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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LESTAT DE LINCOURT
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: karumy galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/02/2003 21:28:38

leggete la storia e poi mandatemi tanti commenti!!! karumy
 
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LA SOLITUDINE
- Capitolo 1° -

Ciao a tutti! Dopo aver scritto l’inizio della storia di Vlad Tepes, meglio conosciuto come conte Dracula (vedi “L’angelo Dannato”, di cui presto scriverò un seguito) ho deciso di scrivere una storia su un altro vampiro a me molto caro… Buona lettura! Mandate molti commenti
P.S. poiché il mio vero nome è Cristalia (e non Karumy) è così che firmerò i miei scritti.
P.P.S. per leggere la storia c’è bisogno di una piccola legenda: 1. –ABC…- parlato
2. “ABC…” pensieri
3. ABC… azioni
4. –“ABC…”- citazioni
Ora avete tutto l’occorrente per proseguire nella lettura.


Lestat de Lincourt

Era il 18° secolo, esattamente il 1788. Per il 34° compleanno del re Luigi XVI fu organizzata, alla corte di Francia, una festa in maschera.
Essendo una vampira francese, avevo avuto modo di conoscere la regina Maria Antonietta che, poiché le avevano detto che ero esperta di magia e alchimia (arti che ancora pratico N.B. Cristalia), aveva deciso di tenermi come Dama di Compagnia e sua Istruttrice sulle Arti Occulte; di conseguenza partecipavo ad ogni festa di corte, dove ogni volta facevo un lauto banchetto di sangue blu.
La vita a corte era stupenda, e poi non correvo il rischio di svelare la mia vera identità perché essendo nata vampiro (e non morsa, il che c’è una bella differenza N.B. Cristalia), ero immune alla luce del sole; e poi la regina mi trattava nel migliore dei modi, non come una normale dama, ma come una sorella : mi faceva cucire dai migliori sarti vestiti sempre più belli e preziosi, tanto che avevo una stanza solo per loro; mi prestava perfino i suoi gioielli e spesso me ne regalava qualcuno.
Il pomeriggio, in vista della festa, mi aveva fatto cucire un vestito da strega semplicemente stupendo: era completamente nero con piccoli diamanti sparsi alla rinfusa lungo la scollatura del corpetto, alla fine della gonna e sul girovita; la gonna era quasi trasparente e il corpetto molto stretto evidenziava le mie curve e sosteneva il mio generoso decolleté; sul corpetto c’era anche una fila di bottoni d’argento; ai piedi avevo scarpe di cristallo; i biondi boccoli mi ricadevano sulle spalle dolcemente; al collo avevo una collana con il ciondolo a forma d’esostella rosso sangue.
Quando entrai nella sala del trono, dove si sarebbe tenuta la festa, tutti gli invitati rimasero in silenzio, perfino il re; soltanto la regina mi sorrise e mi invitò a sedermi al suo fianco e, dopo un profondo inchino ai sovrani, mi sedetti. Guardandomi intorno vidi che la sala era gremita di persone.
“Buon per me così se qualcuno sparisce non ci faranno caso.”
Dopo il banchetto fu annunciato l’inizio delle danze.
La mia attenzione fu colpita da un ragazzo circondato da molte lady: sembrava poco più grande di me; a prima vista doveva avere circa venti anni, mentre io ne dimostravo diciotto. (ma in realtà, a quei tempi, ne avevo 3532! N.B. Cristalia)
Era mascherato da vampiro, come quelli narrati dai libri: camicia bianca, giacca nera, pantaloni neri, mantello nero foderato all’interno di rosso con il colletto rialzato e duro, cappello a cilindro (era proprio come Dracula nelle migliori rappresentazioni N.B. Cristalia); i capelli erano legati con un nastro bianco, andando formare una coda bassa, come la portavano i signori feudatari di quell’epoca.
Ad un certo punto si voltò, forse sentendosi osservato, e vide che lo fissavo; io distolsi lo sguardo da lui, ignorandolo, ma arrossii. Si diresse verso di me, lasciando le altre lady deluse.
LESTAT – Madamoiselle –
CRISTALIA “Che voce stupenda…”
Sentii i brividi per tutto il corpo.
CRISTALIA – Oui, Monsieur? –
Mi girai e lo guardai negli occhi: erano verdi come i miei, ma più scuri; aveva uno sguardo profondo e mi faceva tremare per l’emozione il modo in cui, parlando, muoveva la bocca; stava sorridendomi.
Provai una stupenda sensazione, mi sentii stranamente felice nell’averlo così vicino.
CRISTALIA “Cosa mi prende? Mi sento strana… Sento un calore nel mio corpo mai provato prima per un umano…”
LESTAT – Il mio nome, madamoiselle, è Lestat de Lincourt.
Mi fece il baciamano
LESTAT – Mi concederebbe questo ballo? –
Annuii e continuando a guardarlo come ipnotizzata, mi recai con lui al centro della sala. Durante tutto il ballo ci guardammo negli occhi, senza pronunciar parola.
CRISTALIA “Com’è bello… sto bene con lui, ma mi sento strana. Sento la presenza di un altro vampiro in questa sala, è una presenza a me conosciuta, molto familiare, ma non riesco a vederlo, né a percepire la sua identità…”
Mi guardavo intorno, irrequieta.
LESTAT – Qualcosa non va, madamoiselle? –
CRISTALIA –No, no, nulla monsieur. –
Finita la musica andammo in giardino a passeggiare. Mi porse il braccio e ci avviammo verso il bosco. Mi ero già dimenticata della presenza di uno della mia razza nella sala.
LESTAT – Madamoiselle, non mi ha ancora detto il suo nome… -
CRISTALIA - Mi scusi, monsieur. Il mio nome è Cristalia Draco. –
LESTAT – Nome stupendo, proprio come lei… -
CRISTALIA – Monsieur, così mi mette in imbarazzo… -
Arrossii. Parlammo del più e del meno, e molto più tardi tornammo al castello, dove mi accompagnò nelle mie stanze. Ero stanca ma non volevo che se ne andasse, ed era strano, per una vampira, provare quelle sensazioni: noi, quelli dallo sguardo freddo, dal cuore di ghiaccio, riscaldato da un umano…
LESTAT – Allora, à dèmain, madamoiselle Cristalia. -
CRISTALIA – Á dèmain, monsieur Lestat. –
Ci guardammo negli occhi senza dire nulla, poi ci baciammo.
CRISTALIA – Bonne nuit, monsieur… - sorrisi.
LESTAT – Bonne nuit, madamoiselle – sorrise anche lui.
Lo vidi allontanarsi e finché non ebbe girato l’angolo non rientrai in stanza. Chiusi la porta alle mie spalle sorridendo tra me e me. Ad un tratto mi fermai.
CRISTALIA “Cosa mi sta succedendo? L’ultima volta che ho provato queste sensazioni è stato quando stavo con Vlad… ma lui era un vampiro! Lestat è un uomo! Nessun umano mi ha mai fatto sentire così…”

Quella notte feci un sogno su Lestat: c’era un castello su un’isola. Lestat ed un altro uomo a me molto familiare, stavano parlando.
? – Benvenuto, Lestat! –
LESTAT – Chi sei? Ti conosco? –
? – Per natura sono inconoscibile, ma tu puoi chiamarmi Vlad. –
CRISTALIA “Vlad! È tornato… È molto che non lo vedo… È cambiato dall’ultima volta che ci incontrammo. Chissà che intenzioni avrà…”
LESTAT – Sono il signore di un grande feudo. Manderanno un esercito a cercarmi! –
Vlad si avvicinò a Lestat, che indietreggiò.
CRISTALIA “ Spero non voglia fare ciò che penso… Oh Vlad fermati! “
VLAD – Dubito che ti troveranno, lord de Lincourt. Sei lontano da casa. Siamo su un’isola del mediterraneo… -
Lestat impallidì, poi si voltò e cercò di fuggire, ma Vlad lo morse.
CRISTALIA “ Nooo! Lo sapevo, lo sapevo! Sei sempre il solito! “
Vlad guardò Lestat, che era a terra moribondo.
VLAD – Sei debole… ti stai spegnendo… Sento a malapena il tuo cuore battere. Il futuro si sta affrettando, ma il mio intelletto è ormai di antico taglio. Tu dovrai aiutarmi a comprendere il tempo attuale. Ecco perché ti ho scelto… -
LESTAT – Mi hai scelto per cosa? –
Vlad si tagliò il polso con un unghia e quando il sangue cominciò ad uscire dalla ferita, lo porse a Lestat.
VLAD – Bevi… e vivi! Sei stato molto coraggioso stanotte figlio mio. Bevi e saprai… -
Lestat bevve.
CRISTALIA “ Vlad perché lo hai fatto? Ora hai maledetto anche lui… cominciavo ad amarlo e non volevo che scoprisse la dura vita dei vampiri. Ma forse… eri tu al ballo? “
Lestat cominciò a contorcersi dal dolore.
VLAD – Non aver timore. È soltanto il tuo corpo che muore. –
LESTAT – Ne voglio ancora! –
Mi svegliai. Passai tutta la giornata a cercarlo. Andai perfino alla sua villa, ma i servitori mi dissero che non era ancora rientrato. Dissi loro di tenermi informata sul suo ritorno.
Non lo sognai più, ma dopo poco più di una settimana sentii un rumore al piano inferiore, così presi un candelabro e scesi le scale.
CRISTALIA – C’è nessuno? –
Mi recai in sala poiché avevo udito un altro lieve rumore. Entrando vidi che il caminetto era stato acceso e che uno dei divani era stato posto davanti ad esso.
CRISTALIA – So che c’è qualcuno. Avanti, esci fuori… non costringermi a fare qualcosa di molto cattivo e pericoloso per te… -
? – E cosa faresti? –
Era dietro di me. Mi allontanai da lui con un balzo e mi voltai soffiando, pronta ad attaccare, quando…
CRISTALIA – Lestat! –
Corsi da lui e lo abbracciai. Lacrime di sangue sgorgavano dai miei occhi.
CRISTALIA – Sei tornato! –
Vidi che era pallido.
CRISTALIA – Ma allora quello che ho sognato è vero! Vlad è tornato e ti ha trasformato in vampiro… non volevo che ti accadesse questo mi dispiace… ho visto quello che ti è accaduto e conosco Vlad, stavo con lui un tempo… Ma tu come hai scoperto che sono anche io un vampiro? -
Gli accarezzai il viso, e lui poggiò una mano sulla mia chiudendo gli occhi: com’era dolce!
LESTAT – È stato Vlad. Ci aveva visto durante la festa e ci ha seguito durante la nostra passeggiata, ascoltando i nostri discorsi. Essendo un vampiro non ha avuto problemi a celarsi ai nostri occhi. –
CRISTALIA – Avevo sentito la presenza di un vampiro oltre a me nella sala, per questo ero irrequieta e continuavo a guardarmi attorno, ma stando accanto a te non riuscivo a concentrarmi su questa presenza e lo dimenticai preso. È molto geloso anche se non stiamo più insieme da molto tempo… -
LESTAT – Ha visto anche mentre ci baciavamo. Mi ha detto di porgerti i suoi saluti. Immaginava che sarei tornato da te. –
Mi baciò e io ricambiai.
CRISTALIA – Ora staremo insieme per sempre… sediamoci sul divano, davanti al camino e raccontami cos’hai fatto durante questa settimana che sei stato lontano da me. –
LESTAT – Sono stato con lui. Mi ha istruito sull’ignoto, raccontato la sua storia segreta, dove mi ha parlato anche di te; mi ha insegnato tutto sul mondo, sulla nostra razza e… su di me! Durante quei giorni persi il controllo dei miei sensi come un bambino in fasce: ero fuori di me per il piacere di sperimentare i miei nuovi poteri. “la vita di un vampiro è una vita di discrezione”, mi disse. Ma perché dobbiamo rimanere nascosti? Noi siamo potenti, siamo gli immortali. Dovremmo mostrarci senza alcun timore, no? –
CRISTALIA – Non è possibile. Tutti quei vampiri che non hanno bevuto il sangue degli antichi sono vulnerabili alla luce del sole. Io e Vlad siamo due dei pochi antichi ancora rimasti. La nostra razza sta svanendo, per questo cerchiamo persone in grado di diventare nostri discepoli e farli essere immuni al sole. Ma molti di questi, per vari motivi, trasformano altri uomini in vampiri mezzosangue, vulnerabili a molte più cose di noi antichi. Noi abbiamo soltanto un punto debole, loro ne hanno moltissimi. È per questo che ti chiedo soltanto di nutrirti e di lasciare a noi il compito di far diventare altri come noi. Così la nostra stirpe tornerà potente, e potremmo finalmente mostrarci! Per il momento i mortali non devono sapere nulla di noi, per la sopravvivenza della nostra specie. –
LESTAT – Quindi non potrò mai rivelarmi? –
CRISTALIA – Beh, per il momento no. Per il mondo devi essere morto. È questa la regola. –
LESTAT – E così, non potrò più prendere parte alle semplici gioie del mondo… -
CRISTALIA – Mi dispiace, sapevo che ne avresti sofferto… per questo avrei rinunciato a te e alla mia felicità pur di non farti provare il dolore che ho io dentro… -
? – Sapevo che saresti tornato da lei! –
LESTAT – Questa voce… -
CRISTALIA – Vlad! –
Mi alzai.
CRISTALIA – Come mai da queste parti? –
VLAD – Sono venuto a trovarti, mia cara. Sono passati secoli dal nostro ultimo incontro… -
CRISTALIA – Avanti, siediti e raccontami qualcosa di ciò che hai fatto in tutti questi anni. –
VLAD – Va bene. –
Si sedette.
VLAD – Per un po’ ho dormito, fino a quando alcuni degli altri antichi mi hanno svegliato. Poiché il più anziano, il custode dei sovrani, era stato ucciso, dovevo prendere il suo posto.
LESTAT – I sovrani? –
CRISTALIA – Vlad non gliene hai parlato? –
VLAD – Non ne ho avuto il tempo. Dopo pochi giorni era scappato per tornare qui. –
CRISTALIA – Quelli di cui parlava Vlad, Lestat, sono i sovrani di tutti i dannati. Enkil e la sua consorte Akasha. Hanno quasi prosciugato questa terra quando regnavano sull’Egitto. Bevvero fino a quando Enkil non ne ebbe più voglia. Senza un compagno anche lei perse la sua volontà. Diventarono delle statue viventi. Lei non ha rispetto per nulla, eccetto che per il sapore del sangue, umano o immortale che sia. –
VLAD – Brava Cristalia. Vedo che sai molto su di loro. –
CRISTALIA – Io studio, caro. Non passo il tempo come te a dormire, forgiare armi e scappare! –
VLAD - … -
CRISTALIA – Lestat, ricordati sempre che alla fine siamo soli: non c’è nient’altro che la fredda, buia e desolata eternità. Questa è la lezione più dura da imparare. Finché non ti ho conosciuto ero divorata dalla solitudine. Volevo qualcuno al mio fianco che mi capisse e, fino al giorno della festa a palazzo, non avevo trovato nessuno degno di stare per sempre con me. Temevo di rimanere sola per sempre. Vedi, per ogni vampiro giunge prima o poi il momento in cui l’idea dell’eternità diventa, per un istante, insopportabile. Vivere fra le ombre, nutrirsi nell’oscurità, con se stesso come unico compagno, marcire in un esistenza vuota e solitaria. In principio l’immortalità sembra una buona idea, finché non si comprende che dovremmo trascorrerla da soli. Ci fu un tempo in cui mi addormentai, sperando che il rumore delle epoche che si succedevano si sarebbe dissolto e che sarei stata colpita da qualcosa di simile alla morte. Ma, qualche anno fa, mi svegliai poiché sentii che il mondo non era più quello che avevo lasciato, aveva un suono diverso…migliore… ed ora sono qui. Penso che con questo breve racconto io abbia soddisfatto parte della vostra curiosità. Sbaglio? –
VLAD – Non sbagli affatto! Non pensavo fossi così triste da quando ci siamo lasciati… -
Cominciai a piangere sangue
CRISTALIA – Tu te ne sei andato, lasciandomi sola, confusa, abbandonata. È qui che ho imparato a convivere con la solitudine. Ed ora che cominciavo a dimenticarti e ad essere felice, dopo molti secoli, torni, e maledici colui che amo condannandolo ad una vita di sofferenze. Perché sei tornato? –
VLAD – Perché mi mancavi. Ho lottato, ho dormito,e solo io so quanto ho sofferto nel vivere la mia vita lontano da te, per poi un giorno riunirci e stare insieme per sempre. Ed ora che quel momento è arrivato, ti trovo con un altro e non riconosci nemmeno la mia presenza nella sala… capisci il dolore che ho io dentro? –
CRISTALIA – Ti capisco, perché è lo stesso che ho sofferto io quando tu te ne sei andato. Non potevi pretendere che rimanessi ad aspettarti, visto che sei scappato senza dirmi neanche se saresti tornato. Solo io so quante volte ho invocato il tuo nome, piangendo, disperandomi, ma non ricevendo nessuna risposta. Ora sono decisa a farmi una nuova vita e ti ringrazio poiché hai facilitato la parte più difficile: far diventare Lestat uno dei nostri discepoli, uno della nuova razza. Ora ti pregherei, per questa sera, di andartene, ci rincontreremo domani. Ora devo discutere con Lestat. –
VLAD – Come vuoi, sono triste, ma non posso farci niente, perché come al solito hai ragione. A domani –
Detto questo sparì.
LESTAT – Che cosa volevi dirmi? –
CRISTALIA – Ora sai molte più cose su di me, Vlad e la nostra razza. Rifletti su quello di cui si è parlato questa sera e non fare gli stessi errori che ha fatto Vlad. Se rimarrai con me la solitudine non si farà sentire e presto potremmo godere delle piccole gioie del mondo…hai ancora molto da imparare, amore mio. Sappi che se bevi il sangue, non fa differenza se d'uomo o d’immortale, accumulerai tutte le sue conoscenze e ricordi. Bevi un po’ del mio sangue e riuscirai a capire molto prima di quanto tu immagini…ora andiamo a letto e domani mi dirai cosa ne pensi. –
Andammo nella mia stanza e ci addormentammo abbracciati.
Al mio risveglio, accanto a me, c’era una rosa nera e un biglietto. Trovai il lenzuolo sporco di sangue.

- “… mia cara, ho bevuto il tuo sangue e riflettuto a lungo, prendendo una decisione: devo partire per fare un po’ d’esperienza per poi tornare da te. Aspettami! Devo informarti che non sono arrivato da solo a questa conclusione: questa notte Vlad è entrato nella nostra stanza, trovandomi sveglio e abbiamo parlato. Mi ha detto che vuole vederti felice, e se per esserlo devo starti accanto, lui non si intrometterà. Ha detto che vuole il meglio per te, perché ti vuole bene. Per questo partiamo insieme; mi insegnerà alcune cose molto importanti e io mi impegnerò a fondo per tornare a te il più presto possibile. Sappi che mi manchi molto già da adesso.
Con tutto il mio amore,
Lestat
P.S. Ti lascio una goccia del mio sangue, so che ti servirà. Ti amo.” –

Piangendo vidi alla fine della lettera una goccia di sangue. La toccai e chiudendo gli occhi ebbi una visione di ciò che era successo quella notte. Vlad gli aveva detto davvero tutte quelle cose, e gli aveva anche detto di scrivermi una lettera accompagnata dal fiore che più amavo. Ma quando aveva finito di scrivere la lettera e posarla accanto a me, dandomi un bacio d’addio, Vlad cercò di ucciderlo piantandogli un paletto nel cuore e vedendolo cadere a terra, se ne andò contento di ciò che aveva fatto. Ma Lestat era soltanto stordito, poiché facendo parte della nuova razza, i paletti di legno non lo uccidevano; così si mosse e bevve un po’ del mio sangue, quanto bastava per tenerlo in vita, o povero caro com’era parsimonioso nei miei confronti, e decise di andare a ricorrere Vlad per vendicarsi.
Quando riaprii gli occhi vidi il sangue per terra e il paletto.
Ero nuovamente sola.
CRISTALIA – La dura solitudine è sempre stata una dei miei amici. Oh Natura cos’hai da fare all’inferno quando hai rinchiuso lo spirito di un demone nel corpo di una creatura così bella? Oh angelico demonio! Oh destino! Gli uomini tutti ti chiamano volubile, che può importarti di lui, cui la fama proclama all’incontro leale? Sii pur volubile, destino. Perché solo così potrei sperare che tu non lo tenga lontano da me troppo a lungo, e che me lo restituisca al più presto. –

“L’ho scampata, ma vedi, sto cadendo nuovamente nel veloce abisso, rannuvolata dai ricordi del passato ma alla fine capisco. Lo sento svanire non lo posso dire, oh si scaverai la mia tomba, tu sentendo, trovando, sempre piagnucolando. Prendi la mia mano ora, sii vivo. Perché non possiamo stare insieme, abbracciarla? Ho dormito a lungo e tolto la maschera. Capisci, non posso essere abbandonata, perché non sono l’unica. Camminiamo attraverso di te, nutrendo, violentando. Dobbiamo nasconderci da tutti?”

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Vi è piaciuta? Lo spero perché mi ci sono impegnata molto. Volevo che fosse un lavoretto ben fatto, difatti ho cercato sulle enciclopedie quale re ha regnato in Francia in quel periodo. Le informazioni su Lestat le hanno prese da videocassette e da internet. Dopo tutta questa fatica, anche se non è molto lungo, devo dire che è venuto carino. Cosa ne pensate? Mandatemi molti commenti!!!
La vostra streghetta
Cristalia
P.S. come ho già detto prima, qui a Manga.it sono Karumy, ma siccome il mio vero nome è Cristalia, è così che firmerò le mie storie.
Ne ho già in programma una nuova, posso anticiparvi che si tratta di tutta la mia storia, è una specie di biografia!
Ciao ciao! Kisses!

 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
noair - Voto: 23/09/08 12:09
Lestat! lo conosco anch'io!!!!
anche se preferico Armand...
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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