GOURRY - Capitolo 1° -
Dovevo andare. Ero consapevole che sarebbe sopravvissuta anche senza di me, in fondo era forte abbastanza. Sarei stato via soltanto pochi giorni. Ma una strana morsa mi attanagliava lo stomaco. Come se un mostro dalle proporzioni non adatte al luogo in cui era ospitato si stesse dimenando per uscire. Una brutta sensazione? Forse. Ma era di Lina che stavo parlando, dannazione! Avrebbe fatto fuori chiunque le si fosse avvicinato con cattive intenzioni. Lei poteva sopravvive senza di me. Senza la sua fidata guardia del corpo personale. E questo non è che mi dispiacesse, ma mi faceva sentire come inutile. Lina era forte abbastanza, ne avevo la certezza. Ma è anche vero che in quegli ultimi anni era vissuta come protetta da una campana di vetro. Aveva combattuto aspramente contro ogni tipo di essere esistente sulla terra, ma le era mancato il contatto con le piccole quotidianità. Era sempre restata al mio fianco, o meglio, io le ero sempre rimasto accanto. Nutrendo per lei sentimenti di protezione, e di cura. Ma adesso non era più una bambina, ma una donna. Ma il suo modo di rapportarsi agli altri era in qualche modo cambiato? No, era semplicemente da Lina comportarsi in quella maniera sconsiderata, nutrendo la certezza di farcela, di tirarsi fuori dai guai sempre e comunque. Era pura, in maniera disarmante. Era grande, grande abbastanza da essere definita donna. Ma il suo candore era ancora visibile. Quando le si tingevano le gote di rosso e restava ammutolita ad osservarmi, avendo la superbia di credere che un tale cretino come lei amava definirmi non si accorgesse di nulla. In fondo mi piaceva farle questo effetto. Tutto ciò la rendeva più umana, e faceva nascere in me sensazioni ancora più profonde di tenerezza nei confronti di quella ragazza che ancora non riusciva a celare i suoi sentimenti dietro una maschera. Avevo paura. Paura che nel frangente di tempo in cui sarei stato via quel candore potesse in qualche modo offuscarsi, perdere quel bagliore. La mia preoccupazione era da considerare come l'istinto di un padre, un istinto primordiale di protezione? No, per me Lina era qualcosa di diverso. Non riesco ancora oggi a definire cosa io fossi per lei, o cosa lei rappresentasse per me. Avevo soltanto la placida certezza di volerla difendere, da tutto e tutti.
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