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- Capitolo 1° -
Ed ecco che vedo il mio cuore cadere e frantumarsi, lo scruto nitido disfarsi sotto i miei occhi,mentre, scivolando giù perlacei fiocchi dalle miei iridi nocciola, osservo basita ogni pezzettino, nel quale il mio fremante muscolo è diviso, ribellarsi e quasi urlare, essendo dilaniato da una cocente rabbia e da una nitida e crudele verità : ti sei preso gioco di me.
Non ci sono altre scusanti, né altre spiegazioni, palesamente, assurdamente, sono stata il tuo gioco, un gioco che è durato troppo a lungo.
Chiudo per una frazione di secondo gli occhi, cerco di respirare, prendo aria, richiedo disperatamente ossigeno, ho bisogno di evadere, ma ogni mio tentativo è nullo: sei qui dentro, ingabbiato in me, e non so come scacciarti, ti sei annidato, intrecciato, incollato alle mie membra e adesso che stai assaporando il piacere della dolce e tenera carne, bramante di contatto con la tua pelle liscia e umida, non le vuoi più lasciare e continui a tormentarmi, insistentemente, gelosamente, come se fossi ancora tua…ma come potrei esserlo, se in fondo non lo sono mai realmente stata?
Ero tua forse quando mi stringevi e mi sussurravi che ero importante?
Cosa attraversava la tua mente mentre, fingendo di essere attratto oltre che dal mio bel visino anche da quello che ora straripa dentro questo petto, incollavi il tuo corpo al mio e premevi le tue labbra sulle mie in modo da farmi credere che al mondo, nulla ci sarebbe potuto essere di più emozionante dell’averti accanto e che fosse proprio quello il paradiso a cui tanto agognavo?
Chissà cosa avrai provato quando, tremante, mi sono donata a te con l’ingenuità di una bimba che ignora ogni suo piccolo gesto, convinta solo di poter essere indifferente ai movimenti lenti, sublimi di quelle tue grandi mani che, solcando confini mai esplorati, mi conducevano in un posto lontano, proprio lassù, all’apparenza irraggiungibile eppure così dannatamente vicino con il solo starti accanto..Credevo di volare..ed infatti era così, ma non mi sono retta bene e sono caduta..
Non abbiamo fatto l’amore, amore mio, no, perché quel briciolo di cervello che mi era rimasto almeno, in quel frangente ,si è fatto sentire e mi ha frenato..ma ora come ora non so se graziarlo per avermi salvata da una cazzata esilarante o maledirlo per avermi strappato un ricordo ineguagliabile, seppur fortemente straziante.
Una risata sarcastica sgorga dalla mia bocca, le mie guance sbuffano mentre inarcando la schiena per il troppo riso, le lacrime si mischiano a disperazione e alla perdizione più totale, quella che stai provocando in questo essere,che urla e freme, come in questi attimi in cui , stranamente, io non so proprio cosa fare.
Reagire..?Gridare..?Pregare che tutto questo dolore possa passare?
Vorrei solo scomparire..anzi vorrei solo che tu scomparissi, per sempre, dalla mia vita.
Eclissati!Ti griderei..ma come potrei chiederti, o amore acre, di abbandonarmi quando l’unico mio costante desiderio è il rivederti?
Di sfiorarti e dunque gustare ancora una volta tutti i tuoi sapori che ora sono impressi a fuoco su di me?
Delirio..mi porti al delirio..
Basta adesso, devo reagire, devo estirparti da me, cancellarti, distruggerti…
Me lo devo imporre, perché tutto questo divampare di fiamme, che crescono continuamente dentro di me, mi corrodono, dilaniano, graffiando ogni piccola tessere del mio essere che, digrignando i denti , desidera una sola cosa ora più che mai: odiarti ed al contempo poterti avere, qui, accanto a se.
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