torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ALL OF HER - I LOVE HER
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Dark
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shoujo Ai
Autore: 666-lilith-666 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/06/2007 15:06:06 (ultimo inserimento: 23/06/07)

She is wary, difficult, distant, sad. And She is trusting, sensitive, simple, sad...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
THE SMILE BEHIND THE AFRAID
- Capitolo 1° -



...
- Non credere che tutto ti sia dovuto. Dovrai guadagnarti ogni cosa. Ogni sorriso sarà il risultato di cento lacrime. Ogni risata il risultato di cento menzogne. -
- Tu vedi tutto troppo tragico Azlee... -
-E tu tutto troppo semplice Chleris. -
Le due ragazze erano entrambe affacciate alla finestra e appoggiate con i gomiti al davanzale, che guardavano fuori.
La prima, Azlee, era alta e non troppo magra, dai capelli rossicci, lunghi sino alle spalle, e dagli occhi azzurri.
I lineamenti del suo volto erano particolarmente dolci. Aveva delle lentiggini sul naso e sulle guance che le regalavano un'espressione di eterna bambina.
Alzò una mano e la portò ad un ciuffo di capelli che le infastidiva il collo, e lo mise dietro l'orecchio.
Si soffermò con lo sguardo in un punto a caso del cielo. Aveva uno sguardo triste e risoluto. Era il perfetto contrario di Chleris, ma allo stesso tempo era la sua fotocopia.
Chleris era poco più bassa di lei, magra anche lei ma dai capelli biondi e mossi.
Portava sempre una coda di cavallo alta fatta come capitava. Non era il tipo di persona che stava ore davanti ad uno specchio per sistemarsi la pettinatura.
Gli occhi erano verde chiaro con della pagliuzza azzurra nei contorni.
Si voltò verso l'amica e poggiò il mento sul palmo della mano fissandola. Le piaceva guardare le varie espressioni delle persone. Lo trovava un modo per capire veramente ciò che pensano, come una sorta di lettura del pensiero.
Erano amiche da circa due anni ormai, sapevano tutto l'una dell'altra. Amori, amicizie, litigi, famiglie, situazioni imbarazzanti. Tutto.
Azlee era tra le due quella che aveva subito di più nella sua vita però.
Diciasette anni passati nel peggiore dei modi.
Era la più seria, quella più con i piedi per terra. L'amica perfetta se cerchi una persona che sappia sempre consigliarti. Peccava un pò di pessimismo a volte, ma a questo Chleris portava rimedio. Lei infatti era semplice e spontanea, faceva amicizia con tutti e se le succedeva qualcosa di spiacevole era la prima a dire "non tutto il male viene per nuocere".
Come amiche si completavano.
Erano compagne di classe anche se Azlee era più grande di un'anno. Lo aveva perso quando era in seconda media a causa delle troppe assenze. Era stata ricoverata due settimane in ospedale per accertamenti e varie visite che per lei erano diventate di roùtine. Mangiava poco niente e il suo corpo ne risentiva.
Era caduta nell'anoressia all'età di dieci anni, quando aveva subito abusi da parte di un'amico di famiglia. I genitori, che sapevano, rimanevano sempre in silenzio. Quell'uomo era come un santo per loro. Era il capo dell'azienda dove lavorava il padre, e se avessero parlato il padre sarebbe stato per prima cosa licenziato e per seconda cosa denunciato. Nessuno avrebbe mai creduto che in realtà il mostro era lui.
Da lì erano iniziati tutti i problemi di Azlee. Considerata da tutti "strana" perchè si isolava e cercava di non avere contatti con le persone.
Nessuno aveva capito che aveva paura di ricevere altro male. Quando anche tuo padre e tua madre ti tradiscono, è difficile potersi fidare di altri.
Lei non ne aveva mai parlato con adulti o coetanei di tutto ciò, ma tutto venne a galla un giorno.
Tutto ciò che aveva sopportato, gli abusi, l'indifferenza e il resto, erano arrivati alle orecchie degli assistenti sociali, che una volta verificata la situazione, tolsero l'affidamento di Azlee ai genitori, e mandarono in carcare l'uomo che per troppo tempo l'aveva ferita.
Azlee non seppe mai chi le fece il regalo di parlare. Chi la svegliò dall'incubo.
Quando venne affidata alla sua nuova famiglia però, era cambiata. Fredda e calcolatrice. Rispondeva alle domande con dei monosillabi.
Fù portata da uno psicologo. Era sicura non gli sarebbe servito a nulla. Eppure, dopo varie sedute, qualcosa in lei cambiò nuovamente.
Cominciò, con grande felicità dei Genitori, a mangiare un pò di più, a parlare un pò di più... Ma sopratutto cominciò a piangere. Ad urlare. A sfogarsi come meglio poteva.
Non era importante se ciò significava rompere lampade lanciandole contro il muro o urlare tanto forte da far chiamare la polizia dai vicini.
Era il suo modo di sfogarsi. Solo suo. Non era palpabile il suo dolore, ma era palpabile la sua rabbia verso tutti. La sua sofferenza...
I genitori adottivi le stavano dietro, la aiutavano come meglio potevano, con tutti i risparmi che avevano.
La Madre, era una donna minuta e castana, con due grandi occhi verdi e le guance perennemente arrossate. Aveva qualche ruga in più, ma non era affatto vecchia.
Il Padre invece era un uomo alto e forte, dai capelli castano chiaro e gli occhi scuri.
Finalmente aveva trovato qualcuno in grado di aiutarla, di sostenerla.
Per anni visse solo nei ricordi, senza la capacità di andare avanti.
Poi... Un giorno incontrò Chleris.
Era il primo giorno di scuola alle superiori, aveva deciso di fequentare un liceo artistico. Era sempre stata brava nel disegno, o almeno così le era stato detto.
Aveva portato con sè solamente un block notes e una penna d'inchiostro nero. Nessun astuccio o altro.
La prima ora bisognava passarla fuori, in cortile, ad ascoltare il preside che annunciava l'inizio dell'anno e che dava le solite regole.
Non conosceva nessuno, eppure già alcuni la guardavano male. Altri si davano gomitate per far cenno al compagno di girarsi verso di lei. Non che la interessasse, era abituata a tutto questo.
Era una bella ragazza, ma forse il suo sguardo era troppo freddo. Trasmetteva solo che gelo quando fissava qualcosa o qualcuno.
Cominciò ad avvicinarsi a lei un ragazzo, aveva un'espressione seria. A pochi passi la scrutò meglio avvicinando la sua mano al fianco di lei e alzando di poco il lembo della maglia. Lo lasciò fare. Aveva paura. Tanta.
Anche se erano tra più di trecento studenti ed insegnanti, quei gesti erano troppo dolorosi per la sua anima.
Non si mosse. Non fece niente, mentre gli altri studenti facevano commenti a suo riguardo.
- Ehi... Ma quella non fa niente? E poi non potrebbero andare a farle da altre parti queste cose? -
-Già, è una troia. -
Non voleva ascoltare. Non doveva e non voleva. Ma in quel momento era tutto inutile.
Sentì una mano sul suo polso e si voltò di scatto vedendo dietro di sè una ragazza bionda con una coda di cavallo che le faceva l'occhiolino e il cenno di seguirla.
Non riuscì a fare altro che annuire con il capo.
La ragazza tenne più stretto il polso e si mise a correre trascinandola lontana dalla folla, dietro le scale anti incendio della scuola.
- Ciao, io sono Chleris, tu? -
- Io... Io sono Azlee... Grazie per prima...-
- Mh? Ma non ho fatto nulla! Su su dimmi qualcosa su di te! - Disse Chleris ridendo ed incitandola.
- ... Non ho molto da dire... Mi chiamo Azlee e ho diciasette anni.-
- Si ma amò, così mi fai toccà ferro... -
- Scusa? -
- La tua vitalità stenderebbe a terra un orso, sai?-
Azlee la guardò stranita, non capendo a cosa si riferisse. Inclinò il capo di lato con fare da bambina piccola, e mise una sorta di broncio.
Chleris scoppiò a riderle davanti e le si avvicinò baciandole la guancia.
- Sai, sei strana... Però mi piaci. -
- Eh? Scusa ma... -
- Ma che vai a capire! Come persona! Ma al giorno d'oggi tutti prendono pesci per polenta?! -
- Ehm... Si dice "capisci pane per polenta", o comunque "prendere dei granchi"... E' la prima volta che mi dicono "prendi pesci per polenta". -
- Si si lo sò, volevo vedere se avevi i riflessi pronti amò... -
- Se vabbè. Comunque grazie ancora. E scusa ma ora devo andare i classe.-
- Si, anche io... In che classe sei? Io nella prima A.-
- Anche io! Siamo in classe insieme.-
- Ma và?-
- Si ma... Quella che sta suonando non è la campanella?-
- Cos... O merda no! Corri su!-
- Si... -
Chleris prese per mano Azlee e corsero verso la classe. Da quel giorno è come se Chleris dovesse ancora lasciare la mano di Azlee. Come se la tenesse sempre stretta.
Anche la notte, per impedirle di fare incubi.
E il giorno per impedirle di rimanere sola.
 
Continua nel capitolo:


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: