torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: SPECIAL: SABAKU NO GAARA
Genere: Sentimentale, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: nightmares galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/06/2007 11:29:37 (ultimo inserimento: 23/06/07)

Per vivere si ha bisogno di una ragione. Altrimenti equivale all'essere morti.
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
GAARA'S MIND
- Capitolo 1° -

Special
Sabaku No Gaara


Gaara odiava i contatti umani.

Odiava essere toccato, o anche lontanamente sfiorato.

Se era lui a cercarli era tutto accettabile, ma visto che ciò non accadeva mai si ritrovava a contatto solo con la sua sabbia e se necessario con i suoi fratelli.

Un parte di sé, quella irrazionale, si ripeteva che odiava i contatti, odiava la gente.

L’altra parte, quella razionale, viveva in un angolo buio ed era difficile sentirla, anzi, era quasi impercettibile. Il ragazzo, evidentemente, non aveva mai considerato l’idea che il suo non fosse odio, ma paura.

Paura da entrambi, da lui che apparentemente odiava il tocco fugace degli umani e dalla persona che aveva timore nel toccarlo o dargli minimamente fastidio.

Adorava e detestava la solitudine.

L’adorava per il semplice motivo di non essere disturbato, di aver tempo per riflettere ancora, per essere ciò che avrebbe voluto essere, per regalare qualche sorriso al cielo.

La detestava per il semplice motivo che lui era solo. Era nato solo, aveva vissuto da solo, sarebbe morto da solo. Perennemente solo, senza nessuno che badasse a lui, senza una madre.

In passato qualcuno c’era stato, ma era tutto finito ora.

E la sabbia, Shukaku. Probabilmente avrebbero potuto vagamente sostituire una madre, erano presenti, erano reali, non utopie.

Ebbene, anche Gaara aveva dei sogni…e odiava anche quelli.

Alcune volte si sedeva all’ombra di un albero o sul letto in camera sua e chiudeva gli occhi. Bruciavano davvero tanto, desiderosi della quiete che porta il sonno.

Ma lui non poteva dormire.

Chiudeva solo gli occhi, per qualche minuto, il tempo per immaginare un sogno. Solo immaginarlo.

Immaginare un'altra vita, altre parole, risposte e non eterni silenzi, una vita dove potesse assaporare la quiete del sonno.

Una vera madre, un padre, dei fratelli e una vita non troppo normale, ma semplice.

Utopie, utopie, utopie.

Aveva ancora il coraggio di sognare, sebbene si ripetesse che non doveva avere sogni, che era inutile.

Ma la cosa più triste e deludente era quando apriva gli occhi e tornava alla dura realtà. Ecco perché non doveva, il contatto con la realtà era insopportabile.

Così, aveva rinunciato anche ai sogni.

Inutili frammenti di una fantasia mai svanita, perché cresciuto troppo in fretta.

Sempre impassibile, attento, egoista. Pensava solo a se stesso, difendeva solo se stesso, amava solo se stesso.

E un antica incisione sulla fronte indicava la cosa che più desiderava più non aveva avuto: l’amore.

Viveva nella sua monotonia, insoddisfatto.

Adorava e detestava il silenzio.

L’adorava per la sua quiete, per il dolce sapore che aveva dopo le parole del demone, dopo ogni strage.

Lo detestava perché a volte era troppo assordante.

Desiderava e odiava le urla.

Le desiderava sentire dalle sue vittime. Urla di pietà che non venivano esaudite, urla di dolore che aumentavano la già alta adrenalina.

Le odiava quando disturbavano il suo silenzio. Odiava quelle dello Shukaku, quelle della gente, ogni piccolo rumore che potesse inquinare il suo silenzio.

Non aveva vizi.

Mangiava quando era necessario, non aveva bisogno delle attenzioni degli altri, non era vittima di futili sentimenti o vaghe emozioni e, inoltre, non aveva bisogno di dormire.

Non era compreso.

La gente non capiva, era solo capace di scappare. La gente non vedeva, era troppo occupata a giudicare e correre via.

Agli occhi di tutti non era speciale, era solo la reliquia della sabbia.

Nessuno era capace di vedere quel bambino triste dondolare su quell’altalena, lontano da tutto e da tutti. Isolato. Schivato. Disprezzato. Odiato.

E i suoi occhi riflettevano ciò che aveva dentro.

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, e nel suo caso questa diceria era vera.

Il suo sguardo ghiacciato era carico d’odio, solitudine, disprezzo, incompletezza.

Si sentiva inesistente, Gaara.

Non trovava scopo, Gaara.

Aveva bisogno di una ragione per vivere, poiché non avere scopo equivaleva ad essere morti.

Ragionamento lungo e complicato, troppo, ma concluso.

Il suo scopo era uccidere tutti eccetto lui, lottare per se stesso, combattere per se stesso e amare se stesso.

Se si pensa che gli estranei esistono per farti assaporare queste sensazioni, non c’è un mondo migliore di quello in cui viviamo.

Shukaku aveva sete, la sete veniva colmata.

Shukaku era la mamma, lui il bravo bambino che l’accontentava.

Bastava così poco per sentirsi vivi.

Bastava sentirsi un leone famelico.

Inquadra la preda. Isolala. Inseguila. Afferrala con gli artigli e atterrala. Affonda le zanne nel suo collo, stringendo la trachea in una morsa mortale, stritolandola.

La preda muore, il predatore vince e gusta il suo bottino soddisfatto.

La fame si placa momentaneamente, ma ritornerà pronta a scatenare l’istinto.

Ragione e istinto si mescolano creando una macchina assassina.

La ragione per lo schema di attacco veloce e risoluto.

L’istinto per l’attacco semplice e veloce.

Gaara era diventato tutto ciò.

Il bambino triste e solo dondolava monotono su quella piccola altalena, nella parte più buia del suo essere. Osservava il tempo passare, le stagioni correre, i giorni succedersi.

E il tempo passava. Anche quando sembrava impossibile. Anche quando il rintocco di ogni secondo faceva male come il sangue che pulsa nelle ferite.

Passava in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate, ma passava.

Persino per lui.



 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: