NELL'AZZURRO DI UN MARE - Capitolo 1° -
Saviuz, queste sono sempre per te
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Come potrei chiamarti Angelo oscuro che con le ali mi hai rubato il sole? Sei sceso su di me, con un vessillo di demoni e cavalieri, stringendomi il cuore così forte da farlo sanguinare.
Sei l’apocalisse della mia ragione, addomestichi i miei sensi ai tuoi voleri, mi hai reso vittima e schiava nell’azzurro di un mare che in noi si lamenta.
Come potrei chiamarti, spirito evanescente che con la tua arma mi penetri il corpo e l’anima? Nella blasfemia rispondi alle mie preghiere, nell’azzurro di un mare che si addormenta.
Cullato tra dolci picchi fratelli dormi il tuo sonno beato, incastonato tra mille diamanti del color dell’arcobaleno ti muovi maestro e signore. E in quel punto dell’orizzonte appari Nell’azzurro di un mare che sempre ti anela
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