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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: UN POLIZIESCO UN PÒ ECCESSIVO
Genere: Comico, Giallo, Azione, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: gokusupersaya galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/06/2007 11:16:11 (ultimo inserimento: 09/07/08)

Cari lettori mi chiamo Jons Brown “un tipo strano” direbbero i miei amici,mha io mi ritengo solo un po’ troppo fantasioso...
 
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UNA GIORNATA PARTICOLARE
- Capitolo 1° -


AVVERTENZE: Questa fanfic non è fissa se non sarà apprezzata non publicherò gli altri capitoli. Spero che ci siano commenti e molti lettori ^^ Buona lettura!!!!!!!




Cari lettori mi chiamo Jons Brown “un tipo strano” direbbero i miei amici,mha io mi ritengo solo un po’ troppo fantasioso. Lavoro nella MBAC un associazione segreta dei carabinieri,c’è da ridere pensando che i carabinieri sono il corpo di sicurezza più insultato e scherzato dell’Italia,ma qui si lavora su casi davvero strani ed io che sono il tipo adatto sono stato assunto immediatamente. La MBAC accetta casi ti tutti i generi provenienti da tutto il mondo e questa volta,proprio il giorno del mio compleanno,l’associazione ricevette un messaggio di soccorso molto importante. Quel giorno pensai bene di non andare a lavoro,avevo staccato tutto telefono il cellulare avevo tolto la corrente ,ma non potevo spegnere il mio orologio ricetrasmittente,così alle 4 del mattino suonò l’orologio,era il mio capo.
<Jons corri subito in centrale abbiamo ricevuto un caso urgentissimo>
<Ah mi ero scordato di dirvi che oggi non lavoro è il mio compleanno>
<ci vuole rovinare la reputazione signor Jons!?!> gridò il mio capo furioso. In quel momento pensai che non c’era bisogno che io rovinassi la reputazione ai carabinieri perché già loro se l’erano rovinata ma gli risposi con tono umile
<avete ragione signore la MBAC,ovvero i carabinieri segreti, devono rimanere nel più alto posto come corpo di sicurezza nazionale ed internazionale>
A quelle parole il capo si commosse,aveva un grande spirito patriottico,e singhiozzando disse
<bene il rispetto da parte di tutti innanzitutto>poi cambiò tono e mi gridò <ma ora basta con le smancerie venga subito in centrale l’aspetto!>
Eh si la giornata era davvero promettente,se il buongiorno si vede dal mattino. Mi infilai un paio di jeans una maglietta rossa con delle fiamme blu ed un giubbino di pelle,ed ovviamente un paio di occhiali da sole reybans. Usci in fretta da casa ma appena fuori la porta mi accorsi che non avevo le scarpe,così mi girai per entrare ma…la porta era chiusa e le chiavi erano dentro. Dopo un po’ mi squillò il cellulare era il capo,risposi e spiegai la spiacevole situazione,ma lui pensando che era una scusa rispose
<Jons venga subito qui o la licenzio!!!>
<va bene signore il tempo di sfondare la porta e vengo>
A quel punto chiusi il telefono in faccia al mio capo,e guardai fisso la porta,presi una rincorsa e a pochi centimetri di distanza dalla porta mi fermai…pensai…solo in quel momento mi ricordai che la porta era blindata. A quel punto salii sul cornicione del mio piano che conduceva al mio balcone. Ma mentre camminavo,scalzo,un signore del mio stesso piano pensando che ero un ladro,mi aprii la finestra proprio mentre stavo passando. Scivolai,e tenendomi con le mani sul cornicione,implorai quell’uomo ad aiutarmi,ma quello era già corso a chiamare la polizia l’ambulanza,ma soprattutto i carabinieri,che non vennero! Mi squillò di nuovo il cellulare,misi una mano in tasca e risposi. Provate ad indovinare chi era,io mio capo il signor Franco Martini,così mi disse.
<Jons devi venire alla sede seconda quella sotterranea fai più in fretta che puoi!>
io risposi,tenendomi con fatica al cornicione
<signore sono imbottigliato nel traffico>
<non mi dica signor Jons che alle 4 del mattino c’è traffico,non mi inventi altre scuse la mia pazienza ha un limite…>
continuo a parlare,e mentre parlava sentii le sirene della polizia e dell’ambulanza arrivare. Guardai in basso vidi il commissario della polizia scendere dall’auto con un megafono mentre gli altri poliziotti stavano preparando un telone che avrebbe dovuto attutire la mia caduta. Rialzai immediatamente lo sguardo e viti che quel signore si stava avvicinando alla finestra con un mattarello;si affacciò e mentre diceva
<per l’onore della patria io ti ammazzo!>
mi tirò sulle mani il mattarello,dolorante lasciai il cornicione,e mi lasciai scivolare verso il basso. A pochi metri dall’asfalto vidi che ancora non avevano allestito perfettamente il telone,caddi sul telo ma sbattei ugualmente il corpo a terra anche se in modo soft. Mi rialzai e vidi che tutti i poliziotti avevano puntato le loro armi verso di me. Alzai immediatamente le mani,da bravo codardo…poi mi ricordai del cellulare,infilai una mano in tasca ed il capo dei poliziotti tremando mi disse
<giù le mani ragazzo sono più vecchio di te!>
non capisco cosa centrava l’età,ma io non badai alle sue parole e mentre i poliziotti continuavano a gridare <in nome della legge stia fermo!> io alzai il cellulare in alto sentii il mio capo strillare,così misi il vivavoce,e gli dissi
<capo Martini mi dica cosa devo fare>
i poliziotti conoscevano bene quel nome e a quelle mie parole abbassarono le armi tirando un sospiro di sollievo. Intanto il capo mi rispose infuriato come un toro
<Jons ora basta scherzare qui ci sono milioni di vittime in gioco>
A questo punto dovete sapere che al contrario dei servizi di sicurezza americani,che si scannano per avere una missione del genere,quelli italiani fanno finta di non sentire e cercano di sfuggire all’incarico;e così fu i poliziotti salirono in fretta sulle loro auto e scapparono. Risposi al capo che sarei arrivato in un secondo. Nel frattempo i medici dell’ambulanza salivano lentamente sul loro veicolo,ma io li fermai gli puntai una pistola e gli dissi.
<datemi un paio di scarpe qui ci sono in mezzo milioni di vittime>
i dottori,pensando che se non mi avrebbero dato le scarpe avrei ucciso milioni di persone,senza pensarci su due volte mi lanciarono le loro scarpe e se ne scapparono. Così finalmente pronto entrai nel mio garage dove la mia bellissima auto,adatta a missioni pericolosissime,mi aspettava. Salii sulla macchina accesi il motore e lo feci rombare per sentire tutta la sua potenza,la potenza di una panda 1000 che aveva perso in una missione la marmitta. Il motore rombava come non mai,schiacciai il piede sull’acceleratore e con una sgommata,che lisciò le ruote che avevo comprato il giorno prima,uscii dal garage per dirigermi alla sede seconda. Arrivai dopo un’oretta di viaggio,scesi dalla macchina guardai l’edificio e dissi
<l’edificio…è stato…bombardato>
dell’edificio rimanevano solo qualche parete,milioni di agenti dell’a MBAC feriti gemevano di dolore altri avevano dato il loro ultimo sguardo sul mondo. Guardai la mia auto e gli diedi uno sguardo come per dire
<glie la faremo pagare noi siamo dell’MBAC>
risalii in macchina e correndo come un pazzo arrivai alla sede centrale,un edificio grandissimo con carabinieri che sorvegliavano dappertutto e due bandiere che si lasciavano sventolare dal vento. Entrai sbattendo la porta d’ingresso guardai i miei colleghi negli occhi,e mi misi a camminare verso l’ufficio del capo. Bussai alla porta ma nessuno mi rispose così presi l’iniziativa di entrare anche senza permesso. Sbattei la porta,guardai la scrivania del direttore,e sbarrai gli occhi dal terrore.
 
Continua nel capitolo:


 
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