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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Jared Leto e Colin Farrel
Titolo Fanfic: DON'T FORSAKE ME
Genere: Sentimentale, Comico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: yayachan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/06/2007 19:42:55 (ultimo inserimento: 01/07/07)

La prima fanfic che ho scritto su questa coppia. Se vi piacerà posterò anche quella che sto scrivendo tutt'ora ^^ nn ci sono scene esplicite u_u
 
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ESCI DI LÌ!
- Capitolo 1° -

- Jared – chiamò Colin per la ventesima volta da dietro la porta dello studio – Jared ti decidi ad uscire di lì? Ti prego, non puoi restare in questa stanza per sempre! Sono già 2 giorni che non mangi mi spieghi che hai?
Dall’interno non arrivò risposta, come di consueto nelle ultime 48 ore.
Jared era tornato quel sabato mattina da un concerto dei Thirty seconds to Mars, il suo gruppo, e senza salutare si era infilato nello studio, sbattendo la porta, e non ne era più uscito nemmeno per mangiare.
La cosa cominciava a farsi stressante e piuttosto preoccupante e Colin iniziò a prendere in seria considerazione l’utilizzo di quella vecchia ascia, che stava a prendere polvere nella serra in giardino, per buttare giù quella porta, fregandosene delle possibili maledizioni che Jared gli avrebbe quasi sicuramente lanciato contro per almeno un mese.
Era uscito un’unica volta, dopo due ore dal suo rientro a casa, per andare in bagno.
Colin non aveva perso tempo e si era precipitato a chiedergli spiegazioni, uscendo dalla camera seminudo e rischiando di sbattere una testata a terra inciampando su Judas, il cane di Jared, ma l’altro era entrato e uscito dal bagno come niente fosse e, sempre senza rispondere alla valanga di domande che Colin gli poneva, se n’era ritornato nello studio.
A quel punto Colin aveva cominciato a preoccuparsi.
Aveva portato una delle poltrone del salotto davanti alla porta dello studio e, ormai da mezza giornata, stava seduto in tuta, con i piedi sul bordo della poltrona a fumare, mentre Judas faceva la spola tra lui e la cucina trotterellando come niente fosse.
- Jareeeeed – cantilenò con la testa lasciata a peso morto oltre lo schienale – ti decidi ad uscire di lì? Devo davvero buttare giù la porta?
- No
La risposta arrivò flebile, ma era sicuramente una risposta. La testa di Colin scattò in su, mentre i suoi occhi guardavano la porta, quasi avesse visto Jared uscire dallo studio. Ma Jared era ancora dentro. Almeno gli aveva risposto, un passo avanti.
- Oh grazie a dio – mormorò passandosi le mani sulla faccia – cominciavo a pensare che fossi morto! – esclamò mentre si alzava per avvicinarsi alla porta con l’orecchio.
- No, sono vivo
Altra risposta. Stavano andando bene.
- Ora, ti spiacerebbe dirmi che ti è preso tutt’a un tratto?
Silenzio.
- Cos’è sei programmato per parlare a monosillabi? – commentò scocciato
- No
- ….sicuro?
- Sì
Silenzio.
- Ora basta
Colin si alzò e portò a posto la sedia poi uscì in giardino e prese l’ascia.
Dall’interno dello studio Jared sentì solo dei rumori e qualche imprecazione dovuta all’odio di Colin verso quella palla di pelo che era Judas, ma la sua mente si fece una sola domanda *avrà rotto qualcosa?* e solo per qualche secondo.
- Ora – disse tanto forte da essere sicuro che Jared lo sentisse bene – o esci di lì o controlliamo quanti colpi ci vogliono per buttare giù una porta di legno massiccio spessa 5 cm! Hai 5 secondi. 4…
- Colin che vuoi fare? – chiese Jared dall’altra parte. La voce era vicina, si era alzato.
- …3
- aspetta ora esco smettila
- …2
- Non ti azzardare! Le ho pagate l’ira di dio queste porte!
- …1! – esclamò alzando l’ascia, pronto ad abbattere la porta
- aspe..! – urlò Jared.
La porta si aprì con uno scatto e Jared si ritrovò con l’ascia a qualche millimetro dalla fronte.
- oh eccoti – disse Colin – finalmente
- volevi ammazzarmi?! – esclamò l’altro lasciandosi cadere a terra.
- no ma hai risparmiato la riparazione di una porta – replicò tranquillo – adesso tu vieni di là con me e mi spieghi cos’hai
- ….ma sto bene! Avevo...solo bisogno di stare solo – si giustificò alzando le spalle
- No, hai bisogno di stare solo quando torni a casa ed insulti qualsiasi cosa ti attraversi la strada, cane o persona che sia – replicò puntandogli un dito contro
- ma..
- vuoi stare solo – continuò senza badare alla protesta di Jared – quando non vuoi giocare a Tekken con me
- ma tanto perdi sempre
- sta zitto lo so che ci godi quando perdo – replicò alzando il sopracciglio
- ..già.. forse sì
- Io ti conosco Jared Leto, non credere di potermi incastrare!
Jared alzò le mani in segno di resa e si diresse in cucina.
- forza ti ascolto – disse Colin mentre si sedeva su una sedia.
Jared si sedette sul tavolo. Era seduto in modo che l’altro vedesse a mala pena il suo profilo.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, durante i quali si sentì solo Colin che si schiariva la voce come per incitare Jared a parlare.
Alla fine il ragazzo aprì la bocca, ma non disse quello che Colin si aspettava.
- hai sete? – chiese dirigendosi al frigo
- Jared..
- Oh ma guarda hai comprato i succhi di frutta alla pesca – esclamò infilando la testa dell’elettrodomestico – mi piacciono alla pesca
- Jared…
- Sono molto dolci – continuò infilandosi la cannuccia in bocca – ne vuoi uno? – aggiunse porgendoglielo
- No, Jared – rispose secco.
Jared rimase fermo qualche secondo poi chiuse il frigo e si risedette sul tavolo.
Per altri 4 minuti ci fu silenzio. Per la verità qualcosa si sentiva: il rumore che Jared produceva succhiando il succo dal cartoccio.
- Il concerto è andato male.. – mormorò alla fine – per la prima volta sono stata fischiato e umiliato..
- posso sapere perché non me hai parlato prima? – chiese Colin accendendosi una sigaretta – dovevo buttarti giù la porta per convincerti?
- scusa… - replicò – non è stato facile riprendermi
- capisco
- ancora non capisco perché sia successo… - spiegò – andava così bene, o almeno credevo, stavo cantando “The Kill” e… ho visto qualcosa di rosso che sfrecciava verso di me…
- di rosso? – chiese con la sigaretta in bocca
- un pomodoro… - rispose. La sua voce aveva assunto un tono profondamente depresso e ogni parola sembrava costargli uno sforzo enorme.
- ecco perché puzzi di pomodoro – esclamò Colin come se avesse appena avuto un’illuminazione
- puzzo? A me piacciono i pomodori – disse alzando le spalle
- io inizierei ad odiarli se li usassero contro di me – replicò sarcastico
- si…beh.. hai ragione, credo che non mangerò sugo per un po’ di tempo.
Colin rise mentre faceva qualche tirata dalla sigaretta. Rimase a guardare Judas che cercava di prendersi la coda, girando su se stesso.
- che idiota – pensò
- Secondo te che dovrei fare?
La voce di Jared lo riportò alla realtà.
- che vuoi dire?
- forse dovrei sciogliere la band …
- non dire cazzate – replicò Colin spegnendo la sigaretta
- ma scusa che altro potrei fare? Mi hanno umiliato! Con che faccia posso ripresentarmi? – esclamò girandosi con tutto il corpo verso l’interlocutore. – non voglio che mio fratello Shannon debba vergognarsi di me
- ah sì, Shannon – ridacchiò soffiando fuori l’ultimo fumo della sigaretta
Lui e Shannon non erano mai andati veramente d’accordo, più per la sua relazione con Jared che per vera inimicizia.
- Vedrai che è stato solo uno sfortunato incidente – lo rassicurò – scrivi nuove canzoni,programma un nuovo tour, insomma quello che fate voi cantanti e torna più smagliante che mai
- Non lo so….ci devo pensare
- e pensaci, almeno starai qualche giorno in più a casa – replicò con un sorrisino malizioso
- ma io sono così stanco e stressato… - cantilenò con un finto svenimento.
- ma smettila – replicò dandogli un schiaffo sul braccio
Jared rise e scese dal tavolo.
- grazie – gli sussurrò all’orecchio
- di niente – replicò l’altro.
Colin gli cinse i fianchi con le mani e Jared si abbassò per baciarlo.
Quanto era che si conoscevano? 1 anno? 2? Forse 3? Non se lo ricordava, ma ogni volta che sentiva il suo corpo vicino, ogni volta che ne sentiva il calore e lo poteva amare, aveva l’impressione di conoscerlo per la prima volta e ne assaporava la dolcezza come un bambino che succhia lentamente il suo chupa-chupa.
- Che strana metafora. – pensò lasciandosi sfuggire un sorrisino
- che c’è? – chiese Jared appoggiandosi su un gomito
- niente niente
In meno di 10 secondi si erano ritrovati sul letto di Jared, nudi, avvinghiati l’uno all’altro.
E ora Colin si stava chiedendo perché, una volta finito, si fosse coperto con il lenzuolo dato il calto tremendo che aleggiava nella camera.
Rimanendo sdraiato a pancia in su allungò il braccio di lato alla ricerca del telecomando del climatizzatore. Dopo qualche imprecazione e dopo aver fatto cadere il posacenere a terra, lo trovò.
- cazzo Colin – esclamò Jared affacciandosi per guardare il punto in cui era caduto il posacenere – quel coso pesa una tonnellata come minimo ci hai fatto una voragine sul pavimento!
Tic. Il climatizzatore si accese facendo uscire l’aria fresca che tanto mancava in quel momento, lasciando Colin in uno stato di quasi totale ipnosi, o meglio catalessi. Fosse stato un gatto, avrebbe fatto le fusa.
- Colin mi stai ascoltando?
- sì… - mormorò. Avete presente quando ci si muove per forza di inerzia? Ecco, questo stava succedendo alle labbra di Colin.
- sembri Judas quando Shannon lo gratta sulla pancia – commentò guardandolo con la testa inclinata sulla spalla – anzi Judas ha più dignità
- quella sottospecie di palla di pelo che abbaia sarebbe più dignitoso di me?
- esatto – replicò annuendo – devi accettarlo, voglio dire è un fatto, è evidente
- ma pensa te…
Jared si lasciò ricadere sul cuscino e prese a giocherellare con le dita di Colin.
- Colin?
- uhm?
- mi ci porti al Luna Park?
- eh?! – esclamò girando la testa verso di lui – stai scherzando?
- no
- ma se non ci porto più nemmeno mio figlio
- e allora?
- no dai non ce la posso fare
- e va bene – disse girandosi d’un fianco, dandogli le spalle. – però dobbiamo trovare qualcosa da fare, io mi annoio.
Si annoia? Come sarebbe che si annoia?
Ma no, l’avrà detto tanto per dire. Figurarsi se con lui, Colin Farrell, si potesse annoiare. Figurarsi.
……
…………
…………………
No. Non riusciva a dormire. Forse era l’aria fredda del climatizzatore. Già. Forse. Meglio non accenderlo mai più.
Tic. Colin premette il pulsante del telecomando e l’aria smise di uscire.



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Questa fanfic l'ho postata anche nella mia pagina di efp. ditemi che ne pensate ^^
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (0 voti, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 5
andromeda87
15/09/08 01:16
Bellissimaaaaa, mi è piaciuta un casino e la coppia è perfetta. Ti prego scrivine un'altra su loro due. Baci Andromeda.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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