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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: I cinque Samurai (Yoroiden Samurai Troopers)
Titolo Fanfic: ORIGINI
Genere: Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: falcediluna galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/06/2007 12:43:08

e' la storia di una famiglia e di avvenimenti che capitano dopo la nascita del loro bambino, commentate
 
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- Capitolo 1° -

Il sole brillava ed i suoi raggi attraversavano la finestra, colpendo un ragazzo sdraiato sopra ad un letto, che sembrava mezzo addormentato o troppo perso nei suoi pensieri.
Gli occhi blu si aprirono ed assomigliavano al mare blu, mentre i capelli lunghi che incorniciavano il viso erano neri come il carbone.
Accanto a se una tigre bianca dormiva sopra al tappeto, il suo respiro era lento e silenzioso, tanto che il ragazzo restò lì immobile a vederla, mentre dormiva e creando una atmosfera di pace.
Ryo abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi tentando di focalizzare una immagine che nonostante, i suoi sforzi non riusciva mai a vedere e si arrendeva a questa evidenza.
Nonostante la sua testardaggine che non aveva mai fatto mollare durante le varie battaglie, quando anche la speranza poteva già aver buttato via la bandiera, questa volta era inutile.
“Perché?”
La domandava uscì nella sua mente, mentre di nuovo buttava tutto il suo corpo sopra al letto, tentando di nuovo di prendere sonno e di forse provare a raggiungere quel volto.
Da fuori venivano le grida dei suoi amici che stavano sicuramente facendo qualche attività di svago, ma lui voleva rimanere lì nella sua stanza, con Byakuen che gli faceva compagnia, sempre se si poteva chiamare in questo modo.
Una lacrima uscì per quel motivo che tante volte, l’aveva fatto piangere, in quella breve momento di solitudine che si concedeva, stando lontano da quella nuova famiglia, che aveva trovato.
Era una sofferenza non riuscire a parlare di questo piccolo tormento, ma voleva tenere queste piccoli dolori solo per lui, e non dare altro peso a i suoi amici.
Chiuse di nuovo gli occhi, provando di nuovo sforzandosi al massimo di ricordare almeno qualcosa di lei. Gli sarebbe bastato perfino solo la sua voce o un piccolo pezzo di viso.
Aprì gli occhi con lo stesso risultato di prima: Niente.

“Perché? Non riesco a ricordare il volto di mia madre? Voglio almeno vederle il suo volto. Perché non ho un suo ricordo?

Questa volta scoppio in lento e silenzioso pianto, non voleva svegliare Byakuen e farsi di nuovo consolare come sempre, quando aveva queste crisi.
Girò il corpo ed affondò il suo viso nel cuscino, cercando di soffocare i rumori del pianto e di asciugare velocemente quelle dannate lacrime che gli uscivano.

“Mio padre mi ha sempre raccontato che mi ha voluto bene per quel poco che è rimasta prima di lasciarci e che mi teneva sempre stretto al suo cuore. Allora perché il suo amore non è riuscito a legarmi una sua immagine?”

Le lacrime gli fecero uno strano effetto si girò verso il lato della sua tigre e si addormentò, lasciando due lacrime libere di cadere sul pavimento.

15 Agosto 1973 prefettura di Yamanashi

Il caldo era afoso e le cicale cantavano fuori dalla finestra, mentre non c'era un filo di vento, che poteva rendere l'aria più respirabile, ma in fondo era Agosto ed era l'ultimo mese d'estate.
Un signore dei capelli neri che aspettava nervosamente lungo i corridoi di uno dei tanti che c'erano nell'ospedale ed il sudore causato sia dalla tensione sia del clima.

"Prima ci lamentiamo del caldo, dopo di lamenteremo del freddo e non saremo mai contenti di quello che da la natura. ... ma quanto manca?"

Nell'aria si sentì il suono di un pianto di un neonato che risuonava forte nelle stante e l'uomo sussultò violentemente, capendo che forse finalmente, la sua attesa era finita.
Corse verso un dottore che stava uscendo proprio in quel momento, sperando che aveva delle risposte.
Chiese non riuscendo a trattenere l'emozioni che provava in quel momento:<< Allora è nato? E' un maschio o una femmina? Mia moglie come sta?>>. Si calmò accorgendosi che stava quasi aggredendo il dottore.
Il dottore rispose:<< Vostra moglie sta bene, così come vostro figlio. E' un splendido bambino e sano come un pesce, sicuramente dopo pochi giorni potete tornare a casa, signor Sanada.>> Voleva andare a controllare le altri pazienti, ma quel novello padre lo tratteneva.
Signor Sanada chiese:<< Quando posso vedere mia moglie?
Il dottore rispose:<< Appena avremo finito le visiti di controllo, potrete vederla insieme al bambino. Dovete quindi usare un altro pò della vostra pazienza.>>.

"La pazienza è una delle tante virtù che non rientra in me e spero tanto che mio figlio, non prenda questo piccolo difetto."

Getto un lungo sospiro, si chiedeva come ogni volta faceva con il suo lavoro di fotografo professionista, quando gli toccava rimanere immobile per immortale nella posizione migliore il soggetto scelto.
Non si lamentava del suo lavoro, anzì era quello che amava di più di tutto e poteva stare vicino alla sua famiglia, anche se così si è allontanato dalla sua famiglia.

"Spero che mio figlio erediti l'amore per la natura, lo stesso che nutro io e mia moglie"

Passarono alcune ore prima che il signor Sanada riuscì ad entrare nella stanza di sua moglie.
L’ansia e la preoccupazione cessarono quando vide il volto sereno della donna che amava e quel piccolo fagotto che aveva in mano, dove uscivano dei ciuffi neri.
Si sedette vicino e domandò con voce tremante, notando che il bambino si muoveva la mano:<< Come ti senti?>>.
La donna rispose facendo un sorriso dolce:<< Stanca, ma felice.>>. Sfiorò uno dei ciuffi.
Signor Sanada domandò:<< Hai già scelto il nome del bambino?>>.
La donna rispose mettendo il figlio per la prima volta nelle braccia del padre:<< Ryo!>>. Sorrise vedendo l’espressione felice sul volto di suo marito.
Il signor Sanada mormorò:<< E’ un nome stupendo!>>. Notò gli occhi blu del figlio e rimase incantato.

“Ha degli occhi identici a quelli di una tigre, ma mi ricordano anche il mare, ma mia moglie non ha occhi di un blu così intenso”

Era così concentrato che quasi non sentì la domanda di sua moglie:<< Sono davvero splendidi vero?>>.
Il signor Sanada uscendo dai suoi pensieri rispose:<< Si! Ha lo stesso colore di quelli di una tigre. Sono davvero splendidi.>>. Concluse, mentre il bambino scoppio a piangere.
La mamma di Ryo, la riprese subito tra le sue braccia ed iniziò a cullarlo con dolcezza per calmare il bambino:<< E’ quello che ho pensato pure io!>>. Il piccolo si stava addormentando.
Signor Sanada:<< Sarà meglio che ti riposi un po’>>. Prima di andare chiamò l’infermiera che prese il bambino per portarlo nella sua culla.

Passarono pochi giorni e che la mamma ed il nuovo nato potevano ritornare a casa. I medici avevano visto la buona salute del bambino e della madre ed avevano reputato che potevano lasciare l’ospedale.

Era arrivato settembre, il sole cominciava a perdere la sua forza, nonostante ancora l’aria era calda, mentre le foglie cominciarono a perdere il loro colore e verde e ha lasciare l’albero.
La famiglia Sanada stava facendo una passeggiata, i due genitori notarono che il loro bambino guardava a destra e ha sinistra con aria curiosa su quello che accadeva intorno a lui.
Signor Sanada mormorò:<< E’ curioso! Guarda come osserva tutto ciò che gli è intorno.>>. Era incredibilmente dolce, poteva fargli dimenticare perfino il suo lavoro di fotografo.
La signora Sanada disse:<< Si! Quei occhi non hanno mai qualcosa da fisso da guardare.>>. Sorrise.
Si alzò un lieve vento che portava con se dei petali di ciliegio, la coppia osservò incredula questo fenomeno e si sentì in lontananza il suono di un Shakujo che fece volgere lo sguardo in avanti.
Apparve un signore che andava vestito con un sakkat che gli copriva gli occhi, vestito come un monaco ed aveva in mano un Shakujio di color oro e si avvicinava alla coppia.
Si fermò a pochi passi dalla coppia guardando il bambino e poi mormorò con voce profonda, ma che sembrava non usciva dalle sue labbra:<< Complimenti è un bel bambino, sento scorrere in lui, un forte amore per la natura.>>. Tese una mano quasi ad accarezzarlo.
Signor Sanada domandò continuando a guardare quello strano monaco:<< Come fate a saperlo?>>.
Il monaco rispose accarezzando i capelli neri:<< I suoi occhi me lo hanno rivelato. Sento in lui la virtù “Jin” >>. Aveva trovato chi cercava.
Entrambi guardarono il loro bambino, mentre i suoi occhi prima curiosi di scrutare il mondo in cui era entrato, guardavano il monaco, che continuava ad accarezzare i capelli neri.

“Come fa a capire tutte queste cose, su nostro figlio? Jin era una virtù degli antichi guerrieri samurai”

Guardava sua moglie che era sorpresa come lui in quei minuti che sembravano infiniti con questo strano e singolare monaco.
Il monaco mormorò lasciando la testa del piccolo ed si allontanò con passo veloce, carico di mistero e di antico:<< Vostro figlio è la chiave importante per questo mondo. Un giorno lui sentirà il suo richiamo ed allora comprenderà il suo destino.>>. Non aveva fatto che pochi passi ed era scomparso dalla loro vista.
Signor Sanada corse per andare a chiedere qualcos’altro al monaco, ma lui era scomparso come per magia, così come era apparso.
Tornò subito da sua moglie, che con viso preoccupato disse:<< Vorrei tanto sapere il significato di quelle parole. Mi sto iniziando a preoccupare.>>. Strinse di più suo figlio al cuore.
Il signor Sanada mormorò con tono allegro:<< Forse intendeva dire che diventerà un grande ecologista. Non ti devi preoccupare per lui.>>. Le diede un bacio sulle labbra, mentre il bambino sembrava guardare qualcos’altro.
Signor Sanada mormorò con voce calma:<< Torniamo a casa.>>. Sua moglie annui con la testa.

Passarono alcuni mesi, la mamma di Ryo si ammalò gravemente e le sue condizioni continuavano a peggiorare e i dottori si erano già arresi: sarebbe morta in pochi giorni.
Il signor Sanada era disperato, stava accanto a sua moglie più che poteva, senza trascurare il suo bambino, che sarebbe diventato l’ultimo legame con sia moglie.
Iniziava ad avere paura che da solo non c’è l’avrebbe fatta, sia a crescere il suo bambino sia a fare il suo lavoro, forse era questo quello che intendevano i suoi genitori e parenti quando gli dicevano di non fare quel mestiere.
Si avvicinò a sua moglie, che mormorò guardando la culla dove Ryo stava dormendo:<< Chissà se ricorderà il mio volto e l’amore che ho nutrito per lui.>>. Voleva sapere come sarebbe stato da grande e che cosa avrebbe fatto e se fosse rimasto solo.
Il marito replicò trattenendo le lacrime:<< Sarò io a raccontarli tutto l’amore che ha provato per lui! Non ti dimenticherà mai e cercherà sempre il tuo volto, ma non ti arrendere di già!>>. Iniziò a piangere.
La mamma di Ryo non ascoltava, era caduta in una specie di trance: era in un luogo buoi dove la voce di suo marito, non arriva, ma che si sentiva solo il suono del bastone del monaco in lontananza.
Seguì il suono fino a che vide un ragazzo che indossava un’armatura di colore rosso e che aveva in mano due katana, ma quello che la colpì maggiormente, erano i suoi occhi di colore blu forte.
Mormorò avvicinandosi:<< Ryo!>>. Era suo figlio, quando sarebbe diventato un ragazzo di 14-15 anni, ma perché indossava quella armatura? Le domande cessarono vedendo quel giovane insieme ad altri ragazzi della sua età e con cui suo figlio si sentiva come, se fosse una famiglia.
Le immagini scomparirono, mentre lei rimaneva lì in quel buio a contemplare quello che aveva visto, prima di sentire le parole di suo marito e di ritornare nel mondo reale, per quelle ultime volte.

“Mio figlio non sarà mai solo! Diventerà un meraviglioso ragazzo, forte come gli antichi samurai e che porterà il mio amore con se per sempre, anche se non avrà un immagine del mio volto”

Disse con voce serena e dolce:<< Non sarà mai da solo nostro figlio e diventerà un ragazzo forte. Non aver paura, se io non sarò al tuo fianco, tu c’è la farai a crescere nostro figlio.>>. Sorrise, sentendo di nuovo i dolori intensificarsi.
Era giuntò il momento di andare e prese la mano di suo marito, per trasmettere la sua forza e il suo calore.
Signor Sanada chiese ritrovando un po’ la sua voce:<< Sei sicura? Sto iniziando già a dubitare delle scelte che ho fatto, prima di incontrarti.>>. Continuava a piangere.
La moglie rispose stringendo con tutta la forza che gli rimaneva:<< Si! Sarai un ottimo genitore, anche senza di me … >>. Le parole gli mancarono e la vista gli si annebbio completamente.
Signor Sanada gridò con tutte le sue forze:<< NON MI LASCIARE, HO ANCORA BISOGNO DI TE!>>. Vide che la presa si allentò e che la mano iniziò a penzolare senza alcun segno di vita.
Ryo scoppio a piangere proprio in quel momento, come se nel suo piccolo cuore gli fosse arrivato il messaggio della morte di sua madre, mentre suo padre si disperava appoggiando la testa vicino al corpo senza vita della moglie.
Si ricordò le parole di sua moglie, andò vicino alla culla e prese suo figlio, iniziò a dondolarlo dolcemente mormororando:<< Andrà tutto bene, riusciremo insieme a cavarcela.>>. doveva trattenere le lacrime, non voleva che suo figlio fosse contagiato dalla sua tristezza.
Ora doveva preparsi per il seguito di questa vita, ora doveva pensare a suo figlio e grazie alle parole di sua moglie.
Ci sarebbe riuscito perché la forza di sua moglie era dentro di lui

Presente
Ryo aprì gli occhi quella dormita, gli aveva fatto passare completamente la tristezza che aveva dentro il suo cuore e si alzò in piedi, mentre la sua tigre continuava a dormire, ma si accorse, che non c’erano più rumori di allegria.

“E troppo tranquillo … che sia successo qualcosa?”

Corse subito giù per le scale con fretta ed ansia per i suoi amici, si infilò le scarpe ed uscì aprendo la porta con getto d’impeto e trovò davanti a se non un nemico, ma dei secchi pieni d’acqua che lo bagnarono completamente e delle risate scherzose.
Shin mormorò mentre vedeva che Shu riempiva un altro scherzo d’acqua:<< Vedo, che lo scherzo è riuscito alla perfezione.>>. Rise di gusto.
Seiji disse con voce calma, tenendo in mano un altro pronto ad ogni occassione:<< Conosciamo bene, la nostra vittima.>>. Rise, mentre Jun ed Nasuti osservavano la scena da lontano.
Touma esclamò vedendo che l’espressione di Ryo stava cambiando espressione:<< Ragazzi! Dobbiamo stare in guardia perché stiamo per subire un attacco.>>. Lui era già pronto.
Ryo iniziò a dire sentendo tutta la rabbia crescere in se:<< E’ pensare che ero preoccupato per voi! Io vi … >>. Non finì le parole che prese subito un secchio pieno d’acqua, iniziando a rincorrere i suoi amici, che si allontanavano velocemente.
Shu esclamò divertito:<< La testa calda è esplosa! Scappiamo!>>. Le sue risaste si intesificavano.
Shin esclamò ridendo pure lui:<< Siamo stati degli illussi a credere che l’acqua serviva a raffredarlo.>>. Non riuscì ad evitare il secchio d’acqua di Ryo
Ryo gridò dietro:<< Venite qua! Tocca a voi fare un bagno d’acqua gelida!!>>. Detestava l’acqua fredda, ma in fondo si stava divertendo.

Da lontano una figura osservava la scena divertito, non aveva intenzione di avvicinarsi a loro e rovinare così il loro divertimento con la sua visita, si accontentava di vedere Ryo sereno ed allegro
Inizio ad allontanarsi silenzioso, mentre le risate allegre dei ragazzi giungevano fino a lui, ma soprattutto quelle di Ryo, che erano una gioia per il cuore.

“Avevi ragione mia dolce sposa! Nostro figlio non è mai solo ed ha accanto a se una nuova famiglia, che lo aiuterà a maturare”

Sorrise, allontanandosi avendo sempre nella sua mente, quei ricordi dolci, ma pochi del tempo in cui aveva trascorso insieme a tutta la sua famiglia.


fine

 
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