciando ad avvicinarsi in maniera tutt’altro che rassicurante. Potrei iniziare a pensare alla candidatura per il più breve tempo di permanenza in una scuola, mi sa.
« Rooo~ox! »
Ed ecco a voi, signore e signori, la fonte di tutti i miei problemi: Sora, l’allegro moretto che sta saltellando per il corridoio e mi è corso incontro non appena mi ha visto. Senza nemmeno pensarci due volte, lo prendo per un braccio non appena mi si avvicina abbastanza e, voltando le spalle allo psicotico dai capelli di fuoco, scappo.
« Sora, prego per te che tu abbia una scusa plausibile per la tua mezz’ora di ritardo. » gli ringhio contro non appena giriamo l’angolo.


Se c’è una cosa che non ho mai sopportato e non sopporterò mai fino alla fine dei miei giorni, è il primo giorno di scuola: dovrebbero semplicemente farsene una ragione ed abolirlo. Ora, non che io abbia niente di personale contro la scuola; certo, non è il posto più felice del mondo, ma riesco a tollerarlo anche abbastanza bene: essenzialmente, è proprio il concetto del primo giorno che mi fa storcere il naso. Voglio dire, è una crudeltà gratuita far svegliare un povero adolescente alle sei di mattino, di punto in bianco, quando fino al giorno prima la sveglia era automaticamente puntata alle due di pomeriggio, no?
Apparentemente no, perché sono stato scaraventato giù dal letto senza potermi difendere e, tra imprecazioni e insulti vari, mi sono vestito, ho fatto colazione e mi accingo a varcare il famigerato cancello che segna la fine della mia libertà per altri... a proposito, quando finisce l’anno scolastico? Non ne posso già più...
Inutile dire che, per le sopraccitate ragioni, il mio livello di socialità e simpatia scende ai minimi storici nel fatidico giorno: è più forte di me, il mio lato voglio-stare-da-solo,giratemi-al-largo prende il sopravvento e i miei discorsi si riducono a « odio la scuola », « odio il mondo » e, nel migliore dei casi, « ti odio, lasciami stare ».
« Riku! »
Una vocina cantilenante si avvicina sempre di più, fin quando una massa di capelli biondi mi si appiccica al braccio: sì, ecco, odio anche lei. Soprattutto in momenti come questi.
« Naminé. » con un sorriso di circostanza, cerco di scollarmela di dosso, con scarsi risultati. Ricordate il mio atteggiamento da parlami-e-ti-mordo? Beh, con lei lo evito per il semplice motivo che scoppierebbe a piangere seduta stante: e lo dico per esperienza personale, credetemi. Da quel che ho capito, ha una cotta per me. E sto solo pregando e aspettando il tanto atteso momento in cui svanisca. Perché? Perché se la biondina corresse piangendo da Kairi, quest’ultima smetterebbe di parlarmi per l’eternità. E se ciò succedesse, Sora le si accoderebbe dietro e, puff, addio anche a lui. La cosa si fa un tantino complicata, eh? In effetti, formiamo un quadrato degno di una soap opera, ma... Le spiegazioni a tempo debito.
« Nam, ti accompagno in classe? » le chiedo, principalmente perché in questo modo spero di riuscire a mollarla ai suoi amici.
Mi guarda al settimo cielo, sono convinto che stia lottando con se stessa per non svenirmi in braccio. Non aspettando la sua risposta, me la tiro dietro alla ricerca della sua classe.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 8
necropoiana - Voto:
14/12/10 00:19
sono rimasta alzata fino a mezzanotte e mezzo per finire di leggere! Io la trovo stupenda! La adoro! Voglio il seguito!
Humor che mi fa sbellicare XD davvero!
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whattina - Voto: 03/10/08 18:41
Davvero carina, perchè non continui? Mi piace lo stile quasi pungente che usi, denso di battute e scorrevole. Un bel 4/5, solo perchè Riku non è propriamente IC, anche se ce lo vedo a tentare di portar via Sora a Roxas con tutta la nonchalance possibile xD
Bel lavoro, ancora *-*
W.
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fanci-chan 03/05/08 13:49
questa storia è davvero interessante...
Non vedo l'ora di vedere come si evolverà il rapporto tra Axel e Roxas...
Axel è comico!
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